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Guardare il cielo

Guardare il cielo. Viaggio nel tempo attraverso l’astronomia A cura della 1Al e della 1D G dell’IIS A.Volta – Pavia e dei docenti prof. A. Amileni, D. Lorini, A. Panzarasa ( coordinatore). Guardare il cielo. Viaggio nel tempo attraverso l’astronomia

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Guardare il cielo

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Presentation Transcript


  1. Guardare il cielo Viaggio nel tempo attraverso l’astronomia A cura della 1Al e della 1D G dell’IIS A.Volta – Pavia e dei docenti prof. A. Amileni, D. Lorini, A. Panzarasa ( coordinatore)

  2. Guardare il cielo Viaggio nel tempo attraverso l’astronomia A cura della 1Al e della 1D G dell’IIS A.Volta – Pavia e dei docenti prof. A. Amileni, D. Lorini, A. Panzarasa ( coordinatore)

  3. Fin dagli inizi della sua esistenza l’Uomo volse gli occhi al cielo per scrutarlo , e su esso programmare la vita quotidiana per orientarsi per conoscere e contare le stelle,come gli antichi astronomi Per scrutarne il futuro, come gli astrologi per concepirne il modello , la struttura ed il movimento, come i filosofi greci per studiare attraverso esso l’origine e la fisica della materia, come i fisici contemporanei Per cantarlo come i poeti di tutti i tempi L ' UOMO e il COSMO Laudato sii mi Signore Per sorella Luna e le stelle San Francesco d’Assisi Vaghe stelle dell’Orsa Io non credea Tornare ancor per uso a contemplarvi Giacomo Leopardi

  4. L’uomo primitivo guarda il cielo Presto le necessità quotidiana lo portano ad un rudimentale computo del tempo , che avviene attraverso le fasi del dì e della notte le lunazioni le stagioni Fin dagli albori della sua storia l’uomo guarda il cielo e lo scruta con meraviglia e stupore, talvolta con timore, quando i violenti bagliori dei lampi squarciano la notte. Un'eclisse con il suo improvviso accadere doveva incutere un certo timore nell'uomo antico, per non parlare poi dell'improvviso apparire di una cometa o di una supernova.

  5. I monumenti megalitici Enormi monumenti in pietra scoperti in varie aree del mondo, e quindi legati a numerosi popoli Il termine megalitici deriva dal greco MEGA, grande e LITHOS, pietra. Furono eretti a secondo della regione tra la metà del V e il II millennio a.C. , anteriori rispetto alla civiltà egiziana e mesopotamica . I primi risalgono quindi al Neolitico, un età storica che si estende dal 9000 a.C fino al 6000 a.C, periodo importante della storia dell'uomo, in quanto si sviluppa la pratica dell'agricoltura e dell'allevamento, con tutte le conseguenze sull'evoluzione delle società. All’agricoltura sono legate l’esigenza di conoscere i cicli stagionali, così come i riti propiziatori. Di fatto queste sembrano essere le principali funzioni dei monumenti megalitici. Le incisioni rupestri Il simbolo del labirinto è stato ritrovato in tutto il globo terrestre, in iscrizioni rupestri come in decorazioni presenti nelle cattedrali. Questo dei Camuni sembra legato al repertorio rituale del mondo agricolo,connesso in un certo qual modo al periodo della semina e del raccolto,quindi ai cicli

  6. La pietra del tallone I fori di Aubrey Sembra che particolari cerchi di pietra , formati da pietre e da 56 fori, scoperti da Aubrey,servissero a prevedere anche le eclissi. Stonehenge La rovina megalitica conosciuta come Stonehenge si trova nella piana di Salisbury , in Inghilterra del sud. Consiste di una serie di terra, di legname e di strutture di pietra che sono state modificate e ritoccate durante più di 1400 anni. Questo monumento antico di pietre enormi solitarie ha catturato per secoli l’mmaginazione. Vi sono molte teorie circa chi lo ha costruito : si parla dei Druidi, dei Greci, dei Fenici o del popolo di Atlantide. L’epoca individuata va dal IV al III millennio. Gli studi sulla sua destinazione hanno indicato scopi rituali ( sacrifici umani) ed astronomici. Stonehenge appare un osservatorio : dalle posizioni di alcune pietre, in relazione al Sole si possono individuare solstizi ed equinozi, ma anche le fasi della della luna Per le maggiori parte dell'anno, l'alba non può neppure essere vista dal centro del monumento. Ma il giorno più lungo dell'anno, il 21 giugno,il solstizio di estate, il sole sorgente appare dietro una delle pietre principali, la pietra del tallone generando l'illusione che stia in equilibrio sulla pietra.

  7. Gli astrologi di Babilonia Presso i popoli antichi l’osservazione degli astri si lega ad elementi di magia e di religione . Il cielo è soprattutto la dimora degli dei . Si tratta in effetti soprattutto di astrologia. L’astrologia ha preso vita in Oriente, in Mesopotamia, dove l’atmosfera limpida fa apparire i corpi celesti più vicini e più potenti rispetto al fosco cielo nordico. Negli zigurrat i sacerdoti studiavano gli astri e pronunciavano profezie I Babilonesi possedevano una conoscenza piuttosto precisa dei periodi del Sole, della Luna e dei pianeti, oltre alla capacità di prevedere orbite ed eclissi senza l’uso di modelli geometrici. Le conoscenze scientifiche dei Babilonesi in questo campo erano fortemente intrecciate con il mito e la religione. La cosmologia era praticata esclusivamente dai sacerdoti, nei santuari di Eridu e Nippur.

  8. Le tavolette di Ninive Si pensava la Terra come una grande montagna cava che sorgeva dall’abisso (apsu), sotto la volta celeste, immobile e solida, poggiata sull’apsu; sopra la volta celeste si trovavano le acque superiori, ed ancora più in alto vi era la sede degli dei, come il Sole, la Luna e le stelle, che si muovevano secondo orbite circolari. • Nel perimetro dell’antica Ninive sono state ritrovate delle tavolette d’argilla in scrittura cuneiforme Fra esse alcune contenevano scritte astrologiche ed • osservazioni sulla Luna, sul Sole, • presagi per giorni foschi e notti buie, • pronostici dei venti e dalle condizioni meteorologiche, • osservazioni dei pianeti Marte,Venere,Giove e Saturno • ( invece, finora, non si è trovato nulla su Mercurio). • I Babilonesi erano in grado di prevedere le eclissi astrolabio babilonese La Luna Come presso tutti i popoli antichi , anche a Babilonia era oggetto di particolari osservazioni e, oltre a colpire per la sua grandezza e per le sue fasi, sembrava fornire il cronometro di più facile impiego.Per gli astrologi babilonesi il Sole segue in ordine d’importanza alla Luna. Il principio della RAPPRESENTANZA, in date contingenze, un corpo celeste può, per le profezie, sostituire l’altro: quando il Sole è tramontato può, a quanto sembra,essere sostituito in vario modo, specialmente da Saturno, che in molte iscrizioni viene indicato addirittura come "Sole".

  9. I misteriosi Egizi Anche per gli Egizi magia, religione ed astronomia si mescolano. Il Sole e la Luna sono le divinità Ra (Osiride ) ed Iside.Un culto particolare è dedicato alla stella Sirio. Che gli Egizi avessero conoscenze astronomiche Lo sappiamo , oltre che da iscrizioni su sarcofagi, dall’orientamento delle piramidi, che si rifa alle posizioni degli astri. La grande piramide di Cheope , a Giza , é più o meno orientata secondo i punti cardinali e rivolta verso la stella polare dell’epoca. Inoltre la sua posizione geografica (30 ° lat nord) non appare casuale. Se si divide in quarti la terra, e si incrociano al centro meridiani e paralleli si ottiene la posizione della piramide . Altri elementi ( misure, ombra del sole ) hanno fatto pensare questa grande costruzione come ad un osservatorio celeste , od anche ad un grande mappamondo Il Sole viene rappresentato spesso con una barca su cui compie il quotidiano giro intorno al mondo. Oppure con il Faraone, anch’egli considerato divino.

  10. Gli orologi solari Misuravano l’ora attraverso l’ombra dello gnomone Il merkhet Era fatto di una foglia di palma su cu veniva fatto un intaglio e di una squadra con filo a piombo. Con esso si determinava la posizione dei luoghi rispetto alla volta celeste, l’ora e si misuravano i campi Egizi: gli strumenti Il calendario Conoscono i movimenti del Sole e delle stelle e li usano per costruire un calendario , in cui l’anno , di 365 giorni e 6 ore ,inizia proprio con la levata iliaca,la ricomparsa mattutina di Sirio, che coincide anche con l’inondazione del Nilo La clessidra Veniva riempita d’acqua la mattina ed aveva una tacca per ogni ora

  11. Queste popolazioni vivevano nella zona oggi chiamata Penisola dello Yucatan. I Maya avevano una casta sacerdotale ereditaria con gerarchie molto rigide e ben definite. I suoi componenti amministravano i riti preparandosi con digiuni, purificazioni, incensamenti di idoli al canto di preghiere e al suono di musiche. La pratica si concludeva con un sacrificio umano o animale. I calendari I riti di cui abbiamo parlato seguivano un calendario preciso. Al computo del tempo I Maya si dedicarono con una applicazione quasi maniacale. Le conoscenze matematiche e astronomiche dei Maya sono sorprendenti anche perché gli strumenti usati per il calcolo erano solo due bastoncini incrociati e il “laboratorio” era un luogo fisso per l’osservazione. La durata del loro anno solare è più esatta di quella ottenuta con la misurazione del calendario giuliano; esatte sono pure le lunghezze delle lune e la misura della rivoluzione sinodica di Venere rispetto al. Le cognizioni sui periodi lunari erano tali da poter predire le eclissi. I MAYA e il TEMPO

  12. Venere per i Maya era l’oggetto celeste di maggior interesse. Consideravano questo pianeta più importante del Sole. I Maya avevano un Almanacco (codice di Dresda) con la descrizione dell’intero ciclo di Venere suddiviso in cinque settori di 584 giorni cioè 2920 giorni approssimativamente 8 anni o 5 cicli venusiani. Il ciclo comprendeva le congiunzioni - Terra- Venere rispetto al Sole ( periodo di 584 ) - gli allineamenti Terra-Venere- Sole rispetto alle stelle(periodo di 2922 giorni ). Durante la congiunzione inferiore Venere scompare per circa 8 giorni e, quando riapppare, é è il primo oggetto visibile all’alba, si parla quindi di levata iliaca. Venere aveva effetti psicologici sui Maya e le altre culture centro americane ed è stato dimostrato che i loro tempi di guerra erano basati sugli stazionamenti di Venere e Giove. I sacrifici umani avvenivano al momento della prima apparizione di Venere dopo la congiunzione superiore e avevano timore del primo sorgere eliacale dopo la congiunzione inferiore. L’ASTRONOMIADEI MAYA Molte citta’ Maya erano a sud della latitudine 23,5° e quindi si poteva osservare il passaggio zenitale del Sole, due volte l’anno, semplicemente dalla mancanza di ombra , che i Maya attribuirono ad un dio: il Dio Immergente. I Maya descrissero l’Eclittica nei loro disegni come un Serpente a due teste. La Via Lattea era oggetto di forte venerazione,e veniva chiamata Albero del Mondo, un albero fiorito molto grande e maestoso. Gli ammassi nell’Albero erano visti come fonte di vita. L’Albero comprendeva anche il mostro Kawak ,un gigante. In cima all’Albero c’é il dio uccello Principale o Itzam Ye..

  13. I Greci::i filosofi scienziati Gli antichi Greci traccairono alcune delle tappe fondamentali dell’astronomia, soprattutto nella costruzione della struttura dell'Universo. Da Talete a Pitagora, da Eudosso ad Ipparco, ecco solo alcuni dei nomi dei piu` famosi "astronomi" di quel tempo. La scuola dei Pitagorici I Pitagorici applicavano la loro versione matematica della realtà alla struttura dell’Universo, concependolo a forma di sfera e retto da un perfetto ordine. Pitagora fu considerato l’inventore del termine “Cosmo”, che in greco vuol dire “Ordine” per indicare l’Universo. Essi in particolare Filolao confermarono per primi l’idea che la Terra non sta al centro dell’Universo, ma ruoti insieme con il Sole, la Luna e gli altri Pianeti intorno ad un fuoco centrale. Anticiparono quindi la teoria di Copernico , che infatti lì considererà come suoi precursori. Essi supponevano anche che il moto degli astri producesse un suono meraviglioso arrivato dai cieli a noi impercettibile a causa della sua continuità. La scuola ionica Risale al 600 a.C. quando Talete di Mileto, insegnava sulla sfericita` della Terra, sul fatto che la Luna e` visibile solo poiche` riflette i raggi solari,ed affermava che le stelle del cielo erano fatte di "fuoco". Della scuola ionica fece parte anche Anassimandro., che fu il primo a fare delle osservazioni celesti utilizzando strumenti come lo gnomone (pare da lui stesso inventato).

  14. I Greci e i modelli dell’Universo Platone. Fra il 429 ed il 347 a.C., appare una figura che lascera` una notevole traccia del suo passaggio: Platone. Ecco come il grande filosofo descrive, nel "Timeo", l'Universo: "...ed Egli (Dio) lo fece tondo e sferico, in modo che vi fosse sempre la medesima distanza fra il centro ed estremita`....e gli assegno` un movimento, proprio della sua forma, quello dei sette moti. Dunque fece che esso girasse uniformemente, circolarmente , senza mutare mai di luogo....;e cosi` stabili` questo spazio celeste rotondo e moventesi in rotondo". Quello di Platone era dunque un sistema geocentrico, a sfere concentriche, che fu in seguito perfezionato da Eudosso e a cui Aristotele, per altro suo discepolo e amico, attingera` in gran parte. Aristarco Nel III secolo a.C.: Aristarco giunge a ipotizzare una teoria eliocentrica nella quale tutti i pianeti girano attorno al Sole, e il Sole gira attorno alla Terra.Inoltre Aristarco comprese che se fosse stata la Terra a girare attorno al Sole, di conseguenza le stelle avrebbero dovuto essere lontanissime. Infatti il fondo stellato, nel corso dell'anno,non subisce variazioni di parallasse e quindi l'orbita della Terra intorno al Sole doveva essere davvero minuscola rispetto alla dimensione della sfera delle stelle fisse. A quel tempo la sua teoria non fu capita .

  15. La Scuola alessandrina Ad Alessandria d’Egitto fiorì per nove secoli una grande scuola di cultura e di pensiero,che era un centro di attrazione per i migliori artisti, scienziati e tecnici dell’epocaLa biblioteca di Alessandria era la più grande dell’antichità e contenne fino a 40.000 papiri, in cui era racchiuso, si dice, tutto lo scibile dell’antichità. Fu distrutta in un incendio nel 646 d.C., e , oggi,, dopo 1660 anni ,è stata ricostruita, e rappresenta un valore e un simbolo per la cultura contemporanea, araba ed universale • IPPARCO • Ipparco (185-127 a.C.), nonostante abbia contribuito a far abbandonare la teoria eliocentrica di Aristarco, è considerato il più grande astronomo dell'antichità. • Nacque a Nicea di Bitinia , ma trascorse qualche tempo anche ad Alessandria d'Egitto . • Era uno studioso scrupolosissimo e inventò anche degli strumenti appositi per l'osservazione astronomica (come l'astrolabio e la diòttra). • Riuscì a compilare un famoso catalogo delle stelle fisse,circa ottocentocinquanta, fornendo per ciascuna di esse la latitudine, la ongintudine e lo splendore, e classificandole in sei classi di grandezza. • Gettò le basi diella trigonometria • Scoprì fra l'altro, la precessione degli equinozi.

  16. Eratostene misura il raggio terrestre Un astronomo" della scuola alessandina , Eratostene ( 276-195 a.C.), fu il primo a tentare di calcolare la grandezza della Terra con metodo scientifico. Famoso rimane l'esperimento compiuto in un giorno di solstizio d'estate, quando misuro` la distanza del Sole dallo Zenit dalla citta` di Alessandria. Sapendo che a Siene (la moderna Assuan), in quello stesso istante il Sole era esattamente allo Zenit, e conoscendo esattamente la distanza delle due citta`, riusci`, col calcolo, a trovare la lunghezza del meridiano che le congiungeva, visto che Siene ed Alessandria si trovano quasi alla stessa longitudine. Il valore che ne ricavo` fu 250'000 stadi equivalenti a quasi 40'000 chilometri, molto vicino al valore reale.

  17. I nove cieli di Aristotele Il sistema di universo già costruito da Eudosso da Cidno diede lo spunto al grande Aristotele di parlare di astronomia. Egli, infatti, a dispetto degli anni (quasi 1800) in cui le sue teorie resteranno valide per tutti o quasi, non e`da considerare un vero e proprio "astronomo". Aristotele aveva diviso il cosmo in due parti: la prima perfetta e incorruttibile, quella oltre alla Luna, costituita da sfere concentriche ove erano incastonati i pianeti e le stelle; l'altra, sublunare, costituita dal mondo caotico e corruttibile, formata da quattro sfere (Terra, Acqua, Aria e Fuoco) in cui l'ordine era solo una tendenza per ogni cosa. Al di la` della piu` esterna di queste sfere concentriche, quelle delle stelle fisse, Aristotele collocava il "motore" di tutto l'Universo che trasmetteva il moto con una serie di sfere di collegamento per un totale di 55. Questo sistema geocentrico ed incorruttibile, resistera` per ben 18 secoli, fino cioe` alla teoria copernicana. • I Greci, immaginarono modelli nei quali i corpi celesti si dovevano necessariamente muovere secondo orbite circolari, in accordo con l'idea della perfetta simmetria della sfera enunciata da Platone. • La concezione dei moti circolari persistette fino a Keplero e Keplero stesso esitò a lungo prima di abbracciare la concezione delle orbite ellittiche. • Eudosso di Cnido (408-355 a.C.) fu il primo a elaborare matematicamente un sistema di sfere celesti,il sistema delle sfere cristalline chenon era così semplice come comunemente si crede.

  18. Claudio Tolomeo Astronomo e matematico Anche Claudio Tolomeo (100-170d. C.) fu impegnato nella propria attività scientifica ad Alessandria d'Egitto in campo astronomico. La sua principale opera fu l’Almagesto che fu per secoli il testo fondamentale dell’astronomia. Questo è il titolo in lingua araba, poiché ci pervenne attraverso questo popolo. Il suo sistema astronomico si basa nel complesso sulle dottrine di Aristotelee di Ipparco, con notevoli integrazioni e sviluppi, che dovevano spiegare alcune irregolarità dei moti ( moti retrogradi).  L’universo tolemaico è finito, sferico e geocentrico: il sole, la luna e i cinque pianeti (Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno) ruotano attorno alla Terra compiendo un’orbita circolare verso occidente facendo ogni giorno un giro. Dopo Saturno c’è la Sfera delle stelle fisse. I pianeti ruotano attorno ad un punto immaginario , descrivendo un cerchio detto epiciclo, il cui centro descrive un cerchio più grande , il deferente,in modo che la somma del movimento dell’epiciclo con il moto di rivoluzione danno al pianeta un movimento a forma di spiralecosì come appare all’osservatore terrestre

  19. I ROMANI I Romani si occuparono poco di Scienza, se non per scopi ed esigenze pratici . Una di queste era il calendario Il primo calendario usato dai Romani fu quello di Romolo del quale si hanno notizie piuttosto vaghe; probabilmente era di dieci mesi ed il primo mese era Marzo . Viene attribuito al secondo re di Roma Numa Pompilio il calendario lunisolare di dodici mesi di lunghezza variabile tra 29 e 31 giorni che i Romani usarono fino al 46AC (-45); in totale l'anno durava 355 giorni, dieci in meno dell'anno solare, e per compensare questa differenza si ricorreva all'intercalazione di un mese straordinario di 22 o 23 giorni ogni due anni; il mese era noto come Mercedonio o Intercalare. Il primo mese dell'anno era Marzo, cosa che dà ragione del nome dei mesi da Quintile a Dicembre. Lo stile di iniziare l'anno dal 1 Gennaio sarebbe stato introdotto nel 153AC . Il calendario di Numa subì molti aggiustamenti nel corso dei secoli e subì le conseguenze di abusi ed errori da parte dei sacerdoti che lo gestivano e finì per accumulare un ritardo medio di tre mesi rispetto al ciclo delle stagioni, I giorni I Romani contavano i giorni non in riferimento al mese, ma in riferimento alle Calende, alle None e alle Idi. Si contavano quanti giorni mancavano alla solennità successiva tenendo conto sia del giorno di partenza che del giorno di arrivo. Invece di dire "il 12 di marzo" dicevano "mancano quattro giorni alle Idi di marzo", ossia al plenilunio. Questo computo derivava dal calendario lunare dove si era soliti dire quanti giorni mancavano alla luna piena piuttosto che dire quanti giorni erano passati dall'ultima luna piena. Qualità dei giorni I Romani qualificavano i giorni in funzione delle attività religiose e civili che potevano essere svolte.

  20. LE ORE Per i Romani il giorno iniziava al levare del sole. Il periodo tra l'alba ed il tramonto veniva diviso in 12 ore (horae). La durata delle ore era variabile in quanto dipendeva dal tempo effettivo di luce. All'equinozio la durata di un'ora era pari ad una nostra ora, ma al solstizio d'inverno era minore ed al solstizio d'estate era maggiore. Il punto mediano era l'hora sexta, mezzogiorno (meridies). Nella vita militare la notte era divisa in 4 vigiliae o turni di guardia, ciascuna di 3 ore in media. Nella vita civile si usavano dei termini più generici per le varie parti della notte. Si riporta una tabella approssimativa di corrispondenza delle ore. Italiano Latino Da mezzanotte alle 3 tertia vigilia Dalle 3 alle 6 quarta vigilia Dalle 6 alle 7 hora prima Dalle 7 alle 8 hora secunda Dalle 8 alle 9 hora tertia Dalle 9 alle 10 hora quarta Dalle 10 alle 11 hora quinta Dalle 11 alle 12 hora sexta Dalle 12 alle 13 hora septima Dalle 13 alle 14 hora octava Dalle 14 alle 15 hora nona Dalle 15 alle 16 hora decima Dalle 16 alle 17 hora undecima Dalle 17 alle 18 hora duodecima Dalle 18 alle 21 prima vigilia Dalle 21 a mezzanotte secunda vigilia I giorni I Romani avevano inizialmente una periodicità scandita su una base di otto giorni: la nundina. Fu Costantino, nel IV secolo d.C., ad introdurre la settimana, di origine orientale, facendo un compromesso tra mondo pagano e mondo cristiano. La durata di 7 giorni corrispondeva alle attese dei cristiani che ottenevano l'ufficializzazione della settimana ebraica, mentre ai giorni venivano dati i nomi degli dei pagani. I cristiani affiancarono alla denominazione ufficiale dei giorni delle denominazioni loro proprie, in particolare per il sabato e la domenica. I Romani contavano i giorni non in riferimento al mese, ma in riferimento alle Calende, alleNonee alle Idi. Si contavano quanti giorni mancavano alla solennità successiva tenendo conto sia del giorno di partenza che del giorno di arrivo. Invece di dire "il 12 di marzo" dicevano "mancano quattro giorni alle Idi di marzo", ossia al plenilunio. Qualità dei giorni : I Romani qualificavano i giorni in funzione delle attività religiose e civili che potevano essere svolte: Dies fastus Giorno in cui le azioni legali erano permesse Dies nefastus Giorno in cui le azioni legali non erano permesse Dies intercisus, endotercisus Giorni nefasti all'inizio e alla fine, ma fasti in mezzo Dies comitialis Giorni in cui si potevano tenere i Comizi ossia le assemblee pubbliche.

  21. La Riforma di Giulio Cesare Per rimediare a questa situazione, nel 46 a.C. Giulio Cesare procedette a una riforma del calendario, dietro suggerimento, forse, dell'astronomo alessandrino Sosigene e, probabilmente, di vari filosofi e matematici. Dopo aver assegnato la durata di 445 giorni all'anno 708 di Roma (46 a.C.), che risultò così, probabilmente, l'anno più lungo della storia, stabilì che la durata dell'anno sarebbe stata di 365 giorni, e che ogni quattro anni si sarebbe dovuto intercalare un giorno complementare. L'anno di 366 giorni fu detto bisestile, perché quel giorno complementare doveva cadere sei giorni pima delle calende di marzo (facendo raddoppiare il 23 febbraio), e chiamarsi così bis sexto die ante Kalendas Martias (= nel doppio sesto giorno prima delle calende di marzo). Con la riforma di Giulio Cesare (che stabilì così la regola del calendario giuliano) l'anno restò diviso in 12 mesi, dei quali 7 di 31 giorni, 4 di 30 e 1 (febbraio) di 28 o di 29. Inoltre gennaio e febbraio diventarono i primi mesi dell'anno, anziché gli ultimi, com'era stato dai tempi di Numa Pompilio fino ad allora.

  22. Il medioevoIl Medioevo si estende per nove secoli, la sua produzione culturale è ricca e vivace , e si diffuse in tutta l’ Europa occidentale, mediante una lingua comune, il Latino.Il pensiero medievale è permeato da una visione cristiana della vita, tutta orientata a Dio e alla vita eterna dopo la morte Tuttavia il primo periodo , segnato dalle invasioni barbariche e dal feudalesimo,è considerata un età buia per la cultura. Il declino dell’economia, le continue guerre, lo spopolamento delle città non favoriscono l’aggregazione di centri culturali. I testi classici smettono do essere letti . Molti si perdono, altri si salvano grazie al lavoro dei monaci, che li trascrivono nei preziosi codici. Infatti la cultura è affidata i religiosi ed è il pensiero della Chiesa ad influenzare la visione del cosmo. L’abbazia di Monte Oliveto maggiore in Toscana

  23. Gli Arabi Nel Medioevo gli Arabi possedevano biblioteche di centinaia di migliaia di volumi, immensamente più grandi di quelle occidentali In tutte le città si potevano trovare librerie e chioschi di copiatori La più antica Università de mondo è qiuella del Cairo, fondata nel 970 d.C. Gli Arabi arricchiscono di molto l’attrezzatura scientifica soprattutto per le osservazioni e la navigazione. Viene perfezionato in modo mirabile fu l’astrolabio Altro grande sviluppo c’è nella cartografia. Ilgrande atlante di Al Idrisi), cartografo che lavora nella corte di Ruggiero in Sicilia, raggiunge livelli di perfezione unici, La bussolasi ritiene una scoperta forse cinese o araba, in ogni caso furono gli arabi a portata verso l’occidente (fu Claudio Gioia a perfezionarla in modo definitivo). L’invasione araba del bacino del mediterraneo e parte dell’Europa occidentale costituisce uno dei cardini per la trasmissione delle conoscenze arabe in occidente. Le influenze sul mondo occidentale riguardano in modo particolare • l’Astronomia e la Cartografia (con l’utilizzo di nuove tecniche e strumenti), • la nuova numerazione e il calcolo, • la medicina, la chirurgia e l’ottica (di cui gli arabi sono dei grandi cultori) Ed inoltre essa comportò il ritorno alla scienza greco-romana in occidente. Due esponenti di spicco della cultura araba e dei suoi legami con la filosofia greca furono Averroè commentatore di Aristotele Avicenna medico e filosofo.

  24. Il nuovo millennio porta grandi trasformazioni nella società: rinasce il commercio, e con esso riprendono vita le città, che tornano ad essere centri di cultura. Nascono numerosi studi ed Università. L’Europa dilata i confini fino a farli coincidere con il mondo intero. La storia europea si era svolta per molto tempo nelle campagne e nelle città del continente piuttosto che sul mare, verso cui gli uomini medievali guardavano di solito con diffidenza , lasciandolo al dominio dei pirati e dei Saraceni , Le navi però non si avventurano quasi mai in mare aperto, si mantengono per la maggior parte del tempo in vista della terraferma. Infatti le concezioni dell’epoca non prevedono che vi siano terra al di là degli oceani. Contrariamente a un’opinione diffusa, nel Medioevo non si pensava che la Terra fosse piatta o quantomeno non lo pensavano le persone colte. Nella Divina Commedia Dante descrive così il Mondo : la Terra sferica, abitata soltanto nell’emisfero settentrionale e totalmente coperta dalle acque in quello meridionale, con l’unica eccezione dell’isola su cui sorge la montagna del Purgatorio. Il nuovo millennio I limiti del mondo Una cosa sono però le ipotesi formulate dalla scienza e condivise dagli ambienti colti,un ‘altra sono le convinzioni popolari. Così per molti secoli molta gente, ignorando le opinioni dei dotti, aveva continuato a raffigurarsi il Mondo in cui abitava più o meno come un disco piatto, circondato dal mare, i cui limiti erano chiaramente segnati( i ghiacci dell’Artico a Nord e le infuocate sabbie del deserto del Sahara a Sud . Soprattutto a Ovest apparivano a tutti evidenti i limiti del Mondo accessibile agli uomini. Erano le famose Colonne d’Ercole. Al dil à di esse si estendeva un oceano che sembrava infinito e che la fantasia popolare aveva riempito di mostri e di pericoli di ogni genere.

  25. San Tommaso dottore della ChiesaLa ragione e la fede la conoscenza e la rivelazione • San Tommaso fu forse il più grande pensatore medievale ed il massimo rappresentante dell'aristotelismo latino. Nacque presso Aquino nel 1225. Discendente da una nobile famiglia, a diciannove anni entrò a far parte dell'ordine dei domenicani. • Studiò a Parigi e a Colonia sotto la guida di Alberto Magno. • Insegnò in diverse Università , in Italia e in Francia. • San Tommaso sostiene che • non esiste nessun conflitto tra ragione e rivelazione, poiché queste non sono che due vie d'accesso alla conoscenza della verità, la quale è solamente una. • alla teologia, che ha carattere di scientificità, spetta studiare i contenuti della rivelazione, la quale è stata offerta all'uomo per sostenerlo nella conoscenza, che altrimenti non sarebbe raggiungibile • Tommaso d'Aquino fu l'esponente più eminente della scolastica di derivazione aristotelica: il Cristianesimo si era da secoli diffuso in tutta Europa e Tommaso fu il principale interprete del suo apogeo grazie alla riscoperta del pensiero di Aristotele. • Quindi la visione del mondo è quella geocentrica e vi é contrapposizione tra la perfezione delle sfere celesti e l’imperfezione del nostro mondo sublunare.

  26. La rivoluzione di Copernico :dal sistema geocentrico al sistema eliocentrico Gli studi astronomici compiuti a Bologna, lo condussero al tempo stesso ad un'elevata reputazione ed alla disapprovazione del sistema astronomico prevalente:quello definito nel II sec. d.C. da Tolomeo nell' Almagesto. Per rivoluzione copernicana si intende quel lungo e tormentato processo di rinnovamento, iniziato verso la metà del 1500 con l’opera di Copernico, che ha portato ad un nuova visione del mondo. • L'aver costruito una cosmologia, e di conseguenza una fisica così strettamente legata alla teologia, costituirà una grossa, ma non insormontabile, difficoltà al progresso scientifico. • La crisi del pensiero scientifico aristotelico iniziò verso la fine del XIV secolo; in particolare Buridano ed Oresme analizzando con nuovo spirito critico le argomentazioni di Aristotele, portarono buoni argomenti in favore dell'impossibilità di dimostrare che la Terra fosse di necessità il centro immobile dell'Universo. Niccolò COPERNICO (Torun, Polonia, 19/4/1473 - Frauenburg 24/5/1543) Studiò all'Università di Cracovia, dove sviluppò l'interesse per l'astronomia. Venne in Italia e si laureò in diritto canonico a Ferrara. Negli stessi anni divenne canonico di Frauenburg, incarico che tenne fino alla morte.

  27. Ilmodello eliocentrico Anche se l'idea del Sole immobile al centro dell'Universo cominciava ad essere avanzata da vari pensatori, Copernico fu il primo a costruire su questa ipotesi un sistema planetario completo ed autonomo in grado di poter prevedere tutti i fenomeni celesti. Egli espose i suoi studi e la sua teoria nel De revolutionibus orbium coelestium, che fu pubblicato nel 1643, anno che coincise con la morte dell’autore.E' da notare che, sebbene il Sole sia immobile, tutto il sistema non ruota intorno ad esso, ma intorno al centro dell'orbita della Terra, la quale conserva ancora un ruolo particolare nell'Universo. Si tratta cioè, più che di un sistema eliocentrico, di un sistema eliostatico. Se il sistema copernicano è visto come un puro artificio matematico alternativo per descrivere il moto dell'Universo L'aspetto rivoluzionario dell'opera di Copernico risiede nel fatto che, dopo di lui, molti scienziati cominciarono a credere nella realtà fisica di questo modello.

  28. TYCHO BRAHE Il quadrante di Brahe per misurare l’altazza delle stelle Osservando nel 1563 una congiunzione di Giove e Saturno si rese conto che anche le più recenti e aggiornate tavole astronomiche erano in errore di parecchi giorni.   Cominciò a progettare e  collezionare strumenti di osservazione sempre più imponenti che confermarono l'imprecisione e la lacunosità delle misurazioni astronomiche fino ad allora eseguite. Il grande contributo di Tycho Brahe all'astronomia fu infatti soprattutto quello di imporre l'esigenza di misurazioni e osservazioni continue e sempre più precise, a differenza dei precedenti astronomi che, influenzati dalla concezione aristotelica, davano molta più importanza agli aspetti qualitativi che a quelli quantitativi Una curiosa biografia Nato in Danimarca, a Knudstrup, nel 1546, compì gli studi a Copenaghen e in Germania, e si interessò presto di astronomia e di astrologia. Possiamo già farci un'idea della sua particolare personalità da un fatto curioso: arrivò a sfidare a duello un compagno di studi che aveva osato mettere in dubbio le sue capacità matematiche. Ci rimise il naso che si fece poi ricostruire con una protesi in oro.

  29. L’osservatorio personale di Tycho Tycho viaggiò molto. Nei suoi viaggi giunse anche a Praga . Qui il re Federico II, che era un protettore delle arti e delle scienze, per timore di perderlo gli fece un dono favoloso: gli conferì l'isola danese di Hveen con tutte le rendite che produceva e si impegnò a costruirgli un osservatorio a spese dello stato. Nacque così un grande edificio chiamato Uranjborg Tycho visse a Uranjborg per vent'anni, durante i quali raccolse un'ampia collezione di dati che gli sarebbe servita in seguito per costruire il suo nuovo sistema cosmologico. Uraniborg era una singolare costruzione situata nel mezzo di un giardino quadrato circondato da mura come una fortezza e orientato con i vertici verso i quattro punti cardinali. Un secondo edificio, costruito da Tycho in seguito, fu chiamato Stjerneborg (castello delle stelle). Aveva la particolarità si essere in gran parte sotterraneo, probabilmente per porvi gli strumenti in posizioni più stabili che non sulle terrazze. I tetti di questi vani sotterranei erano a forma di cupola e le osservazioni potevano essere eseguite attraverso delle aperture praticate sulle cupole stesse.

  30. Il sistema ticoico Ticho Brahe (1546 - 1601) fu il più grande astronomo osservatore ad occhio nudo di tutti i tempi.Le successive scoperte di Keplero non avrebbero potuto essere realizzate senza la grande messe di dati che Brahe raccolse con grande precisione Osservò inoltre una supernova, da cui ebbe origine la nebulosa del granchio Brahe non accettò il sistema copernicano, ma neppure quello tolemaico di cui mise in evidenza grosse inesattezze. Egli propose un nuovo modello che ben presto sostituì quello tolemaico presso tutti quegli astronomi che non volevano accettare il movimento della Terra. Tutti e cinque i pianeti ruotano intorno al Sole, il quale a sua volta sua volta ruota, insieme alla Luna, intorno alla Terra, ancora ferma al centro dell'Universo. Fu un grande astronomocontributo di Brahe all'affermarsi del modello eliocentrico fu comunque determinante. Oltre che rendere possibili le scoperte di Keplero, egli distrusse completamente il concetto di sfere solide, introducendo quello di orbita. Brahe e Keplero L’astronomo e il matematico

  31. Tutte queste scoperte confermano nella mente di Galileo, la realtà fisica del modello copernicano. Non è così, per la maggior parte dei suoi contemporanei. Molti di essi inoltre confutavano la realtà fisica di quello che si vedeva attraverso il cannocchiale, rifiutandosi perfino di guardarci dentro. Ma la teria copernicana contrasta con il modello cristiano del cosmo. L'inquisizione bolla come eretica questa teoria e proibisce formalmente a Galileo di appoggiarla. Il testo "De Revolutionibus Orbium Coelestium" di Copernico viene messo all'indice. Nell'aprile del 1630, Galileo termina di scrivere il "Dialogo sui due massimi sistemi del mondo", nel quale le teorie copernicana e tolemaica vengono messe a confronto; Papa Urbano VIII, esaminato il "Dialogo", ne proibisce la distribuzione e fa istituire dall'Inquisizione un processo contro Galileo. Galileo e la Chiesa Lo scienziato, gia' anziano e malato, viene chiamato a Roma nel 1633, dove viene processato e gli viene richiesto di abbandonare la teoria copernicana. Imprigionato e minacciato di tortura, Galileo viene costretto ad abiurare pubblicamente e viene condannato alla prigione a vita, ma poi gli viene concesso di scontare la pena nella sua villa di Arcetri, vicino a Firenze.Nel luglio dello stesso anno, comincia a scrivere il "Discorso intorno a due nuove scienze attinenti alla meccanica e ai movimenti locali". Muore, malato e ormai cieco, l'8 gennaio 1642, nella casa di Arcetri.

  32. Per quanto riguarda l’ASTRONOMIA, egli dichiarò la sua adesione alla teoria copernicana . in contrapposizione alla concezione geostatica del cosmo elaborata da Tolomeo. L’invenzione del cannocchiale rappresentò una svolta nella sua attività scientifica: perfezionò lo strumento e lo utilizzò per precise osservazioni astronomiche che gli permisero di scoprire la scoperta di montagne e crateri sulla Luna; la Via Lattea come ammasso di stelle; quattro maggiori satelliti di Giove; le macchie solari. Tutto questo contrastava con l’idea del cosmo cristiano che vedeva contrapposti il mondo terrestre “corruttibile” e quello celeste “incorruttibile”. GALILEO GALILEI Galileo Galilei, fisico, astronomo, e filosofo italiano, nacque tra il 1564-1642, è considerato uno dei fondatori della rivoluzione scientifica del XVII secolo. Nell’ambiente stimolante di Padova, Galileo inventò un “compasso” geometrico-militare, e realizzò numerosi esperimenti che lo condussero alla scoperta delle leggi che regolano la caduta libera dei gravi.

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