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Istituto Comprensivo n.1 “Porcu-Satta” Quartu Sant’Elena Classe II C – docente prof.ssa Ornella Carta

Istituto Comprensivo n.1 “Porcu-Satta” Quartu Sant’Elena Classe II C – docente prof.ssa Ornella Carta. Rifiuti Storici Urbani La nettezza urbana e la raccolta dei rifiuti a Quartu dal 1856 al 1964. Anno Scolastico 2011-2012. Circa un anno fa ….. A.S 2010-2011

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Istituto Comprensivo n.1 “Porcu-Satta” Quartu Sant’Elena Classe II C – docente prof.ssa Ornella Carta

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Presentation Transcript


  1. Istituto Comprensivo n.1 “Porcu-Satta” Quartu Sant’Elena Classe II C – docente prof.ssa Ornella Carta Rifiuti Storici Urbani La nettezza urbana e la raccolta dei rifiuti a Quartu dal 1856 al 1964 Anno Scolastico 2011-2012

  2. Circa un anno fa ….. A.S 2010-2011 Noi alunni della 1°C accompagnati dai professori Ornella Carta e Attilio Vincis, siamo andati a visitare l’Archivio Storico Comunale di Quartu Sant'Elena, situato presso l’Antico Macello in via Dante 68. Uno degli scopi era quello di conoscere ed interpretare una “fonte scritta” per rivivere qualche momento del passato della nostra città. Ovviamente questa giornata è stata preceduta da lezioni introduttive della professoressa Carta per condurci in modo semplice e diretto al lavoro del piccolo storico. Abbiamo scelto una bella giornata di novembre e finalmente … Siamo saliti sullo scuolabus del comune che ci ha condotto sino all’ingresso dell’archivio. 1

  3. Antico Macello di Quartu Sant’Elena in via Dante 68, attuale sede dell’Archivio Storico Comunale 2

  4. Siamo stati accolti da tre archivisti che si sono mostrati subito disponibili e pronti a soddisfare qualunque nostra curiosità e ci hanno accompagnato in un’ aula predisposta per sederci attorno a dei tavoli su cui lavorare. Appena abbiamo preso posto gli archivisti, a turno, hanno fatto una lunga premessa teorica sull’importanza dell’archivio, su quanti fascicoli contenesse e come conservare documenti affinché non perdano il loro stato originale e quindi come evitare il deterioramento. Inoltre ci hanno riferito che i documenti sono di un passato non troppo lontano, per la particolare storia del nostro Comune. 3

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  6. L’Archivio Storico Comunale di Quartu fu istituito il 26 marzo del 1987, con deliberazione della Giunta Municipale. I documenti in esso conservati, circa 3000 elementi,tra registri e buste , testimoniano l’ attività che l’ amministrazione di Quartu ha svolto a partire dal 1839 fino al 1965 circa. Il fatto che la documentazione sia tanto recente deriva da precisi motivi storici: la nascita del comune di Quartu risale alla fine del diciottesimo secolo, quando il re Carlo Emanuele III, istituì per la prima volta nei centri abitati un Consiglio stabile, autorizzato a trattare gli affari della comunità, posto sotto la protezione del re. L’editto attribuiva ai consigli, oltre alla cura degli interessi della comunità , la ripartizione delle imposte e la difesa dei diritti contro eventuali soprusi ; stabiliva anche che gli atti del Consiglio venissero redatti per iscritto da un segretario e conservati in un luogo apposito. 5

  7. Finita questa fase teorica Daniela Enrico e Sebastiano ci hanno mostrato dei grandi registri scolastici del 1913-1914-1915 e abbiamo constatato che in quel periodo le classi erano molto numerose e non erano miste; altro particolare che ha catturato la nostra attenzione è stata la strana e quasi incomprensibile grafia dei documenti. 6

  8. In passato non esistevano le penne a sfera e per scrivere si usavano i pennini, ovvero una penna in legno con la punta in metallo che si intingeva nel calamaio pieno di inchiostro. La calligrafia era molto più ordinata e le lettere più complesse. 7

  9. … passa un anno… 8

  10. La classe 2^C della scuola “Porcu Satta” con la professoressa Carta prende parte ad un progetto che consiste nel ricercare i documenti relativi alla gestione dei rifiuti urbani nel passato degli abitanti di Quartu Sant’Elena nel periodo 1856-1971. L’idea ha suscitato in noi la curiosità di entrare in contatto con i contenuti dei documenti. Per prepararci a questo lavoro, la professoressa ha proposto alla classe il ”Libro dei Rifiuti”che spiega e illustra come veniva gestita la spazzatura in antichità, specialmente a Roma, in Grecia, in Francia,in Africa e in Asia, intorno al XIV sec.. 9

  11. UN PO’ DI STORIA SULLA RACCOLTA DEI RIFIUTI… La splendida città di Roma era piena di imponenti templi, edifici pubblici e grandi ville private. All’epoca gli ingegneri romani perfezionarono la tecnica degli antichi mettendo a punto un sistema fognario e idrico eccezionale. Circa 1.700 case erano dotate di bagno, gabinetto e acqua corrente, ma solamente 50.000 persone su 4.000.000 vivevano in queste case, gli altri vivevano in case chiamate “insulae”, dove erano assenti tutte le comodità, ma esistevano anche bagni pubblici (latrine) e pozzi per attingere l’acqua; la spazzatura e il vaso da notte venivano gettati in strada. 10

  12. Così queste persone erano spesso colpite da epidemie. Ai margini della città vi erano grandi discariche, dove si buttavano cadaveri (del circo romano, il più conosciuto è il “Colosseo”), carcasse di animali e spazzatura, i ceti più poveri andavano a rovistare in esse alla ricerca di oggetti da riutilizzare. All’inizio del 300 d.C. si iniziarono ad allestire bagni pubblici in città. Con il passare del tempo si sviluppò un sistema particolare di sgombero dei rifiuti: i cosiddetti addetti al letame. Questi avevano l’incarico di smaltire gli escrementi portandoli fuori città, consegnandoli ai contadini che in seguito lo trasformavano in concime. Si dovette attendere fino al tardo medioevo per ritrovare ancora fiorenti città con giardini e belle case. 11

  13. Con il crescere della popolazione crebbero anche delinquenza e brigantaggio, che costrinsero gli abitanti delle campagne a trasferirsi all’interno delle mura cittadine. I rifiuti organici, prima utilizzati come concime nei campi e nei giardini, erano ora gettati dalle finestre, andando a formare cumuli di spazzatura. L’unica soluzione parve quella di sostituire gli spazzini con dei maiali lasciati liberi di scorrazzare per le strade, da un lato ripulivano le città dai rifiuti di cucina, dall’altro lo sporcavano con i loro escrementi. Le autorità si videro costrette a limitare il numero di “maiali spazzini”. 12

  14. La situazione rimase invariata fino alla comparsa delle importanti innovazioni e invenzioni tecnologiche tra la fine del ‘700 e l’inizio dell‘800. I cambiamenti economici e sociali portarono alla rivoluzione industriale. In questo periodo gli scarti ottenuti dalle lavorazioni industriali crebbero enormemente. Nonni e bisnonni avevano più attenzione verso gli oggetti usati. La limitata produzione di rifiuti fece si che in molti comuni non esistesse alcun servizio di smaltimento dei rifiuti fino all’ inizio degli anni ’60. 13

  15. Gli acquedotti romani sono dei lunghi ponti di pietra per il passaggio dell’acqua. Ercole era il protettore degli spazzini Ateniesi. Secondo la leggenda infatti fu lui a ripulire dallo sterco le enormi stalle del re Augia 14

  16. Scarico della cloaca maxima nel Tevere. Inoltre per la scarsa quantità di metalli le statue in bronzo degli imperatori caduti venivano fuse e il loro metallo riutilizzato. 15

  17. Dopo aver preso accordi con gli archivisti, abbiamo fissato per il 24 novembre 2011 il primo incontro all’Archivio Storico di Quartu S. Elena. Abbiamo noleggiato uno scuolabus del Comune che ci ha consentito di arrivare velocemente all’archivio storico. Gli archivisti ci hanno accolto in modo cordiale; era presente anche una signora , ex insegnante delle scuole elementari, di nome Anna Algeri. Si è proposta a noi come volontaria, per offrirci la sua testimonianza diretta su come si viveva nel passato. 16

  18. Ha raccontato come erano strutturate le case campidanesi: l’abitazione della nonna era grandissima con il giardino altrettanto ampio, con una lolla all’aperto lunga 25 metri; la signora ha riferito che i veri bagni non esistevano all’interno, ma erano preposte delle buche all’esterno (fossa settica a perdere, “su comudu”, gabinetto vicino al portone, lontano dal pozzo); le camere erano molto anguste, poco spaziose e allineate. 17

  19. 1) Su Portali (Il Portale) 2) Sa pratza ‘e manixu (La corte di lavoro) 3) Su magasinu ‘e su binu (Il magazzino del vino) 4) Sa Funtana (Il Pozzo) 5) Sa Pratza bona (La corte buona) 6) Sa Sala (La Sala) 7) Sa Lolla (Il loggiato) 8 ) S’aposentu ‘e arriciri (Il salottino per ricevere) 18

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  21. Durante il tempo libero signora Anna, da bambina si divertiva a saltare i muri e a giocare con la corda. Inoltre ci ha spiegato come venivano divisi i rifiuti: quelli organici venivano dati alle galline, i piatti rotti si depositavano in giardino e venivano utilizzati per creare i sentieri nei campi, gli escrementi venivano riposti in su “muntronaxiu” con della paglia e poi impiegati come fertilizzante nei campi. Si riciclava tutto ciò che si poteva, ad esempio un cappottino vecchio della zia, la madre di Anna lo trasformava come nuovo; anche i capelli venivano riutilizzati come parrucche per le statue. 20

  22. Nella seconda giornata abbiamo analizzato il documento di Vittorio Emanuele II assieme a Daniela ed Enrico, soffermandoci sull’intestazione, il contenuto e le firme sottostanti; approvava il regolamento della polizia urbana e rurale deliberato dal Consiglio Comunale di Quartu. Esso stabiliva che: le contrade, le piazze e tutti i luoghi pubblici dovevano essere tenuti puliti e liberi dalle carcasse di animali. Queste ultime dovevano essere sepolte lontano dall'abitato ed a una profondità di circa centoventi centimetri. Nelle piazze o contrade i cavalli e le bestie in generale dovevano essere legate e sostare il tempo strettamente necessario per caricare e scaricare la merce. Lo spurgo dei pozzi e la rimozione delle macerie veniva effettuato solo in alcuni mesi dell’anno e durante le ore notturne. 21

  23. Era dovere di ogni proprietario o inquilino tenere pulito il suolo stradale corrispondente alla propria abitazione, era vietato tenere nelle case acque stagnanti e fetide. 22

  24. Nella terza giornata abbiamo analizzato una lettera di protesta verso il Comune del signor Boi Salvatore. Egli si lamentava per il mancato ritiro del letame delle galline da parte degli operatori ecologici. La S.A.S.P.I (la società incaricata del ritiro dei rifiuti) sosteneva che la legge che regolava il ritiro dei rifiuti escludeva dalla classificazione dei rifiuti provenienti dalle abitazioni private il letame di qualsiasi genere, dando torto al signor Boi. 23

  25. Nella quarta giornata la classe è stata divisa in vari gruppi a ciascuno dei quali sono stati consegnati dei documenti diversi. 24

  26. E’ stato analizzato il Regolamento di Igiene del 1876. Esso diceva che tutti i luoghi pubblici dovevano essere puliti enon si doveva dar scolo nelle piazze;era vietato abitare in case umide e sudice.Queste ultime dovevano essere provviste di cessi e di acquai.Le acque residue di usi domestici venivano messe in contenitori diversi dai pozzi neri e dalle fogne. 25

  27. Non si potevano costruire case senza il permesso della Giunta Comunale e della Commissione Sanitaria. Era dovere di ogni proprietario o inquilino pulire la parte di strada davanti alla propria casa. Era vietato gettare dalla finestra oggetti fetidi e spazzatura. 26

  28. Inoltre il trasporto del letame e lo spurgo dei pozzi neri avveniva la notte nei mesi di aprile e agosto. Ogni anno, finiti i lavori nelle aie, veniva fatta una pulizia generale di tutte le vie interne del popolato. Era vietato tenere nelle case pelli, ossa e altre materie insalubri.Era permesso il deposito dei concimi e dei letamai ad una distanza di 4 metri, ricoperti da uno strato di terra di 0.50 metri. Si disponeva che venissero coperte tutte le cloache e i canali aperti in cui si raccoglievano immondizie di ogni genere e che venissero adottate tutte quelle opere necessarie ad impedire le esalazioni. 27

  29. Il proprietario doveva provvedere, inoltre, a riparare i guasti e le rotture, di cessi, canali, fogne, condotti da cui derivavano esalazioni di qualunque tipo. In caso di mancato intervento da parte del proprietario nel termine fissato era previsto l’intervento d’ufficio con spese totalmente a suo carico. Era vietato salassare cavalli ed altri animali, ed accendere fornaci nei luoghi pubblici come piazze e contrade. La combustione doveva essere fatta agli estremi del popolato. Alla morte di un animale domestico, il padrone dovrà immediatamente farlo seppellire fuori dal popolato ad un distanza non minore di 200 metri. Le scuole private e pubbliche non potevano aprire senza la preventiva denuncia all’ autorità Comunale. 28

  30. Sopra gli ultimi capitoli del regolamento di igiene 29

  31. Delibera della Giunta Comunale n. 84 del 1911 Mantenimento asinello La Giunta Municipale “prende in esame il conto relativo all’acquisto della paglia fornita all’asinello del Comune” per il suo mantenimento negli anni 1910-1911 rispettivamente di £ 20,00 e £ 14,00 per un totale di £ 34,00 ed il provento del concime ritirato per un totale di £ 6,00 con un disavanzo di £ 28,00 da rimborsarsi al signor Perra Scalas Rafaele. L’asinello quindi contribuiva al suo mantenimento mediante lo sfruttamento degli escrementi come concime. 30

  32. Delibera della Giunta Comunale n. 85 del 1911 Morte dell’asinello  Il presidente della Giunta Municipale “comunica che è morto l’asinello e che occorre acquistarne un altro per disimpegnare il servizio di nettezza delle vie, trasporto di ciottoli e sabbione occorrenti al selciatore, trasporto carburi e ferri della musica non che ad altri servizi che giornalmente occorrono. L’assessore Secci ritiene maggior interesse per il Comune provvedere a questo servizio a mezzo di appalto”. Il Consiglio rinvia una decisione, “facendo intanto pratiche per la ricerca di un asinello”. La morte dell‘asinello offre l’occasione per riconsiderare lo strumento dell’appalto come soluzione per il servizio di pulizia delle strade. 31

  33. Da una circolare del Prefetto di Cagliari del 31-01-1942 abbiamo appreso che una legge dell’anno precedente rendeva obbligatoria, per la prima volta, l’istituzione in tutti i comuni del Regno, del servizio di raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti solidi e urbani; ma in quel periodo il comune di Quartu non potè attuarlo a causa della guerra in corso, trovandosi in una condizione finanziaria disastrosa. 32

  34. Tale servizio dovrà attendere fino al 1955 quando con una lettera il Sindaco comunica alla S.A.S.P.I che il servizio di ritiro dei rifiuti può avere inizio, essendo venuti menogli impedimenti precedentemente comunicati.Il sindaco, inoltre, chiede che il capo squadra venga scelto tra i residenti di Quartu, e che sia una persona di fiducia non solo della società ma anche dell’Amministrazione. 33

  35. Il sindaco di Quartu ha pensato di risolvere al più presto la situazione prima che la città si riempisse d’immondezza e ha fatto bene anche ad assumere come capo squadra un abitante di Quartu che conoscesse bene tutte le zone, cosicché anche gli abitanti potessero lavorare nella propria città. 34

  36. Il neonato servizio ha sollevato numerose lamentele da parte dei cittadini. Infatti abbiamo letto una lettera di protesta… Il signor Porceddu Nello, a nome di tutti gli abitanti di Via Alessandro Volta, segnala, come già fatto ai vigili urbani,che un camion che trasportava blocchi di granito ha provocato un avvallamento nel marciapiede. A causa di ciò l’acqua piovana stagnava e formava umidità. Egli chiede pertanto che il marciapiede venga riparato, così come anche quello davanti al suo cancello. Infatti, trovandosi sotto il piano stradale, le acque provenienti da Via Marconi si depositano e impediscono il passaggio. 35

  37. Il signor Nello inoltre si lamentava perché gli addetti al ritiro dei rifiuti , prima di ricevere gli ordini dal capo squadra , sostavano, facevano colazione e allo stesso tempo molto rumore (durante le prime ore del mattino) nei marciapiedi davanti alle abitazioni di Via Volta. Essi pronunciavano parole volgari non educative per i bambini. I netturbini una volta che ricevevano gli ordini dal capo gruppo se ne andavano lasciando nel marciapiede l’immondizia della colazione. 36

  38. Il signor Nello chiedeva che il Comune intervenisse nei confronti della Società al fine di eliminare la situazione di disagio descritta. Il Comune mandò alla S.A.S.P.I una missiva in cui la invitava a spostare il punto d’incontro dei netturbini prima di ricevere gli ordini dal capo squadra ritenendo giuste le lamentele dei cittadini. 37

  39. Dal nostro punto di vista il signor Nello aveva ragione perché chi si occupava della raccolta dei rifiuti sporcava più degli altri, infatti il Comune, per fortuna rispose a favore del signor Nello… ma nonostante queste lamentele i netturbini ripetevano i loro comportamenti scorretti davanti ad altri caseggiati. 38

  40. Il terzo documento contiene una lettera di protesta da parte del signor Cardia Francesco, il quale lamentava il mancato ritirodei rifiuti per diversi giorni . Egli segnalava che le poche volte che i netturbini passavano si dimenticavano di fischiare. Inoltre segnalava il comportamentopoco educato dell’’autista il quale prima impediva al netturbino di ritirare i rifiuti e successivamente quando quest’ultimo vi provvedeva (dopo le rimostranze del signor Cardia) gli fece rapporto. 39

  41. Il signor Francesco chiedeva che l’immondizia venisse ritirata regolarmente e che l’autista avesse modi più educati. Riteniamo che questi disagi, anche se in diverso modo, li vediamo ancora oggi:infatti capita anche con la raccolta differenziata che vengano dimenticati i contenuti dei bidoni. Quando questo si verifica siamo costretti a riportarli in casa e sopportare le esalazioni di essi, nel caso dei rifiuti organici. Il signor Cardia aveva ragione non poteva vivere in mezzo all’immondezza per tanti giorni e magari un po’ più di educazione da parte dei netturbini sarebbe stata gradita 40

  42. Il quarto documento è sempre una lettera di protesta da parte del signor Francesco Isola che segnala il mancato ritiro dell’immondezza. I netturbini si giustificavano dicendo che non la dovevano ritirare. Il signore chiedeva quindi l’intervento del Comune che a sua volta mandò la lettera alla S.A.S.P.I. La Società rispose dicendo che l’immondezza del cortile non doveva essere ritirata se non veniva messa nei contenitori appositi. 41

  43. Riteniamo che il signor Francesco aveva torto e che aveva ragione la S.A.S.P.I in quanto non era giusto che la Società raccogliesse i rifiuti della sua abitazione non previsti dal loro esercizio. Ancora oggi molti cittadini non rispettano il nuovo sistema di raccolta rifiuti (la raccolta differenziata) e depositano la spazzatura in contenitori non adeguati. 42

  44. Il quinto documento è una lettera scritta da il signor Francesco Olla che si lamenta perché i netturbini non hanno ritirato il contenitore dove vi erano delle spine di rosa. La S.A.S.P.I. risponde che il barattolo contenente i resti della potatura delle rose era troppo piccolo e pieno, per cui il netturbino avrebbe dovuto usare le mani per svuotarlo. La Società fa presente che il signor Olla, invitato a tenere separati dal barattolo i gambi spinosi, non vi ha provveduto e che nonostante ciò i resti sono stati ritirati. 43

  45. Troviamo inadeguata la sua lamentela visto e considerato che nonostante la sua non curanza nel depositare le spine di rosa nel barattolo, i netturbini le hanno raccolte lo stesso. 44

  46. Nell’ultimo documento il sindaco chiede al direttore della S.A.S.P.I di intervenire facendogli presente che ci sono state lamentele generalizzate da parte dei cittadini sullo svolgimento del servizio di ritiro dei rifiuti. In particolare la popolazione si lamenta del fattoche i netturbini non ritirano l’immondizia quando supera determinate quantità e che gli stessi frugano all’interno dei barattoli,sporcando in questo modo i marciapiedi. Tali fatti, inoltre, pregiudicano l’igiene pubblica. 45

  47. Considerazioni finali…    In passato la raccolta dei rifiuti veniva organizzata secondo il regolamento di polizia urbana e rurale, che era molto simile a quello di oggi. Il progetto sulla raccolta dei rifiuti, a cui ha preso parte la nostra classe, ha permesso a tutti di metterci in contatto con i documenti, trascriverli e commentarli. Nonostante l’aiuto degli archivisti, inizialmente la lettura dei documenti, scritti in parte a mano, è stata un po’ difficoltosa e alcuni dei nostri compagni l’hanno trovata noiosa e poco interessante. Comunque per gran parte di noi, è stata un’esperienza rilassante rispetto alle lezioni scolastiche, pur apprendendo nuove conoscenze, l’abbiamo fatto in modo diverso e meno faticoso delle solite materie. 46

  48. Quest’attività si è rivelata istruttiva perché ci ha aiutato a scoprire come si comportavano gli abitanti in relazione alla ripartizione dei rifiuti in modo semplice e naturale senza danneggiare l’ambiente circostante. Ciò che ha suscitato in noi più interesse, è stato quando abbiamo esaminato i documenti perché ha dato a noi l’opportunità di capirne il contenuto e decifrarne la grafia. Per alcuni di noi, si possono fare più incontri per il lavoro dell’archivio così possiamo scoprire molte più cose e appassionarci ancora di più alla scuola, dato che è un lavoro diverso e più stimolante.  Leggere i documenti con la scrittura un po’ particolare è stato difficile ma anche molto divertente perché alcune parole erano molto strane quindi a volte sembrava che c’era scritto tutta un'altra cosa da quella che era in realtà. 47

  49. Un momento particolare che abbiamo vissuto è stato quando la signora Algeri ha riferito le sue esperienze personali a cui è seguito l’invito del suo squisito Gateaux, tipico dolce sardo. Questo lavoro è stato utile, sia per la conoscenza della storia di Quartu che riguarda la pulizia, sia per i rapporti con i compagni dovendo fare lavori di gruppo. Questo progetto è stato molto interessante per scoprire nuove realtà di diversi periodi, del posto in cui viviamo. 48

  50. Fonti dell’Archivio Storico Comunale Regolamento d'igiene (A.C.Q., III 2.4.1/1) Risposta del commissario prefettizio (A.C.Q., IV5.6.1/2) Delibera del consiglio comunale (A.C.Q., IV 5.6.1/2) Delibera n°56 (A.C.Q., I 6.2. 1/13) Lettere di protesta dei cittadini e risposte del Comune (A.C.Q., IV 5.6. 1/3) Bibliografia Il libro dei rifiuti, di Barbara Veit e Christine Wolfrum, illustrato da Susanne Braunig, Michael Keller e Harald Vorbrugg. Trieste : E. Elle, 1994 49

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