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Un altro francescanesimo III

Un altro francescanesimo III. Memoria custodita e memoria narrata. La provincia St. Francis negli USA. Storia della storiografia: le origini. Le origini.

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Un altro francescanesimo III

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Presentation Transcript


  1. Un altro francescanesimo III

  2. Memoria custodita e memoria narrata

  3. La provincia St. Francis negli USA Storia della storiografia: le origini

  4. Le origini • L’analisi si basa concretamente sull’esame della storiografia prodotta dalle religiose intorno alla loro missione, che esponiamo qui in ordine cronologico: • 1. Gregorio Fioravanti, ofm, Memorie storichesull’origine, natura e sviluppo dell’Istituto delle Suore Terziarie Francescane per le Missioni apostoliche, Udine 1885; • 2. Cronacadelle prime missionarie d’America (1880); • 3. IChronicle (o Annals) of the Franciscan Missionary Sisters of the Sacred Heart in United States of American (1865-1900); • 4. TheBeginning o Chronicle II (1865 – 1913);

  5. Lo sviluppo • 5. Maol-Josa, Franciscan Missionary Sisters of the Sacred Heart (1865-1926), Peekskill-NY 1927; • 6. Patrich Hayes, prefazione a Franciscan Missionary Sisters of the Sacred Heart, NY 1927; • 7. FMSC, Nel LXXV d’apertura canonica dell’Istituto delle Suore Francescane Missionarie del Sacro Cuore. Gemona del Friuli, Vedelago-TV 1936; • 8. M. Green, Memoirsof Sr. Angeline (1873-1938); • 9.Mar-Lys, Un’anima e un’opera, Vedelago-TV 1941; • 10. J. T. Gorman, Franciscan Missionary Sisters of Sacred Heart and Catholic Education in the United States, New York 1946;

  6. La recessione • 11. Raphael Conlon, Fraciscan Sisters of Peekskill, 1960: The Catholich News Archiodiocese of New York; • 12. Il centenario della provincia di S. Francesco negli Stati Uniti, in Pace e Bene, periodico dell’istituto (1966); • 13. Rassegna intorno alla provincia St. Francis, 1865-1980; • 14. Documentations of Issues 1865-1981; • 15. Our History, 1989.

  7. La selezione della memoria • Un primo livello di analisi storiografica riteniamo potersi indicare nello studio dei criteri scelti per la selezione di determinati costituenti della memoria. • Quando, da chi e per quali motivi sono stati selezionati specifici elementi della memoria?

  8. Nell’ottica europea • Il primo tentativo di stilare delle memorie fu quello espresso dal fondatore delle FMSC, p. Gregorio Fioravanti, ofm • Nell’introduzione, egli afferma che non si tratta di una ‘storia’, ma appunto di una raccolta di ‘memorie’: relazione dei fati correlata da documentazione • Il fondatore-codificatore rileva soprattutto gli aspetti giuridico istituzionali della prima fondazione dell’istituto: beneplacito della fondatrice, indipendenza, noviziato, apertura di nuove case, economia…

  9. “Nel nome di Nostro Signore comincio a scrivere l’origine dell’Istituto delle Suore terziarie Francescane per le Missioni apostoliche allo scopo, non già di dare una vera storia nello stretto senso della parola, ma semplici Memorie per servire di istoria a chi sarà destinato ad estenderla […]. […] e niuno può somministrare meglio di me (non attribuite a superbia) che sin dai primordi dovetti occuparmi e del progetto che se ne formò, e della sua realizzazione, e che fui testimone di tutte le vicende prospere ed avverse che ne seguirono. Inoltre io sono in possesso di carte importanti che riguardano la fondazione. Vero è che queste carte e questi documenti potrebbero egualmente servire ad altro scrittore di tali memorie, ma è vero ancora che chi fu testimonio di tutto può dire molte cose, che ignora chiunque nulla sperimentò e nulla vide”

  10. Scopo della missione: silenzi • Servizio pastorale-educativo, a favore di una parrocchia tedesca? (lettera di p. Panfilo) • Ignorata la complessità di dinamiche etniche, e in particolare: • che la prima postulante, presentatasi alla casa S. Antonio di New York, fosse di origini irlandesi! • che venisse impiegata immediatamente nella scuola parrocchiale, in un’opera che si avviava perciò verso il bilinguismo e quindi alla prevalenza dell’inglese • Servizio missionario all’immigrazione o radicamento nel territorio?

  11. Etnicità/indipendenza/noviziato “Le cose colà procedono abbastanza bene; ma dopo qualche tempo cominciarono a nascere dubbi sulla dipendenza da Gemona, attesa la grande distanza da qui all’America. Al Padri Riformati di Buffalo sembrava che si dovesse stare alla Bolla di Leone X Inter coetera secondo la quale le Suore avrebbero dovuto dipendere dalla provincia di là, ecc ecc. Io risposi che l’Istituto fin dalla sua fondazione doveva essere retto dalla sua Superiora maggiore con dipendenza del Ministro Generale dell’Ordine…”.

  12. Americanizzazione? L’aumento numerico richiedeva, infatti, la creazione di un noviziato, e quindi l’accrescimento dello stato patrimoniale, fattori che presentavano, a loro volta, degli aspetti favorevoli dell’esigenza di autonomia. Il p. Gregorio era disposto a concedere l’apertura della casa di noviziato, e quindi l’acquisto di una sede adatta, ma voleva delle garanzie di unità

  13. Altri dati e altre assenze • 1968, un secondo gruppo di suore • acquisto della nuova casa di Peekskill, • la somma versata a tale riguardo, • la scuola che le suore dovettero aprire per le ‘fanciulle di quel villaggio’ • poca attenzione per le problematiche dovute alla difficoltà di adattamento delle suore in terra straniera

  14. “A New York giunsero, come ho detto sopra, in luogo del 28 nov., il 5 dicembre, e furono tosto allogate nella Casa, che era stata per loro preparata, ma ch’era mancante di alcuni oggetti, che si dovettero procurare un po’ alla volta; credo però non difettasse dei più necessari” Prospettiva giuridico istituzionale di stampo europeo

  15. Una immigrata italiana • Maria – Pellegrina Santelamazza era nata a Roma il 20.10.1829 da Pietro e Vittoria Pascucci. Conosciuta la nuova istituzione nel 1862, durante il soggiorno a Roma dei fondatori delle suore FMSC, chiese subito di farne parte e con il nome di sr. M. Pellegrina divenne terziaria francescana, come corista, nell’ottobre 1865, proprio nell’immediata partenza per la missione d’America, cui ella venne destinata. Dopo una quindicina d’anni vissuti in missione, ritornò a Gemona, presso la Casa madre, dove ricoperse ancora, per molti anni, vari uffici di responsabilità e di fiducia. Morì a Gemona il 6.2.1911 • La sola italiana del gruppo (svizzera e tirolese)

  16. Ignorato oltre oceano • Viene richiesta di fissare i suoi ricordi al suo rientro in Italia (1880) • Lo scritto, che conobbe solo molti anni più tardi una traduzione in inglese, non risulterebbe noto alle autrici delle successive storie elaborate intorno alla provincia americana delle FMSC. Ne dà significativa conferma anche il fatto che, in un documento-sintesi della storia della missione, presentato al capitolo generale del 1981 dalle delegate della provincia St. Francis, esso non venga nemmeno citato tra le fonti provinciali-congregazionali

  17. Elementi principali • In sette capitoli i primi dieci anni della missione americana, con accenti sulle difficoltà iniziali, causate dalla precarietà economica: • il servizio dell’assistenza domiciliare a malati e a moribondi; • l’arrivo delle prime postulanti e la solennità delle cerimonie di vestizione, • le difficoltà economiche affrontate per l’acquisto della sede di Peekskill e per la fondazione di alcune scuole, sia nei pressi di Peekskill stessa, sia nella zona del New Jersey.

  18. L’impatto con il ‘nuovo mondo’ • “Qual fosse la pena di queste Religiose! Non so nemmeno esprimerla, poiché meglio l’intende chi riflette allo stato in cui si trovavano. Prive di parenti ed amici, e molto più prive dei Superiori e delle care loro Consorelle di Religione. In paese straniero, di lingua non conosciuta, con abitanti e costumi del tutto diversi dagli Europei” • “Che mortificazione per quelle povere Sorelle avvezze alla clausura, perché in Gemona allora l’osservavano, ed essere costrette a scendere in cortile per prendere acqua, e per altre cose bisognevoli”

  19. Dalla clausura all’abbigliamento • Clausura e ambienti di fortuna • Inserimento nell’ambiente circostante! • “Ma come fare? Non avevano vestiti neri ed i loro abiti grigi erano troppo singolari, ed essendo in New York molti protestanti e giudei. Fu loro consigliato di non esporsi al pubblico con quei vestiti”

  20. Provvidenzialismo e santi imprenditori • …precarietà degli ambienti abitativi, con finestre sprovviste di vetri, di ‘sportelli’, l’insufficienza di indumenti e coperte, la mancanza di accessori per l’igiene personale, la scarsezza di cibo, carente anche della carne, giudicata necessaria per superare il freddo newyorchese! • “La vigilia di Pasqua, cioè il Sabato Santo, la superiora contò di nuovo il denaro, ed avendo fatto calcolo quanto doveva spendere, rivolta all’immagine di S. Antonio, con espressione di cuore disse: Oh Tonino! Anche dieci scudi e noi potessimo comprare i vestiti”

  21. Assistenza più che educazione “Quando vanno in visita agli ammalati, sono ricevute con un ossequio tale, che non vi può essere se non la fede, poiché sono riguardate come spose di Gesù Cristo. Qualche volta vanno per visitare tre o quattro ammalati ed invece ne devono visitare sette, otto, essendo che chi ha degli ammalati in casa e vedendole passare le prega di entrare […]. Alle volte le famiglie che hanno ammalati, mandano con le carrozze a prendere le monache perché vadino a trovarli; specialmente quando questi non vogliono disporsi a confessarsi. In tali casi le Monache oltre ad accorrere presto, la Superiora ordina preghiere a tutta la comunità, ed accendono candele alla Madonna e a S. Giuseppe. Quelle che sono mandate all’infermo pregano per via e nella stanza del malato, indi fanno il possibile onde aiutare a conciliarsi con Dio quelle povere anime”

  22. Protestanti e atei “Quando la signora si fu un poco incoraggiata e presa confidenza con le monache, espose loro in breve le vicende della sua vita, onde si impegnassero a salvare l’anima sua. Giovane poco più che vent’anni, nata da parenti cattolici. Battezzata ed osservata la religione cattolica fino alla prima comunione, poi non s’era più né confessata né comunicata. Sposata aveva abbandonato il marito e viveva liberamente fra i protestanti. Quindi data in balia di ogni piacere, passava i giorni idolatrando se stessa”

  23. Protestanti e atei II “Era bensì anch’egli cattolico ma non conosceva né Dio né religione. I suoi genitori benché cattolici si erano dati cura di farlo istruire in ogni scienza fuorché nella religione. E questo giovane che credevasi educato nobilmente, nemmeno sapeva se aveva un’anima […] le monache francescane ben volentieri s’addossarono un tal incarico e benché infermiccio fu uno dei migliori scolari”

  24. Le origini della missione • Agli inizi della missione, dunque, era l’istruzione religiosa popolare la componente costitutiva delle principali attività delle religiose. L’impegno per una maggiore professionalizzazione in ambito scolastico, sembra invece sia divenuto il motivo e l’oggetto primario della loro missione soltanto in una seconda fase dello sviluppo istituzionale

  25. Sviluppo numerico e affrancamento patrimoniale • la Chronicleriporta evenienze dal 1865 al 1886, data che segnò il compimento della costruzione del convento e della cappella di Mt. St. Francis • La metà circa delle referenze cronologiche presenta l’accoglienza di nuove vocazioni, l’altra metà registra l’evoluzione patrimoniale della cosiddetta ‘casa madre’: • il noviziato (5 aprile 1869), • l’accademia di S. Maria degli Angeli (8 settembre 1870) • l’orfanotrofio di S. Giuseppe (1879)

  26. Mt St. Francis - Peekskill La modestissima casa di S. Antonio, abitata nei primi tempi dalle suore a New York, pur conservando per la provincia un particolare valore affettivo, appunto quale ‘luogo delle origini’, o ‘culla della missione americana’ delle francescane di Gemona, come venne definita, non assunse mai un ruolo determinante nella storia del rispettivo organismo provinciale

  27. La fine del convento di S. Antonio • l’erezione della clausura da parte del custode della provincia francescana di Allegany, p. Panfilo Pierbattista da Magliano, il 10 dicembre 1865; • la vestizione delle prime tre postulanti da parte di S. E. mons. McCloskey, arcivescovo di New York, il 19 giugno 1867; • l’ospitalità concessa, nel 1875-76, alle due sorelle Bentivoglio, fondatrici delle clarisse negli Stati Uniti; • la costruzione di un nuovo edificio scolastico, nel 1910; l’ultima consegna dei diplomi, nel mese di giugno 1934 e la partenza delle suore, nel successivo agosto

  28. Emancipazione istituzionale • Partendo dal 4 maggio 1870, data della celebrazione della prima santa messa nella nuova cappella di Mt. St. Francis, nello svolgersi di otto tappe si snoda la successione temporale delle iniziative economiche, compiute a beneficio della sede primaria di Peekskill. • …costruzione dell’altare, della prima sezione del convento e della cappella, dell’ala est del convento, dell’edificio principale adibito ad orfanotrofio, dell’ala sud del convento, dell’ala est dell’orfanotrofio, della residenza del cappellano, di successive altre aggiunte al convento e alla cappella…

  29. ‘mentalità imprenditoriale’

  30. Rilievi conclusivi • Lo sviluppo patrimoniale e quello numerico dell’istituzione si dimostrano come gli elementi essenziali della storia iniziale della provincia statunitense delle FMSC, gli indicatori della sua efficacia organizzativa e dunque della sua legittimazione

  31. Origini e sviluppo organizzativo • The Beginning…, 1865-1913: periodizzazione? • “May 13, 1882 Mother M. Elizabeth († 1914) was appointed to be the Superior in Mother M. Bonaventura place as provincial”. • Considerazione delle scuole parrocchiali alla stregua di una componente principale dell’organismo religioso • Le suore fino agli anni 1880, appaiono identificarsi con l’attività assistenziale-educativa di St. Joseph

  32. Le scuole parrocchiali Scuole aperte con i religiosi passionisti a Union Hill (1871), a Guttemberg (1872) e a Shadyside (1873), quelle di Filadelfia, con vari ordini religiosi, in particolare con i lazzaristi (1876, 1888, 1900, 1910, 1911), quelle con i francescani a Croghan (1877), a Paterson (1879) e a Butler (1882), quindi le altre, fondate lungo il corso dell’Hudson, a Tarrytown (1885), a Peekskill stessa (1907), a Irvington (1908), a Hastings-on-Hudson (1911), infine, ancora con i francescani, quelle inaugurate a Wanaque (1912) e a Dondee Lake (1912).

  33. La prassi avanza sull’ideologia “Thus it can be seen that the good work begun by the three sisters who so courageously came to this country in obedience to wish of their Superior in the year 1865 has with God’s blessing prospered wonderfully. The Institution for poor destitute children opened under such difficulties in 1879 today contains almost thirteen hundred children. Then thousand eight hundred children have passed through the Institution. Seven hundred seventy eight were baptized. Three thousand eight hundred thirty-six received first Holy Communion and were confirmed. The number of the Holy Communions in our chapel during 1913 was 90,326 and for this brief year 1914, 48,125. Six have been ordained priests, two are now seminarians and one a Jesuit scholastic. Three other are studying for the priesthood. Several our girls have become religious in various communities. Besides, large number of men and women who are doing well and are today a credit to the old ‘St Joseph’s’ the home of their childhood”

  34. Si diradano gli interventi edilizi • …acquisto di nuovi terreni (1886), estensione dei locali del convento e della cappella (1886); installazione della centrale elettrica e di sistemi per l’erogazione del vapore (1886), costruzione di un deposito più efficiente (1887); altri interventi murali, nell’ala meridionale dell’orfanotrofio (1888) e nell’immobile destinato alle ragazze (1891), realizzazione degli impianti per la balneazione sulle rive dell’Hudson (1892), migliorie introdotte nei servizi di lavanderia (1893) a quelle relative all’assistenza infermieristica (1895)…. • acquisto della fattoria (1906), denominata St. Joseph’s Farm ed erezione di un nuovo edificio scolastico (1907)

  35. Primato patrimoniale in recessione? • L’unica persona, che palesemente meritò di ricevere una menzione speciale, oltre a madre Elizabeth Foley, fu il rev. Thomas Kinkead • “There is no debt on any of our property except on the new Lady Hall at Ladycliff…”. • “In years gone when we had to put up so many buildings: labor, material, and everything was so much cheaper, that we could easily meet the extra expense. Now, it is altogether different. Things have so advance in price, and the authorities require so much from us, that it is almost impossible to meet our demands”.

  36. I numeri: legittimazione ed efficienza • Il computo delle candidate esibito nella precedente cronologia risulta sostituito dalla sola citazione della prima postulante • La catalogazione delle suore impegnate nelle varie attività della provincia, per l’anno 1914, dichiara la cifra di 198 membri, mentre ne novera 111 elencando quelle poste a servizio dell’orfanotrofio. A questi dati, è da aggiungere il computo di 11 candidate riportato per le novizie e di 15 per le postulanti

  37. Personale e imprenditoria • L’orfanotrofio di St. Joseph si configurava sempre come l’attività più impegnativa della provincia, non solo, ma anche quella nella quale la stessa istituzione riconosceva la ragione fondamentale del proprio successo (una sorta di prolungamento è l’Accademia di Ladycliff, già attiva presso Mt. St. Francis). • Il fattore delle scuole parrocchiali, rilevato in questa cronologia con la probabile ottica di novità statistica, e che sembra assumere consistente peso numerico solo con la seconda decade del XX secolo, fino a questo momento non parrebbe aver fatto breccia nell’autocoscienza dell’istituzione.

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