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La teoria della relativit

Bibliografia. E. Bellone, Caos e armonia, UTET, Torino 2004.P. A. Giustini, I trent'anni che rivoluzionarono la fisica (1900-1930), Elia, Roma 1975.J. Gribbin, L'avventura della scienza moderna, Longanesi, Milano 2004.A. D. Aczel, L'equazione di Dio, Net, Milano 1999.A. Einstein, Relativit: esp

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La teoria della relativit

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Presentation Transcript


    1. La teoria della relatività

    2. Bibliografia E. Bellone, Caos e armonia, UTET, Torino 2004. P. A. Giustini, I trent’anni che rivoluzionarono la fisica (1900-1930), Elia, Roma 1975. J. Gribbin, L’avventura della scienza moderna, Longanesi, Milano 2004. A. D. Aczel, L’equazione di Dio, Net, Milano 1999. A. Einstein, Relatività: esposizione divulgativa, Boringhieri, Torino 1974. N. I. Lobacevskij, Nuovi principi della geometria, Boringhieri, Torino 1974.

    3. La situazione della fisica nell’800 Meccanica classica Principi di Newton 1° Principio: Ogni punto materiale persevera nel suo stato di quiete o di moto rettilineo uniforme, a meno che non sia costretto a cambiare il proprio stato per azione di un sistema non bilanciato di forze agente su di esso. Ovvero la velocità non è legata alla forza. 2° Principio: Un punto materiale, soggetto ad un sistema non bilanciato di forze, riceve un’accelerazione proporzionale alla forza risultante del sistema e nella sua stessa direzione: F = m a. 3° Principio: Ad ogni azione corrisponde sempre una reazione opposta ed uguale. Ovvero le forze agiscono sempre in coppia: quando un punto materiale A esercita una forza F’ su un altro punto materiale B, questo a sua volta esercita su A una forza F’’ uguale e contraria ad F’: F’ = - F’’. Principio di relatività di Galileo Le leggi fisiche sono le stesse sia che le determiniamo stando fermi sia che le determiniamo stando su un riferimento dotato di moto rettilineo uniforme. Trasformate di Galilei

    4. Alcune conseguenze Inerzia rettilinea: “fine” delle differenze tra movimento e quiete, “fine” del moto circolare come moto privilegiato. Spazio assoluto, tempo assoluto: entità di sfondo prioritarie alla materia, «ciò che resterebbe nell’Universo se Dio annientasse tutta l’intera realtà materiale» (A. Einstein). Definizione del “metodo” sperimentale, concezione meccanicistica del mondo

    5. La luce nell’800 Teoria ondulatoria (Aristotele, Descartes, Hooke, Huygens): la luce è propagazione di uno stato di moto oscillatorio nell’etere, sostanza elastica imponderabile che pervade tutti i corpi. Teoria corpuscolare (Newton, Arago): «I raggi di luce non sono corpi molto piccoli emesse da sostanze luminose?» (Ottica, 29). Infatti la teoria ondulatoria non dava ragione della propagazione rettilinea e della polarizzazione (poichè le onde luminose si pensavano longitudinali). MA Young, Fresnel: studio approfondito dei fenomeni di diffrazione e interferenza. QUINDI Sembra vincere la teoria ondulatoria. Ma se così fosse i raggi luminosi delle stelle passanti vicino al Sole non dovrebbero essere turbati dal Sole. Se invece la luce è corpuscoli allora il Sole poteva defletterli, anche se di meno di un secondo, restando nella teoria di Newton.

    6. L’elettrodinamica di Maxwell Interazione tra cariche in movimento = propagazione di una deformazione di un campo elettromagnetico Invarianza della velocità di propagazione. Fine dell’azione a distanza (interazione simultanea).

    7. L’esperienza di Michelson-Morley

    8. Le trasformate di Lorentz

    9. La costante di Planck 1901: gli studi sul corpo nero portavano Planck a dimostrare che l’energia in funzione della frequenza era composta da un numero determinato di parti finite e determinabili per mezzo della costante h. h = 6,626068 10–34 joule-sec

    10. Albert Einstein (1879-1955): l’ipotesi del quanto di luce Einstein comincia a lavorare sulla contraddizione tra lo studio dei gas e quello delle radiazioni elettromagnetiche: il primo utilizzava modelli di corpi composti da un numero molto alto di particelle, delle quali si conosceva posizione e velocità, numero pur sempre finito; il secondo, invece, usava equazioni (di Maxwell) in cui l’energia era una funzione continua, ovvero adoperava un continuo di valori. Einstein esamina i lavori di Bolzmann e di Planck. La differenza tra la legge di Rayleigh-Jeans e la legge di Planck poteva risolversi solo rivedendo in profondità alcuni presupposti della fisica. Restavano irrisolti anche molti fenomeni di “fluorescenza”. Congettura di Einstein: l’energia della luce è distribuita nello spazio con discontinuità.

    11. Einstein e l’effetto fotoelettrico (1905) Facendo incidere una lastra metallica da radiazioni luminose, la lastra metallica “emetteva” elettroni (effetto notato per la prima volta da H. Hertz e poi da Lenard). Unica condizione richiesta era che la luce incidente avesse frequenza superiore a una frequenza “di soglia”. In ogni caso, la velocità degli elettroni emessi era però indipendente dall’intensità della luce incidente. Marzo 1905: Einstein, Su di un punto di vista euristico, concernente la produzione e la trasformazione della luce : se la luce incidente è strutturata per quanti, un singolo quanto incide un atomo e trasmette la propria energia a un singolo elettrone. Le la frequenza della luce era superiore al valore di soglia (e dunque al singolo quanto era associabile una determinata quantità di energia) allora l’elettrone riusciva a liberarsi dal metallo. 1921: Einstein riceve il Nobel per aver spiegato l’effetto fotoelettrico (così denominato perché combina luce ed elettricità).

    12. La teoria di Einstein sull’effetto fotoelettrico violava l’elettrodinamica trattando la radiazione come un discreto. Applicando il quanto ai risonatori, Einstein ipotizzava che l’energia di un risonatore cambia per salti. “Una buona legge di radiazione richiedeva una congettura incompatibile con l’elettromagnetismo e la costante h nascondeva più cose di quante Planck potesse pensare” (Bellone 2004, p. 324)

    13. Einstein e i moti browniani (1905) Moto browniano: moto molto irregolare, casuale e tirbolento seguito da una particella in un fluido (es. polline disperso in acqua). Restavano irrisolti alcuni esperimenti in cui corpuscoli in una soluzione esercitavano una pressione su una membrana particolare. Questi esperimenti non si spiegavano né con la termodinamica classica né con la teoria cinetica. Einstein, comunicazione del 1905: voleva collegare i moti browniani alla teoria cinetica. In questo moto i moti browniani potevano essere usati per avere informazione sugli atomi.

    14. Le particelle sospese, come il polline, si muovono perché incessantemente colpite, in modo casuale ed imprevedibile, dalle molecole del fluido che lo circondano e che sono in continuo movimento per agitazione termica. Poco dopo la teoria di Einstein fu confermata in laboratorio. Einstein continuò a lavorare sui moti browniani connettendoli con lo studio dei centri di gravità delle molecole. Trovò così che la distanza media percorsa dalla particella aumentava in ragione della radice quadrata del tempo trascorso. In questo modo si cominciava a capire meglio come avveniva lo scambio di energia (emissione ed assorbimento) tra una radiazione e un gas: questo avveniva ancora secondo “pacchetti” di energia. Einstein sperava di trovare metodi rigorosi per determinare le dimensioni molecolari e per fondare razionalmente una teoria della radiazione. Si profilavano due fisiche: una fisica del continuo e una fisica del discreto. Entrambe andavano approfondite per comprendere il reale.

    15. verso la Relatività ristretta Einstein stava studiando l’induzione elettromagnetica (processo per cui in un circuito conduttore in moto rispetto a un magnete insorge una corrente elettrica): l’idea di etere non era corroborata. Stretto legame tra meccanica ed elettromagnetismo: nell’elettromagnetismo non devono esserci sistemi privilegiati (trasformate di Lorentz) Studi sulla fluttuazione di energia nel vuoto: l’etere diviene superfluo.

    16. Postulati della Relatività ristretta di Einstein (Zur Elektrodynamic bewegter Körper, 1905): Principio di relatività con le nuove trasformate: in sistemi inerziali devono valere sia le leggi della meccanica che le leggi dell’elettrodinamica. Costanza della velocità della luce 1905, annus mirabilis Sull'Elettrodinamica del Corpi in Movimento

    17. Un tempo nuovo Cosa significa un tempo di questo tipo? E cosa significa “il treno parte alle 6.50”? Significa che il modo di misurare il tempo di me che sto partendo e di chi mi sta aspettando alla stazione di arrivo è lo stesso. Ovvero, c’è simultaneità. Se però il tempo cambia quando v è prossima a c, allora l’orologio di chi sta nel sistema in movimento deve rallentare (in conformità con le equazioni di Lorentz)

    18. La dilatazione del tempo, la contrazione delle lunghezze 1. Nuova definizione del “tempo” in base ad una nuova definizione di “simultaneità” (relatività della simultaneità): due eventi che sono simultanei in un sistema in quiete possono non esserlo in un sistema in moto: esistono solo tempi relativi ai diversi sistemi inerziali considerati. Se la velocità di un sistema tende a c i tempi si dilatano e, al limite, l’orologio si ferma. Paradosso dei gemelli. 2. Analoghe considerazioni vanno svolte sulle lunghezze. Non più spazio e tempo, ma spazio-tempo.

    19. Lo spazio quadridimensionale di Minkowski (1908) per la relatività ristretta Spazio euclideo: continuo tridimensionale (coordinate x, y, z) Universo di Minkowski: continuo quadridimensionale, dove t non è un continuo indipendente dal continuo spaziale x, y, z. Ad es., una variazione in x e y produce una variazione in t. Non solo: Minskowski elabora questo continuo quadridimensionale in stretta continuità con quello euclideo. La correzione puramente formale delle tre coordinate in queste seguenti:

    20. Il metodo di Gauss

    22. E=mc2

    23. In sintesi, la R.R. si costituiva di: I due postulati (principio di relatività per sistemi inerziali usando le trasformate di Lorentz e costante di c) Ristrutturazione dei concetti di: lunghezza (spazio), massa, energia, tempo (simultaneità).

    24. Verso l’estensione della relatività Un problema rimasto aperto: come rendere invariante rispetto alle trasformate di Lorentz la legge di gravitazione newtoniana? 1907: principio di equivalenza tra gravitazione e accellerazione. Non era possibile ricondurre un problema gravitazionale alle trasformate di Lorentz (riferite a sistemi inerziali).

    25. L’ascensore di Einstein

    26. Principio di Mach “le masse laggiù determinano l'inerzia qua” L'inerzia, cioè la proprietà di un corpo di continuare a muoversi di moto uniforme finché non viene disturbato da una forza, non può essere una proprietà intrinseca al corpo, ma deve essere determinata dalla sua interazione con le altre masse dell'Universo; tolte via queste masse, anche l'inerzia sparirebbe perché non si vede rispetto a cosa il corpo potrebbe accelerare o rallentare il suo moto.

    27. Mi sto occupando esclusivamente del problema della gravitazione e ora credo che riuscirò a superare tutte le difficoltà grazie all’aiuto di un mio amico matematico… in tutta la mia vita non ho mai lavorato tanto duramente, e l’animo mi si è riempito di un grande rispettoper la matematica, la parte più sottile della quale avevo finora considerato, nella mia dabbenaggine, un puro lusso. In confronto a questo problema, l’originaria teoria della relatività è un gioco da bambini. (Einstein a Sommerfeld, 1912)

    28. Ma quale geometria per lo spazio-tempo? Un corpo sottoposto alla sola gravità si muove nello spazio-tempo, deformato dal campo gravitazionale, lungo una traiettoria che costituisce il percorso più breve tra due punti. Una massa produce una curvatura nello spazio-tempo. Tali curvature sono le geodetiche e lungo queste si muovono le masse più piccole. Se in un certo punto la curvatura è nulla la traiettoria sarà rettilinea.

    29. Le geometrie non-euclidee Il V postulato di Euclide: Se una retta che taglia due rette determina dallo stesso lato angoli interni minori di due angoli retti, prolungando le due rette, esse si incontreranno dalla parte dove i due angoli sono minori di due retti. Posidonio, Tolomeo, Proclo, Nasir ad-Din, Saccheri: tentativi falliti di dimostrazione. Postulato iperbolico (geometria iperbolica di Lobachevsky): Data una retta L e un punto A non su L, almeno due rette distinte esistono che passano per A e sono parallele (= non intersecano L, anche se non hanno distanza costante da L) a L.

    30. La geometria di Riemann dato un punto e una retta non passante per esso, non esiste alcuna retta per il punto dato e parallela alla retta data La somma degli angoli interni di un triangolo è maggiore di 180° Le rette sono i cerchi massimi sulla sfera.

    31. L’apporto di Grossman e le matematiche superiori Il continuo spazio-temporale della R.G. non è euclideo. Nella R.G. non è possibile far uso di “corpi rigidi” (non deformati dal campo gravitazionale), che stanno invece alla base dei sistemi di riferimento usati nella R.R. Al posto di questi sistemi di riferimento (e dunque di questi “corpi rigidi”) è necessario usare coordinate gaussiane.

    32. Relatività generale Lo spazio-tempo come pseudo-spazio di Riemann a 4 dimensioni, che tiene insieme curvatura dello spazio, materia ed energia Previsioni di importanti risultati sperimentali: Deviazione dell’orbita di Mercurio Deviazione della luce (eclissi solare del 1919) Spostamento verso il rosso delle linee spettrali delle stelle in un campo gravitazionale.

    33. Relatività… e non relativismo Relatività = ricerca di relativizzare le particolari condizioni di osservazioni del singolo osservatore per enucleare l’assoluto della legge di natura, del comportamento oggettivo della realtà fisica secondo le esigenze di una ricerca di obiettività. Relativismo = assolutizza l’osservatore per relativizzare il reale (P. Campogalliani)

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