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Strategie per la promozione del successo scolastico e formativo Potenziare l’efficacia dell’insegnamento attraverso l’

Strategie per la promozione del successo scolastico e formativo Potenziare l’efficacia dell’insegnamento attraverso l’ innovazione metodologico-didattica. Fiorino Tessaro Università Ca’ Foscari di Venezia Vicenza, 3 ottobre 2006. Dove sta l’efficacia dell’insegnamento?.

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Strategie per la promozione del successo scolastico e formativo Potenziare l’efficacia dell’insegnamento attraverso l’

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Presentation Transcript


  1. Strategie per la promozione del successo scolastico e formativo Potenziare l’efficacia dell’insegnamento attraverso l’ innovazione metodologico-didattica Fiorino Tessaro Università Ca’ Foscari di Venezia Vicenza, 3 ottobre 2006

  2. Dove sta l’efficacia dell’insegnamento? • Dalla ricerca condotta dalla Hay McBer per conto del Ministero dell'Istruzione inglese sull'insegnamento efficace (2002) • una sola caratteristica è insufficiente a garantire una buona prestazione, • le diverse caratteristiche devono agire insieme, • le caratteristiche devono essere fra loro collegate • l'eccellenza in una materia non è garanzia di buona riuscita complessiva, • le caratteristiche devono essere fra loro collegate

  3. Dove sta l’efficacia dell’insegnamento? La ricerca ha identificato 16 caratteristiche dell'insegnamento efficace. Queste sono state organizzate in 5 ambiti: 1) La professionalità ¨     Rispetto degli altri ¨     Capacità di proporre sfide e sostenerle ¨     Fiducia in sé ¨     Capacità di ispirare fiducia 2) Capacità intellettuali ¨     Pensiero analitico ¨     Pensiero concettuale

  4. Dove sta l’efficacia dell’insegnamento? 3) Capacità di programmare e creare aspettative ¨     Capacità di guidare il miglioramento ¨     Spirito d'iniziativa ¨     Capacità di ricercare le informazioni necessarie 4 Capacità di guida ¨     Capacità di gestire gli alunni ¨     Passione nel predisporre l' apprendimento ¨     Flessibilità ¨     Capacità di responsabilizzare gli altri 5) Capacità di relazionarsi agli altri ¨     Comprensione degli altri ¨     Capacità di persuadere e influenzare ¨     Capacità di lavorare in squadra

  5. Le 6 dimensioni della professionalità docente (1) La nostra ricerca • le dimensioni epistemologiche(codici, statuti, metodi delle discipline, ...) • le dimensioni didattiche(stili di insegnamento, costruzione di ambienti formativi, ...) • le dimensioni comunicative(modi di comunicare, di esprimersi, verbale e non, ...)

  6. Le dimensioni della professionalità docente(2) La nostra ricerca • le dimensioni relazionali(modi di interagire con gli allievi, con i colleghi, coordinare gruppi) • le dimensioni progettuali(analisi dei bisogni, pianificazione, modularità, criteri, risorse, condizioni, ...) • le dimensioni valutative(osservazione, rilevazione, verifica, competenze docimologiche, certificazione, ...)

  7. Uno strumento per la valutazione / autovalutazione dell’insegnamento

  8. Quando una competenza prevale ….

  9. Quando una competenza manca ….

  10. Dagli indicatori agli strumenti ...

  11. Per un profilo della professionalità docente ...

  12. Innovazione metodologica Dal metodo centrato sull’insegnante, sul programma Al metodo come percorso costruito insieme

  13. Innovazione metodologica: i principi 1) il gusto del sapere: soltanto l’insegnante che vive il “sapore profondo” della sua disciplina, lo sa “gustare” traendone emozioni intellettuali, può condividere con gli studenti questa esperienza. Il docente deve vivere con passione e lasciar trasparire l’amore per ciò che insegna e nel volerlo insegnare. Non basta il piacere di insegnare, deve piacere ciò che si insegna, in caso contrario… è meglio lasciar perdere!.

  14. Innovazione metodologica: i principi 2) la significatività: l'azione didattica deve garantire il collegamento, nel senso e nel significato, delle nuove conoscenze con quelle già possedute dall’allievo; (questo collegamento deve essere riconosciuto dallo studente, altrimenti non c’è significatività); lo studente possiede saperi suoi, sistemi di conoscenze e di organizzazioni delle conoscenze che fanno parte della sua vita: se l’insegnante opera ignorando i saperi dell’allievo, per un verso svaluta la persona e per l’altro perde un’ottima possibilità per facilitare sia l’insegnamento che l’apprendimento

  15. Innovazione metodologica: i principi 3) la motivazione: l'intervento per esser efficace deve promuovere tutti quei fattori che possono determinare e stimolare l'attività del soggetto. La spinta all’apprendimento è risultante da fattori di personalità, di contesto e di relazione. Dal punto di vista formativo le frammentate e contraddittorie motivazioni adolescenziali devono diventare terreno di analisi metacognitiva e di ricerca condivisa;

  16. Innovazione metodologica: i principi 4) la direzione: l'itinerario indicato dagli insegnanti serve per orientare l’apprendimento verso gli obiettivi prefissati. L'insegnamento è efficace se l'itinerario è costruito insieme, con lo studente, se è personalizzato, o almeno negoziato. La costruzione partecipata del curricolo dà senso all’azione didattica; lo studente non potrà più chiedere “perché devo studiare questo?!”: il percorso e la direzione sono stati decisi insieme;

  17. Innovazione metodologica: i principi 5) la continuità: il curricolo vissuto dallo studente deve lasciar trasparire l'unitarietà nelle progressioni diacroniche (tra segmenti formativi in successione) e sincroniche (trasversali alle diverse discipline, e connessi con offerte formative diverse);

  18. Innovazione metodologica: i principi 6) la ricorsività: l'apprendimento si ottiene ritornando più volte sull'oggetto di studio; la ricorsività dell'insegnamento serve a facilitare apprendimenti estensivi (con connessioni orizzontali, per ampliare il campo di analisi e le possibilità d’uso) e intensivi (con connessioni verticali, per andare in profondità in un argomento): l'estensione attraverso processi di transfer e di generalizzazione, l’intensione nell'analisi e nell'approfondimento delle conoscenze e delle competenze;

  19. Innovazione metodologica: i principi 7) l’integrazione: l'azione didattica deve favorire il processo formativo mediante l'integrazione interna, tra le discipline, superando l'eccessiva segmentazione, e l'integrazione esterna, nel coordinamento delle diverse proposte formative, anche provenienti dal territorio, funzionali al successo formativo; l’allievo vive molteplici realtà formative, spesso sono talmente isolate da non percepirne le connessioni; alcune esperienze sono gratificanti altre deludenti: l’integrazione facilita l’apprendimento nelle situazioni meno felici;

  20. Innovazione metodologica: i principi 8) l’organizzazione: l'intervento didattico organizzato non comprende solo la strutturazione dei saperi; l’insegnante deve anche pianificare e gestire in modo funzionale le attività, i tempi, gli spazi e le risorse a disposizione; lo studente apprende dall’organizzazione: se l’insegnante affronta e completa un argomento importante negli ultimi dieci minuti della lezione, per l’allievo tale argomento non sarà affatto importante;

  21. Innovazione metodologica: i principi 9) la stabilizzazione: l'azione dell'insegnante, se per un verso punta allo sviluppo di apprendimenti autonomi e originali, dall'altra deve assicurare regole e procedure costanti, stabili (punti fermi, che potranno essere modificati qualora non risultassero più validi e pertinenti); la divergenza adolescenziale è una ricchezza da educare con il pensiero, la riflessione, la discussione; l’incertezza non deve diventare uno stato dell’Io, ma va indirizzata alla definizione della complessità e dei problemi;

  22. Innovazione metodologica: i principi 10) il consolidamento : conseguente alla stabilizzazione, il principio metodologico del consolidamento punta a valorizzare e a sostenere ciò che l'allievo va apprendendo, ampliando le situazioni, incrementando i contesti d'uso, riorganizzando gli ambienti formativi; l’enorme quantità informativa, interna ed esterna alla scuola, richiede filtri epistemologici nella selezione dei saperi e contestualizzazioni di senso per lo studente;

  23. Innovazione metodologica: i principi 11) la trasferibilità : la proposta didattica deve sollecitare il transfer delle conoscenze e delle competenze, con la loro traslazione da un sistema a un altro (da un argomento ad un altro, da una disciplina ad un’altra, dal sistema scolastico alla vita reale, da un sistema di codici ad un altro, da un sistema di padronanza ad un altro).

  24. Innnovazione didattica : TECNICHE ATTIVE comportano la partecipazione sentita e consapevole dello studente, poiché contestualizzano le situazioni di apprendimento in ambienti reali analoghi a quelli che l’allievo ha esperito nel passato (attualizzazione dell’esperienza), che vive attualmente (integrazione qui e ora della pluralità dei contesti) o che vivrà in futuro (previsione e virtualità). Le tecniche che prenderemo in esame si caratterizzano per: la partecipazione "vissuta" degli studenti (coinvolgono tutta la personalità dell'allievo), il controllo costante e ricorsivo (feed-back) sull’apprendimento e l’autovalutazione, la formazione in situazione, la formazione in gruppo.

  25. Innnovazione didattica : TECNICHE ATTIVE tecniche simulative: - il role playing (gioco dei ruoli) per l’interpretazione e l’analisi dei comportamenti e dei ruoli sociali nelle relazioni interpersonali, - la simulata su copione, maggiormente trasferibile alle situazioni reali, - l'in basket(cestino della posta) per le prese di decisione in ambito di ufficio, - l'action maze (azione nel labirinto) per lo sviluppo delle competenze decisionali e procedurali.

  26. Innnovazione didattica : TECNICHE ATTIVE tecniche di riproduzione operativa: come le dimostrazioni e le esercitazioni: esse puntano ad affinare le abilità tecniche e operative mediante la riproduzione di una procedura. Sono complementari e richiedono la scomposizione della procedura in operazioni e in fasi da porre in successione e da verificare ad ogni passaggio.

  27. Innnovazione didattica : TECNICHE ATTIVE tecniche di analisi della situazioneche si avvalgono di casi reali: nello studio di caso si analizzano situazioni comuni e frequenti, nell' incident si affrontano situazioni di emergenza. Con lo studio di caso si sviluppano le capacità analitiche e le modalità di approccio ad un problema, nell’'incident, si aggiungono le abilità decisionali e quelle predittive.

  28. Innnovazione didattica : TECNICHE ATTIVE tecniche di produzione cooperativa tra cui possiamo annoverare la tecnica del brainstorming (cervelli in tempesta), per l’elaborazione di idee creative in gruppo, e il metodo del cooperative learning, per lo sviluppo integrato di competenze cognitive, operative e relazionali.

  29. Innnovazione didattica : La lezione Ma la vecchia lezione è proprio da buttare? NO! Purché diventi attiva … Fase iniziale : L’avvio per catturare Determinazione dell’argomento e degli obiettivi. Individuazione, selezione e condivisione dei saperi preesistenti negli studenti. Promozione della motivazione iniziale. Creazione del clima.

  30. Innnovazione didattica : La lezione Fase centrale: Il corpo dell’esposizione per puntare all’essenza Sviluppo ordinato e coerente dei concetti. Transfer delle conoscenze. Stimolo continuo verso l’obiettivo. Uso formativo della ridondanza. Rinforzi tematici. Feedback parziali. Conclusioni intermedie. Uso degli esempi. Uso dei mezzi didattici. Partecipazione dello studente.

  31. Innnovazione didattica : La lezione Fase finale: La conclusione per connettere Riassunto finale. Controllo finale. Assegnazione dei compiti complementari. Presentazione di riferimenti anticipati. Clima finale

  32. La scuola tra tradizione e innovazione … quanta tradizione senza morire? … quanta innovazione senza esplodere? Oettinger

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