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Milano, aprile 2010

Milano, aprile 2010. “gestire le nostre maschere”. La prima parte della presentazione è stata tratta da: BRUNO MERONI – LA MASCHERA INEVITABILE – Moretti e Vitali e da articoli dello stesso autore. La maschera si trova ad ogni latitudine

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Milano, aprile 2010

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Presentation Transcript


  1. Milano, aprile 2010 “gestire le nostre maschere” La prima parte della presentazione è stata tratta da: BRUNO MERONI – LA MASCHERA INEVITABILE – Moretti e Vitali e da articoli dello stesso autore

  2. La maschera si trova ad ogni latitudine ed è probabile che tutte le culture sappiano cosa voglia dire MASCHERARSI

  3. Ci si maschera in una molteplicità di modi: • con gli abiti • con i gesti • con le parole • con le professioni di fede • con una buona parte di quella che siamo abituati a chiamare “personalità”.

  4. La maschera è uno stato d’essere, una condizione esistenziale, al punto che, nella maggior parte delle culture antiche e non-occidentali, la parola maschera non esiste:  il mascherato viene semplicemente indicato col nome dell’entità che rappresenta. ciascuno di noi si maschera, frapponendo uno strato artificiale fra la realtà sociale e il nucleodel sé. Mascherandoci quotidianamente, rivestiamo dei ruoli, comunichiamo, ci poniamo in una condizione di difesa o d’aggressione.

  5. La capacità di mentire, è necessaria per la definizione dell’adulto evoca immediatamente un senso di pericolo quando la si avverte nel prossimo, specie se come facoltà molto padroneggiata. Forse è così perché è forte la tentazione di abusarne E’ impressionante come una maschera non indossata risulti un oggetto qualsiasi, inerte, inoffensivo appena indossata si anima di vita propria, quale che sia il portatore

  6. Rappresentare “in maschera” possiede, rispetto alle altre forme del manifestarsi, un valore aggiunto di significazione. Nella nostra cultura, la maschera è il tratto distintivo di molti eroi e super-eroi dei fumetti, (Zorro, Batman, ecc.)

  7. la maschera è un elemento indispensabile nel “processo d’individuazione”, in cui avviene la trasformazione psicologica che consente all'individuo di “diventare ciò che è”. Questo processo d’individuazione non può compiersi senza la maschera, intesa sia come strumento di rivelazione e comunicazione d’aspetti della personalità, sia come strumento d’occultamento d’altri lati della personalità stessa. Un occultamento, a volte, limitato nel tempo e finalizzato proprio alla protezione di quegli aspetti della personalità che devono ancora crescere, irrobustirsi e trovare legittimazione nel Sé. Comunicazione e occultamento sono due azioni indispensabili allo svolgimento del processo individuativo.

  8. La maschera è inevitabile Il carattere necessario assegnato alla maschera è da intendere come impossibilità alla nudità Senza maschera saremmo esposti impietosamente allo sguardo del mondo, al suo giudizio indifferenziato, livellatore, che solo può tener conto dei ruoli collettivi, non degli stati d’animo, della morfologia psichica individuale Il problema sta nel capire se la maschera che necessariamente portiamo sia espressiva della nostra natura autentica oppure se la nostra natura si sia adattata più del dovuto

  9. Nella società occidentale, dove al bambino non è fornita alcuna maschera rituale (come invece avveniva nelle società tradizionali), egli rimane in qualche modo confuso con l’identità arcaica, tra l’altro assai povera, del gruppo familiare con cui si è fino a quel momento identificato. Spesso, non c’è, nell’infanzia-adolescenza, un’affidabile disponibilità di maschere per comunicare e mediare con l’esterno. Nel preadolescente l’individuo ha bisogno di una maschera per comunicare con l’esterno perché non è ancora pienamente formato.

  10. Via via che il bambino cresce e si avvia all’adolescenza il contatto con la spontaneità si problemizza Il profondo, che ha potuto manifestarsi senza veli durante l’infanzia, si celasempre di più E’ come se un progressivo ineluttabile velo avvolgesse il sentire più intimo del bambino che cresce, quasi dover occultare qualcosa di prezioso, di non rivelabile, magari assumendo la maschera del giovane provocatore e arrogante

  11. In realtà, nessuno può presentarsi nudo in società, senza un vestito, una maschera sociale. Occorre, dunque, una maschera, un vestito, più vestiti. E’ necessario che Persona impari a servirsi perfettamente della maschera che l’individuo mette sul proprio volto non solo per nascondere aspetti di sé, ma anche per affermare tratti di un Sé che altrimenti rimarrebbe inespresso. Le maschere, si trovano, si prendono, nella famiglia e nella società circostante. “Bisogna essere ben superficiali per non giudicare dalle apparenze” Oscar Wilde

  12. La disponibilità di maschere ci permette di relativizzare il processo d’identificazione, che, se preso troppo sul serio, può avere effetti disastrosi e costruire personalità tanto non autentiche quanto difficili da “smontare” un processo d’identificazione organizzato in modo flessibile dalla Persona, attraverso l’adozione di successive (o contemporanee) maschere, è diverso, da quanto a organizzato da un Io solenne, con una deplorevole tendenza a prendersi completamente sul serio.

  13. Il problema principale delle identificazioni, infatti, non è tanto quello di costruirle, quanto quello di smontarle. La prima, e più difficile da smontare, è naturalmente l’identificazione con la madre. Dalla buona riuscita di questo “smontaggio” dipende poi la possibilità d’allestimento della Persona, e del suo prezioso teatro psichico.

  14. Indossare una maschera è ritenuta un’azione scorretta, ma è, in realtà, un profondo atto di coraggio. Il coraggio di riconoscere di non potersi esporre come si è. Di ammettere che “come si è” non è sufficiente a comunicare con l’esterno. Il coraggio, insieme, di dichiarare la propria necessità di comunicare. E la propria determinazione a farlo, usando tutte le ambiguità consentite dal mascheramento.

  15. Negli Scout si propongono maschere diverse, in base all’età e alle diverse attività Su una prima “mascheratura” principale, si innestano “maschere” che di volta in volta vengono indossate e buttate La maschera principale è determinata dall’Unità di appartenenza: • Branco • Reparto • Clan

  16. Nel BRANCO tutti sono “mascherati” con i personaggi del Libro della Giungla Nelle attività, i ruoli di ciascuno (Capi compresi) sono quelli caratteristici del personaggio a cui ci si riferisce (ad esempio Akela, i Capi Sestiglia, ecc.) Specifiche attività, poi permettono l’uso di maschere “usa e getta”, ad esempio ….

  17. Nel REPARTO la mascheratura primaria consiste nel rivestire gli abiti dello Scout, del Cavaliere, dell’Uomo del Bosco Nelle attività, i ruoli di ciascuno sono quelli caratteristici del “personaggio” a cui man mano ci si riferisce (ad esempio il Capo Squadriglia, il cuciniere, ecc.) Anche qui specifiche attività, poi permettono l’uso di maschere “usa e getta”, ad esempio ….

  18. Nel CLAN la mascheratura principale è più sottile: si tratta di adulti che testimoniano scelte, a volte “impopolari”, quali: • La scelta di Fede • Il Servizio • La Comunità • La Strada (l’essenzialità e il coraggio) Nelle attività, i ruoli si differenziano anche in base ai diversi modi di vivere la Strada, la Comunità e il Servizio Specifiche attività, poi permettono l’uso di maschere “usa e getta”, ad esempio la revisione del servizio, l’esposizione di quanto fatto in un cantiere, i giochi di ruolo

  19. Quali sono le caratteristiche della maschera che usiamo: In famiglia, con i figli: __________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ Sul lavoro: __________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ Con gli amici: __________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

  20. Quali sono le caratteristiche della maschera che utilizzano i nostri figli: In famiglia: __________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ A scuola: __________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ Con gli amici: __________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

  21. Grazie!

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