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Indici fonetici e fonologici dello sviluppo del linguaggio

Indici fonetici e fonologici dello sviluppo del linguaggio. Marinella Majorano Dipartimento di Psicologia Università degli Studi di Parma. Indici fonetici: aspetti fonematici o sistemici (inventario fonetico)

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Indici fonetici e fonologici dello sviluppo del linguaggio

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Presentation Transcript


  1. Indici fonetici e fonologici dello sviluppo del linguaggio Marinella Majorano Dipartimento di Psicologia Università degli Studi di Parma

  2. Indici fonetici: aspetti fonematici o sistemici (inventario fonetico) • Indici fonologici: aspetti fonotattici o strutturali (struttura sillabica, processi fonologici, regole, templates)

  3. E’ possibile studiare questi indici in età precoce? Stretta continuità tra aspetti fonetici, fonologici e successivo sviluppo lessicale e morfo-sintattico nello sviluppo tipico Teoria percettiva Teoria motoria

  4. Alcuni indicatori precoci delle abilità fonetiche e fonologiche dei bambini possono essere utilizzati per individuare, prima del terzo anno, bambini a rischio di sviluppo del linguaggio

  5. Premesse teoriche:Modelli dello sviluppo fonologico 1) Modello strutturalista di Jakobson (1954): approccio segmentale 2) Modello biologico (Locke, 1983): modello a tre stadi (pragmatico, cognitivo e sistemico) 3)Modelli cognitivisti (Ferguson e Farwell, 1975): approccio “lessicale” (whole-word phonology)

  6. Teoria olistica(Vihman, 2006) 1) Variabilità nella produzione dei segmenti 2) Relazioni tra le produzioni del bambino ed il target adulto 3) Relazione tra le parole prodotte dal bambino (templates); selected e adapted words 4) Origine dei patterns del bambino

  7. Modelli sulla relazione tra sviluppo fonologico e lessicale • Fonologia come causa dello sviluppo delle parole (modello universalista) • Fonologia come associata allo sviluppo lessicale (modello rappresentazionale) • Lessico come causa dello sviluppo fonologico (modello lessicale) • Lessico e fonologia come dipendenti da sistemi cognitivi comuni (modello cognitivista)

  8. 0-2 mesi FONAZIONE Suoni quasi vocalici Normale fonazione 1-4 mesi PRIMA ARTICOLAZIONE “Cooing” vocalizzi+ suoni velari Limitati movimenti articolatori 3-8 mesi ESPANSIONE o VOCALIZZAZIONE Suoni vocalici, nuclei risonanti, babbling marginale Movimenti lenti di chiusura e apertura 5-10 mesi BABBLING CANONICO Sillaba (cv,vcv,vc) o sequenze di sillabe contenenti un solo tipo di consonante Articolazione pienamente temporalizzata con movimenti rapidi di apertura/chiusura bocca 9-10 mesi BABBLING VARIATO Sillaba o sequenze di sillabe contenenti 2 o più tipi di consonanti idem Stadi dello sviluppo preverbale(Oller, 1980)

  9. Stadi dello sviluppo preverbale Altri modelli: Stark (1979): lallazione reduplicata a 6-7 mesi Stoel-Gammon (1989): coesistenza dello stadio di lallazione canonica e variata Kent (1990): no differenza tra stadio di lallazione variata e canonica

  10. Stadi dello sviluppo fonologico • Fase presistematica: prime parole costruite sugli schemi preverbali • Primi segni di organizzazione: templates e regole emergenti in base a cristalizzazione ed espansione controllata • Emergenza del sistema: aumento dei templates (regole del bambino), patterns • Sistematizzazione del sistema: costruzione di regole fonologiche vere e proprie

  11. Lallazione come indice predittivo dello sviluppo linguistico • Inizialmente Jakobson (1968) aveva ipotizzato che non esistesse continuità tra lallazione e prime parole. • Molti Autori invece hanno indagato gli aspetti di continuità: • Fry(1966): loop di feedback acustico • Oller (1976): corrispondenza tra lallazione e prime parole nella struttura sillabica e nella sequenza di suoni • Vihman, Ferguson e Elbert (1986): differenze individuali nei suoni “maggiormente esercitati” nella lallazione • Stoel-Gammon (2002): continuità tra struttura fonotattica di lallazione e prime parole • McCune e Vihman (2001): numero di schemi motori esercitati nella lallazione come indici predittivi dello sviluppo del vocabolario • Bortolini (2002): ruolo della lallazione come indice predittivo

  12. Ipotesi sulla relazione lallazione-prime parole • Teoria Motoria: Teoria motoria dello sviluppo preverbale (Lenneberg, 1967;MacNeilage, 1979; Liberman, 1980; Locke, 1983); la lallazione è l’output naturale di un apparato motorio immaturo. Nello sviluppo delle prime parole i vincoli motori sono primari seguiti dall’influenza dell’input linguistico dell’ambiente. • Teoria percettiva:L’Articulatory Filter Hypothesis: la lallazione è orientata precocemente verso l’input dell’ambiente (es. Stoel-Gammon, 1984; Vihman e Velleman, 2000). Ruolo di altri aspetti (cognitivi, memoria di lavoro) nello sviluppo del linguaggio insieme alle basi fonetiche e delle strategie individuali (Macken, 1978).

  13. Indici osservativi Indici fonemici • Numero di suoni prodotti (inventario)-regola delle tre occorrenze (Bortolini) • Numero di Schemi Motori Vocalici (VMS)-regola delle 10 occorrenze in 4 o più sedute successive

  14. Indici fonotattici • Complessità sillabica della lallazione (livelli 1 2 3) • Struttura sillabica • Lunghezza sillabica • Variabilità • Stimolabilità • Correttezza • Patterns o processi fonologici

  15. Complessità sillabica Valutata in base a tre livelli • Livello I: produzioni contenenti una vocale (es.[o]), una consonante sillabica (es. [m]) o una sillaba contenente uno stop “glottale” (es. [o]) o una semiconsonante (es. [wu]). • Livello II: produzioni contenenti una vera consonante singola o replicata (es. [ba], [dada]), o due o più consonanti che differiscono solo per il tratto “sonorità” (es. [data]; [paba]) • Livello III: produzioni contenenti due o più consonanti, che differiscono per luogo o modo di articolazione o per entrambi (es.[bati] o [maba]). Livello medio della lallazione (Mean Babbling Level, Stoel-Gammon, 1989). Ottenuto moltiplicando il numero di enunciati di Livello I X 1, il numero di enunciati di Livello II X 2 e il numero di enunciati di Livello III X 3 e dividendo la somma per il numero totale di lallazioni.

  16. Sviluppo lessicale

  17. Caratteristiche preverbali

  18. Patterns nelle prime 10 parole

  19. Patterns nella sessione delle 10 parole

  20. Anna

  21. Luca

  22. Nicola

  23. Nina: patterns 14-24 mesi

  24. Conclusioni • Possibilità di osservare anche prima della sistematizzazione del sistema fonologico alcuni indicatori fonemici (numero di suoni e numero di VMS) e fonologici (patterns) del ritardo di linguaggio • Importanza della valutazione di indicatori sia quantitativi (di sistema) che qualitativi  (di struttura) anche in età precoce

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