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PRESENTAZIONE DEL CORSO

FACOLTÀ DI SCIENZE POLITICHE, SOCIALI E DELLA COMUNICAZIONE A.A. 2011-2012 RELAZIONI ISTITUZIONALI E RESPONSABILITÀ SOCIALE D ’ IMPRESA PARTE II: RESPONSABILITÀ SOCIALE D ’ IMPRESA. PRESENTAZIONE DEL CORSO. PRESENTAZIONE DEL CORSO. PRESENTAZIONE DEL CORSO. PRESENTAZIONE DEL CORSO.

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Presentation Transcript


  1. FACOLTÀ DI SCIENZE POLITICHE, SOCIALI E DELLA COMUNICAZIONEA.A. 2011-2012RELAZIONI ISTITUZIONALI E RESPONSABILITÀ SOCIALE D’IMPRESA PARTE II: RESPONSABILITÀ SOCIALE D’IMPRESA

  2. PRESENTAZIONE DEL CORSO

  3. PRESENTAZIONE DEL CORSO

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  6. TESTI D’ESAME • Molteni Mario, Responsabilità sociale e performance d'impresa. Per una sintesi socio-competitiva,Vita e Pensiero, 2004. • 1a) Condosta Luca, Bilancio sociale di azienda, IPSOA, 2008 • 1b) Capecchi Vittorio, La responsabilità sociale dell’impresa, Carocci, Firenze 2005. • e, sia per chi opta per Molteni, sia per chi opta per Condosta e Capecchi: • 2) Cipollini Claudio, La mano complessa,Edizioni ETS Pisa, 2011 • 3) Articolo di Porter M.E., Kramer M.R., Creare valore condiviso, in Harvard Business Review –Italia , n° 1/2, gennaio/febbraio 2011(scaricabile dalla sezione materiali della bacheca elettronica) • 4) Si ricorda inoltre che per tutti sono obbligatorie le slides del corso di Responsabilità Sociale d'Impresa del Prof. Cipollini.

  7. PROVA INTERCORSO La prova verterà sul contenuto delle lezioni e sulle slides proiettate

  8. GLI OBIETTIVI DEL CORSO • Far comprendere cosa è la Responsabilità Sociale (RSI) • Fornire esempi e casi di studio di RSI • Speigare la differenza tra social responsibility and responsiveness • Chiarire il concetto di corporate social performance (CSP) • Mettere in correlazionela social performance alla financial performance • Fornire I principali strumenti di rendicontazione della performance sociale, in particolar modo il Bilancio Sociale

  9. COS’E’ LA PERFORMANCE SOCIALE Scelte e vincoli derivanti dall’ordinamento giuridico-politico in relazione a determinati aspetti: grado di libertà economica, disciplina dell’economia, regolamentazione pubblica, imposizione fiscale, norme a tutela del lavoro, ecc. AMBIENTE POLITICO-ISTITUZIONALE La tecnologia influenza l’impiego delle risorse, mentre la cultura si riflette soprattutto sul consumo di beni e servizi Struttura della popolazione e tendenze demografiche, ripartizione per strati sociali e grado di mobilità sociale IMPRESA AMBIENTE CULTURALE-TECNOLOGICO AMBIENTE SOCIO-DEMOGRAFICO AMBIENTE ECONOMICO Modello di funzionamento del sistema economico prevalente nell’ambito territoriale di riferimento: economia di mercato, economia di piano, ecc.

  10. COS’E’ LA PERFORMANCE SOCIALE “La misurazione delle performance economiche e del progresso sociale”(Dossier sul rapporto della Commissione Stiglitz-Sen-Fitoussi, 2009) La Commissione ha individuato una serie di dimensioni che dovrebbero essere considerate: I. condizioni di vita materiale; II. salute; III. istruzione; IV. attività personali incluso il lavoro; V. partecipazione alla vita politica e governance; VI. legami e relazioni sociali; VII. ambiente (stato attuale e futuro); VIII. insicurezza, sia economica sia fisica.

  11. COS’E’ LA PERFORMANCE SOCIALE “L’azienda è un sistema di forze economiche che realizza, nell’ambiente di cui è parte complementare, in condizioni di autonomia e in condizioni di durabilità, un’attività economica consistente in un processo di produzione e di distribuzione della ricchezza a favore delle persone che formano il soggetto aziendale o di altre collettività di riferimento”

  12. COS’E’ LA PERFORMANCE SOCIALE Ciascun tipo di azienda persegue delle finalità istituzionali • Di ordine sociale, etico, morale, filantropico, politico, culturale, sportivo, ricreativo, economico, ecc) • Possono essere diverse, ma in ogni caso devono garantire: • Autonomia • Durabilità

  13. COS’E’ LA PERFORMANCE SOCIALE Autonomia e durabilità • Durare nel tempo • commisurata alla finalità • perchè gli obiettivi sono potenzialmente infiniti • a prescindere dalle persone che vi lavorano • A favore dei soggetti beneficiari e del sistema economico • Autonomo (ma non isolate) • Senza autonomia non si perseguono finalità istituzionali • Se non si è autonomi molte volte non c’è la sostenibilità

  14. COS’E’ LA PERFORMANCE SOCIALE Il compendio di queste due è detto Economicità La capacità di durare nel tempo e di mantenere una situazione di relativa autonomia – e quindi la possibilità di soddisfare le finalità istituzionali – dipende in modo determinante da un insieme di performance e di condizioni di equilibrio dell’azienda che viene solitamente compendiato nel concetto di ECONOMICITA’

  15. COS’E’ LA PERFORMANCE SOCIALE Le performance aziendali • Le performance aziendali riguardano sia l’efficacia che l’efficienza. • Differenza fra efficacia ed efficienza

  16. COS’E’ LA PERFORMANCE SOCIALE Efficacia • Rappresenta la capacità di perseguire le finalità istituzionali parametro ultimo di valutazione del successo aziendale, in sua mancanza tutto il resto perde d’importanza (anche l’economicità) • Efficacia non è quindi un semplice tassello dell’economicità, è un concetto più elevato e allo stesso tempo ne è parte.

  17. COS’E’ LA PERFORMANCE SOCIALE Efficienza • Efficienza è la capacità di impiegare razionalmente le risorse disponibili • Ed è ugualmente importante, perché si da il caso di aziende riescono a raggiungere i propri fini (efficaci) ma sprecano moltissimo, precludendo a tanti altri il possibile soddisfacimento. • Anche se efficaci, tali aziende non sono da giudicare positivamente.

  18. COS’E’ LA PERFORMANCE SOCIALE (Corporate social performance) 1 2 la corporate social responsiveness riguarda la capacità di un’impresa di rispondere alle pressioni sociali. L’atto di rispondere, o di raggiungere un atteggiamento responsive, alla società è il centro dell’interesse…Si fruga l’organizzazione alla ricerca di meccanismi,procedure e modelli di comportamento che, presi collettivamente, caratterizzerebbero l’organizzazione come più o meno capace di rispondere alle pressioni sociali (William Frederick, 1970) La Corporate social performance (CSP) è una configurazione aziendale di principi e processi di responsabilità sociale, di politiche, programmi e altri risultati osservabili collegati alle relazioni sociali dell’impresa… […] (Wood, 1991)

  19. COS’E’ LA PERFORMANCE SOCIALE 1 2 La Responsabilità Sociale d'Impresa (o Corporate Social Responsibility, CSR) è l'integrazione di preoccupazioni di natura etica all'interno della visione strategica d'impresa: è una manifestazione della volontà delle grandi, piccole e medie imprese di gestire efficacemente le problematiche d'impatto sociale ed etico al loro interno e nelle zone di attività.

  20. Corporate Citizenship: la Cittadinanza d’impresa • Corporate social responsibility • Corporate social responsiveness • Corporate social performance (outcomes, risultati, valoreaggiunto)

  21. Business Criticism/ Social Response Cycle Factors in the Societal Environment Criticism of Business Increased concern for the Social Environment A Changed Social Contract Business Assumption of Corporate Social Responsibility Social Responsiveness, Social Performance, Corporate Citizenship A More Satisfied Society Diminuzionedeifattoricritici del business Aumento delle aspettative sociali e nascita di nuove criticità

  22. DA DOVE VENIAMO E DOVE STIAMO ANDANDO

  23. DAL MODERNO AL POSTMODERNO: GLI EFFETTI DELLA GLOBALIZZAZIONE

  24. LA COMPLESSITA’: CHE COS’È UN SISTEMA COMPLESSO? Le condizioni base che definiscono un sistema complesso sono: • la presenza nel sistema di molti oggetti interagenti tra di loro o “agenti”; • il comportamento di questi oggetti è condizionato dalla memoria o “feedback”; • gli oggetti possono modificare le proprie strategie in funzione della loro storia; • il sistema è tipicamente “aperto”.

  25. La complessità viene da lontano • crisi dell’approccio scientifico riduzionista e di ritorno all’empirismo popperiano delle congetture e delle falsificazioni • di fallacia narrativa (quando raccontando la storia inseriamo dei collegamenti tra i fatti a posteriori) e di biases di coerenza (i biases sono l’effetto distorsivo dei ragionamenti che si fanno partendo dalla propria esperienza, cognitiva e sociale) • di problema della conoscenza induttiva e di difficoltà nel formulare previsioni (il pollo di Russel e l’importanza delle serie storiche), • di sistemi casuali (in cui tutto è casuale e, quindi, non prevedibile), di sistemi caotici (con proprietà prevedibili ma difficili da conoscere) e di frattali (Il concetto di frattale, definito da Mandelbrot, è la ripetizione di modelli geometrici su scale diverse, di modelli cioè che non cambiano aspetto anche se visti con la lente di ingrandimento. Seppure cambiano le scale dimensionali di osservazione i frattali hanno misure numeriche o statistiche che restano costanti a differenza della curva gaussiana).

  26. La complessità viene da lontano • Non basta più sapere e tener conto che esiste un feedback e che questo influenza il comportamento degli elementi del sistema ma, a ciò, si deve aggiungere la consapevolezza che tali elementi (oggetti / soggetti) possono autonomamente modificare il proprio comportamento con il fine di ottenere risultati migliori. • I sistemi complessi sono tipicamente “aperti”, cioè influenzati dall’ambiente esterno, evolvono in maniera non lineare e non prevedibile, dando vita a fenomeni “emergenti” (google, un ingorgo…), sensazionali e talvolta estremi. Fenomeni, cioè, che non si possono prevedere basandosi sulle leggi o le proprietà che regolano i singoli elementi del sistema né tanto meno dall’analisi del comportamento passato di ciascun elemento.

  27. Il primo passo è: • acquisire la consapevolezza che negli attuali sistemi complessi basarsi sulle previsioni, secondo modelli tradizionali, è come basarsi su una scommessa per il proprio futuro o pensarla come il pollo di Russel; • I concetti usati per illustrare i modelli di comportamento e management delle imprese come dei territori in tali condizioni fanno riferimento alla stabilità e elasticità (Pascale, 1992, p.137) piuttosto che alla stabilità e resilienza (Lazlo, 1985, p.379) o all’asimmetria. Il principio su cui si basano è lo stesso: creare le condizioni in cui le conseguenze favorevoli siano superiori a quelle negative ovvero “concentrarsi sulle conseguenze (che si possono prevedere) piuttosto che sulla probabilità (che non si può conoscere)” che un evento accada.

  28. DOVE STIAMO ANDANDO ?

  29. DOVE STIAMO ANDANDO: EMPATIA ? “Il nuovo uomo proteiforme …..ha una percezione di se stesso e del nuovo mondo abbastanza diversa da quella dei suoi genitori e dei suoi nonni. Se le generazioni del passato pensavano a se stesse come gente di <carattere> o di <forte personalità> - in conformità ai valori della produzione prima, e del consumo poi - la nuova generazione si percepisce come composta da <interpreti creativi> che si muovono con disinvoltura tra trami e palcoscenici recitando le diverse recitazioni messe in scena dal mercato culturale. La nascita del nuovo sé proteiforme deve molto all’incremento di densità delle interazioni tra persone causata dai mezzi di trasporto e dagli strumenti di comunicazione moderni, oltre che dalla vita urbana. Il ventesimo secolo è stato il secolo dell’urbanizzazione ….. Ferrovie, navi a vapore, automobili, aeroplani, telefoni, telegrafi e in seguito radio e televisione, hanno compresso sempre più lo spazio e il tempo. … Nelle piccole comunità , dove tutti si conoscono, il nucleo centrale del sé di un individuo si forma in età giovanile e rimane coerente e prevedibile per tutta la durata della vita, nell’ambiente più anonimo e difficile della grande città l’individuo è costretto a un mimetismo maggior, per reagire in modo adeguato alle molteplici opportunità che continuamente gli si presentano.” • RETI • SISTEMI • IL CAPITALISMO DISTRIBUITO • ESSERE AUTENTICO • EMPATIA • BIOSFERA http://www.youtube.com/watch?v=l88Ol2Yjt-M

  30. DOVE STIAMO ANDANDO: RIAVVIAMO IL SISTEMA ? • COLLABORAZIONE • APERTURA • CONDIVISIONE • INTEGRITA’ • INTERDIPENDENZA

  31. DOVE STIAMO ANDANDO:IL SACRO E IL DIVINO ?

  32. DOVE STIAMO ANDANDO: TURISTA O VAGABONDO ? • “ La postmoderna strategia di vita impone di evitare come il fuoco tutto ciò che esiste per sempre, nei secoli dei secoli e finché morte non ci separi. La figura del turista è la personificazione di tale dribbling • Riescono a compiere un’impresa eccezionale, non appartenendo a nessuno dei luoghi che visitano e restando sempre e soltanto ospiti di passaggio. Ovunque si trovino sono “ al di fuori” . Il turista si tiene distante da tutto e da tutti e fa quel che può (e può molto) affinché la distanza non si accorcia • la nostra nuova persona viaggia leggero con oggetti “usa e getta”, pronto a muoversi secondo bisogni e sogni, non decidendo quasi mai quanto fermarsi in un luogo, con l’obiettivo di viaggiare e non come il pellegrino di percorrere un tragitto prestabilito. E quando si ferma “il luogo della sosta è un accampamento, non una dimora”, il suo mondo è fatto di “vedute non di forme”, non sta a casa per sua scelta • Al lato opposto il vagabondo. “ Buie lune che scintillano della luce riflessa di fulgidi soli. Mutanti dell’evoluzione postmoderna, repliche distorte e menomate di una specie nuova, che si è adattata alle esigenze del nuovo mondo postmoderno. In un mondo costruito come una fabbrica di turisti, i vagabondi sono scarti produttivi che intasano i depositi delle fabbriche.”

  33. DOVE STIAMO ANDANDO: TECHNIUM ? • “IL “TECHNIUM”VA OLTRE L’HARDWARE E LE MACCHINE, PER INCLUDERE LA CULTURA, L’ARTE, LE ISTITUZIONI SOCIALI, E LE CREAZIONI INTELLETTUALI DI OGNI GENERE” • “ LA TECNOLOGIA VUOLE COSA LA VITA VUOLE: • COMPLESSITA • DIVERSITA’ • SPECIALIZZAZIONE • UBIQUITA’ • LIBERTA’ • MUTUALISMO • BELLEZZA • FACOLTA’ SENZIENTE • STRUTTURA • EVOLVIBILITA’

  34. DOVE STIAMO ANDANDO: VALORI CONDIVISI ? • L’intera società attuale (pubblico e privato, amministrazione pubblica e imprese private, imprese sociali) deve rivisitare le loro attuali posizioni e interazioni. • Il progresso come una obiettivo unitario e integrato e non come derivata di una lotta tra opposte concezioni, tra permessi e licenze, tra profitto e rendicontazione sociale. • Non più la “mano invisibile” di Adam Smith, ma condivisione da parte dell’impresa con l’ambiente esterno, con il territorio di riferimento (i cluster) delle politiche di sviluppo economiche e sociali. “Il concetto si fonda sulla premessa che sia il progresso economico sia il progresso sociale vanno affrontati con dei principi basati sul valore. Il valore si definisce in termini di benefici in relazione ai costi e non in termini esclusivamente di benefici. ....Le imprese tuttavia, non hanno quasi mai affrontato i problemi sociali in una prospettiva di valore, ma li hanno sempre considerati aspetti periferici. Ciò ha reso meno visibili le connessioni tra obiettivi economici e obiettivi sociali. ....Le organizzazioni sociali e le agenzie pubbliche considerano spesso il successo solo in base ai benefici ottenuti o ai soldi spesi. Nel momento in cui i Governi e le ONG cominceranno a ragionare maggiormente in termini di valore , il loro interesse per la collaborazione con le imprese crescerà inevitabilmente.”

  35. DOVE STIAMO ANDANDO: L’ULTIMA GUERRA ?

  36. DOVE STIAMO ANDANDO: POSTMODERNO ? • “una nuova forma di razionalità: una razionalità che,...dopo le pretese totalizzanti dell’idealismo, rinuncia al principio di identità come principio supremo , e che segue percorsi trasversali , non lineari, discontinui. Una razionalità insomma non monolitica , ma secondo quello che sembra essere una parola d’ordine del postmoderno, plurale” G. CHIURAZZI Il Postmoderno, Milano, Bruno Mondadori, 2002 • “Nella società della comunicazione generalizzata e della pluralità delle culture, l’incontro con altri mondi e forme di vita è forse meno immaginario … Vivere in questo mondo molteplice significa fare esperienza della libertà come oscillazione continua tra appartenenza e spaesamento. E’ una libertà problematica,…anche perché noi stessi non sappiamo ancora troppo bene quale fisionomia abbia – facciamo fatica a concepire questa oscillazione come libertà: la nostalgia degli orizzonti chiusi, minacciosi e rassicuranti insieme, è sempre ancora radicata in noi, come individui e come società. Filosofi .mostrandoci che l’essere non coincide necessariamente con ciò che è stabile, fisso, permanente, ma ha da fare piuttosto con l’evento, il consenso, il dialogo, l’interpretazione, si sforzano di renderci capaci di cogliere questa esperienza di oscillazione nel mondo postmoderno come chance di un nuovo modo di essere (forse: finalmente) umani” G. VATTIMO. La società trasparente , Milano, Garzanti (1989) • “Razionalità allargata significa che noi dobbiamo considerare l’incerto come facente parte della nostra razionalità. Avevamo l’abitudine di pensare che il razionale fosse ciò che è certo, ciò che è deterministico. Cercavamo di privilegiare l’essere rispetto al divenire, mentre per me il divenire, non l’essere, è fondamentale dal punto di vista ontologico. Penso che la fisica del nuovo secolo sarà una disciplina impegnata nella determinazione dei meccanismi del divenire – meccanismi astrofisici, biologici – di cui oggi abbiamo solo un’idea molto limitata” I. PRYGOGINE • Reda Benkirane: “La teoria della complessità”. Bollati Boringhieri. Torino, 2007 • http://www.youtube.com/watch?v=nsravNklRes • -

  37. DA DOVE VENIAMO E DOVE STIAMO ANDANDO Fonte: G. Fabris, Societing. Il marketing nella società postmoderna, Egea, Milano 2009.

  38. PARTE II: RESPONSABILITÀ SOCIALE D’IMPRESA LA NASCITA’ DELLA “RESPONSABILITA’”

  39. Il SIGNIFICATO di RESPONSABILITA’ La parola RESPONSABILITA’nasce nella seconda metà del 18° secolo sul modello del francese responsabilité Deriva da RESPONSABILE : “che risponde di”, che è garante di”derivato dal participio passato del latino “respondere”: rispondere impegnandosi solennemente” Dopo ARISTOTELE nel 1788 , il FEDERALIST , raccolta articoli dove viene ripreso il concetto di RESPONSABILITY utilizzato per responsabilità del Governo Americano nei confronti del popolo

  40. Il SIGNIFICATO di RESPONSABILITA’

  41. RESPONSABILITA’ GIURIDICA Il SIGNIFICATO di RESPONSABILITA’:

  42. Il SIGNIFICATO di RESPONSABILITA’: RESPONSABILITA’ MORALE -FILOSOFIA

  43. PARTE II: RESPONSABILITÀ SOCIALE D’IMPRESA “RESPONSABILITA’ SOCIALE” E CONTESTI STORICI DI REFERIMENTO”

  44. CONTESTO STORICO: LA “NASCITA” DELLA RESPONSABILITA’ SOCIALE DELL’IMPRESA • RIVOLUZIONE INDUSTRIALE XVIII e XIX secolo • Industrializzazione dei processi produttivi • Urbanizzazione • Abbandono delle campagne • Da servo della gleba a operaio • Nascita della borghesia • Aumento dei livelli di reddito della popolazione • Rivoluzione Americana • Rivoluzione Francese • Guerre tra Stati e formazione di Stati per affermazione delle Nazionalità • FERROVIE E AUTOMOBILI • TEORIE ECONOMICHE, SOCIALI E FILOSOFICHE • Dalla “ MANO INVISIBILE” al “CAPITALE” • Affermazione della Scienza ( da Pasteur a Edison) • Nascita della Psicanalisi (Freud) • Nascita del romanzo( da Austen a Dickens, Manzoni, Baudelaire, Tolstoi,…) , • dell’impressionismo (da Corot a Cezanne), musica (da Mozart a Wagner) • Nietzsche; Marx, …. • NASCE IL CONCETTO DI RESPONSABILITA’

  45. CONTESTO STORICO: LA “NASCITA” DELLA RESPONSABILITA’ SOCIALE DELL’IMPRESA • IL “PRIMO” XX secolo: CAPITALISMO & COMUNISMO • ovvero il trionfo del MODERNO • Taylorismo per l’organizzazione del lavoro • Fordismo per la catene di montaggio • Prima e seconda Rivoluzione Russa • Prima e seconda guerra mondiale • Occupazione delle fabbriche e Repubblica di Weimar • Fascismo & Nazismo • Wall Street • RADIO & TELEVISIONE • Cortina di ferro • CEE • La conquista dello spazio • TEORIE ECONOMICHE, SOCIALI E FILOSOFICHE • Einstein, Plank, Fermi, Heisemberg, …..Dawkins, Hawking • Picasso, Marinetti,…… Pollock, Warhol • Heidegger,Russel, Popper, Camus, ….. Focault, Deridda • Gropius, Bahaus, Le Corbusier, Mies…. Wright, Venturi, Hadid

  46. CONTESTO STORICO: LA “NASCITA” DELLA RESPONSABILITA’ SOCIALE DELL’IMPRESA • IL “SECONDO” XX secolo e il XXI: POSTMODERNO E COMPLESSITA’ • Caduta del Muro di Berlino • Globalizzazione • Mondo Multipolare • Comu-capitalismo cinese • Immigrazioni • Unione Europea • INTERNET

  47. RASSEGNA DI ALCUNE TEORIE ECONOMICHE 1776 Adam Smith • Divisione del lavoro  interdipendenza sociale  necessità del mercato • Fede nella “mano invisibile”  regolazione spontanea del sistema economico senza bisogno di interventi esterni • Libero scambio a livello interno e internazionale  ruolo non protezionistico e “interventistico” dello Stato in economia (La ricchezza delle nazioni) 1867 Karl Marx (Il capitale) • Valore, plusvalore, pluslavoro (scambio tra merci e denaro) • Introduzione delle macchine impoverimento dei lavoratori + Caduta tendenziale del tasso di profitto  crisi della società capitalista • Concezione marxiana come premessa alle dottrine economiche socialiste/comuniste (economie pianificate)

  48. RASSEGNA DI ALCUNE TEORIE ECONOMICHE Dopo il 1870 Economisti neoclassici (Walras, Marshall, Pareto, …) • Equilibrio del mercato attraverso il modello domanda/offerta • “Marginalismo”  massimizzazione dell’utilità per imprenditori e consumatori XX secolo Milton Friedman (scuola monetarista) John M. Keynes • Studi sulla teoria quantitativa della moneta Inflazione come fenomeno monetario, non utile per risolvere la disoccupazione nel lungo periodo  Controllo della crescita della massa monetaria • Libero mercato  rifiuto di qualsiasi intervento dello Stato in economia • Rifiuto della teoria degli stakeholder e della responsabilità sociale d’impresa • In caso di crisi (insufficiente domanda)  necessità di un intervento pubblico in economia (politiche fiscali e monetarie) per garantire la piena occupazione • Ispirazione al new deal di Roosevelt per uscire dalla grande crisi del ‘29 “La responsabilità sociale di un’impresa è generare profitti”

  49. TEORIE DELL’ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO Taylorismo • identificare per ogni mansione da svolgere un lavoratore adatto al raggiungimento degli obiettivi • rischio di alienazione Fordismo • forma di produzione basata principalmente sull'utilizzo della tecnologia (catena di montaggio) per incrementare la produttività • idea della possibilità di una crescita illimitata della quantità di merci prodotte e degli insediamenti produttivi (fabbriche) sul territorio  gigantismo degli impianti • diminuzione dei costi di trasporto + tecnologie a più alto rendimento  aumento della quantità di beni prodotti + diminuzione dei prezzi + miglioramenti salariali  produzione e consumo di massa  miglioramento della qualità della vita, ma anche spinta all’omologazione

  50. IL PASSATO NEL FUTURO http://www.youtube.com/watch?v=LFBijDU8PpE

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