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Tv e tutela dei minori Regolamentazione comparata in sei Paesi europei

Tv e tutela dei minori Regolamentazione comparata in sei Paesi europei. Roma, 13 novembre 2002. Obiettivi della ricerca. Compiere una ricognizione sui sistemi di tutela dei minori nell’ambito della Televisione generalista in sei paesi europei: Francia Germania Gran Bretagna Olanda Spagna

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Tv e tutela dei minori Regolamentazione comparata in sei Paesi europei

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Presentation Transcript


  1. Tv e tutela dei minoriRegolamentazione comparata in sei Paesi europei Roma, 13 novembre 2002

  2. Obiettivi della ricerca • Compiere una ricognizione sui sistemi di tutela dei minori nell’ambito della Televisione generalista in sei paesi europei: • Francia • Germania • Gran Bretagna • Olanda • Spagna • Svezia • Individuare i principali modelli di riferimento

  3. Metodologia della ricerca • ricerca bibliografica • collazione di documenti e norme • individuazione di un referente straniero e controllo da parte sua dei materiali raccolti • richiesta di contributo “interno” • descrizione del singolo sistema Tv sulla base della sua storia/struttura • analisi gerarchica e cronologica delle fonti legislative e di autoregolamentazione • individuazione dei soggetti deputati alle diverse fasi del processo di regolamentazione • analisi del contenuto delle norme fondamentali e del dibattito in corso • Convegno come momentoconclusivo della ricerca

  4. Il quadro europeo • Francia, Germania, Gran Bretagna, Olanda, Spagna e Svezia hanno recepito la direttiva europea “Televisione senza frontiere” (89/552/CEE) e la sua successiva modifica (97/36/CE) • Il punto di riferimento comune per la tutela in ordine alla programmazione è dunque l’articolo 22 della direttiva 97/36/CE

  5. Direttiva 97/36/CE, art. 22 (1) • “Gli Stati membri adottano le misure adatte a garantire che le trasmissioni delle emittenti televisive […] non contengano alcun programma che possa nuocere gravemente allo sviluppo fisico, mentale o morale dei minorenni, in particolare programmi che contengano scene pornografiche o di violenza gratuita” • “I provvedimenti di cui al § 1 si applicano anche agli altri programmi che possono nuocere allo sviluppo fisico, mentale o morale dei minorenni, a meno che la scelta dell’ora di trasmissione o qualsiasi altro accorgimento tecnico escludano che i minorenni […] assistano normalmente a tali programmi.”

  6. Direttiva 97/36/CE, art. 22 (2) • “Inoltre, qualora tali programmi siano trasmessi in chiaro, gli Stati membri fanno sì che essi siano preceduti da un’avvertenza acustica ovvero siano identificati mediante la presenza di un simbolo visivo durante tutto il corso della trasmissione”. 22 bis: “Gli Stati membri fanno sì che le trasmissioni non contengano alcun incitamento all’odio basato su differenze di razza, sesso, religione o nazionalità”.

  7. Uno sguardo al sistema: regolamentazione o autoregolamentazione ? • In nessuno dei sei paesi analizzati si affida la tutela solo alla regolamentazione o solo all’autoregolamentazione. I diversi sistemi prevedono un’azione complementare: • da parte di un’autorità regolativa che indica i principi e talvolta gli strumenti • da parte dell’emittente che accoglie i principi e applica gli strumenti autoregolamentandosi • da parte di un’autorità di controllo che verifica e sanziona le infrazioni

  8. Forme della regolamentazione • Definizione da parte dell’autorità regolativa di standard qualitativi o quantitativi (es. Cahiers de charge) o di codici di condotta (es. ITC Code), spesso come parte integrante del contratto di concessione • Accreditamento da parte dell’autorità regolativa di quelle emittenti che aderiscono a un Istituto di controllo (es. Nicam) • Sottoscrizione di accordi che prevedono esplicitamente l’adozione di un dispositivo di autoregolamentazione (es. segnaletica)

  9. Forme dell’autoregolamentazione • Definizione di guidelines interne (es. BBC, ARD) • Definizione di un soggetto interno all’emittente responsabile della valutazione dei programmi (es. Comité de visionnage) o di un responsabile per la tutela dei minori (es. Jugendschutzbeauftragte) • Standardizzazione e unificazione dei criteri di valutazione dei programmi da parte di un’associazione di broadcasters (es. Nicam, FSF) • Adozione di fasce orarie convenzionali (es. watershed)

  10. Forme del controllo • Autocontrollo supervisionato dalla autorità regolativa • Controllo ex post da parte dell’autorità regolativa • Controllo ex post da parte di un’altra autorità deputata • Controllo sulla base di segnalazioni e denunce del pubblico

  11. Due modelli principali … che tendono a convergere • Il modello del watershed: uno spartiacque orario tra programmazione familiare e programmazione per adulti (TSF art.22, 2): Gran Bretagna, Germania e (non esplicitamente) Svezia • Il modello della segnaletica: un sistema codificato che informa gli spettatori circa i limiti di età consigliati per la visione di un certo programma (TSF art. 22, 3) Francia, Spagna, Olanda

  12. Il modello del watershed si basa ... • sulla fiducia “istituzionale” del pubblico nei confronti dell’emittente • sul riconoscimento delle aspettative del pubblico familiare da parte dell’emittente • sull’introduzione progressiva durante la serata dei contenuti dedicati a un pubblico adulto Es. ITC Programme Code • 6.00 - 21.00 : programmazione familiare • 21.00 - 22.30 : area di transizione • 22.30 - 5.30 : programmazione per un pubblico adulto

  13. I criteri di applicazione del watershed possono essere ... • dettati minuziosamente dalle guidelines interne o dai codici istituzionalizzati (es. BBC, ARD, ITC): • buon gusto e senso del pudore • modalità di rappresentazione della sessualità • modalità di rappresentazione della violenza • rischio di comportamenti imitativi e antisociali • ingiurie e linguaggio volgare • legati a una valutazione precedente (es. i film) • v.m. 16: 22.00; v.m. 18: 23.00 (Germania) • v.m. 12: 20.00; v.m. 15: 21.00; v.m. 18: 22.00 (GB)

  14. Il modello della segnaletica si basa ... • su un accordo di tipo contrattuale che attribuisce maggiore responsabilità allo spettatore a fronte di maggiori strumenti di informazione e valutazione preventiva della programmazione • sull’adozione di standard di classificazione convenzionali in relazione al target e al tipo di contenuto • sull’eventuale connessione tra classificazione del programma e fascia oraria di messa in onda

  15. La classificazione del programma può essere affidata ... • ai singoli Comité de visionnage attivati presso ciascuna emittente e composti secondo criteri discrezionali (es. modello francese M6: madri di famiglia; France 2: responsabili dei programmi e membri della direzione etc.) • a un sistema informatizzato basato sulla compilazione on line di un questionario dettagliato da parte di un codificatore (es. modello olandese Nicam)

  16. Un esempio di segnaletica: il caso francese Catégorie I: tous publics Catégorie II:déconseillé aux moins de 10 ans des programmes dont certains scénes sont susceptibles de heurter les moins de 10 ans Catégorie III: déconseillé aux moins de 12 ans des programmes pouvant troubler les moins de 12 ans, notamment lorsque leur scénario recourt de façon répétée et systematique à la violence phisyque ou psychlogique (22.00) Catégorie IV: déconseillé aux moins de 16 ans des programmes à caractère érotique ou de grand violence, susceptibles de nuire à l’épanouissement physique, mental ou moral des moins de 16 ans (22.30) Catégorie V: déconseillé aux moins de 18 ans des programmes réservés à un public adulte et qui, en particulier par leur caractère obscène, son susceptibles de nuire à l’épanouissement physique, mental ou moral des moins de 18 ans (24.00)

  17. Un esempio di segnaletica: il caso olandese

  18. Promo, trailer e pubblicità • Promo e trailer sono di norma sottoposti agli stessi vincoli di programmazione delle trasmissioni a cui si riferiscono • La pubblicità (regolata in obbedienza alla direttiva 97/36 CE) è sottoposta ad alcuni limiti relativi a: • utilizzo dei minori negli spot (es. Francia, Spagna) • prodotti dannosi alla salute dei minori (alccol, tabacco) • programmi per bambini e fasce orarie (es. Svezia)

  19. Direttiva 97/36/CE, art. 16 (testo consolidato) 1. La pubblicità televisiva non deve arrecare un pregiudizio morale o fisico ai minorenni e deve pertanto rispettare i seguenti criteri a loro tutela: a) non esortare direttamente i minorenni ad acquistare un prodotto o un servizio, sfruttandone l'inesperienza o la credulità; b) non esortare direttamente i minorenni a persuadere genitori o altre persone ad acquistare tali prodotti o servizi c) non sfruttare la particolare fiducia che i minorenni ripongono nei genitori, negli insegnanti o in altre persone d) non mostrare, senza motivo, minorenni in situazioni pericolose 2. La televendita deve rispettare i requisiti di cui al paragrafo 1 e non deve, inoltre, esortare i minorenni a stipulare contratti di compravendita o di locazione di prodotti e servizi.

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