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LA PROFILASSI POST-ESPOSIZIONE (PEP)

LA PROFILASSI POST-ESPOSIZIONE (PEP). Rosario La Rosa* Benedetto Maurizio Celesia** * U.O. Mal.Inf.-Azienda Ospedaliera Universitaria Vittorio Emanuele Ferrarotto S.Bambino **U.O.Mal.Inf. Università - Azienda Ospedaliera Garibaldi S.Luigi Ascoli Tomaselli Catania.

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LA PROFILASSI POST-ESPOSIZIONE (PEP)

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  1. LA PROFILASSI POST-ESPOSIZIONE (PEP) Rosario La Rosa* Benedetto Maurizio Celesia** * U.O. Mal.Inf.-Azienda Ospedaliera Universitaria Vittorio Emanuele Ferrarotto S.Bambino **U.O.Mal.Inf. Università - Azienda Ospedaliera Garibaldi S.Luigi Ascoli Tomaselli Catania

  2. CONSAPEVOLEZZA DEL RISCHIO DEFINIAMO PERSONALE SANITARIO… …medici, infermieri, ausiliari socio sanitari, ostetriche, laboratoristi, studenti, contrattisti, specializzandi, volontari… la cui attività comporta contatto con il paziente o con il sangue e con altri liquidi biologici provenienti dal paziente durante l’attività assistenziale, di laboratorio, di sanità pubblica…

  3. Si definisce esposizione a rischio: • Esposizione percutanea (puntura d’ago o ferita da taglio con oggetti taglienti) • Oppure • Esposizione di mucosa o cute non intatta (cute non integra, con abrasioni, o affetta da dermatite) • a sangue infetto, tessuti, o altri fluidi corporei potenzialmente contaminati da agenti infettanti.

  4. INCIDENTE OCCUPAZIONALE

  5. PREVENZIONE PRIMARIA …EVITARE L’ESPOSIZIONE OCCUPAZIONALE AL SANGUE E’ LA VIA PRIMARIA PER EVITARE LA TRASMISSIONE…

  6. Usare oggetti taglienti con cautela • Usare oggetti taglienti (aghi, siringhe, butterfly, cannule, aghi di sutura, bisturi) in un contesto sicuro ed in prossimità di adeguati contenitori per i rifiuti speciali • Eliminare gli oggetti taglienti subito • dopo l’uso negli appositi contenitori • Usare quando possibile “sistemi di sicurezza” • (sistemi sottovuoto, siringhe con ago retrattile etc) • PROGRAMMARE PER TEMPO I PROPRI GESTI PROTEGGERSI

  7. SIROH-EPINET: PRESIDI IMPLICATI NELLE ESPOSIZIONI PERCUTANEE SIROH 2002

  8. PROTEGGERSI • La prevenzione primaria • Gli operatori sanitari dovrebbero AVERE UNA GRANDE FAMILIARITA’ con le PRECAUZIONI STANDARD. • Lavare frequentemente le mani soprattutto prima e dopo aver prestato assistenza al paziente • Usare sempre il materiale per la protezione personale (PPE): guanti, camici, calzature, soprascarpe, occhiali e maschere appropriate alla situazione di assistenza al paziente (sicurezza, economia, rispetto). • I guanti devono essere indossati ogni volta che deve essere effettuato qualunque tipo di accesso venoso o arterioso

  9. “EQUAZIONE DEL RISCHIO” R= P x FE x ET x S R: Rischio di infezione per via ematica P: prevalenza di pazienti infetti FE: frequenza di esposizione ET: efficacia di trasmissione S: suscettibilità dell’operatore

  10. PREVALENZA DELLE INFEZIONI DA HBV HCV ED HIV IN ITALIA ISS CONSENSUS CONFERENCE SU HIV HBV HCV

  11. Il Rischio di infezione appare più elevato quando si verifica: • Una esposizione a elevate quantità di sangue o altri fluidi infettanti • Una esposizione al sangue di un paziente in avanzato stato di malattia. • Una esposizione percutanea profonda • Una esposizione con ago cavo, sporco di sangue • . QUANTIFICARE IL RISCHIO

  12. CONTAMINAZIONE AMBIENTALE • HBV è in grado di sopravvivere in una chiazza di sangue secco su di una superficie in ambiente chiuso (una stanza) fino ad una settimana. (trasmissione parenterale inapparente). • HCV ha una bassa sopravvivenza nell’ambiente e la contaminazione ambientale con sangue HCV+ non comporta rischio di infezione per il personale sanitario. • HIV sembra dotato di scarsa resistenza nell’ambiente esterno….

  13. IL RISCHIO DI INFEZIONE DOPO UNA ESPOSIZIONE È VARIABILE • Dopo CONTATTO PERCUTANEO il rischio di infezione: • Per epatite B (HBV) sierologica clinica • HBsAg + e HBeAg+ è circa 37%-62% 22-31% • HBsAg + e HBeAg- è circa23%-37% 1-6% • Per epatite C (HCV) • è approssimativamente 1.8% (range 0%-7%) • Per il virus dell’immunodeficienza umana (HIV) • è approssimativamente 0.3%

  14. Il tasso di trasmissione dopo esposizione a mucose o cute non intatta è più basso di quello dopo esposizione percutanea. QUANTIFICARE IL RISCHIO Ad esempio per HIV dopo contatto con membrane mucose scende al 0.09% e per cute non intatta è ancora più basso

  15. PREVENZIONE PRIMARIA PROFILASSI POST- ESPOSIZIONE

  16. LE LINEE GUIDA

  17. PEP Step 1: TRATTARE IL SITO DI ESPOSIZIONE Usare sapone e acqua per lavare l’area esposta al fluido potenzialmente infettante appena possibile dopo l’esposizione Sciacquare le membrane mucose esposte con acqua Sciacquare gli occhi esposti con acqua e/o soluzione salina NON APPLICARE agenti caustici, o iniettare agenti antisettici o disinfettanti nella ferita

  18. PEP Step 2: REGISTRARE E DOCUMENTARE COMUNICARE IMMEDIATAMENTE L’ESPOSIZIONE OCCUPAZIONALE; Le circostanze dell’esposizione e la gestione della PEP dovrebbero essere registrate in apposite schede Data e tempo di esposizione Dettagli sull’incidente: dove e come, sito di esposizione, tipo di strumentario utilizzato Dettagli sull’esposizione: tipo e quantità di materiale biologico, severità dell’esposizione Dettagli sulla fonte di esposizione: Se il materiale fonte è contaminato da HIV, HBV o HCV; se il paziente fonte è HIV+, determinare stadio di malattia, viral load, storia di terapia antiretrovirale e informazioni sulle resistenze Dettagli sull’operatore esposto: vaccinazione HBV, risposta alla vaccinazione, altre condizioni mediche incluso gravidanza ed allattamento DOCUMENTARE COUNSELING,MANAGEMENT POST ESPOSIZIONE E FOLLOW-UP

  19. PEP Step 3: VALUTARE L’ESPOSIZIONE L’evento “esposizione” dovrebbe essere attentamente valutato per la sua potenzialità di trasmettere HBV, HCV o HIV basando l’analisi su: Tipo di sostanza biologica coinvolta Via di contaminazione Severità dell’esposizione

  20. HIV in Body Fluids sangue 18,000 sperma 11,000 fluidi vaginali 7,000 liquido Amniotico 4,000 Saliva 1 Numero medio di particelle HIV per ml di liquido biologico

  21. PEP Step 3: VALUTARE L’ESPOSIZIONE Una significativa esposizione ad ognuno dei seguenti fluidi biologici implica un elevato rischio di trasmissione di agenti patogeni e richiede ulteriori valutazioni : Sangue Sperma Secrezioni vaginali Liquido Cerebrospinale (LCR) Liquido sinoviale Liquido pleurico Liquido peritoneale Liquido pericardico Liquido amniotico

  22. urine • •sputo • •saliva • •feci • •vomito • •secrezioni nasali • •lacrime • sudore PEP Step 3: VALUTARE L’ESPOSIZIONE Liquidi e fluidi biologici che non implicano di per se un rischio, a meno che non siano visibilmente contaminati da sangue, includono:

  23. FATTORI DA CONSIDERARE NELLA VALUTAZIONE DEL FOLLOW-UP : . Tipo di esposizione Percutanea • membrane mucose • Cute non intatta • Morso con esposizione a sangue di altre persone coinvolte. Tipo e quantità di fluidi/tessuti Sangue • Fluidi contenenti sangue • Fluidi o tessuti potenzialmente infettanti • Contatto diretto con virus concentrato .

  24. FATTORI DA CONSIDERARE NELLA VALUTAZIONE DEL FOLLOW-UP: . Infezione nel paziente fonte Se HBsAg+, valutare la presenza di HBeAg Se anti HCV+ considerare il dosaggio di HCV viral load • Se anti HIV+ considerare HIV viral load e stadio clinico del paziente Suscettibilità dell’operatore esposto • Vaccinazione per HBV e risposta alla vaccinazione • Stato al basale di HBsAg ed anticorpi anti-HBs, anti-HCV e anti-HIV Il test per HbsAb, anti-HCV, e anti-HIV dovrebbe essere effettuato prima possibile (preferibilmente entro 72 ore)

  25. esposizione PEP 24-48 ore Primi eventi in corso di infezione da HIV 3-4 giorni > 5 giorni

  26. Integrazione DNA virale con DNA cellulare

  27. BASSA ADERENZA INADEGUATA CONCENTRAZIONE FARMACO RESISTENZE FALLIMENTO TRASMISSIONE TERAPEUTICO CEPPI RESISTENTI

  28. ESPOSIZIONE AD HCV NON ESISTONO RACCOMANDAZIONI PER LA PEP HCV • Gli operatori sanitari esposti dovrebbero comunque ricevere: • Un appropriato counseling • Test • Follow up

  29. ESPOSIZIONE AD HBV La PEP HBV dovrebbere essere iniziata IMMEDIATAMENTE (preferibilmente entro 24 ore)

  30. ESPOSIZIONE AD HIV La PEP HIV dovrebbe essere iniziata PRIMA POSSIBILE • Non è noto l’intervallo massimo di tempo entro cui la PEP deve essere iniziata. • L’efficacia si riduce sensibilmente dopo 24-36 ore dall’esposizione. • In particolari condizioni un inizio più tardivo può essere considerato

  31. ESPOSIZIONE AD HIV La PEP HIV dovrebbe essere iniziata PRIMA POSSIBILE • Rivalutare l’operatore esposto entro 72 ore dopo l’esposizione, soprattutto se sono disponibili informazioni addizionali sul paziente fonte. • Somministrare la PEP per 4 settimane, se tollerata. • Se il paziente fonte è risultato HIV-negativo, la PEP dovrebbe essere interrotta.

  32. SONO STATI DESCRITTI ALMENO 21 CASI DI FALLIMENTO DELLA PEP HIV DOPO INCIDENTE OCCUPAZIONALE ED UNO DOPO ESPOSIZIONE SESSUALE

  33. RACCOMANDAZIONI PER IL MANAGEMENT DEL PERSONALE SANITARIO POTENZIALMENTE ESPOSTO A HBV, HCV, O HIV L’accesso ai servizi che forniscono la profilassi post-esposizione dovrebbe essere consentito durante tutte le ore lavorative, incluso notte e week-end. HBIG, vaccinazione HBV, e farmaci antiretrovirali per la PEP HIV dovrebbero essere disponibili per l’immediata somministrazione (attraverso servizi in loco o attraverso una rete di collegamenti e/o convenzioni con altre strutture esterne ove sia presente tale servizio). Gli operatori sanitari dovrebbero essere educati a comunicare immediatamente l’esposizione occupazionale, anche perchè HBIG, vaccinazione HBV e PEP HIV hanno maggiore probabilità di essere efficaci se somministrate il prima possibile dopo l’incidente

  34. PEP Step 6: • FOLLOW UP • OPERATORI ESPOSTI A HIV • Follow-up dopo esposizione ad HIV : • • Effettuare la ricerca degli anticorpi anti HIV 6, 12 e 24 settimane dopo l’esposizione • • Estendere il follow-up a 12 mesi se si verifica una infezione da HCV • • Se viene prescritta la PEP, monitorare la eventuale tossicità farmacologica. • Counseling dopo esposizione ad HIV: • • Durante il follow up evitare donazioni di sangue, plasma, organi, tessuti o sperma. • Utilizzare sistemi di barriera durante i rapporti sessuali, non condividere materiale iniettivo ed astenersi da comportamenti a rischio • Offrire un counseling psicologico se necessario • Informare l’operatore sui segni e sintomi della sindrome retrovirale acuta

  35. PEP Step 6: • FOLLOW UP • OPERATORI ESPOSTI A VIRUS EPATITICI (HCV) • Follow-up dopo esposizione ad HCV: • Ripetere test per anti-HCV e ALT almeno 4-6 mesi dopo l’esposizione; confermare i risultati positivi con test supplementari • • Testare per HCV RNA a 4-6 settimane per diagnosi precoce • Counselingdopo esposizione ad HCV: • Durante il follow up evitare donazioni di sangue, plasma, organi, tessuti o sperma • • Le linee guida non raccomandano modifiche nei comportamenti sessuali, gravidanza, allattamento, o attività professionale • • Offrire un counseling psicologico se necessario • .

  36. PEP Step 6: • FOLLOW UP • OPERATORI ESPOSTI A VIRUS EPATITICI (HBV). • Follow-up dopo esposizione ad HBV:: • Testare per anti-HBs 1-2 mesi dopo l’ultima dose di vaccino; • Anti-HBs non possono essere accertati se HBIG sono state somministrate entro 6-8 settimane • Counselingdopo esposizione ad HBV • Durante il follow up evitare donazioni di sangue, plasma, organi, tessuti o sperma. • Utilizzare sistemi di barriera durante i rapporti sessuali, non condividere materiale iniettivo ed astenersi da comportamenti a rischio • Offrire un counseling psicologico se necessario • .

  37. ESPOSIZIONE NON OCCUPAZIONALE

  38. MODALITA’ DI ESPOSIZIONE E RISCHIO DI INFEZIONE DA HIV

  39. PEP ED “ESPOSIZIONE NON PROFESSIONALE” • POICHE’ LA PEP CON FARMACI ANTIRETROVIRALI • non è efficace nel 100% dei casi nel prevenire la trasmissione • presenta un certo rischio per eventi avversi e tossicità • LA PEP DOVREBBE ESSERE OFFERTA SOLO NEL CASO DI ESPOSIZIONI OCCASIONALI (puntura con ago infetto, rottura condom, violenza sessuale etc). • LA PEP NON DOVREBBE ESSERE OFFERTA a persone con comportamenti caratterizzati da frequenti esposizioni a rischio (partner sessuali discordanti che raramente utilizzano il condom o tossicodipendenti che condividono materiale iniettivo) • Valutare l’opportunità di interventi di harm reduction (riduzione del danno).

  40. PEP MODALITA’ DI ESPOSIZIONE E ANALISI COSTO EFFICACIA • Negli Stati Uniti la PEP è stato valutata in differenti scenari: • - cost-effective nel ridurre il rischio di infezione solo nelle situazioni in cui • il partner sessuale era sicuramente HIV+ • o dopo rapporti anali recettivi non protetti con omosessuali o bisessuali con situazione sierologica non nota

  41. REGIMI ANTIRETROVIRALI PER LA PEP NON OCCUPAZIONALE HIV PER 4 SETTIMANE, SE TOLLERATA! MONITORARE LA TOSSICITA’ TESTARE A 4-6, 12 E 24 SETTIMANE

  42. Prevenire è sempre meglio che curare… …e costa anche meno!!!

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