1 / 24

PROMOSSO DAL 29° DISTRETTO SCOLASTICO Presidente prof. Franco Palladino

LA SCUOLA MEDIA STATALE "G. PUCCINI". MAGGIO DEI MONUMENTI 2007. PROMOSSO DAL 29° DISTRETTO SCOLASTICO Presidente prof. Franco Palladino. GLI ALUNNI. ADOTTANO. LA CHIESA DI SAN PLACIDO. IL MITICO FIUME SEBETO. Motivazione dell'adozione.

dyani
Download Presentation

PROMOSSO DAL 29° DISTRETTO SCOLASTICO Presidente prof. Franco Palladino

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. LA SCUOLA MEDIA STATALE "G. PUCCINI" MAGGIO DEI MONUMENTI 2007 PROMOSSO DAL 29° DISTRETTO SCOLASTICO Presidente prof. Franco Palladino

  2. GLI ALUNNI ADOTTANO LA CHIESA DI SAN PLACIDO IL MITICO FIUME SEBETO

  3. Motivazione dell'adozione La nostra scuola, ovvero la “Giacomo Puccini” si trova in una zona decentrata da Casoria e precisamente in via Giotto sita nella frazione “Arpino” . La frazione nacque per scorporo da due comuni, di Afragola e di San Sebastiano al Vesuvio, da cui nacque anche il comune di Volla: la località di "San Salvadore delle Monache", benché fosse uno dei villaggi dalla cui riunione ebbe origine Afragola, costituisce oggi la frazione di Arpino. La nostra zona è nata intorno agli anni “50”, dopo una bonifica del territorio, non presenta monumenti o strutture di particolare interesse storico, per questo noi ragazzi, dopo un’indagine sul territorio abbiamo deciso di presentare a “MAGGIO DEI MONUMENTI” la chiesa di “San Placido” poco conosciuta dalla maggior parte di noi e dalle nostre famiglie, per poter meglio apprezzare i luoghi in cui viviamo.

  4. LE FONTI D’INFORMAZIONE Per reperire le fonti storiche, artistiche e geografiche della chiesa di “San Placido” ci siamo avvalsi del reverendo Padre Miano Giuseppe, che tuttora celebra la Santa Messa ogni mattina, visto che sono andati perduti tutti i reperti cartacei in possesso dell’archivio del Comune di Casoria.

  5. VITA DI SAN PLACIDO Questa chiesetta è dedicata a San Placido.

  6. Come nacque questa chiesetta Via delle Puglie collega Napoli ad Avellino; 1000 anni fa vennero i Camaldolesi (Monaci benedettini membri della congregazione che trae nome dall'eremo di Camaldoli) che fondarono il Santuario di Montevergine. VIA DELLE PUGLIE Questo Santuario era visitato dai contadini e da tanti fedeli che venivano da ogni parte. Visto che il viaggio per il Santuario era molto lungo, i pellegrini costruirono, lungo il percorso, dei ricoveri formati da una stanza grande (un salone) ed una stalla per i loro animali. Questa costruzione (ora chiesetta di San Placido) è una delle tante dettate dalla necessità di sostare prima di riprendere il cammino. SANTUARIO DI MONTEVERGINE

  7. Quando fu costruita Sul frontale della chiesetta, c’è un fregio in marmo sul quale sono scolpite la data di costruzione “1673” e l’immagine di San Placido; la presenza di questa lapide indicava che questo era un luogo religioso. Nel dopoguerra l’ANAS ebbe il compito di ricostruire le strade e operò molti espropri, compresa questa costruzione; perciò staccarono la lapide e la gettarono nel pozzo (che tuttora si trova accanto alla chiesetta). Con questo gesto si volle espropriare la chiesa di questo luogo di culto religioso. Il fregio fu recuperato, ricomposto e rimesso al suo posto. Dopo molte vicissitudini si venne ad un accordo con l’ANAS : il grande salone fu diviso e la parte antistante divenne una chiesetta, mentre il retro fu adibito a casa cantoniera dal caratteristico color rosso pompeano, che ancora oggi è usata per depositare attrezzi di vario genere, utili per la gestione delle strade statali.

  8. La chiesetta fu intitolata a santa “Maria Francesca delle cinque piaghe” perché il Cardinale seppe che la Santa era stata una pellegrina e che più volte si era fermata in questo luogo per dormire, per questo le fu intitolata la parrocchia. Il Cardinale nominò padre Miano parroco della chiesetta e quando fu costruita la parrocchia grande, il titolo passò a questa nuova chiesa e alla chiesetta fu dato il titolo di “San Placido”. La chiesetta, quando divenne parrocchia, fu arricchita di una croce e della campana.

  9. L’età della chiesetta Le parti più antiche, risalenti al 1600, sono tre: Il portone Il portone ha subito diversi rifacimenti, lasciando inalterate le caratteristiche originali L’altare è di marmo di Carrara (è un tipo di marmo, estratto dalle cave delle Alpi Apuane in territorio di Carrara, universalmente noto come uno dei marmi più pregiati), con intarsi geometrici e raffigurazioni sacre.  L’altare Il fregio in marmo sul quale sono scolpite la data di costruzione “1673” e l’immagine di San Placido Il fregio

  10. “C’era una volta un mitico fiume...” SEBETO IL FIUME SEBETO di Clemente Esposito

  11. IL MITICO SEBETO L'antico nome, Sepeithos, era su alcune monete, coniate tra il V e il IV sec. a.C. Alle pendici del Monte Somma, in piena epoca greco-romana, dalla grotta detta "Delle Fontanelle del Cancellaro nel fondo della Preziosa" sgorgavano alcune sorgenti le cui acque formavano il Sebeto.

  12. L’abbondanza delle sue acque indusse le autorità greche e successivamente quelle romane a canalizzarle, nell’acquedotto della Bolla Edificio dell’acquedotto L’interno dell’acquedotto

  13. Con un corso lento e sinuoso, il fiume, arricchendosi di rivoli affluenti da Capodimonte e dai colli Aminei, scorreva adagiandosi tra valloni oggi colmati da

  14. Eventi geologici e vulcanici, tra cui la stessa eruzione del Vesuvio del 79 d. C., portarono il fiume a sparire dal territorio urbano per poi farsi strada attraverso le fertili paludi della Neapolis orientale fino alla nuova foce sotto il Ponte della Maddalena, dove il popolo attualmente lo chiama "Sciummitiello".

  15. Questo territorio, sconvolto da eventi geologici e da vicende belliche, venne quasi del tutto dimenticato fin dopo il 500 a tal punto che Giovanni Boccaccio, venuto a Napoli, andò invano alla sua ricerca.

  16. Fu il XX secolo a segnare l’inizio della lenta agonia del Sebeto. Si abbatterono su Napoli gli anni, dell’industrializzazione e del dopoguerra. Negli anni Trenta sul Comune di Barra fu costruita una "raffineria"nel cuore della valle del Sebeto e sul corso stesso del fiume distruggendone la sua bellezza paesaggistica.

  17. STORIE DEL SEBETO RACCONTATE DALL’INGEGNERE PASQUALE IODICE Con l’ingegnere Pasquale Iodice abbiamo visito ciò che rimane del fiume Sebeto. Oggi esso si presenta privo di acqua ad eccezione di pochi pantani. L’ingegnere essendo nato in questa masseria ricorda ciò che gli raccontava sua madre anch’ella nata qui.

  18. Un primo ricordo è riferito al percorso del fiume Sebeto che attraversava la masseria dal davanti al retro. Nella masseria c’era un mulino che sfruttava la potenza delle acque del fiume per far muovere le pale al fine di macinare il grano trasformandolo in farina ecco perché la masseria è denominata “MASSERIA MULINO FONTANELLA”. Un secondo ricordo risale a 200 fa, quando i garibaldini occuparono la masseria per poter raggiungere il porto di Napoli attraverso il fiume Sebeto.

  19. L’ingegnere ricorda ancora, che, fino dopo il 1945 l’acqua del fiume era limpido e si utilizzava anche per usi domestici. Il fiume era pescoso e soprattutto ricco di anguille, di rane e di cefali. Durante la visita, in modo inatteso, abbiamo conosciuto l’assistente tecnico del consorzio di bonifica delle paludi di Napoli e Volla, il signor Pietro, che ha il compito di monitorare il fiume. Da quanto egli ci ha detto, si sta lavorando per arginare le acque inquinate, affinché il fiume ritorni a scorrere rigoglioso come prima.

  20. Nell’attesa che il Sebeto risorga, il popolo partenopeo può ammirarne le fontane che lo ricordano Giovanni Merliano gli dedicò una Fontana che si trova al Largo Sermoneta, che rappresenta allegoricamente il mitico fiume che lambiva Neapolis. La fontana è riccamente decorata; in alto, sull'arco, vi sono una lapide e gli stemmi del viceré, della città e del re. Il Sebeto viene rappresentato come un vecchio dalla barba fluente adagiato su una conchiglia tra due obelischi e le sculture di due tritoni portatori delle buccine (piccoli vasi) dai quali sgorga l'acqua

  21. Il poeta Giovanni Pontano compose un’opera “Lepidina” dove descrive le spettacolari nozze del fiume Sebeto con la ninfa Partenope. Abbiamo scelto i versi più significativi che ci fanno comprendere che anche se si è piccoli non si deve temere di competere con i grandi. Leggiamo nei versi la voglia ,di Sebeto, della fine delle ostilità e il trionfo della pace con la speranza di rinascere rigoglioso O me infelice, e che grandi monti, che grandi fiumi, Ariadna cara, mi tengono lontano dalle tue braccia! Che cosa ho da spartire con te, o Arno? Che cosa col Reno e col Po? O che cosa con le tue armi, o Marte violento? Che vadano in malora le spade crudeli e gli elmi minacciosi! Vieni, o pace e, gettato Marte in catene, restino inoperose le battaglie.

  22. Antico canto popolare che tramanda la memoria delle fontane Tengo 'na famma, ca me magnarria Napole intorniata de pannelle; tengo 'na sete, ca me vevarria Poggioreale, co’ le funtanelle; tengo 'nu suonno, ca me dormarria settecient'anne co' 'na nenna bella dinte ‘e ciardine verde 'e chesta via.

  23. I PROTAGONISTI • Ricerche storiche e geografiche : alunni della IIIH • Testi sulla chiesetta di San Placido: alunni della IIH e IIIH • Ricerche storiche e geografiche sul fiume Sebeto: alunni della IA • Intervista all’ingegnere Iodice: alunni della IA • Intervista a Padre Miano: alunni della IA IIH e IIIH • I versi sono recitati dagli alunni Lipardi e Liguori della IA Tutti gli alunni della scuola hanno partecipato alla manifestazione tenutasi il 25 maggio 2007 presso la Villa Comunale “LA PINETINA” dando vita a cori preparati, per l’occasione. • Coro del prof. Cozzolino Domenico • Coro della prof.ssa Biondi Francesca • Coro del prof. Antonio Sorrentino

  24. GLI ALUNNI RINGRAZIANO • Reverendo Padre Giuseppe Miano • Reverendo Padre Jonas Gianneo • L’Ingegnere Pasquale Iodice • Il Presidente della Circoscrizione dott. Mariano Marino • La II Commissione della Circoscrizione di Arpino • Il presidente del 29° Distretto Scolastico prof. Franco Palladino • Il Commissario Prefettizio dott. Gaetano Piccolella • Il Dirigente Scolastico prof. ssa Teresa Maione • I nostri professori per averci offerto l’opportunità di conoscere e apprezzare il territorio in cui viviamo

More Related