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I crediti di carbonio per le città XII assemblea nazionale coordinamento A21 locali italiane

I crediti di carbonio per le città XII assemblea nazionale coordinamento A21 locali italiane “Cambiamenti climatici, governo del territorio, Green Economy” Bruno Villavecchia Direttore Ambiente e Energia AMAT. Il contesto internazionale.

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I crediti di carbonio per le città XII assemblea nazionale coordinamento A21 locali italiane

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Presentation Transcript


  1. I crediti di carbonio per le città XII assemblea nazionale coordinamento A21 locali italiane “Cambiamenti climatici, governo del territorio, Green Economy” Bruno Villavecchia Direttore Ambiente e Energia AMAT

  2. Il contesto internazionale Convenzione Quadro UN sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC) del 1994 Conferenze delle Parti (COP) COP16 Cancùn, 2010 Il protocollo di Kyoto, uno dei più importanti strumenti internazionali volti a combattere i cambiamenti climatici, siglato nel 1997 (COP3), impegna i paesi aderenti a rispettare un obiettivo globale di riduzione del 5,2% delle emissioni climalteranti nel periodo 2008-2012, rispetto ai livelli base del 1990. L’obiettivo è ripartito tra gli Stati inseriti nell’Allegato 1 del Protocollo, secondo “responsabilità comuni ma differenziate”, prevedendo inoltre la possibilità di realizzare gli impegni in maniera congiunta. L’Unione Europea, adottando questa misura di flessibilità, ha ulteriormente ripartito il proprio obiettivo di riduzione dell’8% tra gli Stati Membri, assegnando all’Italia il 6,5%.

  3. Quadro Impegni Europa • Pacchetto Clima 20-20-20 • Il pacchetto, varato nel gennaio 2008, riassume gli obiettivi che l’Unione Europea si prefigge di raggiungere per il 2020: • ridurre del 20% le emissioni di gas serra; • portare al 20% la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili; • ridurre del 20% dei consumi energetici. • E’ ancora aperta la discussione sull’opportunità dell’adozione unilaterale da parte dell’Unione Europea di un obiettivo di riduzione del 30% al 2020 (ipotesi già considerata nel Pacchetto, ma subordinata ad impegni comparabili da parte degli altri Paesi). • In particolare obiettivi vincolanti per l’Italia sono : • - Obiettivo in termini di riduzione delle emissioni nei settori non soggetti al sistema di scambio quote di emissione dell'Ue rispetto al 2005  -13% (decisione 406/2009/CE) • - Quota di energia da fonti rinnovabili nella domanda effettiva di energia entro il 2020 (direttiva 2009/28/CE)  17%

  4. Meccanismi flessibili Tra le misure previste per realizzare i tagli alle emissioni il Protocollo di Kyoto prevede l’attivazione di meccanismi di mercato, detti anche “meccanismi flessibili”. I meccanismi flessibili consentono ai Paesi aderenti al Protocollo di Kyoto di ottenere crediti di emissione da attività realizzate sia all’interno che al di fuori dei propri confini nazionali e di utilizzarli ai fini dei rispettivi impegni di Kyoto. L’Emission Trading riguarda la possibilità di trasferire i propri diritti di emissione o di acquistare i diritti di emissione da un altro paese. Attraverso l'Emission Trading i Paesi che riducono le proprie emissioni in misura maggiore rispetto agli obiettivi assegnati dal Protocollo possono vendere le quote di emissione in eccesso ad altri paesi con obblighi di riduzione.

  5. Meccanismi flessibili Joint Implementation – JI, consente alle imprese dei Paesi dell’Allegato 1 di realizzare progetti che mirano alla riduzione delle emissioni in altri Paesi dell’Allegato 1. Tutti i Paesi industrializzati possono potenzialmente ospitare progetti JI, tuttavia i Paesi con economie in transizione, caratterizzati da bassi costi marginali di abbattimento, risultano essere i naturali candidati per questo tipo di progetto. Clean Development Mechanism – CDM, prevede che i progetti mirati alla riduzione dei gas serra siano rivolti ai Paesi in via di sviluppo, che non possiedono vincoli di emissione. meccanismi possono essere utilizzati, entro limiti stabiliti, dalle Parti dell’Allegato1 per raggiungere i propri obiettivi di riduzione e da altri soggetti per realizzare un offsetting delle emissioni legate a particolari eventi o progetti.

  6. Meccanismi flessibili - Europa Emission Trading System – EU ETS Nel 2003 la Commissione ha istituito un sistema per lo scambio di quote di emissione di gas serra fra i Paesi Europei (Direttiva 2003/87/EC, Direttiva 2008/101/EC , 2009/29/CE). Il sistema fa riferimento solo ad alcuni settori: attività energetiche (impianti di combustione, raffinerie, cokerie), produzione e trasformazione di metalli ferrosi, industria mineraria (cemento, vetro,ceramici, ecc.) ed altre attività (es. cartiere) al di sopra di determinate soglie dimensionali. Si tratta di un sistema di tipo "cap and trade" Il sistema prevede cioè, la fissazione di un tetto massimo (cap) alle emissioni dirette nei settori sopra elencati per ciascun Paese (che a sua volta fissa i limiti dei singoli impianti mediante un Piano Nazionale di Allocazione) e lo scambio (trade) di quote di emissione .

  7. Il ruolo degli enti locali Negli ultimi anni sono sorte diverse iniziative per la valorizzazione e la promozione del ruolo degli enti locali e, in particolare, delle città nella lotta ai cambiamenti climatici. L’Agenzia Internazionale per l’Energia ha valutato che alle città è attribuibile il 67% della domanda di energia primaria e oltre il 70% delle emissioni globali di CO2 (anno 2006). Al di là dei dati numerici le autorità locali rivestono un ruolo fondamentale in quanto attori e decisori sul proprio territorio, responsabili delle politiche e della pianificazione a livello locale. Alcune delle iniziative sorte in questi anni prevedono impegni specifici da parte degli enti aderenti e si pongono fra i propri obiettivi la creazione di metodologie omogenee e condivise per l’elaborazione degli inventari emissivi e la contabilizzazione delle riduzione delle emissioni.

  8. Local Government Climate Roadmap (1) • ICLEI ha intrapreso un percorso per promuovere e istituzionalizzare il ruolo dei Governi Locali nell’ambito dei negoziati internazionali sul clima. L’iniziativa , denominata Local Government Climate Roadmap, è stata avviata parallelamente al UN Climate Roadmap nel 2007 in occasione del COP 13. Obiettivo principale era il raggiungimento nell’ambito del COP 15 del 2009 di un accordo globale post 2012, che riconoscesse il ruolo dei governi locali. • Le attività si sono, poi, sviluppate diversamente dalle previsioni e hanno visto alcune tappe importanti: • quando nel 2009 le nazioni hanno siglato un accordo che invitava i paesi sviluppati e in via di sviluppo a rendere pubblici i propri obiettivi di riduzione e le proprie azioni, la rete dei governi locali ha lanciato il Copenhagen Climate Catalogue. Il Copenhagen Climate Catalogue raccoglie le informazioni relative agli impegni di riduzione che alcuni enti locali hanno volontariamente assunto e i risultati raggiunti. Attualmente risultano registrati circa 2900 enti.

  9. Local Government Climate Roadmap (2) • nel 2010 a Mexico City nell’ambito del World Mayor Summit, alla vigilia del COP 16 di Cancun, è stato lanciato il Mexico City Pact, un accordo volontario rivolto alle città che prevede l’impegno a ridurre le proprie emissioni, e, fattore rilevante, l’impegno a registrare le proprie emissioni e le relative azioni di riduzione nel carbonn Cities Climate Registry, un registro il cui approccio metodologico si basa sull’International Local Government GHG Emissions Analysis Protocol (IEAP) di ICLEI, nel rispetto dei criteri di misurabilità, rendicontabilità e verificabilità. • In occasione del COP 16 del 2010 sono stati raggiunti alcuni risultati rilevanti: • per la prima volta i governi nazionali hanno riconosciuto il ruolo degli enti locali come “key governmental stackeholders” nella lotta ai cambiamenti climatici • potenziale inclusione di programmi a scala urbana nel sistema CDM.

  10. Iniziative locali: Covenant of Mayors Si sono, inoltre, sviluppate alcune iniziative ad adesione volontaria, fra le quali si segnalano: Covenant of Mayors: iniziativa lanciata dalla Commissione Europea nel 2008. Sottoscrivendo la Covenant le città si impegnano a ridurre le proprie emissioni di CO2 di almeno il 20% al 2020 (in linea con il Pacchetto Europeo per il Clima) attraverso una migliore efficienza energetica e una produzione e un utilizzo più sostenibili dell'energia. La Covenant conta attualmente circa 2400 aderenti, fra i quali 950 comuni italiani.

  11. Iniziative locali: Mexico City Pact • The Global Cities Covenant on Climate (Mexico City Pact) presentato a novembre 2010 a Mexico City nell’ambito del World Mayor Summit, alla vigilia del COP 16 di Cancun. • Con l’adesione al Patto le città di impegnano a: • ridurre le proprie emissioni climalteranti, mediante l’adozione di misure di mitigazione • sviluppare strategie di adattamento per affrontare gli impatti del cambiamento climatico a livello locale • registrare (e rendere pubblici) i propri inventari delle emissioni, gli impegni, le misure di mitigazione e adattamento per il clima, utilizzando una metodologia di calcolo e rendicontazione condivisa che risponda ai criteri di misurabilità, rendicontabilità e verificabilità (le città si impegnano inserire i propri dati all’interno del carbonn Cities Climate Registry).

  12. Iniziative locali: Mexico City Pact • Il Mexico City Pact si pone, inoltre, come obiettivi: • elaborare un sistema che consenta l’accesso a fondi e finanziamenti per le azioni di mitigazione e adattamento correttamente registrate • promuovere il coinvolgimento della società civile nella lotta al cambiamento climatico • avere supporto da parte dei governi nazionali e delle istituzioni multilaterali, per il riconoscimento delle azioni di riduzione registrate nel rispetto dei criteri di misurabilità, rendicontabilità e verificabilità • promuovere collaborazioni e cooperazione tra le città aderenti

  13. Il mercato volontario dei crediti Parallelamente si è sviluppata una serie di iniziative volontarie per il riconoscimento e lo scambio di crediti in ambiti al momento non regolamentati. La maggior parte dei sistemi attualmente sviluppati sono del tipo baseline-and-credit system, vengono riconosciuti cioè crediti a progetti che presentano requisiti di addizionalità , cioè che comportano una riduzione delle emissioni aggiuntiva rispetto agli abbattimenti che avrebbero avuto luogo in assenza del progetto e/o senza l’incentivo economico connesso alla valorizzazione dei crediti (si tratta di meccanismi concettualmente analoghi a quelli alla base del CDM e della JI). Per citarne alcuni: Gold Standard, Ver+.

  14. Il mercato volontario dei crediti Esiste tuttavia almeno un esempio di sistema volontario cap and trade: il Chicago Climate Exchange (CCX). Nel sistema CCX i partecipanti (sia enti pubblici che utilities e società private) sono soggetti a obiettivi vincolanti di riduzione delle emissioni e possono scambiare le quote di riduzione che producono in eccesso. Al CCX oltre al sistema cap and trade è associato un sistema complementare del tipo “baseline and credit” . In questo caso i crediti non vengono riconosciuti alle riduzioni in eccesso rispetto a obiettivi prestabiliti, ma sulla base di procedure e criteri ben definiti. I progetti devono essere validati e certificati da un ente terzo.

  15. Necessità di standardizzazione dei sistemi volontari Dall’analisi dei sistemi attualmente in uso sia per l’elaborazione degli inventari delle emissioni, che per il riconoscimento dei crediti, emerge chiaramente la necessità di adottare metodologie omogenee, in modo che il riconoscimento dei crediti possa avvenire mediante procedure di validazione e certificazione standardizzate. La definizione di una metodologia omogenea presenta notevole complessità, anche in relazione alla varietà delle realtà locali e alla reperibilità e affidabilità dei dati.

  16. carbonn Cities Climate Registry (cCCR) • È un sistema globale a disposizione degli enti di governo locale che intendono riportare regolarmente e pubblicamente i propri impegni, gli inventari delle emissioni di GHG e le azioni di mitigazione per il clima. • Progettato dagli enti locali per gli enti locali come uno strumento che incoraggi azioni per il clima a livello locale misurabili, quantificabili e verificabili (MVR), è gestito dal Bonn Center for Local Climate Action and Reporting. • Il cCCR: • si basa su azioni volontarie per il clima sperimentate in tutto il mondo; • trae ispirazione dalla visione della “Local Government Climate Roadmap” • si basa sull’International Local Government GHG Emissions Analysis Protocol (IEAP) di ICLEI; • è stato lanciato al World Mayors Summit on Climate di Mexico City del 21 November 2010; • le città incluse nel cCCR verranno classificate secondo un Indice (carbonn Cities Climate Index) basato sugli impegni, le performance e le azioni.

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