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Veleni e avvelenamenti

Veleni e avvelenamenti. Veleno: sostanza minerale, vegetale o animale che è in grado di produrre danni funzionali e/o morfologici sull’organismo. Definizione di veleno.

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Veleni e avvelenamenti

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Presentation Transcript


  1. Veleni e avvelenamenti • Veleno: sostanza minerale, vegetale o animale che è in grado di produrre danni funzionali e/o morfologici sull’organismo

  2. Definizione di veleno • Cazzaniga: ogni sostanza che introdotta nell’organismo cagiona malattia (eventualmente anche la morte) con meccanismo chimico o biochimico. • Le Fabre e Le Moau hanno definito l’avvelenamento come una alterazione funzionale più o meno grave provocata da una o più sostanze introdotte nell’organismo • Casarett: si potrebbe definire un veleno come un agente capace di produrre delle risposte dannose in un sistema biologico alterandone seriamente le funzioni o producendone la morte. Virtualmente ogni sostanza chimica conosciuta ha la potenzialità di produrre un danno o la morte se presente in concentrazione sufficientemente elevata. • Puccini • Definizione di tossico o veleno: ogni elemento o composto chimico che, introdotto nell’organismo per adatta via, agisce con meccanismo biochimico e in quantità relativamente piccola, causando uno stato di malattia o la morte • DL50 : in base ad essa si valuta il grado di tossicità: • molto tossica: 1mg/kg • tossica:1-50mg/kg • moderata tossicità:50-500 mg/kg • poco tossica0,5g-5g/kg • non tossicada 5 a 15g/kg • non pericolosa oltre i 15 g./kg

  3. Definizione di veleno • Puccini Definizione di tossico o veleno: ogni elemento o composto chimico che, introdotto nell’organismo per adatta via, agisce con meccanismo biochimico e in quantità relativamente piccola, causando uno stato di malattia o la morte • DL50 : in base ad essa si valuta il grado di tossicità: • molto tossica: 1mg/kg • tossica:1-50mg/kg • moderata tossicità:50-500 mg/kg • poco tossica0,5g-5g/kg • non tossica: da 5 a 15g/kg • non pericolosa oltre i 15 g./kg

  4. CONDIZIONI CHE POSSONO INFLUIRE SULL’AZIONE BIOLOGICA DEL TOSSICO • fattori estrinseci • 1) quantità di sostanza : nel concetto di veleno è contenuto implicitamente quello di dose • 2) altro fattore estrinseco cioè attinente alla sostanza, è la forma sotto la quale viene somministrata, • 3) presenza di sostanze sinergiche • 4) presenza di sostanze che ne rallentano l’assorbimento (necessità di tenere distinto ai fini medico legali il concetto di “dose introdotta” e di “dose assorbita” • 5)modalità di somministrazione rispetto al tempo • 6) modalità di assorbimento (rapida o lenta) • 7) via di introduzione

  5. Condizioni intrinseche all’organismo: • Razza sesso età costituzione • tolleranza • ipersensibilità individuale

  6. Dose, potenziale tossico, • Per le diverse sostanze le dosi necessarie per produrre effetti indesiderati, danni molto seri o la morte variano considerevolmente tra loro. Estremamente pericolose sono le sostanze che provocano la morte in dosi di microgrammi. • Per caratterizzare il potenziale tossico di uno specifico agente si dovrà conoscere sia il tipo di effetto biologico, sia le informazioni relative alla struttura chimica, alle caratteristiche dell’esposizione ed al soggetto

  7. Manifestazione tossica • Per produrre una manifestazione tossica un agente chimico deve poter interagire con specifici siti dell’organismo ed essere presente ad una appropriata concentrazione. per un periodo di tempo sufficientemente lungo. Quindi l’eventuale presenza di una manifestazione tossica dipende dalle proprietà chimico fisiche dell’agente chimico, dalla situazione di esposizione e dalla sensibilità del sistema biologico o del soggetto • I maggiori fattori che influenzano la tossicità in relazione con la situazione di esposizione sono la via di somministrazione, la durata e la frequenza dell’esposizione. • Relazione dose-risposta: è importante conoscere con ragionevole certezza che tra la sostanza in esame e la risposta osservata esista veramente una relazione causa-effetto.

  8. La tossicità è una forma di energia lesiva di natura chimica • La dose da sola non fa il veleno: l’effetto tossico è la risultante di molti fattori oltre la dose che comprendono la velocità di assorbimento, la rapidità di eliminazione, il grado di tossicità legato alle proprietà fisico chimiche del prodotto, i poteri di biotrasformazione dell’organismo, la sensibilità individuale e altre circostanze di specie di cui occorre tenere conto nel complesso procedimento di valutazione medico legale delle prove.

  9. Profilo normativo • In ambito penalistico le conseguenze di un avvelenamento, intese quali lesioni e/o morte del soggetto intossicato, configurano i reati di lesioni personali (artt.582-583-590 C.P.) e di omicidio (artt. 575-584-589) • Relativamente all’omicidio volontario, l’utilizzo di sostanze venefiche ovvero di altro mezzo insidioso determina circostanza aggravante da cui scaturisce la pena dell’ergastolo (art.577 C.P.). Ne deriva che l’applicazione dell’aggravante si effettua non solo per l’utilizzo di veleni, ma altresì di qualunque xenobiotico che risulta essere stato somministrato in modo insidioso. • Per quanto concerne i reati di omicidio preterintenzionale e di lesioni personali dolose, è previsto il riconoscimento dell’aggravante di pena, relativamente all’utilizzo di sostanze corrosive (gas asfissianti)

  10. Altri reati di interesse tossicologico • Reazioni avverse conseguenti ad errore di trattamento farmacologico • Morte e lesioni conseguenti all’assunzione di droghe psicoattive • Avvelenamenti e adulterazioni alimentari • Infortuni sul lavoro e malattie professionali causate da agenti chimici • Classificazione secondo la causale: • Intossicazioni individuali e collettive, in termini di rischio di reali conseguenze lesive, indotte da tossici ambientali • intossicazioni volontarie (criminose, suicidiarie, voluttuarie) e involontarie (accidentali, alimentari, professionali e medicamentose)

  11. Diagnosi di avvelenamento

  12. Criterio circostanziale • Detto anche storico, anamnestico o ambientale, è l’insieme dei dati emergenti dalle indagini attinenti le circostanze spazio temporali del presunto “contatto” con il tossico. • Da tali indagini (deposizioni testimoniali, ispezioni tecniche, verbali di sopralluogo ecc.) si possono acquisire notizie, fatti o circostanze utili a mirare gli accertamenti tecnici sulla tipologia , sulla causa, e sui mezzi dell’intossicazione.

  13. Criterio clinico • Si avvale dell’anamnesi, della documentazione sanitaria e dei fenomeni morbosi obiettivi locali e generali rilevati dal medico o riferiti da altre persone che li hanno osservati al fine di inquadrare il corredo sintomatologico proprio di ciascuna intossicazione.

  14. Criterio anatomo-patologico • Si estrinseca nella possibilità di rilevare delle alterazioni morfologiche, patognomonichee non a carico degli organi ed apparati del soggetto deceduto per sospetta intossicazione. • Tale criterio permette di indirizzare le indagini in due direzioni • escludere rafforzare l’ipotesi • l’intossicazione acuta dell’intossicazione acuta

  15. Criterio chimico-tossicologico • Si fonda sulla dimostrazione qualitativa e quantitativa del tossico nei liquidi biologici e nei tessuti • La determinazione quantitativa deve essere eseguita per le seguenti ragioni: • 1) l’identificazione qualitativa di una sostanza velenosa non è sempre criterio sufficiente per enunciare una diagnosi di avvelenamento • 2) la determinazione quantitativa della sostanza è elemento per giudicare della idoneità del mezzo impiegato. • I risultati delle indagini chimiche non sono sempre sufficienti per emettere un giudizio di avvelenamento nè permettono di escluderlo in tutti i casi. Es. la sostanza tossica è completamente trasformata dall’organismo, ; alcune sostanze sono mortali per dosi minime e sono individuabili solo tramite ricerca specifica. • La putrefazione provoca gravi alterazioni

  16. Protocollo metodologico

  17. RICERCA SU MATERIALE PRELEVATO IN CORSO DI AUTOPSIA • Quando la natura del sospetto veleno è sconosciuta si esegue una ricerca per identificare la presenza delle più comuni sostanze tossiche; uno dei criteri adottati è basato sull’origine o sulla natura dell’agente tossico Questo sistema può essere classificato come segue: • I ) GAS • II )SOSTANZE VOLATILI • III)AGENTI CORROSIVI • IV)METALLI • V) ANIONI E SOSTANZE DI NATURA NON METALLICA • VI)SOSTANZE ORGANICHE NON VOLATILI • OSSIDO DI CARBONIO • %HbCO SINTOMI • 0-10 nessuno • 10-20 lieve cefalea • 20-30 cefalea acuta, nausea vertigini • 30-40 grave cefalea, confusione mentale, vomito • possibilità di collasso • 40-50 idem + tachicardia • 50-60 sincope coma con convulsioni intermittenti • > 60 coma, depressione cardiaca e respiratoria, exitus • Il sangue ricco di HbCO è di colore rossociliegia : una idicativa diagnosi sul cadavere si ha per la presenza delle ipostasi di tale colore • II) SOSTANZE VOLATILI sono liquidi con t di eb. bassa • ALCOOL ETILICO • CONC EMATICA (g/L) EFFETTI • 0,5 diminuzione dei freni inibitori • 0,8-1,2 lazione depressiva sui centri motori, perdita dell’autocontrollo • > 1,5 vera e propria ubriachezza, atassia • 2,5-4,0 irascibilità, nausea, vomito, perdita del tono muscolare, stato stuporoso e comatoso • >4,0 collasso periferico e morte per paralisi dei centri respiratori • III) AGENTI CORROSIVI: acidi e basi minerali molti di questi sono normali costituenti dei tessti: l’effetto corrosivo nel punto di contatto potrà confermare l’avvenuta ingestione • IV) METALLI si determina il composto anche se le forme chimiche non hanno tutte lo stesso grado di tossicità. Il campione viene mineralizzato e poi analizzato in AAS o ICP-PLASMA • VI) SOSTANZE ORGANICHE NON VOLATILI comprendono il gruppo più vasto: farmaci, stupefacenti, pesticidi • Si suddivide in • - acidi forti organici • - acidi deboli organici • - basi organiche • - composti neutri organici • - composti organici anfoteri • ACCERTAMENTI TOSSICOLOGICI NEL CASO DI MORTE DA AVVELENAMENTO • Possono essere suddivisi in tre fasi. • 1) raccolta della storia del caso e degli opportuni campioni • 2)analisi tossicologiche • 3)interpretazione dei risultati delle analisi • 1)STORIA DEL CASO E RACCOLTA CAMPIONI • l’età, • la storia medica, • il lavoro della vittima, • le eventuali terapie praticate prima del decesso, • i farmaci a disposizione della vittima, • l’intervallo di tempo tra l’inizio dei sintomi e la morte • Raccolta dei campioni: viene eseguita dal medico-legale; è necessario raccogliere molti liquidi e organi in quanto i tossici hanno diverse affinità per i tessuti corporei, e possono essere necessarie più estrazioni per l’identificazione del tossico. • Raccolta dei campioni: ogni contenitore deve avere un’etichetta che riporta data e ora dell’autopsia,nome della vittima, natura del campione numero di autopsia, la firma o le iniziali del medico legale. • Conservazione: è fondamentale (catena di custodia) • 2)ANALISI TOSSICOLOGICHE • prima di iniziare l’analisi devono essere presi in considerazione i seguenti fattori: • - quantità di campione a disposizione • - natura del veleno sospettato • - biotrasformazione • Procedura: • Procedura analitica: • - test aspecifici per identificare il gruppo (EMIT) • - conferma per ottenere la difendibilità legale(GC-MS) • 3)INTERPRETAZIONE DEI DATI • fattori da considerare: • storia del caso, • sede del prelievo • trasformazioni post-mortem. • periodo di sopravvivenza tra la sm. del tossico e la morte • trattamenti terapeutici d’urgenza(sm. di liquidi, diuretici, ecc.emodialisi ). • RICERCA DI FARMACI E SOSTANZE DI ABUSO NELLE URINE A SCOPO FORENSE • Le urine sono gli unici campioni analizzati e il numero di sostanze da ricercare è limitato. • Ogni operazione di laboratorio deve essere ben documentata: raccolta del campione, catena di custodia, controllo della qualità procedimenti di analisi • E’ fondamentale la riservatezza su tutti i risultati • Vengono stabiliti i valori limite sia per il test iniziale che per quello di conferma • Concentrazione (ng/ml) • sostanzascreening inizialetest di conferma • metab. cannabinoidi 100 50 • metab. cocaina 300 100 • oppiacei • morfina • codeina 300 • - - • 300 • 300 • amfetaminici • amfetamina, metam. • metilendiossiamf 1000 • - • - - • 300 • 300 • metadone 300 200 • Il valore limite è la concentrazione alla quale o al di sopra della quale il dosaggio è considerato positivo. • Al di sotto del cut off il dosaggio è considerato negativo • L’uso dei valori limite conferisce uniformità nella valutazione dei risultati • SOSTANZE D’ABUSO: EFFETTO SULLA GUIDA • SOSTANZA EFFETTO • Etanolo effetto sdoppiante • cannabinoidi effetto sfuocante della vista • eroina abbassamento della sensibilità alla luce • cocaina si vede tutto più chiaro (se un soggetto è vestito di chiaro diventa invisibile)

  18. Prova del sospetto veneficio • La diagnosi medico legale di avvelenamento o la esclusione di questo, dovranno essere basate non tanto sui risultati di una sola indagine, per lo più insufficiente a dirimere da sola il diagnostico, ma sul complesso degli elementi clinici, anatomo-patologici, chimici, soltanto in base al loro confronto, alla loro concordanza, al loro reciproco integrarsi e coordinarsi, o alla loro discordanza potrà essere enunciato un corretto giudizio medico-legale.

  19. Ossido di carbonio • Gas inodore, insapore, incolore con densità leggermente inferiore a quella dell’aria in cui tende a diffondersi in modo uniforme • Si forma per incompleta combustione dei combustibili contenenti carbonio (carbone, legna, idrocarburi ecc)spesso da attribuirsi a deficienza dell’impianto di tiraggio di stufe e caldaie. • Meccanismo d’azione e tossicità: il CO determina ipossia tissutale. L’aumento di HbCO comporta anossiemia • Legge di Haldane [HbCO]- M PCO M=affinità per Hb • [HbO2 ] P O2 • Lesioni cellulari irreversibili a livello del sistema nervoso centrale • Fattori che accentuano la sensibilità al CO: cardiopatie, anemia, asma, incremento attività motoria

  20. OSSIDO DI CARBONIO • Il sangue ricco di HbCO è di colore rosso ciliegia : una indicativa diagnosi sul cadavere si ha per la presenza delle ipostasi di tale colore

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