1 / 16

La forma viva dell’annunzio II. L’esperienza della persecuzione

La forma viva dell’annunzio II. L’esperienza della persecuzione. La “necessità” della tribolazione La tribolazione-persecuzione nella trama degli Atti La rilettura teologica della persecuzione Lavori di gruppo. La forma viva dell’annunzio II. L’esperienza della persecuzione.

Download Presentation

La forma viva dell’annunzio II. L’esperienza della persecuzione

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. La forma viva dell’annunzio II.L’esperienza della persecuzione • La “necessità” della tribolazione • La tribolazione-persecuzione nella trama degli Atti • La rilettura teologica della persecuzione • Lavori di gruppo

  2. La forma viva dell’annunzio II.L’esperienza della persecuzione La necessità della tribolazione: un fatto ineluttabile o una necessità salvifica? “Dopo avere evangelizzato quella città e aver fatto un numero considerevole di discepoli, ritornarono a Listra e Iconio e Antiochia, fortificando le anime dei discepoli, esortandoli a perseverare nella fede perché (dicevano): <è necessario che attraverso molte tribolazioni noi entriamo nel regno di Dio>” (14,22) “Và, perché costui è per me un vaso di elezione per portare il mio nome davanti alle nazioni, ai re e ai figli di Israele. Io gli mostrerò infatti quanto è necessario che egli patisca per il mio Nome” (9,15s) a) Il dato: dei (è necessario che…): un indizio evidente. Cf. Lc 9,22; 17,24s; 22,37 (in rapporto alla Scrittura); 24,6-8; 24,26; 24,44-48 (in rapporto alla Scrittura); At 17,2s (in rapporto alla Scrittura); 23,11 (è necessario testimoniare fino a Roma. Cf. anche 27,24)

  3. La forma viva dell’annunzio II.L’esperienza della persecuzione b) Il significato: l’esperienza della persecuzione (diogmos) e della tribolazione (thlipsis usata come sinonimo in 11,19 e 20,23) appartiene alla vita della chiesa al suo nascere così come la passione del Cristo è parte integrante del suo mistero. Nel libro degli Atti, da semplice esperienza di vita diventa oggetto di riflessione attenta e luogo teologico: il mistero pasquale di Cristo si vede ora e diventa nuovamente oggetto dell’annunzio nella pasqua di sofferenza e di vittoria nella testimonianza sperimentata dalla comunità. c) Implicazioni: solo la tribolazione determinata dalla persecuzione è inclusa in questa necessità teologica? Forse lo sono anche tutte le fatiche per l’annunzio vivo e incarnato del Vangelo: “voi stessi conoscete che alle necessità mie e di quelli che erano con me hanno provveduto queste mani. In ogni cosa vi ho mostrato che così è necessario soccorrere i deboli, ricordando le parole del Signore Gesù che disse: vi è più gioia nel dare che nel ricevere” (20,35). Una nuova “parola” conduce al cuore della “necessità” evangelica: qualunque forma l’annunzio prenda, per essere conforme alla Parola richiede fatica e fortezza

  4. La forma viva dell’annunzio II.L’esperienza della persecuzione La persecuzione nella trama degli Atti • 1,1-26: il Cristo di cui essere testimoni e che parla ai suoi del regno di Dio è “vivo dopo la passione” (1,3). Lo Spirito che abilita i testimoni scende su loro come dynamis (1,8. Cf. anche 4,33; 6,8) • 2,1-8,4: la persecuzione inizia subito dopo il primo miracolo raccontato per esteso e non lascia più l’intera sezione, culminando con la lapidazione di Stefano (cf. schema Betori) C) 8,1b-12,25: La persecuzione è la causa stessa della nuova missione! Abbraccia insieme Stefano, Paolo, i credenti dispersi, Giacomo di Zebedeo e lo stesso Pietro. Cioè, tutta la chiesa. La persecuzione è causa indiretta di missione (c’è uno spazio che intercorre tra 8,1-4 e 11,19-26) e, inoltre, rende ancora più fecondo l’annunzio (cf. ritornello in 12,24). Il senso profondo di questa strana fecondità o effetto boomerang della persecuzione lo capisce al meglio il persecutore-perseguitato: Paolo (9,1-6.13-16 (prolessi).22ss.28ss)!

  5. La forma viva dell’annunzio II.L’esperienza della persecuzione D) 13,1-15,5: la persecuzione diventa pane quotidiano dell’apostolo e il primo viaggio diventa modello paradigmatico degli altri; è portata avanti dai Giudei, ma finisce per coinvolgere anche i pagani (14,2.5). Ecco il carattere programmatico, teologico ed ecclesiologico, di 14,22 E) 15,1-35: la sofferenza tocca il cuore della chiesa; è la prova del discernimento riguardo all’evento che acuisce al massimo la persecuzione dei discepoli: l’annunzio ai pagani D1)15,30-18,22: ritorna la persecuzione: ad opera dei pagani per motivi economici a Filippi (opposizione alla storia di liberazione!) / ad opera dei giudei a causa dell’annunzio cristologico (cf. 17,2s // 18,4ss); il rifiuto dei Giudei diventa nuova via di apertura ai pagani (cf. 18,7s) Il Risorto accompagna Paolo: 18,9s (cf. Ger 1,7-8.17-19; 15,20).

  6. La forma viva dell’annunzio II.L’esperienza della persecuzione C1)18,23-21,14: continua l’insistenza sul fatto che il rifiuto dei Giudei diventa nuova via di apertura ai pagani (cf. 19,8-10); continua la persecuzione ad opera dei pagani per motivi sempre economici (19,23ss Efeso), e ad opera dei Giudei (20,3). Comincia inoltre in 19,21-21,15 (dopo il ritornello 19,20) la sezione di transizione decisiva con varie prolessi sulla passio Pauli. B1) 21,15-28,16 Da Gerusalemme a Roma: Paolo, sotto processo, testimone in catene. Vengono qui esplicitati i motivi più profondi della persecuzione giudaica, sia dal punto di vista dei personaggi giudei che parlano (21,19-26; 21,2; 23,6-10; 24,1-9), sia dal punto di vista di Paolo che si difende (22,1-21; 23,1-10; 24,10-21; 26,1-29), sia dal punto di vista dei procuratori romani che sono politicamente e giuridicamente implicati nel suo arresto e processo (21,29-39; 22,22-30; 23,10.12-35; 24,22-25,27; 26,24-32) A1) 28,17-31 La testimonianza apostolica giunge a Roma (epilogo aperto): “sappiamo di questa setta che trova ovunque opposizione!” (28,22)

  7. La forma viva dell’annunzio II.L’esperienza della persecuzione SCHEMA BETORI: I racconti, articolati come sono tra loro, mantengono uno schema pur se con delle varianti: • a) situazione iniziale: descrive l'attività di annuncio degli apostoli o di Stefano sullo sfondo o nel quadro della vita ad intra della comunità primitiva nella sua quotidianità e normalità (prodigiosa) • b) ostacolo: apertura di un processo o di un perseguimento giuridico che sfocia in una accusa • c) contrasto: dibattito processuale tra accusa e difesa che ripropone l'esperienza della passione del Cristo "proto-persecuzione" e "proto-processo" della storia della salvezza • d) soluzione o attuazione: sentenza il cui risultato definitivo, però, non viene annunciato. La comunità non viene stroncata ma resta sempre più libera e vittoriosa. • e) crescita della e nella vita della comunità cristiana (qualificazione dell'annunzio evangelico). La vita ad intra della chiesa e quella ad extra sono strettamente connesse. Si può anche dire che, così come accade nei capp. 2-8, anche nei capp. 8-28 è la vita della chiesa che annunzia in parole e opere, nella persona dei suoi apostoli, che provoca la persecuzione.

  8. La forma viva dell’annunzio II.L’esperienza della persecuzione Spunti teologici Il modo in cui Lc fa della esperienza della persecuzione un oggetto riflesso e costante della sua costruzione narrativa sulle storia fondativa del cristianesimo, suggerisce alcune deduzioni • La persecuzione è rifiuto dell'incarnazione: • essa "nasce da una visione dei rapporti tra umano e divino che esclude il reciproco coinvolgimento e pone invece le due realtà in questione come grandezze assolute e concorrenziali che si oppongono a vicenda“ (Betori). Si rifiuta (si perseguita e si uccide) l’uomo in nome di Dio o si trascura il possibile appello storico di Dio per custodire il proprio ruolo-posto umano, difendendo una verità assoluta e non partecipabile, non relazionale (cf. antitesi: obbedire a Dio o all’uomo in 4,19 e 5,29; oppure “opera/progetto” dagli uomini o da Dio in 5,38s)

  9. La forma viva dell’annunzio II.L’esperienza della persecuzione • “La persecuzione non comporta soltanto il rifiuto del messaggio cristiano inteso in senso generico…ma anche e soprattutto il rigetto della sua attuazione tra la gente, in quanto sta incarnandosi in un gruppo di persone e fa presa sul popolo….Si oppone così non ad una idea, ma a una realtà…Una volta messo in pratica e attuato nella concretezza di molteplici persone disponibili al suo servizio, (l’annunzio evangelico) si manifesta nella sua potenza vitale e travolgente, davanti alla quale tutto il patrimonio collettivo e personale, che sembrava così stabile e sicuro, sembra prossimo a crollare e a sfacciarsi…Si presenta come qualcosa che tocca la realtà e la cambia, anzi penetra nell’intimo delle coscienze e desta una fede per un assoluto che non ha uguali rispetto agli altri valori dell’esistenza” (L.-S.) • La persecuzione, per converso, scagliandosi contro l’incarnazione del Vangelo tra il popolo, “fa vedere come la buona notizia, portata dagli apostoli, assuma il suo pieno significato quando viene vissuta e accolta dagli uomini” (L.-S.).

  10. La forma viva dell’annunzio II.L’esperienza della persecuzione b) è frutto del potere : come esercizio dell'autorità attraverso la forza coercitiva e l'uso della violenza che toglie la libertà; come volontà di conservare una supremazia con tutti i mezzi possibili; come volontà di conservare un possesso e un primato privato (l’elezione) c) è vissuta come processo e come passione, così come accade con Gesù sulla cui passione è modellato il racconto della passione degli apostoli. C'è una continuità tra passione di Gesù e persecuzione della chiesa, precisabile non nei termini della imitazione ma della sequela (G. Betori).

  11. La forma viva dell’annunzio II.L’esperienza della persecuzione d) È assunta come strumento provvidenziale nelle mani della Provvidenza: • “nella prospettiva lucana la persecuzione è in qualche modo conglobata all’interno di un cammino o di un progresso della vita comunitaria. Ancora, più marcatamente, essa diviene un momento di sviluppo e di rafforzamento della chiesa. Pur possedendo una potenza devastatrice non è posta fuori dalle mani di Dio che conduce la storia. Anzi manifesta con maggiore evidenza l’intervento divino, ponendosi come stimolo di crescita della comunità e occasione di testimonianza. Attraverso il soccorso di Dio, anche indiretto con la citazione di un testo veterotestamentario, Luca fa vedere la relazione tra la sofferenza per il Nome di Gesù e l’attuazione del piano divino in una sorta di concatenazione degli eventi in vista dell’espansione dei credenti…L’incredulità e le contrarietà disposte sul sentiero dell’evangelizzazione, fungono da validi strumenti per autenticare la verità e la fondatezza del messaggio. Non solo, ma assumono il ruolo provvidenziale di filtro o di discernimento per saper distinguere ciò che si conforma all’evangelo e ciò che gli è difforme. La persecuzione si trasforma sotto le mani sapienti di Dio da meccanismo di rovina a dispositivo di purificazione e di consolidamento per tutti coloro che fanno parte della comnità cristiana: apostoli e discepoli” (L.-S.)

  12. La forma viva dell’annunzio II.L’esperienza della persecuzione • Svolge “un ruolo decisivo poiché sospinge i predicatori ad inoltrarsi verso nuove mete, a diffondere l’evangelo in nuove località, ad essere pronti per nuove azioni apostoliche, senza pericolo di soste prolungate e distensive, ma in continuo dinamismo dietro a esperienze a volte impreviste e sempre dure” (Lavatori - Sole)

  13. La forma viva dell’annunzio II.L’esperienza della persecuzione E) Ha una motivazione essenzialmente cristologica “la missione per la quale Saulo è chiamato e della quale diventerà servo è riassunta nell’espressione <portare il Nome> (9,15); la persecuzione è sintetizzata nella frase <soffrire per il Nome> (9,16). Lo stesso soggetto, la medesima realtà, l’unico mistero, quello di Cristo racchiuso nel suo Nome, costituisce contemporaneamente il contenuto dell’annunzio e la motivazione dell’ostilità nei suoi confronti. Le due strade contrapposte, la missionarietà e la persecuzione, trovano la loro ragion d’essere e d’operare precisamente in quel Nome il quale, nel momento in cui materialmente le unisce, a livello spirituale le distanzia. Anche questo fa parte della paradossalità della parola di Gesù, posta a base della edificazione o della distruzione” (L.-S.)

  14. La forma viva dell’annunzio II.L’esperienza della persecuzione F) Dice il mistero pasquale, cioè dice che la storia originaria (dunque, l’identità profonda) della chiesa è la storia dell’esodo del mondo, della pasqua del mondo, della liberazione del mondo per mezzo del Vangelo. Storia delle origini, “racconto di inizio”, gli Atti dicono la funzione propria e profonda della comunità apostolica nel mondo: assecondare la corsa della Parola nella sua forza liberatrice fino al raggiungimento dell’eredità promessa (Cf. 26,17s). La comunità apostolica, come gli apostoli, come Gesù, vive (tra Israele e le nazioni) la vocazione, funzione e missione del Servo di Jhwh (cf. Lc 4,16s; in At la cristologia del “servo” presente in 3,13.26 8,32; l’ecclesiologia corrispondente applicata a Paolo in 9,15 e 13,45-49)

  15. La forma viva dell’annunzio II.L’esperienza della persecuzione G) La persecuzione (e ogni tribolazione) è sopportabile perché Dio è presente a fianco dei suoi, pur se in una lotta umanamente impari: “Il perseguitato in realtà non si trova solo, poiché è sostenuto dalla partecipazione della comunità che prega per lui, è sorretto da una fede convinta, da motivazioni profonde, soprattutto dalla presenza continua di Dio e dei suoi angeli, di Cristo e dello Spirito Santo. Se da un punto di vista umano appare indifeso e fragile, egli acquista vigore ed energia attingendo ad una fonte soprannaturale e divina, di fronte alla quale anche le più poderose potenze terrene restano schiacciate e inefficaci. Un vero paradosso che Luca ci pone dinanzi all’origine del cristianesimo” (Lavatori – Sole)

  16. La forma viva dell’annunzio II.L’esperienza della persecuzione Lavoro di gruppo Testo: At 21,15-26,32 • Esaminare i tre punti di vista giudaico romano e paolino nel processo di Paolo. • Vedere se e come vi si manifesta il punto di vista del narratore

More Related