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Un patto per il curricolo

Un patto per il curricolo. I.C. eSpazia, Collegio Docenti, 21 maggio 2008. Lo scenario e la sfida. Lo scenario delle Indicazioni. Il disagio giovanile e la frammentazione dell’essere I risultati negativi dell’OCSE-PISA L’inadeguatezza della scuola di fronte alle sfide del terzo millennio

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Un patto per il curricolo

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Presentation Transcript


  1. Un patto per il curricolo I.C. eSpazia, Collegio Docenti, 21 maggio 2008

  2. Lo scenario e la sfida

  3. Lo scenario delle Indicazioni • Il disagio giovanile e la frammentazione dell’essere • I risultati negativi dell’OCSE-PISA • L’inadeguatezza della scuola di fronte alle sfide del terzo millennio • La necessità di una scuola diversa che sappia rispondere alle nuove esigenze della formazione Monterotondo, 21 maggio 2008

  4. La sfida per tutti • Aiutare i ragazzi a superare le paure, le incertezze, la solitudine, l’idea di una vita vuota e senza senso: sottofondo di un malessere diffuso, espressione di un eccesso di avere e di una carenza di essere Monterotondo, 21 maggio 2008

  5. Il compito della scuola • Essere in prima linea nella battaglia contro questo vuoto • Tornare ad essere un luogo dove è possibile la trasmissione/costruzione dei valori che danno appartenenza, identità, passione • individuare un senso dentro la trasmissione dei saperi e delle abilità che rappresentano una condizione indispensabile per la maturazione delle competenze. Monterotondo, 21 maggio 2008

  6. Il ruolo dei docenti Accettare un surplus di responsabilità: • perché per i docenti, come per i genitori, “educare istruendo” si declina nell’essere maestri di vita, vale a dire testimoni di ciò che si trasmette • perché “educare” è sempre una comunicazione di sé, e del proprio modo di rapportarsi con il reale Monterotondo, 21 maggio 2008

  7. La passione, di nuovo In una parola, occorre che la scuola e i docenti: • tornino a “coltivare la passione educativa” che da sempre caratterizza la nostra professione e • tornino ad assumere su di sé la responsabilità, e la voglia, di “costruire il futuro” per le nuove generazioni Monterotondo, 21 maggio 2008

  8. La scuola e la famiglia • Nessuna educazione è possibile, a scuola, se non attraverso una forte condivisione di princìpi, valori, finalità e obiettivi • Per questo occorre: • ricostruire nei Collegi delle vere e proprie comunità professionali educanti • costruire una nuova e più forte alleanza educativa tra la scuola e la famiglia Monterotondo, 21 maggio 2008

  9. Il curricolo: come e perché

  10. Curricolo e autonomia • Definire il curricolo è una conseguenza diretta dell’Autonomia riconosciuta alle scuole con il DPR 275/99; • è una operazione indispensabile in un sistema decentrato, non del tutto definito dalle autorità centrali; • contribuisce ad individuare i limiti della libertà individuale entro criteri condivisi all’interno del Collegio Docenti Monterotondo, 21 maggio 2008

  11. Perché il curricolo/1(I. Fiorin, inedito 2007) • Per pensare alla formazione come un percorso: • cognitivo e relazionale nello stesso tempo, • culturale e valoriale, • organizzato dalla comunità professionale (che torna a riassumere un ruolo fondamentale come comunità educante), • ma assunto dallo studente, e dalla famiglia, in modo sempre più consapevole Monterotondo, 21 maggio 2008

  12. Perché il curricolo/2 • Per rendere concreto e visibile, all’interno di questo percorso, il progressivo passaggio • dall’imparare facendo(tipico della sc. dell’infanzia, dei primi anni della sc. primaria e di alcuni stili di apprendimento) • alla capacità di riflettere e formalizzare l’esperienza utilizzando, in modo consapevole, gli strumenti culturali come chiavi di lettura della realtà Monterotondo, 21 maggio 2008

  13. Perché il curricolo/3 • Perché il curricolo è il cuore didattico del Piano dell’Offerta Formativa, che la comunità professionale è chiamata a predisporre per i propri alunni, • e la sua elaborazione è il terreno su cui si misura concretamente la capacità progettuale di ogni scuola per rispondere ai bisogni di tutti e di ciascuno Monterotondo, 21 maggio 2008

  14. Il Programma(C. Pontecorvo, 1978*) • C. Pontecorvo definisce il programma “… una serie più o meno organica (talvolta addirittura una congerie o un semplice elenco) di argomenti di studio, elencati in una forma che spesso è troppo specifica sul piano dei contenuti ma troppo generica rispetto agli esiti richiesti e alle modalità di realizzazione …” Monterotondo, 21 maggio 2008

  15. Il curricolo • Subito dopo la Pontecorvo afferma che “… la nozione di curricolo è assai più comprensiva, perché include tutti gli elementi essenziali del processo didattico, e soprattutto è basata su criteri di flessibilità, di scelta ragionata, di considerazione delle circostanze ambientali e delle situazioni di fatto, relative alla scuola, alla disponibilità delle risorse e in particolare delle conoscenze, abilità, motivazioni degli allievi” Monterotondo, 21 maggio 2008

  16. La prospettiva contenutistica(C. Pontecorvo, 1978) • Sostanzialmente equivale ad un programma, anche se è definito dalla singola Scuola • Recupera il valore educativo delle discipline rispetto a impostazioni pedagogiche più centrate sulla socializzazione • Dà molto valore ai contenuti disciplinari,anche seripensa radicalmente i modi del loro insegnamento(cfr., ad esempio, l’attenzione che, con i Progetti Poseidon, ISS e mat@bel, il MIUR dedica all’insegnamento delle lingue, delle scienze e della matematica Monterotondo, 21 maggio 2008

  17. La prospettiva metodologica(C. Pontecorvo, 1978) • “… utilizza la nozione di curricolo in alternativa a quella di programma (da “svolgere”), come una modalità per riuscire a considerare complessivamente tutti i fattori che intervengono nel processo didattico e a rilevarne le alterazioni, le relazioni reciproche, i meccanismi di feed-back” Monterotondo, 21 maggio 2008

  18. La prospettiva metodologica Questa prospettiva ha due risvolti: • Il processo di costruzione del curricolo, e la sua realizzazione, sono finalizzati al conseguimento di precisi esiti formativi, definiti preventivamente: oggi possiamo identificarli con i traguardi di competenza • Non può essere definito “dall’alto”, né “a priori”: è un compito specifico dei docenti che lo realizzano e nasce a conclusione di una progettazione collegiale che lo articola in piani di lavoro collettivi e individuali. Monterotondo, 21 maggio 2008

  19. Prevede due condizioni/1 • La prima condizione è legata, a sua volta, • da una parte, alla capacità dei docenti di utilizzare la flessibilità e l’ampia possibilità di scelta insita in questa impostazione • dall’altra, al rigore interno che la stessa flessibilità impone sul piano delle definizioni, delle verifiche, della messa a punto degli strumenti didattici Monterotondo, 21 maggio 2008

  20. Prevede due condizioni/2 • La seconda condizione è data dal rapporto che essa chiede di stabilire • tra il piano di lavoro individuale del singolo insegnante e la progettazione collegiale, cioè • tra il principio della “libertà di insegnamento” e l’altro principio della “responsabilità collegiale” che coinvolge gli stessi docenti in quanto componenti il Collegio di una Istituzione Scolastica (non dimentichiamo che tutte le delibere sono collegiali) Monterotondo, 21 maggio 2008

  21. Che cos’è, allora,la libertà di insegnamento? • C. Pontecorvo la definisce una libertà di progettazione, cioè la libertà di costruire, realizzare e verificare un piano di lavoro individuale entro un quadro di riferimento che richiede: • la pubblicità e la discussione collegiale (fare scuola non è una faccenda privata) • la progettazione concordata in vista di un curricolo generale (perché il curricolo è della scuola) • l’esplicitazione di una ipotesi di lavoro didattico da verificare negli esiti formativi degli allievi Monterotondo, 21 maggio 2008

  22. Il curricolo, in concreto • Il curricolo della scuola va quindi inteso come: • l’organizzazione e l’articolazione interna del un corso di studi nel suo complesso; • un itinerario formativo, con aspetti sincronici e diacronici, nell’ambito del quale si collocano i curricoli specifici; • un modo per individuare le connessioni tra il generale (il curricolo complessivo) e il particolare (il curricolo della singola disciplina) Monterotondo, 21 maggio 2008

  23. Curricolo e contenuti • La necessità di discutere il curricolo nel suo insieme non esclude infatti l’altra necessità di articolarsi in contenuti, e quindi in curricoli disciplinari, tenendo conto dell’interazione reciproca che lega l’uno agli altri • Anzi, la valenza educativa di una disciplina risulterà determinata dai rapporti organici che essa può stabilire con le altre in un quadro di riferimento generale Monterotondo, 21 maggio 2008

  24. Indicazioni e curricolo

  25. Indicazioni e curricolo/1 • Rispetto al curricolo, le Indicazioni rappresentano: • le istanze nazionali, e internazionali, cui la singola scuola deve rispondere • il quadro di riferimento, volutamente aperto, che la comunità professionale è chiamata ad assumere e a contestualizzare • la cornice valoriale e culturale entro cui va iscritta la formazione per tutto il territorio nazionale Monterotondo, 21 maggio 2008

  26. Indicazioni e curricolo/2 • Rispetto alle Indicazioni, il curricolo rappresenta: • il terreno su cui si misura la capacità progettuale di ogni scuola per rispondere ai bisogni di tutti e di ciascuno; • il percorso che deve essere costruito, qui ed ora, come un’impresa collettiva e collegiale nello stesso tempo; • la capacità di vivere ladimensione sociale dellacollaborazione e negoziazione delle scelte(che sono sempre impegnative per tutti, ma diventano significative per tuttiquando da tutti sono condivise) Monterotondo, 21 maggio 2008

  27. L’orientamento alle competenze … Il testo delle Indicazioni propone: • un curricolo verticale da 3 a 14 anni, • essenziale e progressivo, • orientato alle competenze, declinate per ciascuna disciplina a conclusione della scuola dell’infanzia, della scuola primaria e della scuola secondaria di 1° grado • in continuità con il biennio della scuola superiore Monterotondo, 21 maggio 2008

  28. … e l’obbligo di istruzione Il segno concreto della continuità è dato: • dall’adozione delle competenze funzionali, riferite cioè ad un uso funzionale delle conoscenze e delle abilità disciplinari, sia a conclusione della 3^ media che a conclusione del biennio • dall’uso delle competenze chiave, poste a conclusione dell’obbligo di istruzione, come criterio di organizzazione di una didattica disciplinare curvata alla loro acquisizione Monterotondo, 21 maggio 2008

  29. Le competenze chiaveRaccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio adottata il 18 Dicembre 2006 • Comunicazione nella madrelingua • Comunicazione nelle lingue straniere • Competenza matematica e competenze di base in scienza e tecnologia • Competenza digitale • Imparare ad imparare • Competenze sociali e civiche • Spirito di iniziativa e imprenditorialità • Consapevolezza ed espressione culturale Monterotondo, 21 maggio 2008

  30. Regolamento sull’obbligo di istruzione (D.M. 22 agosto 2007) Competenze chiave di cittadinanza • Imparare ad imparare • Progettare • Comunicare • Collaborare e partecipare • Agire in modo autonomo e responsabile • Risolvere problemi • Individuare collegamenti e relazioni • Acquisire ed interpretare l’informazione Monterotondo, 21 maggio 2008

  31. Otto tappeper un curricolo

  32. Uno schema possibile */1 • Individuazione e descrizione: (**) • del contesto socioculturale e scolastico, • e delle condizioni “di partenza” degli allievi relativamente a conoscenze, abilità, motivazioni … In questa prima fase è opportuno prendere in considerazione le condizioni della società attuale (contesto socioculturale) e l’’inadeguatezza più volte dimostrata del nostro sistema di Istruzione (condizioni di partenza)rispetto ad una formazione che sia in grado di rispondere ai nuovi bisogni Monterotondo, 21 maggio 2008

  33. Uno schema possibile */2 • Definizione degli obiettivi educativi generali e degli obiettivi didattici specifici Gli obiettivi educativi generali sono rappresentati dal quadro valoriale proposto nel documento “Cultura, scuola, persona” Gli obiettivi specifici possono essere individuati nei traguardi di competenza e, strumentalmente, negli obiettivi di apprendimento indicati per le singole discipline Monterotondo, 21 maggio 2008

  34. A proposito di obiettivi Nella stesura del Curricolo di Istituto: • Con quale criterio saranno individuati? • A chi spetta il compito di definirli? • Una volta definiti, resteranno fissi per sempre o potranno essere modificati? • Con quale criterio? Con quale cadenza? • Chi li definisce operativamente? • Di certo, c’è una connessione vitale tra i fini dell’educazione, gli obiettivi (definiti in termini di competenze e abilità cognitive generali) e i procedimenti didattici da mettere in atto per conseguirli Monterotondo, 21 maggio 2008

  35. Uno schema possibile */3 • Descrizione dei contenuti di insegnamento: discipline di studio e argomenti specifici. In realtà, le discipline sono già fissate dalle Indicazioni Nazionali; esse infatti rappresentano il quadro generale di competenza del Ministro (DPR 275/99, art. 8). C’è però la quota del 20% da utilizzare e progettare. Gli argomenti specifici, invece, saranno individuati dai gruppi di progetto a partire da quanto è indicato nella descrizione di ciascuna disciplina e negli “obiettivi di apprendimento”. Monterotondo, 21 maggio 2008

  36. Uno schema possibile */4 • Individuazione e descrizione delle procedure didattiche, dei metodi e delle strategie di insegnamento/apprendimento, delle modalità di comunicazione e di interazione didattica Questo è un aspetto fondamentale al quale non sempre dedichiamo la dovuta attenzione: occorre infatti imparare a riconoscere le diverse intelligenze e i diversi stili di apprendimento per scegliere, di volta in volta, percorsi e approcci coerenti con le caratteristiche dei diversi gruppi di alunni Monterotondo, 21 maggio 2008

  37. A proposito di contenuti/a I contenuti, sono poi così neutri, come a volte si crede? • Infatti, quando ci si chiede “che cosa una società vuole insegnare alle giovani generazioni”, intendiamo affermare che attraverso l’educazione scolastica non ci proponiamo solo di “sviluppare abilità” generali, ma anche di trasmettere criticamente un patrimonio di esperienze e conoscenze • Non è quindi secondario il rapporto che si può stabilire tra obiettivi generali e contenuti di un curricolo, e non va considerato a posteriori. Questi due aspetti della progettazione del curricolo interagiscono in un rapporto di scambio e, quindi, non possono essere separati Monterotondo, 21 maggio 2008

  38. A proposito di contenuti/b Curricolo e contenuti/discipline • Riflettere su questa relazione implica anche la riflessione sulle discipline come essenziali e differenziati modi dell’esperienza umana, come corpi di conoscenze sistematicamente organizzate • È un’attenzione che ci deriva dalla prospettiva “contenutistica” (che fa capo, in ogni caso, ad una teoria della conoscenza); essa infatti, tende a valorizzare le discipline non solo come aggregazioni più o meno sistematiche di teorie e di concetti, ma anche come specifiche metodologie di ricerca,modalità peculiari di raccolta dei dati, uso consapevole di materiali e strumenti Monterotondo, 21 maggio 2008

  39. A proposito di contenuti/c “educare istruendo” Non dimentichiamo che le Indicazioni citano ed esplicitano entrambi i termini di questa espressione: è la valenza educativa delle discipline, infatti, e l’interconnessione tra le discipline umanistiche e quelle scientifiche che consente la realizzazione del nuovo umanesimo e orienta la cittadinanza attiva Monterotondo, 21 maggio 2008

  40. A proposito di contenuti/d Il “nuovo umanesimo” Propone che la scelta dei contenuti del conoscere nel loro insieme (il curricolo come organizzazione generale del corso di studi) sia determinata non tanto e non solo dalle “teorie della conoscenza” (che rappresenta l’uomo ad una dimensione), ma da un “modello di uomo” multidimensionale, capace di comprendere e di intervenire in un’ampia gamma di campi e di fenomeni Monterotondo, 21 maggio 2008

  41. Uno schema possibile */5 • Scelta e organizzazione dei materiali di lavoro, dei sussidi didattici, dei libri di testo, delle apparecchiature e delle tecnologie, comprese le TIC Sappiamo tutti che non è indifferente restare nell’ambito degli strumenti tradizionali o introdurre le Nuove Tecnologie in modo sistemico e sistematico, come strumento della didattica ordinaria Monterotondo, 21 maggio 2008

  42. Uno schema possibile */6 • Definire l’organizzazione istituzionale e sociale della scuola: • la strutturazione dello spazio e del tempo, della classe, dei gruppi di apprendimento • i rapporti tra il Preside e gli insegnanti, tra gli insegnanti, tra gli insegnanti e gli alunni, tra la scuola e la famiglia … • le relazioni di autorità/collaborazione, a tutti i livelli Monterotondo, 21 maggio 2008

  43. Uno schema possibile */7 • Individuare e utilizzare in modo sistematico strumenti, modalità e sistemi di valutazione, interni ed esterni. Occorre definire criteri, indicatori (di processo e di prodotto), modalità e strumenti: • per misurare e valutare gli esiti formativi: intermedi, finali, nel grado di scuola successivo • per la valutazione di sistema: la percezione interna, la valutazione esterna Monterotondo, 21 maggio 2008

  44. Uno schema possibile */8 • Conoscere e realizzare collegamenti di continuità: • con i livelli di scolarità, precedenti e successivi • con le forme e i percorsi della formazione professionale • con il mondo del lavoro tout court Anche quando il mondo del lavoro sembra assolutamente distante (come a volte si pensa, ad es., nella scuola primaria), la visione di insieme e di lungo termine è indispensabile alla pianificazione strategica di un curricolo che risponda realmente agli attuali bisogni formativi Monterotondo, 21 maggio 2008

  45. La flessibilità • La flessibilità è l’elemento fondamentale nella costruzione del curricolo, a partire dallo schema proposto che infatti non va inteso in modo prescrittivo e, men che meno, tassonomico Monterotondo, 21 maggio 2008

  46. La flessibilità • Infatti, l’individuazione di tutte le relazioni e le interazioni possibili tra i diversi elementi, piuttosto che ad una sequenza univoca e ordinata, deve dar luogo ad una operazione ricorsiva, a spirale, che permetta di tornare alla rivalutazione di elementi già definiti qualora l’analisi dei successivi imponga una nuova riflessione. Monterotondo, 21 maggio 2008

  47. La flessibilità • Inoltre, solo scelte organizzative e didattiche molto flessibili consentono di attuare concretamente quelle situazioni formative multiple che sono indispensabili per rispondere in modo costruttivo a stili di apprendimento molto diversificati Monterotondo, 21 maggio 2008

  48. Curricolo e comunità professionale • La costruzione del curricolo delinea una professionalità docente fortementevalorizzata, nella sua dimensione sociale oltre che individuale. • È la comunità professionale, infatti, che è chiamata ad assumersi leresponsabilità progettuali all’interno di unadimensione sociale di collaborazione, negoziazione delle scelte, condivisione di una peculiare idea di scuola. Monterotondo, 21 maggio 2008

  49. Il curricolo: la dimensione sociale È solo attraverso il lavorare insieme che si costruisce una comunità professionale ed educativa nella quale la libertà culturale di ciascuno si coniuga, attraverso un confronto responsabile, con un progetto alto di scuola, impegnativo per tutti, ma per tutti significativo perché costruito da tutti e da tutti condiviso Monterotondo, 21 maggio 2008

  50. La dimensione socialedell’apprendimento La dimensione sociale del curricolo richiama la dimensione sociale dell’apprendimento. Perché si impara in un contesto sociale, cioè inuna specifica situazione storica e culturale, ma soprattutto si impara con gli altri. Solo attraverso il confronto con gli altri si prende atto progressivamente delle proprie competenze e delle specificità di ciascuno Monterotondo, 21 maggio 2008

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