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3. SPESA PUBBLICA E WELFARE

3. SPESA PUBBLICA E WELFARE. Origini storiche Pensioni Sanità Istruzione Ammortizzatori e assistenza. Origini storiche dei WS. Organizzazioni dei lavoratori (periodo bismarkiano, fine ‘800)  Tutela dei bisogni dei membri Piano Beveridge (G.B), 1942, e socialdemocrazie scandinave

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3. SPESA PUBBLICA E WELFARE

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  1. 3. SPESA PUBBLICA E WELFARE Origini storiche Pensioni Sanità Istruzione Ammortizzatori e assistenza

  2. Origini storiche dei WS • Organizzazioni dei lavoratori • (periodo bismarkiano, fine ‘800)  • Tutela dei bisogni dei membri Piano Beveridge (G.B), 1942, e socialdemocrazie scandinave  la copertura dei rischi sociali: • Perdita del posto di lavoro • Vecchiaia • Salute WS e modello fordista (lavoro e produzione di massa)

  3. Modelli di WS L’evoluzione degli istituti per per perseguire gli obbiettivi di uguaglianza e solidarietà • Modello socialdemocratico (universalismo) • Modello liberale (tutela solo a pochi, il means testing) • Modello corporativo (frammentazione categoriale) • Modello mediterraneo (la famiglia come struttura centrale)

  4. La crisi dei WS • Crisi del modello fordista (società post-industriale, lavoro femminile, lavori parasubordinati) • Globalizzazione (competizione fiscale e dumping sociale, minori CS) • Disciplina fiscale e rigore finanziario • Movimenti demografici e progresso tecnico (l’espansione dei costi)

  5. Le prestazioni dei WS • PREVIDENZA (pensioni di vecchiaia, anzianità e superstiti) • SANITA’ (assistenza di base, farmaci, assistenza specialistica e ospedaliera) • AMMORTIZZATORI SOCIALI (Cassa integrazione, indennità di disoccupazione,infortuni sul lavoro, RMI, assicurazioni maternità) • ASSISTENZA (figli, pensioni sociali, RMI, pensioni handicap e servizi ai non-autosufficienti) • ISTRUZIONE (Istruzione obbligatoria, secondaria, universitaria, scuola materna e infanzia)

  6. Trasferimenti monetari (voucher liberi) vs. trasferimenti specifici (voucher vincolati) • Con perfetta informazione che consente di “identificare” correttamente i beneficiari (“sano” e “malato”) • Con prezzi efficienti (=costi marginali) • In assenza di esternalità • In un contesto puramente benesserista  I TM sono superiori ai TS, dato che consentono all’individuo, a parità di costo per la P.A.,di acquistare il paniere di beni desiderato Fallimento del teorema • Se il servizio pubblico è un bene di merito • Se c’è selezione avversa

  7. FINANZIAMENTO delle spese di WS • I contributi sociali gettito agli enti gestori • + imposte generali (a copertura dei deficit degli enti) • I contributi sociali possono essere assimilati a premi assicurativi commisurati al reddito anziché al rischio MODALITA’ di finanziamento • Regolamentazione di assicurazioni obbligatorie (premi stabiliti dal mercato con criteri attuariali) • Assicurazione sociale (pooling dei rischi, earmarked taxation legata al reddito) • Prestazioni universali sicurezza sociale finanziate da imposte generali

  8. PENSIONI Teoria dei Sistemi pensionistici La riforma in Italia

  9. MOTIVAZIONI dell’intervento pubblicoSicurezza sociale • Prestazioni: Vecchiaia, Anzianità, Superstiti, Invalidità, Pensioni sociali • Pensioni • Motivo previdenziale (assicurativo) • Motivo assistenziale • Sicurezza sociale e fallimento dei mercati assicurativi privati • Incentivo al Risk taking • Incentivo agli investimenti in capitale umano • Sicurezza sociale e offerta dei fattori produttivi (lavoro e risparmio) • Sicurezza sociale e obiettivi equitativi • Beni di merito ed solidarietà tra generazioni

  10. SISTEMI PENSIONISTICI SISTEMA A CAPITALIZZAZIONE (SC) I CS versati sono impiegati nel mercato finanziario; dal relativo montante derivano le prestazioni. SISTEMA RIPARTIZIONE (SR) sulle retribuzioni di chi oggi lavora sono effettuati prelievi che alimentano gestioni pensionistiche che pagano le prestazioni a chi oggi è pensionato.  Esiste un Patto intergenerazionale garantito dallo Stato che assicura ai giovani di oggi un eguale trattamento in futuro.

  11. MODELLO A GENERAZIONI SOVRAPPOSTE SC: la G.2 accantona in t per se stessa in t+1 SR: la G.3 accantona in t+1per G.2 in t+1 • Th. Aaron-Samuelson: • I due sistemi sono equivalenti, a parità di s, • se r=n. SC> (<) SR se r>(<)n.

  12. Caratteristiche dei sistemi pensionistici Rischi: • Tasso di rendimento (interesse) futuro  (SC) • Tasso di inflazione futuro  (SC) • Evoluzione demografica e mercato L (SR) • Dinamica della Produttività di L  (SR) • Sistemi a Contribuzione (obbligatoria) definita (SC con piani aziendali) • Sistemi a Prestazione definita (SR pubblici) • SR tipo retributivo (a Prestazione definita) • SR tipo contributivo (a Contribuzione definita)

  13. LA RIFORMA DINI • Sistema a ripartizione con criterio contributivo di computo: I contributi versati dai lavoratori assicurati determinano le pensioni dei lavoratori in quiescenza; le prestazioni sono collegate ai contributi versati con una remunerazione definita dalla legge e garantita dallo stato. • La separazione tra previdenza (assicurazione) e assistenza (redistribuzione) • La concentrazione delle gestioni pensionistiche:  + equità intragenerazionale

  14. CALCOLO DELLE PENSIONI • P=Montante individuale dei contributi x Coefficiente di trasformazione • Coefficiente di trasformazione uguaglianza tra Monte contributivo e Monte pensioni • Monte contributivo = capitalizzazione al momento del pensionamento dei contributi versati con s=33%, utilizzando come tasso di capitalizzazione g (un indicatore del tasso di crescita) • Monte pensioni = Valore attuale al momento della pensione di una rendita (i cui termini sono dati dalla speranza di vita + reversibilità) con rata costante (P annuale in termini reali, i.e. indicizzata all’inflazione) scontata con un tasso convenzionale r (stabilito con legge)

  15. PREVIDENZA INTEGRATIVA:sistema a 3 Pilastri I PILASTRO Sistema a ripartizione, obbligatorio, pubblico II PILASTRO Fondi pensione (aziendali o di categoria), a capitalizzazione, a partecipazione obbligatoria III PILASTRO Piani pensionistici volontari, individuali, a capitalizzazione  La smobilitazione del TFR (trattamento di fine rapporto, accantonamenti a riserva delle imprese - remunerazione 1,5% annua +7% del tasso di inflazione) e inserimento nel II Pilastro

  16. SANITA’ Sistemi sanitari Le riforme in Italia

  17. Sanità: natura del bene • Sanità come bene intermedio • Prestazioni sanitarie  Cura di uno stato di malattia (bisogno di cure)  livello dello stato di salute di un individuo (functioning) • Stile di vita di + condizioni sociali e ambientali • Prestazioni sanitarie: • Cure mediche di base • Servizi diagnostici, visite specialistiche e ricoveri ospedalieri • Farmaci

  18. Sanità: ragioni dell’intervento pubblico • 1. La presenza di esternalità e meritorità • 2. Gli individui non hanno informazione perfetta sulla natura del prodotto, (prestazioni sanitarie, experience goods): non conoscono ex-ante la produttività delle cure Medico (A)  Paziente (P) • 3. Fallimento dei mercati assicurativi • Moral Hazard ex-post (terzo pagante) • Adverse selection • Probabilità dell’evento malattia prossima all’unità per categorie di assicurati • 4. Insufficienza di offerta e strutture monopolistiche • 13: public privision di cure sanitarie (Pprov.) • 4 : Pprov.+ public productiondi prestazioni (Pprod.)

  19. Modelli di Organizzazione sanitaria: Trade-off tra equità (universalità) ed efficienza (libertà di scelta) • Modello Pubblico • Finanziamento pubblico con la fiscalità generale e produzione in prevalenza pubblica (SSN in Italia prima del 1992 e GB prima del 1989) • Assicurazioni obbligatorie (Mutue) finanziate con payroll taxation (contributi sanitari) (Germania, Olanda) • Modello assicurativo privato (U.S.A.) • Programmi con polizze private • Programmi pubblici: Medicare (>65) e Medicaid (“poveri”); con assistenza indiretta e pagamento prospettico (a tariffa) dei providers • Modello misto • Programmi pubblici: prestazioni base (livelli essenziali) • Programmi privati: mutue per prestazioni integrative • Strutture dis-integrate e metodo a rimborso prospettico (DRG)

  20. MEDICAL CARE TRIAD • La logica assicurativa caratterizza ogni sistema sanitario Governo Imprenditori 1 Assicurazione 2 Paziente 3 Providers flussi di pagamenti flussi di servizi sanitari

  21. Sistemi assicurativi e organizzazione sanitaria I sistemi sanitari si distinguono a seconda di come • 1 e 3 sono integrati o separati: (1+3) è il sistema integrato pubblico puro; 1 e 3 separati è alla base di un “quasi-mercato” (infra) • 2 finanzia 1 con: • Premi assicurativi in caso di assicurazione privata facoltativa • Community rating insurance (obbligatoria) (CRI) • payroll taxation (con quote a carico dei datori di lavoro) in caso di assicurazione obbligatoria pubblica • fiscalità generale, con la mediazione del governo

  22. I quasi mercati in Sanità:Obbiettivi • Limitare il ruolo produttivo dello stato: solo finanziatore o acquirente di servizi a tariffa per i cittadini iscritti ad un sistema sanitario pubblico • Aumentare la concorrenza tra istituzioni pubbliche e tra pubbliche e private: sulla qualità (il prezzo è generalmente fisso) • Dare voce ai destinatari delle prestazioni (le mutue di categoria operano come sponsor) valorizzando la “domanda” e aumentando le possibilità di scelta

  23. I quasi mercati in Sanità:Controindicazioni • Cream skimming (discriminazione degli utenti in base ala rischio) • Organizzazione complessa (transaction costs) • Necessità di controllo ex-ante ed ex-post  capacità di “regolare” il mercato interno, tramite budget, contrattazioni ecc.  Aumenti di spesa pubblica, causati da over-spending ?

  24. Evoluzione del SSN in Italia • Modello Pubblico puro: L. 833/78 • Universalità, gestione in convenzione della medicina di base, produzione pubblica tramite le USL, rimborsi retrospettici, prezzi dei farmaci amministrati • Problemi: • Offerta mal distribuita e inefficiente (qualità scadente, code e razionamento) • Domanda in eccesso (3° pagante) • Modello misto: le riforme ondivaghe 1992-1995, 1999, e 2001 • Aziendalizzazione delle USL (ASL) • Regionalizzazione • DRG • Prezzi dei farmaci controllati • Medicina di base a budget • Le assicurazione integrative regionali

  25. Il modello ibrido italianoraffronto con il NHS-G.B. della managed competition in un servizio pubblico • Nel SSN prevalgono le ASL integrate verticalmente con i presidi ospedalieri (circa il 70%) • Nel SSN c’è una maggiore apertura verso i privati • Nel NHS il ruolo dei purchaser è consolidato e si ispira al principio del selective contracting • Nel SSN i prezzi sono fissati a livello regionale, nel NHS da ogni Hospital trust sulla base di raffronti nazionali dei costi medi

  26. I “3 modelli” prevalenti in Italia Modello burocratico (o dei “comandi”). Diffuso al Centro Sud. - si affida più a strumenti coercitivi (leggi, delibere) che ad un sistema di incentivi e registra un notevole ritardo nell’attuazione delle riforme Modello della concertazione (o della “programmazione negoziata”). Regioni del Nord-Est (Toscana, Emilia, Veneto,..), coerente con la Riforma-ter del 1999. Modello delle regole. Lombardia, modello antagonista alla Riforma-ter del 1999 Gli ultimi due modelli tendono nel tempo a distinguersi in modo più accentuato per alcuni elementi ma per altri a convergere

  27. Modello della concertazione - Punta ad applicare la Riforma-ter del 1999 - Attua una programmazione a livello aziendale, centrato sulle ASL CARATTERI - sostiene una concorrenza limitata a favore di “contratti di programma” tra ASL e Ao-Case di cura private - sostiene una forte integrazione dei presidi ospedalieri nelle ASL - le quote di produzione sono note in anticipo e così gli abbattimenti tariffari in caso di superamento (riduzione del rischio dei produttori).

  28. Il Modello delle regole - Un specie di quasi-mercato CARATTERI - favorisce l’apertura del mercato sanitario al maggior numero di concorrenti privati e quindi fissa “regole” non persegue il metodo dei contratti di programma - favorisce la libertà di scelta dei pazienti (concepiti come consumatori) - punta allo scorporo degli ospedali dalle ASL (AO multipresidio) - attua la concorrenza di confronto (“yardstick competition” tipo ospedali del Medicare, USA), su prezzo fisso - il governo della domanda avviene principalmente ad opera della Regione (abbattimenti tariffari ex-post) per fare rispettare il “tetto di sistema”

  29. LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA (LEA) e il “diritto alla salute” Delimitano il confine della responsabilità pubblica • 1. Assistenza collettiva sanitaria in ambiente di lavoro • 2. Assistenza distrettuale (di base, specialistica, farmaceutica, ambulatoriale, integrativa) • 3. Assistenza ospedaliera Fabbisogno regionale di assistenza Contributo dello stato al finanziamento del SS regionale tramite trasferimenti

  30. ISTRUZIONE Servizio pubblico multidimensionale Gli effetti sull’economia

  31. Istruzione: natura del bene • Istruzione come bene intermedio: • Servizi di istruzione (beni privati)  Conoscenze e titoli di studio  livello di istruzione (functioning) • Famiglia, contesto culturale e impegno  mercato del L • Serviziomultidimensionale • Scuola dell’obbligo • Scuola secondaria • Formazione professionale • Università

  32. Istruzione: ragioni dell’intervento pubblico 1. Esternalità • Fiscal dividend • Esternalità di produzione • Esternalità di consumo 2. Insufficienze di informazione 3. Insufficienze di offerta 4. Funzione di certificazione (adverse selection  signalling) 5. Equità

  33. Nozioni di equità in Istruzione • Bene di merito • Egualitarismo specifico (istruzione di base) • Uguaglianza delle opportunità (diritto allo studio  borse di studio) • Libertà di scelta come valore • Trade-off uguaglianza-libertà di scelta definizione di curricula omogenei e reclutamento per concorso pubblico del personale docente

  34. FINANZIAMENTO dell’ISTRUZIONE • Istruzione primaria obbligatoria finanziamento integralmente pubblico per motivi di equità • Istruzione secondaria e universitaria • partecipazione ai costi (tasse) in misura corrispondente al beneficio diretto individuale • borse di studio e prestiti d’onore garantiti dal settore pubblico  • Con finanziamento tutto privato si perviene ad un livello sub-ottimale di capitale umano

  35. La produzione di servizi di Istruzione • Sistemi di organizzazione mista e decentrata sul territorio • Superamento delle insufficienze di sistemi pubblici e privati • La libertà di istruzione e la certificazione ex-ante (accreditamento) ed ex-post (monitoraggio e verifiche  regolamentazione pubblica) • Finanziamento delle scuole pubbliche e/o private  VOUCHER: • Con topping-up ( libertà di scelta) • Senza ( uguaglianza)

  36. Produzione pubblica e autonomia, concorrenza e regionalizzazione nel sistema scolastico italiano La concorrenza all’interno del sistema scolastico pubblico (e tra quello pubblico e quello privato) • La competizione sulla qualità delle prestazione tra istituti  quasi-mercato (Q-M) • Le condizioni necessarie di un Q-M nell’istruzione  offerta di prodotti differenziati per aree geografiche ed istituti (nel rispetto di standard comuni e uniformi fissati dalla legislazione nazionale) • un certo grado di decentramento territoriale e di autonomia scolastica, in presenza di un settore privato regolato (e accreditato) • Le riforme dei cicli scolastici

  37. Decentramento: la legislazione fine anni ’90,verso il nuovo Titolo V e la devoluzione Alle Regioni : compiti e funzioni • di organizzazione e pianificazione territoriale del sistema integrato (Istruzione e formazione professionale), • di programmazione delle rete scolastica provinciale, • di determinazione del calendario scolastico e di determinazione dei contributi alle scuole non statali. A Comuni e Province : compiti e funzioni • definizione operativa della rete delle istituzioni scolastiche. Ministero della Pubblica Istruzione • ristrutturato su base regionale (Uffici scolastici regionali, USR). Agli istituti • è conferita personalità giuridica e autonomia finanziaria, • è attribuita la qualifica dirigenziale al capo di Istituto, con compiti di gestione delle risorse finanziarie e strumentali

  38. AMMORTIZZATORI SOCIALI e ASSISTENZA Protezione sociale Assistenza e contrasto alla povertà Le riforme in Italia

  39. Ammortizzatori sociali e il rischio disoccupazione:3 istituti base in successione • 1. Garanzia del reddito in caso di sospensione temporanea (Cassa Integrazione) • 2. Sostegno in caso di interruzione definitiva del rapporto di lavoro (Indennità di disoccupazione) • 3. Rete di protezione di ultima istanza (RMI  assistenza) • Finanziamento: • 1+2 Contributi Sociali (CS) • 3.  fiscalità generale (con “prova dei mezzi”)

  40. L’intervento pubblico e gli effetti dell’indennità di disoccupazione • Fallimento del mercato assicurativo: • Probabilità non indipendente • Adverse selection e Moral hazard • Strumento di pace sociale (esternalità) • Ristrutturazioni industriali (insiders vs. outsiders) • Gli effetti distorsivi: • Welfare dependence • La durata del periodo di corresponsione • Workfare • Erogazione del sussidio e incentivi

  41. Ammortizzatori sociali in Italia • Cassa Integrazione ordinaria (CIGO) • Sospensione temporanea (3 m.12 m.); 80% di W • Cassa Integrazione straordinaria (CIGS) • Ristrutturazioni (36 m.); 80% di W • Indennità di mobilità e prepensionamenti • Indennità di disoccupazione • licenziamenti individuali (6 m.); 30% di W • Le proposte di riforma • (verso i tre livelli in successione?)

  42. Programmi Assistenziali • Determinano la natura e le specificità di un modello di WS Obiettivi: 1. contrasto della povertà 2.promozione della solidarietà  disagio personale e sociale 3. Politiche familiari (figli minori, numerosità nucleo familiare, servizi all’infanzia ecc.)

  43. EQUITA’ ed UGUAGLIANZA“nozioni primitive” rilevanti per i sussidi alla persona • A. uguaglianza di fronte alle norme e alle istituzioni (no a discriminazioni in violazione dei diritti naturali) • B. uguaglianza delle opportunità (le chances attribuite dal sistema economico a ciascuno, garanzia del level playing field) • C. uguaglianza dei risultati (end state distribuzione della ricchezza e accesso al consumo di determinati beni) (A+B) equità orizzontale C equità verticale • Le politiche per l’equità richiedono l’acquisizione (costosa) di informazioni sulla condizione economica (skill) e sullo stato di bisogno (need)  asimmetria informativa (adverse selection)

  44. PROGRAMMI ASSISTENZIALI (tipologia) selettivi (benefici soggetti a means testing) universali (tutelano la disponibilità di prestazioni come diritti di cittadinanza) categoriali (riservati a certe categorie specifiche, come lavoratori dipendenti, anziani, minori, portatori di handicap); le ambiguità nella valutazione etica di un WS (assegno solo per figli dei lavoratori dipendenti ?) Modelli estremi: modello residuale (minimal state) modello universale (basic income) Modello intermedio: universalismo selettivo (benefici di protezione sociale tendenzialmente per tutti i “bisognosi” ed eventualmente meritevoli)  vincolo di bilancio

  45. PROGRAMMI SELETTIVI • I programmi selettivi contrastano la povertà con minore uso di risorse pubbliche (minore pressione fiscale) ma 1.la trappola della povertà - per i “poveri” [Ypre<P] 1 EU in + in Ypre da 0 EU in + in Ypostche è sempre = P, invece per i “ricchi” +1+1 2.i costi del means testing -monetari e psicologici, e di stigma sociale 3.i problemi di asimmetria informativa - possibili errori di inclusione (falsi positivi) ed esclusione (falsi negativi)

  46. Misurare l’efficacia dei programmi ·Head count ratio (HCR: percentuale di popolazione che è povera) ·Income gap ratio (IGR: distanza, in media, tra il reddito disponibile dei poveri e la poverty line) La target efficiency ·efficienza verticale (proporzione della spesa del programma di assistenza destinata ai poveri) ·efficienza orizzontale (proporzione della spesa destinata ai poveri rispetto a quella che sarebbe necessaria per azzerare l’IGR) • Il RMI  indicatore di efficienza verticale =1; indicatore di efficienza orizzontale <1: si concentra sui poveri ma non è completamente efficace nel ridurre la povertà

  47. PROGRAMMI integrati imposte-sussidiDividendo sociale • si stabilisce un sussidio per tutti pari a S  P esente da tassazione e finanziato da un’imposta sul reddito (per semplicità lineare) • l’imposta netta per un individuo è Tn = t Ypre- S Ypost = Ypre- T = S + (1-t) Ypre si elimina la povertà a costi elevati per la finanza pubblica

  48. PROGRAMMI integrati imposte-sussidiImposta negativa (IN) a carattere universale Non esistono programmi di spesa, ma una deduzione dalla base imponibile per tutti • imposta netta: T= t (Ypre- Y* ) Ypost = Ypre- T = t Y*+ (1-t) Ypre sussidio (imposta negativa) pari a t (Y*-Ypre) per i “poveri” (problema “incapienti”); con tY*=S i due programmi sono equivalenti.

  49. Gestione degli SCHEMI UNIVERSALI Tutti (non solo di debitori di imposta, ma anche gli “incapienti”) debbono presentare una dichiarazione dei redditi • Gli schemi universali come il DS e l’IN sono molto costosi: per essere efficaci per contrastare efficacemente la povertà debbono contemplare aliquote molto elevate (50%). Il dibattito sul Basic income • Friedman (no poverty trap e responsabilità individuale) • Atkinson Basic income parziale: reddito di partecipazione

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