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Decision making in condizioni di incertezza

Decision making in condizioni di incertezza. Programma : Acquisire una serie di strumenti/nozioni che aiutano a capire meglio come gestire il rischio e l’incertezza. Le credenze. Siamo macchine nate per credere Vediamo quello che ci aspettiamo di vedere

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Decision making in condizioni di incertezza

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Presentation Transcript


  1. Decision making in condizioni di incertezza Programma : Acquisire una serie di strumenti/nozioni che aiutano a capire meglio come gestire il rischio e l’incertezza

  2. Le credenze Siamo macchine nate per credere Vediamo quello che ci aspettiamo di vedere Traiamo le conclusioni che ci aspettiamo di trarre Lo facciamo “in automatico”: anche se non vogliamo … Perché? Quale valore adattativo ha questa nostra modalità di funzionamento? Motore primo dell’evoluzione del cervello in Homo Sapiens: Linguaggio? Comportamento sociale? Tecnologia? Il rapporto causa-effetto: la regolare associazione tra due eventi costituisce un buon fondamento per presumere che tra i 2 esista un’interazione causale

  3. Le credenze Gli umani aborrono la scarsità di informazioni e cercano sempre di spiegare quello che accade: le “credenze” sono il risultato di questo lavoro (anche la scienza è una “credenza”) Le credenze sono generate da un mix di: Esperienza Cognizione Emozione Intuizione La loro acquisizione è condizionata da un mix di: Sound reasoning Dipendenza da autorevolezza Enfatizzazione coincidenze Alterazione prove Ragionamenti circolari Aneddotica Ignoranza della scienza Carenza di logica Acquisite, hanno grande inerzia: no cambiamento Dissonanza cognitiva: no evidenza contraria

  4. Decisioni: storytelling, processi decisionali Raccontare storie e decidere sono due parenti stretti: vediamo cosa li accomuna. Lo “storytelling” Processi decisionali

  5. La narrazione La nostra mente è stata progettata per pensare in termini narrativi: eventi presentati in sequenza con una loro logica e dinamica interna che appaiono come un’unità dotata di senso compiuto I nostri ricordi più importanti sono organizzati in forma di storia Una mente programmata per pensare in termini narrativi rende difficile capire, accettare il ruolo del caso

  6. La narrazione I politici sono narratori di storie: i grandi leader sono creatori di storie Noi tutti viviamo di storie. Tutte le nostre relazioni (coniugali, genitoriali, amicali, lavorative) sono basate su storie Spesso agiamo coerentemente con ciò che narriamo a noi stessi della nostra vita La narrazione rinforza la memoria: il ricordo è ricordo di un ricordo. Ogni volta che si estrae un ricordo dalla memoria e lo si “narra”, lo si modifica, rinforzandolo (riverberazione)

  7. La narrazione estrema La paranoia è una forma estrema di storytelling: come tutte le forme estreme, aiuta a capirne la dinamica Il paranoico: raccoglie una serie di eventi (anche scollegati) li collega in uno scenario coerente ci aggiunge la mania di persecuzione Lo storytelling scientifico: fa congetture sottoponibili a esperimenti fa previsioni verificabili

  8. Narrazione, informazione e spazio Siamo attratti da storie che sintetizzano la realtà, semplificandola Inoltre, il nostro cervello non può fare a meno di attribuire significato (legame causa-effetto) alle cose La teoria dell’informazione ha 3 problemi centrali: 1) ottenere informazione costa 2) immagazzinare informazioni costa 3) recuperare e manipolare informazioni costa Lo storytelling: 1) genera informazione 2) la compatta, riducendone i costi di immagazzinamento 3) facilita recupero e manipolazione perché è un ottimo sistema di indicizzazione

  9. Il decalogo della narrazione La narrazione: protegge dalla casualità semplifica la complessità ordina la realtà permette un (falso!) controllo facilita l’esposizione è facile da ricordare crea significato ha dimensione cronologica che simula lo scorrere del tempo rinforza la memoria dinamica coinvolge emotivamente

  10. Processi decisionali: prospect theory Teoria formulata da Daniel Kahneman e Amos Tversky E’ una teoria sulle decisioni in condizione di rischio Rischio: situazione in cui sono stimabili o conosciute le probabilità associate agli esiti di ogni alternativa disponibile Rischio: il territorio del manager La teoria è basata su evidenza empirica Ha gettato particolare luce su 2 importanti fenomeni: framing (effetto contesto) risk aversion (avversione al rischio) e ha consolidato la disciplina dell’euristica (fondata da Herbert Simon)

  11. Framing, risk aversion I due elementi più caratterizzanti della prospect theory sono: Framing: il contesto in cui un individuo opera una scelta ha un effetto determinante sulla scelta stessa (compresa, naturalmente, la formulazione del problema) Risk aversion: nella maggior parte delle persone la motivazione a evitare una perdita è superiore alla motivazione a realizzare un guadagno Inoltre: gli esiti certi sono sovrastimati rispetto a quelli di probabilità incerta (da elevata a media) Infine: fa emergere il limite di formulazioni in cui importa solo l’esito finale (è fondamentale il cammino seguito per arrivare all’esito!)

  12. Euristica Semplici ed efficienti regole che gli umani usano nella vita quotidiana per: risolvere dare giudizi su prendere decisioni su problemi complessi e/o caratterizzati da informazioni incomplete Il sistema cognitivo umano ha risorse limitate: non potendo usare processi algoritmici affronta i problemi usando le euristiche, efficienti (ma tricky) strategie per semplificare problemi e decisioni

  13. Non solo 130.000 anni Homo sapiens è una specie autonoma da 130.000 anni: ma la pressione selettiva che ha portato alla sua nascita ha comunque inciso anche sulle specie antenate Per sopravvivere nell’ambiente della preistoria parecchie specie hanno dovuto sopravvivere in un gioco dove erano simultaneamente prede e predatori Questa pressione ha portato allo sviluppo di capacità di reagire velocemente (ed efficacemente) a una serie di stimoli posti dall’ambiente sia per difenderci (sfuggire), sia per attaccare (cacciare) In queste modo si sono sviluppati parecchi strumenti “istintivi” che ci accompagnano da allora

  14. L’istinto Il tema è spinoso, ma … non siamo una tabula rasa Gli istinti non sono cancellabili: a volte sono solo “controllabili” (sempre con grande difficoltà) L’istinto si è plasmato sull’ambiente (che domina sempre) Quando l’ambiente cambia (e questo accade costantemente) quello che serviva ieri: 1) può mantenere utilità 2) può perderla e restare “neutro” 3) può perderla e diventare dannoso Gli istinti possono condizionare più o meno pesantemente il comportamento perché condizionano le intuizioni

  15. La stima delle probabilità Non serviva più di tanto nella preistoria (e anche nell’antichità): per scarsa ampiezza di “rete” non servivano efficienti tecniche di calcolo della probabilità La matematica della probabilità si è sviluppata a partire dal 1600 grazie alla passione per giochi d’azzardo sempre più sofisticati Essa è utilissima in certi contesti, ma resta (proprio perché recente): 1) non trattabile in modo istintivo 2) fortemente contro intuitiva perché parecchi meccanismi mentali semiautomatici congiurano contro la sua lettura

  16. Accessibilità: un elemento fondamentale Cosa leggete?

  17. Accessibilità: un elemento fondamentale Cosa leggete?

  18. Accessibilità: un elemento fondamentale Cosa leggete?

  19. Intuizione e accessibilità: il punto di partenza Quando applichiamo l’euristica usiamo una serie di stratagemmi (rappresentatività, disponibilità, ancoraggio) che spesso ci mandano fuori strada Questi vizi sistematici su giudizi intuitivi previsioni sono estremamente interessanti Alcuni (non tutti) giudizi su eventi incerti sono mediati dall’euristica, che a volte (non sempre) produce “bias” prevedibili

  20. Intuizione e accessibilità L’accessibilità è uno strumento per misurare l’intuizione E’ la “facilità con cui un particolari contenuti mentali vengono in mente” Per capire le intuizioni dobbiamo capire perché alcuni concetti vengono in mente più facilmente di altri Nel mondo delle intuizioni etichette di categoria dimensioni descrittive (tratti, attributi) valori delle dimensioni sono più o meno accessibili

  21. Accessibilità e intuizioni Il vivente aborre l’incertezza e l’ambiguità Le interpretazioni della realtà in competizione tra loro portano all’emersione di una sola realtà “vincente” Questo concetto è centrale nell’analisi di: giudizi intuitivi preferenze

  22. Ragionamenti deliberati Percezioni automatiche Giudizi intuitivi I ragionamenti deliberati sono basati su strumenti “culturali” che sono • di non immediato apprendimento • spesso altamente contro intuitivi Le percezioni automatiche sono ingestibili perché istintive Le altre percezioni permettono di formulare una teoria dei processi decisionali: System 1 e System 2 I giudizi intuitivi sono costruiti su schemi “innati” configurati dall’interazione con la realtà Giudizi intuitivi e illusioni cognitive Le illusioni cognitive sono il principale pericolo che corriamo quando usiamo i giudizi intuitivi Lo scenario diventa più chiaro quando usiamo questo schema:

  23. La sottile linea rossa Non siamo abituati a “think hard” e spesso ci accontentiamo della prima idea che ci viene in mente La maggior parte degli errori che facciamo è dovuta al fatto che siamo convinti di usare il System 2, mentre invece è al lavoro il System 1 System 2 conosce alcune delle regole che System 1 tende a violare costantemente e cerca di intervenire, riuscendo a volte a correggere giudizi intuitivi erronei Come è rischioso basarsi solo su System 1, così è usare esclusivamente System 2 (modello androide in universo non lineare)

  24. nessuna matematica troppa matematica Scilla o Cariddi? Dobbiamo imparare a muoverci tra una sottile linea dall’equilibrio instabile:

  25. Processo System 1, System 2 Contenuto

  26. I trucchi di System 1 Le tre regole più importanti sono: 1) rappresentatività 2) disponibilità 3) ancoraggio Non dimentichiamo mai che: System 1 è stato forgiato dall’evoluzione darwinistica, in cui è l’ambiente che condiziona lo sviluppo delle specie Le strategie comportamentali di successo che hanno portato allo sviluppo del System 1 sono in gran parte ancora vincenti Conoscere alcune delle regole del suo funzionamento aiuta a scegliere quando fidarsi del System 1, o quando è meglio passare al System 2 L’evidenza di queste regole è empirica: non sappiamo quali siano i reali meccanismi neurali a esse sottostanti: sappiamo “solo” che ci permettono di prevedere i nostri comportamenti

  27. Rappresentatività La scorsa notte un taxi ha investito un passante, lasciandolo gravemente ferito a terra. A Origgio ci sono due società di taxi: la Verde (85 taxi) e la Blu (15 taxi). Un testimone ha affermato che il taxi investitore era blu: approfonditi esami hanno stabilito che la sua affidabilità è dell’80%. Qual è la reale probabilità che il taxi investitore fosse blu, e non verde, sapendo che il testimone ha affermato che è blu?

  28. Rappresentatività La scorsa notte un taxi ha investito un passante, lasciandolo gravemente ferito a terra. A Origgio ci sono due società di taxi: la Verde (85 taxi) e la Blu (15 taxi). Un testimone ha affermato che il taxi investitore era blu: approfonditi esami hanno stabilito che la sua affidabilità è dell’80%. Qual è la reale probabilità che il taxi investitore fosse blu, e non verde, sapendo che il testimone ha affermato che è blu? Il testimone ha visto giusto: 12% (15% di 80%). Blu è blu Il testimone ha visto male: 17% (85% di 20%). Verde diventa blu Il testimone vedrà un taxi blu: 29% (12% + 17%). Blu-blu + verdi-blu Il taxi visto “blu” è effettivamente “blu” solo nel 41% dei casi (12%/29%)

  29. Rappresentatività Giudichiamo una novità in base alla sua corrispondenza a quello che già sappiamo Troviamo regolarità (spesso inesistenti) in sequenze casuali di eventi (la Storia) Ciò che è simile è collegato, quindi le cause somigliano al risultato Gli esempi che sovrastimano le credenze sono sovrastimati I giudizi sulle persone sono pesantemente condizionati da alcune espressioni chiave che le descrivono E’ stata la prima regola euristica chiaramente messa a fuoco da Kahneman e Tversky

  30. Disponibilità In inglese sono più le parole che iniziano con la R, oppure quelle che hanno una R come terza lettera? Sempre in inglese, sono più le parole che iniziano con la K, oppure quelle che hanno una K come terza lettera? Per esempio: Kangaroo, Kitchen, Kernel, oppure acKnowledge, asK, liKe? Roar, Rust, Red, oppure stReet, caRe, boRrow?

  31. Disponibilità In inglese sono più le parole che iniziano con la R, oppure quelle che hanno una R come terza lettera? Sempre in inglese, sono più le parole che iniziano con la K, oppure quelle che hanno una K come terza lettera? Per esempio: Kangaroo, Kitchen, Kernel, oppure acKnowledge, asK, liKe? Roar, Rust, Red, oppure stReet, caRe, boRrow? La maggior parte dei madre-lingua inglese risponde che le prime sono in netta maggioranza, mentre è vero il contrario

  32. Disponibilità Ci fidiamo maggiormente delle informazioni che ci vengono in mente con più facilità La disponibilità “immediata” di un’informazione porta quest’ultima ad avere una forte dominanza su qualsiasi scenario alternativo, specialmente quando si stima il rischio Altro trucco semplice: basta discutere ripetutamente o immaginare un dato scenario, perché gli umani automaticamente lo ritengano più plausibile di quanto in realtà sia In altre parole, gli umani basano le proprie previsioni sulla frequenza di un evento o sulle proporzioni di un campione sul totale sulla facilità con cui riescono a immaginare esempi concreti (e non statisticamente rappresentativi) relativi a quell’evento

  33. Ancoraggio Stimate il risultato delle seguenti operazioni: 8 x 7 x 6 x 5 x 4 x 3 x 2 x 1 = 1 x 2 x 3 x 4 x 5 x 6 x 7 x 8 = Le persone che danno una stima veloce della prima stringa propongono un numero significativamente più alto di quelle che stimano la seconda Oppure: Fate estrarre a caso un numero da 1 a 90 Poi chiedete alle persone di stimare la quantità di Stati africani. Chi pesca numeri alti indica costantemente numeri più alti di chi pesca numeri bassi

  34. Ancoraggio Questo vizio cognitivo porta gli umani a basarsi pesantemente (quindi ad ancorarsi) su singoli “pezzi” di informazione quando devono prendere decisioni Più in dettaglio, durante i normali processi decisionali le persone sono pesantemente condizionate da specifici valori di partenza, sui quali successivamente tarano gli altri valori quantitativi coinvolti nel processo In altre parole, non adattiamo la nostra visione del mondo alle percezioni, ma pieghiamo queste alla nostra visione del mondo

  35. Soluzione Decisione • Definire il problema • Raccogliere tutti i dati possibili • Discernere i dati “salienti” da quelli poco significativi • Creare un’immagine del problema “asciutta” (solo dati salienti • Ipotizzare delle scelte (soluzioni) • Tracciare le possibili evoluzioni nel tempo delle scelte, applicando a ogni scelta la matrice SWOT • “Attaccare” ogni possibile scelta in tutti i modi possibili • Valutare la scelta che presenta meno rischi o più opportunità di guadagno • Formalizzare la decisione ed eseguire con determinazione Processi decisionali Problema

  36. NNT: un caso letterario anomalo Nassim Nicholas Taleb nasce ad Amioun (Libano), 1960 Studia in Francia, Stati Uniti Lavora come trader: derivati, valute, materie prime Opera con la strategia del bilanciere: 85% sicuro, 15% altamente speculativo Crisi del 1986: primi successi 2001: pubblica “Giocati dal caso” (tradotto in 23 lingue) 2004: accademico (Ingegneria del rischio, Politecnico della NY University) e scrittore a tempo pieno 2007: Il cigno nero

  37. Cigni bianchi, cigni neri Di che colore sono i cigni? Bianchi, naturalmente: fino al 1700. XVIII°: colonizzazione Australia. Si scopre che esistono i cigni neri. John Stuart Mill è il primo che usa il concetto di cigno nero come rappresentativo dell’idea: “l’impossibile che diventa possibile”.

  38. Caratteristiche del cigno nero Il cigno nero è un evento incerto e casuale di forte impatto difficile da prevedere che va oltre le normali aspettative che ha un ruolo dominante nella storia Esempi di Cigni neri: attacco alle Torri Gemelle dell’11/09/01 Internet PC La Prima Guerra Mondiale

  39. I tacchini di Fannie Mae La comoda vita del tacchino della Fattoria di Fannie Mae: kg di becchine mangiati ogni giorno per un anno.

  40. I tacchini di Fannie Mae Arriva il giorno di Natale: il consumo di becchime nella Fattoria va improvvisamente vicino a zero: cosa è successo?

  41. Il problema dell’induzione Molte volte diamo inconsciamente per scontato che il futuro sarà come il passato. Sembra evidente: Il passato è certo Il futuro non è certo Eppure ci comportiamo come se: il passato è certo (?) il futuro somiglierà al passato Perché? Perché siamo stati programmati dall’evoluzione per essere così!

  42. La tripletta dell’opacità Perché non possiamo capire? Esistono almeno tre grandi forze che ci ostacolano nel vivere come se esistessero i cigni neri: l’illusione di capire la distorsione retrospettiva sopravvalutare le informazioni disponibili

  43. L’illusione di capire Il mondo è troppo ricco di complessità rispetto alla nostra capacità di coglierne il significato. Qualsiasi attività legata al trattamento di informazione comporta la “compressione” della realtà trattata (la sua semplificazione). Soprattutto, generalmente queste attività tendono a rendere gestibile la casualità dalle vicende mondane. La semplificazione può permettere di leggere meglio la realtà a posteriori, ma non di prevederne gli sviluppi con esattezza.

  44. La distorsione retrospettiva Con il senno del poi tutto è spiegabile più facilmente: tecnicamente il problema è semplice. Prima esiste infatti una possibilità infinita di eventi dell’accadimento. Dopo, l’infinito diventa uno. Prima i possibili eventi sono difficilissimi da trattare (se non in termini di orizzonti di possibilità). Dopo, l’evento accaduto è decisamente più facile da trattare (anche se non semplice).

  45. Sopravvalutare le informazioni disponibili Una delle strategie per gestire l’incertezza è dare estrema fiducia alle informazioni di cui disponiamo. Questa è una delle ragioni per cui siamo particolarmente soggetti alla “sindrome da esperto”: questi è la persona che sa quello che noi non sappiamo. Peccato che questo tipo di sapere (in realtà, nessun tipo di sapere) permette di prevedere i cigni neri.

  46. Ancora più opaco Errore della conferma: quello che vedo è quello che esiste Fallacia narrativa: le storie che danno senso alla realtà Rarità dei Cigni Neri: meglio pensare che non possa accadere Distorsione dell’evidenza silente: è diverso da quello che sembra Canalizzazione: ti difendi solo dalle minacce che conosci Le nostre capacità cognitive si sono sviluppate in un mondo più semplice di quello attuale. In particolare, ci sono 5 trappole particolarmente insidiose.

  47. Errore della conferma Che differenza c’è tra NED/END? Moltissima! No evidence of desease vs Evidence of no disease. In ambiente “semplice” NED è un’ottima strategia: non in un ambiente sofisticato. La verità si costruisce attraverso istanze negative (Cigni Neri), non attraverso conferme positive (che è invece il normale funzionamento della nostra “mental machinery”). La nostra visione della realtà si costruisce generalizzando selettivamente dall’esperienza. Questo ci rende particolarmente “ciechi” a tutti gli eventi particolarmente rari.

  48. Fallacia narrativa Noi amiamo le storie, i riassunti, le semplificazioni perché preferiamo le sintesi ai dettagli. L’universo in cui viviamo è troppo ricco di dettagli: la compressione delle informazioni che raggiungono il nostro cervello è fondamentale per raggiungere la coscienza. Questa modalità biologica di compressione delle informazioni ci fa leggere il mondo meno complesso di quanto sia. Inoltre, ogni volta che ricordiamo un evento, lo ricostruiamo dinamicamente (alterandolo).

  49. Fallacia narrativa Questo “semplice” schema rappresenta il funzionamento delle aree neuro/cerebrali coinvolte nella generazione delle “immagini” che vedono i nostri occhi. La necessità di ridurre la complessità a schemi “gestibili” è fondamentale per il funzionamento della mente. L’elemento fondamentale da ricercare è lo schema: se riesco a schematizzare delle informazioni, non debbo ricordarle tutte, mi basta ricordare il modello. La narrazione produce schemi, quindi semplifica la realtà: semplificare vuol dire perdere informazioni (jpeg vs raw).

  50. Rarità dei Cigni Neri Siamo stati programmati biologicamente per la continuità: i Cigni Neri sono invece il simbolo della discontinuità. La rarità dei Cigni Neri rende estremamente ingannevole l’Estremistan, che sembra essere poco pericoloso. Alcuni di noi diventano per varie ragioni cacciatori di discontinuità (imprenditori, scienziati, artisti): è una logica dove il vincitore tende a prendere tutto. Dal punto di vista dell’edonica è meglio fare tante piccole vincite frequenti che una sola, grande vincita (contrario per il dolore).

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