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LA PIANIFICAZIONE STRATEGICA COMUNITARIA

LA PIANIFICAZIONE STRATEGICA COMUNITARIA. LA RAZIONALITA’ STRATEGICA.

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LA PIANIFICAZIONE STRATEGICA COMUNITARIA

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Presentation Transcript


  1. LA PIANIFICAZIONE STRATEGICA COMUNITARIA

  2. LA RAZIONALITA’ STRATEGICA • Strategia deriva dal greco ed è parola composta da stratos esercito ed ago condurre; la nozione di strategia è dunque di origine militare presuppone l’adozione di una serie di azioni o misure finalizzate allo scopo di ottenere un successo, nel caso specifico la vittoria sul nemico. • La razionalità strategica presuppone, non tanto la semplice conoscenza, quanto l’uso di tale conoscenza per il raggiungimento di uno scopo; pertanto un’azione è razionale quando è efficace e adeguata rispetto ad uno scopo prefissato.

  3. LA PIANIFICAZIONE STRATEGICA RAZIONALE • Pianificazione strategica è un processo di decisioni ed azioni conseguenti in funzione di obiettivi predeterminati. • Sono fissati dei fini ed obiettivi • Esistono una serie di alternative possibili • Si confrontano le alternative possibili e si valutano le conseguenze • Si sceglie l'alternativa le cui conseguenze sono da preferire. • Il nesso conoscenza -azione • l'indagine come momento tecnico indispensabile della pianificazione. • La pianificazione è un problema di conoscenza • Determinismo- una ed una sola soluzione

  4. PIANO TRADIZIONALE • Prodotto • Lineare • Normativo, regolativo • Pubblico centralizzato • Autoritativo • Settoriale PIANO STRATEGICO • Processo • Ciclico, Step by step • Operativo • Partenariale, cooperativo, locale • Interattivo partecipato • Integrato

  5. Il metodo unitario (piano prodotto)David. L. Foley, Indagini sulla struttura urbana • L'essenza del metodo unitario (..) sta nel considerare la città o la comunità metropolitana come entità con una forma spaziale, fisica, riconducibile ad una rappresentazione grafica. La pianificazione è considerata come un'attività che ha il compito di definire il modello futuro dell'ambiente fisico di una comunità e di incoraggiare le misure di sviluppo e di controllo che possono meglio garantire l'evoluzione della comunità verso quella situazione avvenire. In sostanza il fine è un modello spaziale e il mezzo tradizionale per comunicare questo obiettivo futuro è rappresentato dal piano generale. Nel metodo unitario è inoltre implicita l'ipotesi che esista un'autorità amministrativa, adeguatamente centralizzata per preparare, approvare, e realizzare tale piano.

  6. Il metodo flessibile (piano processo) • Il metodo flessibile considera la città come una complessa interazione di parti diverse, interdipendenti fra loro da un punto di vista funzionale.. Il metodo centra l'attenzione sul processo.. La pianificazione da questo punto di vista cercherebbe innanzi tutto di comprendere come aziende e nuclei familiari interagiscono e come l'area metropolitana si sviluppa nel tempo. La pianificazione flessibile cercherebbe poi di identificare politiche di sviluppo alternative e di esaminare le probabili conseguenze che ciascuna di esse comporta... La pianificazione, secondo questa linea di lavoro tenterebbe di influenzare alcune delle forze di sviluppo in atto, piuttosto che avere come obiettivo una futura forma metropolitana. Nei termini più semplici forse questa è solo una distinzione fra prodotto e processo….

  7. NORMATIVO / OPERATIVO • La pianificazione normativa è un insieme di norme e regole che il piano detta agli operatori che agiscono nel territorio allo scopo di indirizzare le scelte coerentemente con il modello di assetto previsto. • La pianificazione operativa è un insieme di azioni (progetti) da attivare nel tempo per il raggiungimento di obiettivi predeterminati.

  8. SETTORIALE / INTEGRATO • Il piano urbanistico tradizionale ha come suo obiettivo principale il controllo sull’uso del suolo e dell’attività edilizia. • La pianificazione territoriale integrata tende a coniugare gli obiettivi legati all’ assetto territoriale con obiettivi di sviluppo economico e sociale.

  9. Valutazione Decisione Monitoraggio Azione CICLICO LINEARE Progettazione Attuazione gestione

  10. PUBBLICO PARTENARIALE • La pianificazione è compito esclusivo dello Stato che la esercita in funzione del suo ruolo super partes e in nome dell’interesse pubblico. • Le risorse impegnate sono pubbliche • Essa procede in maniera centralizzata e gerarchizzata (top – down) • I piani sono organizzati gerarchicamente • La pianificazione e il risultato di un processo di cooperazione fra soggetti pubblici e privati. • Pubblico e privato concorrono con proprie risorse al raggiungimento degli obiettivi del piano • Essa procede dal basso (bottom up) e si organizza in maniera reticolare

  11. AUTORITATIVO / INTERATTIVO • In funzione dell’interesse pubblico lo Stato esercita la sua azione normativa sulla società che è chiamata a rispettare le regole imposte dal piano. • Il piano e gli obiettivi che esso deve perseguire non possono essere imposti dall’alto ma debbono essere il frutto di un processo di interazione fra i diversi soggetti portatori di interessi.Le regole del piano debbono essere condivise per essere rispettate.

  12. LE TRE FASI DELLA PIANIFICAZIONE STRATEGICA

  13. IL MODELLO TRADIZIONALE DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI ANALISI DEL CONTESTO TERRITORIALE FORMULAZIONE DELLE POSSIBILI ALTERNATIVE VALUTAZIONE DELLE ALTERNATIVE E SCELTA VERIFICA DEGLI EFFETTI ATTUAZIONE DELLE AZIONI CONSEGUENTI DEFINIZIONE DEL PIANO

  14. La pianificazione strategica comunitaria è un metodo di pianificazione elaborato per aiutare organizzazioni e comunità a fissare ed attuare obiettivi propri in un ambiente in mutamento, • comunicativo-partecipato, ovvero organizzato in modo da includere tutti i gruppi della comunità portatori di uno specifico interesse verso lo sviluppo della comunità, i suoi fini ed i suoi obiettivi; • ispirato al principio della razionalità limitata, ovvero non propugna la ricerca di impossibili soluzioni ottimali ma di soluzioni ispirate al principio di soddisfazione; • per obiettivi condivisi, ovvero non aprioristicamente dati, ma esito del processo di interazione fra i diversi attori;

  15. operativo (action-oriented), cioè per progetti e azioni da attivare e attuare; considera dunque in maniera esplicita la disponibilità di risorse umane, finanziari, economiche; partenariale, cioè affida la realizzazione delle azioni previste al concorso di risorse pubbliche e private; integrato, ovvero orientato a perseguire finalità di natura urbanistica, ambientale, economica e sociale; processuale e ciclico, con frequenti retroazioni e procedure step-by-stepdi monitoraggio e valutazione.

  16. IL MODELLO COMUNITARIO

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