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Cooperare per competere: come rispondere ai cambiamenti delle dimensioni dei fenomeni innovativi

Cooperare per competere: come rispondere ai cambiamenti delle dimensioni dei fenomeni innovativi. Alberto Silvani UniMITT – Università degli Studi di Milano (alberto.silvani@unimi.it). Un intervento eterodosso….

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Cooperare per competere: come rispondere ai cambiamenti delle dimensioni dei fenomeni innovativi

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Presentation Transcript


  1. Cooperare per competere:come rispondere ai cambiamentidelle dimensioni dei fenomeni innovativi Alberto Silvani UniMITT – Università degli Studi di Milano (alberto.silvani@unimi.it) A.Silvani -UniMITT- 15.07.05

  2. Un intervento eterodosso… Obiettivo: Sviluppare la riflessione sulla rilevanza della cooperazione affiancata alla competizione in materia di fenomeni innovativi alla scala territoriale con una particolare attenzione: • Al nuovo ruolo dell’università • Alle diverse scale della programmazione • Al tema del trasferimento tecnologico • Alle iniziative da intraprendere A.Silvani -UniMITT- 15.07.05

  3. L’innovazione: le dimensioni cambiano • Una nuova dimensione istituzionale dei fenomeni innovativi • Tempo e spazio: meno linearità e gerarchia • I soggetti dell’innovazione: nuovi attori e ruoli • Valori e regole in trasformazione A.Silvani -UniMITT- 15.07.05

  4. La dimensione istituzionale locale La dimensione istituzionale: • Sovrapposizioni sulla stessa area di diverse tipologie e titolarità di interventi > chiarezza di ruoli, complementarietà di azioni e strumenti • Scala non ottimale e dimensione spaziale e tematica limitata > difficoltà nel bilanciare domanda ed offerta locale, necessità di forti relazioni con altri contesti A.Silvani -UniMITT- 15.07.05

  5. Un aspetto nuovo del fenomeno La dimensione locale non corrisponde necessariamente ad un mercato locale ma anche…. si interrompe la gerarchia spaziale basata sulla stratificazione dei livelli: il locale non è più il terminale finale della catena o l’iniziatore dei processi A.Silvani -UniMITT- 15.07.05

  6. Alcune conseguenze per gli attori… • Dover giustificare la natura e le caratteristiche del loro intervento • Operare in realtà più concorrenziali • Sviluppare competenze distintive e, allo stesso tempo, propensioni complementari e cooperative • Saper assegnare un nuovo significato al concetto di esteriorità A.Silvani -UniMITT- 15.07.05

  7. Un dilemma per le istituzioni…. Due scenari a confronto: • L’innovazione e la ricerca utilizzati come fattori competitivi di vantaggio per il territorio entro il quale si svolgono • La ricerca e l’innovazione come rilevanti strumenti per promuovere e sostenere lo sviluppo sociale ed economico del territorio A.Silvani -UniMITT- 15.07.05

  8. Un nuovo ruolo del trasferimento delle tecnologie • Crescente ruolo della conoscenza come fattore diretto della produzione e dello sviluppo; • L’università come attore economico in quanto soggetto culturale; • Rinnovato rapporto domanda/offerta basato su: nuove fonti, spinta ad accelerare i tempi e ridurre i passaggi, nuova attenzione a chi utilizza A.Silvani -UniMITT- 15.07.05

  9. L’università come soggetto economico Quattro funzioni: • Produzione di conoscenza (Knowledge factory); • Formazione e adattamento delle risorse umane (Human capital factory); • Interazione con le imprese (Technology transfer factory); • Innovazione territoriale (Territorial Development factory). A.Silvani -UniMITT- 15.07.05

  10. Quattro canali di valorizzazione • Divulgazione dei risultati senza tutela preventiva del valore economico (ricerca come bene pubblico)> pubblicazioni; • Tutela del potenziale valore economico (ricerca come bene appropriabile)> brevetti; • Mobilità temporanea del personale scientifico (ricerca come veicolo di trasferimento di conoscenze)> capitale umano; • Generazione di nuove imprese derivanti da processi di spin-off di ricerca (ricerca come forza motrice dell’economia)> imprese (NSBF). A.Silvani -UniMITT- 15.07.05

  11. Un’università imprenditoriale (1/4) Quattro caratteristiche: • Intensificato impegno in ricerca scientifica (inclusa quella a rischio e a lungo termine); • Capacità di innovazioni nella didattica, favorendo lo scambio di esperienze con le imprese; • Ruolo pro-attivo nello sviluppo economico alle diverse dimensioni territoriali sulla base di opportunità, vocazioni e scelte strategiche; • Adozione di soluzioni innovative nella valorizzazione, facendo coesistere diffusione delle conoscenze e ritorni economici. A.Silvani -UniMITT- 15.07.05

  12. Un’università imprenditoriale (2/4) Alcuni esempi di azioni: • Ricerca delle opportunità tecnologiche all’interno dell’organizzazione con valutazione e protezione della proprietà intellettuale; • Selezione e sostegno dei progetti di spin-off anche attraverso l’incubazione e lo sviluppo di business-plan; • Relazioni formalizzate ed informali con realtà esterne (imprese, enti, istituzioni) e sostegno alle collaborazioni anche nei confronti della ricerca di fonti di finanziamento; • Offerta di servizi qualificati e a valore aggiunto. A.Silvani -UniMITT- 15.07.05

  13. Un’università imprenditoriale (3/4) La dimensione territoriale: • Gateway internazionale per aprire e raccordare il sistema locale con le realtà esterne, valorizzando le competenze e le capacità esistenti (dimensione trans-locale); • Facilitatore di relazioni e di azioni tra i soggetti del sistema locale sopperendo ai ‘fallimenti del mercato’ (dimensione locale). A.Silvani -UniMITT- 15.07.05

  14. Un’università imprenditoriale (4/4) Nuove interazioni tra invenzioni e innovazioni: • Stabilire rapporti cooperativi attraverso una visione coordinata che renda flessibile la codificazione dei prodotti della ricerca; • Accrescere la capacità d’apprendimento delle imprese sviluppandone funzioni e percorsi di ricerca; • Ridurre la distribuzione asimmetrica delle conoscenze per mezzo di rapporti di lungo periodo; • Aumentare l’autonoma capacità propositiva delle imprese (in particolare le più dinamiche ed avanzate) attraverso sviluppi applicativi verso conoscenze e tecnologie abilitanti. A.Silvani -UniMITT- 15.07.05

  15. Gli strumenti di programma La cooperazione e la competizione in materia di ricerca e l’innovazione ai diversi livelli: • Alla scala europea • Nella dimensione nazionale • In alcuni esempi regionali A.Silvani -UniMITT- 15.07.05

  16. Il modello europeo…. • Il 7° PQ Comunitario per la ricerca (esempio di multi-governance adeguatasi nel tempo) con una nuova attenzione alla dimensione regionale • Il nuovo PQ Competitività ed Innovazione (da un approccio bottom-up verso una sua futura strutturazione) con un forte ruolo delle realtà locali A.Silvani -UniMITT- 15.07.05

  17. E un terzo asse per completare il disegno europeo • La proposta di nuova programmazione degli interventi di sussidiarietà e coesione • L’obiettivo competitività regionale e occupazione che specifica e rafforza il ruolo delle regioni in materia di una strategia per la ricerca e l’innovazione • L’attenzione ai temi ‘regionali’ nei nuovi PQ • Le ‘Regioni della conoscenza’ e le iniziative territoriali in materia di innovazione A.Silvani -UniMITT- 15.07.05

  18. Il modello nazionale • Un documento di indirizzo (linee guida) • Un documento attuativo (il programma) Problemi: • Difficoltà di integrazione tra le diverse policy • Difficoltà a vincolare il comportamento ‘spontaneo’ degli attori • Difficoltà nell’individuare risorse aggiuntive specifiche A.Silvani -UniMITT- 15.07.05

  19. Alcune esperienze regionali • Il Programma di settore dell’Emilia Romagna e la sua integrazione nel Programma regionale di sviluppo • L’esperienza campana ed il supporto dei Fondi strutturali • Elementi comuni: • Importanza di una legge regionale per disciplinare la materia • Forte attenzione alla specificità dei contesti • Flessibilità nell’approccio rispetto al rapporto domanda/offerta • Originalità nel proporre una propria strategia • Forte attenzione al rapporto ricerca-innovazione A.Silvani -UniMITT- 15.07.05

  20. Spunti per il dibattito • Come coniugare le diverse aspettative, in particolare tra domanda ed offerta • Come giustificare l’intervento addizionale a scala territoriale, distinguendone i beneficiari • Come confrontare diverse possibili opzioni, bilanciandone i pesi specifici e le coerenze • Come motivare la grande impresa ad un ruolo locale • Come bilanciare le esigenze delle PMI in aree con forte asimmetria di conoscenze • Come affiancare i decisori istituzionali nei nuovi compiti • Come adattare le organizzazioni alle nuove sfide A.Silvani -UniMITT- 15.07.05

  21. Un’ipotesi di percorso • Analizzare le esperienze pregresse traendone le necessarie indicazioni in termini di bisogni e di valutazioni degli interventi, ostacoli affrontati e superati, e cambiamenti da introdurre • Riflettere sulle modalità di trasferimento tecnologico generato da cooperazioni trans e multiregionali operanti per cluster e network, promuovendone la partecipazione a future iniziative • Trarre indicazioni dai casi di successo trasformatisi in reti stabili nel tempo, dando continuità a gruppi di riflessione, ma anche considerando gli insuccessi • Integrare la base di conoscenze anche con il ricorso a studi ed iniziative specifiche A.Silvani -UniMITT- 15.07.05

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