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Silvia Stefanovichj Dipartimento Politiche sociali e della salute CISL

PIANO D’AZIONE PER LA COESIONE Programma Nazionale per i Servizi di cura all’infanzia e agli anziani non autosufficienti. Silvia Stefanovichj Dipartimento Politiche sociali e della salute CISL. Quali sono gli ambiti d’intervento del PAC?.

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  1. PIANO D’AZIONE PER LA COESIONEProgramma Nazionale per i Servizi di cura all’infanzia e agli anziani non autosufficienti Silvia Stefanovichj Dipartimento Politiche sociali e della salute CISL

  2. Quali sono gli ambiti d’intervento del PAC? s.stefanovichj@cisl.it Il PAC è lo strumento di riprogrammazione dei programmi cofinanziati dai Fondi Strutturali 2007-2013 La fase I ha interessato quattro ambiti: istruzione, ferrovie, agenda digitale e credito d’imposta per lavoratori svantaggiati. La fase II ha interessato più linee di intervento volte a favorire la crescita e l’inclusione sociale. All’interno di quest’ultima sono previste azioni per i servizi di cura delle persone e per i giovani.

  3. Cos’è il PAC Programma Nazionale per i Servizi di Cura (PAC Programma Cura) per gli anziani e per l’infanzia? s.stefanovichj@cisl.it Il PAC Programma Nazionale per i Servizi di Cura mira a rafforzare l’offerta dei servizi di cura consentendo: • di alleggerire il carico familiare e permettere alle donne di scegliere se partecipare al mercato del lavoro; • di attivare occupazione alimentando filiere produttive ‘sane’. Il Piano servizi di cura delle persone prevede due linee di intervento: • servizi per gli anziani • servizi per la prima infanzia

  4. Quali sono gli obiettivi del PAC Programma Cura? ANZIANI INFANZIA Primo riparto s.stefanovichj@cisl.it Il PAC Servizi di cura per la prima infanzia ha 4 obiettivi: • ampliamento dell’offerta complessiva dei servizi • riequilibrio territoriale dei servizi all'interno delle 4 regioni, privilegiando interventi nei territori dove essi sono deboli o inesistenti • mantenimento dei servizi già attivi, in particolare dove un buon livello di servizio può essere minato dalla contrazione delle risorse ordinarie • miglioramento dell'efficacia e della qualità dei servizi Il PAC Servizi di cura per anziani non autosufficienti ha 4 obiettivi: • aumento della presa in carico di anziani in assistenza domiciliare • aumento e qualificazione dell’offerta di servizi residenziali e semiresidenziali • miglioramento delle competenza di manager, operatori professionali e assistenti familiari • sperimentazione di protocolli innovativi di presa in carico personalizzata dell’anziano fragile

  5. Quante sono le risorse disponibili e chi ne può beneficiare? ANZIANI INFANZIA s.stefanovichj@cisl.it Popolazione di età 0-36 mesi Aree interessate Regioni: Calabria, Campania, Puglia e Sicilia Risorse disponibili € 400 milioni Anziani non autosufficienti a partire dai 65 anni di età Aree interessate Regioni: Calabria, Campania, Puglia e Sicilia Risorse disponibili € 330 milioni

  6. Struttura di governance del PAC Programma Cura La struttura di governance a livello Nazionale è adattata, rispetto alla struttura tipo dei Programmi dei Fondi Strutturali. Accanto all’Autorità responsabile per l’attuazione (AdG) – definita nel Ministero dell’Interno con il supporto del team DPS di strat up– il Programma prevede: - il Comitato di indirizzo e sorveglianza dell’attuazione, in cui sono presenti rappresentanti istituzionali e del partenariato; - il Comitato operativo di supporto all’attuazione (COSA), con compiti più di sostegno operativo, in cui sono rappresentate le Amministrazioni Centrali coinvolte. A livello Regionale è fortemente incentivata la concertazione con il partenariato socio-economico regionale. Pur non potendo definire l’ascolto e la concertazione con il partenariato vincolante, si esplicita un forte raccomandazione per coerenza con la normativa nazionale e regionale in tema di programmazione sociale, nonché per tenere fede alle indicazioni europee. s.stefanovichj@cisl.it

  7. Il Primo Riparto del Programma Nazionale per i Servizi di cura all’infanzia e agli anziani non autosufficienti s.stefanovichj@cisl.it

  8. Chi sono i beneficiari del primo riparto? I beneficiari del primo riparto sono i 200 soggetti responsabili e competenti per la programmazione sociale ai sensi della L. 328/2000 e delle sue applicazioni regionali: Ambiti territoriali (in Campania e Puglia), Distretti socio-assistenziali (Calabria), Distretti socio-sanitari (Sicilia) Soltanto questi soggetti potranno accedere alle risorse (si vuole consolidare la cultura e la prassi della pianificazione territoriale dei servizi di cura per l’infanzia) Nodo: Evitare che i finanziamenti pesino sui patti di stabilità degli enti locali, pur arrivando ai Comuni, in quanto risorse destinate ad uno scopo definito in specifici progetti e quindi pienamente rendicontabili. s.stefanovichj@cisl.it

  9. Il Primo Riparto del Programma Nazionale per i Servizi di cura agli anziani non autosufficienti s.stefanovichj@cisl.it

  10. Quali sono gli obiettivi del primo riparto? s.stefanovichj@cisl.it Il primo riparto attua solo il primo obiettivo del PAC per l’aumento della presa in carico di anziani in assistenza domiciliare. Mira all’ampliamento dell’offerta di servizi di assistenza domiciliare, all’attivazione in aree dove sono deboli o inesistenti e al rafforzamento del sistema di presa in carico e di integrazione socio-sanitaria.

  11. Quali sono le modalità del primo riparto? s.stefanovichj@cisl.it Risorse ripartite: 130 milioni di Euro Modalità di riparto tra regioni • formula di riparto utilizzata per i Fondi Strutturali Europei Modalità di riparto all’interno delle regioni: • popolazione over 75 anni (fonte ISTAT Censimento 2011) ATTENZIONE: i servizi finanziati riguardano la popolazione over 65 anni, ma si è inteso calibrare i finanziamenti sulla fascia di età più probabilmente in condizione di non-autosufficienza NBnon è un meccanismo competitivo: tutti i territori possono partecipare a condizione che rispettino alcuni requisiti

  12. Quali prestazioni si possono finanziare con il primo riparto? s.stefanovichj@cisl.it • Prestazioni di assistenza domiciliare socio-assistenziale integrate all’assistenza socio-sanitaria (ADI) • Prestazioni di assistenza domiciliare non integrata a quella socio-sanitaria (SAD, ADA) solo se la valutazione è effettuata attraverso l’UVM In entrambi i casi sono ammesse varie modalità di erogazione del servizio (gestione in economia; appalti di servizi; buoni servizio solo se esiste un sistema di accreditamento e di controllo). Si tratta di prestazioni di assistenza domiciliare aggiuntive rispetto a quanto garantito negli anni precedenti. Solo se vengono presentate adeguate giustificazioni le risorse possono essere utilizzate (fino al 50% della dotazione finanziaria disponibile) per mantenere i livelli già garantiti negli anni precedenti.

  13. Ci sono altre tipologie di progetto che si possono finanziare con le risorse del primo riparto? s.stefanovichj@cisl.it Con le risorse del primo riparto possono essere sostenute le spese per l’acquisto di beni e servizi utili per migliorare l’efficienza e la qualità delle prestazioni di assistenza domiciliare: • allestimento e forniture attinenti il funzionamento effettivo delle sedi PUA • informatizzazione PUA e cartella socio-sanitaria (solo se all’interno di progetti integrati con ASL e secondo indirizzi regionali) • tecnologie per la teleassistenza e l’Ambient Assisted Living • veicoli per il trasporto di anziani/operatori (solo se finalizzati all’effettivo funzionamento del servizio di assistenza domiciliare) • ausili non sanitari per migliorare la qualità della permanenza al domicilio degli utenti.

  14. Cosa non è stato recepito? La proposta di ampliare la tipologia degli interventi anche ai servizi resi alle famiglie dalle assistenti familiari, attraverso azioni di emersione e di qualificazione. s.stefanovichj@cisl.it

  15. Quali sono le condizioni per accedere alle risorse? s.stefanovichj@cisl.it • Presentazione del Piano di intervento da parte del comune capofila dell’ambito/distretto • Attestazione della: • Forma associativa tra Comuni • Rispondenza agli adempimenti previsti dalla programmazione sociale e socio-sanitaria regionale • Regolazione dei rapporti con ASL per la gestione del servizio ADI • Stipula di un apposito Accordo/protocollo con ASL Le condizioni tengono conto della normativa e delle specificità regionali per favorire la partecipazione di tutti i territori secondo comportamenti virtuosi

  16. Perché si richiede un accordo con l’ASL? s.stefanovichj@cisl.it Un protocollo (o altra forma di accordo) con la ASL serve per assicurare che il sostegno sia orientato anche al rafforzamento dell’integrazione socio-sanitaria (  rafforzare l’integrazione e/o conseguire l’Obiettivo di Servizio “Presa in carico degli anziani per il servizio di assistenza domiciliare integrata”). Il protocollo (o altra forma a seconda delle specificità regionali) deve contenere: • informazioni e dati su prestazioni ADI erogate dal distretto sanitario e dall’Ambito nelle ultime 3 annualità; impegni delle due parti in termini di risorse finanziarie, umane e logistiche programmate e ore di assistenza previste per il 2013-2014; impegno a istituire, attivare e/o mettere a regime PUA e UVM; impegno a introdurre modalità di valutazione compatibili con SINA; impegno a introdurre sistemi di accreditamento nel caso di servizi affidati a privati. Lo stesso accordo è richiesto alla ASL nell’ambito della programmazione delle risorse degli Obiettivi di Servizio (delibera CIPE 79/2012) come condizione per l’accesso alle risorse che le Regioni hanno attribuito alle ASL.

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  18. Il Primo Riparto del Programma Nazionale per i Servizi di cura all’infanzia s.stefanovichj@cisl.it

  19. Quali sono le modalità del primo riparto? s.stefanovichj@cisl.it Risorse da ripartire: 120 milioni di Euro. “equivalgono all’intera spesa per gli asili nido comunali registrata dall’Ist per l’AS 2010/2011 nelle quattro regioni” Modalità di riparto tra regioni Formula di riparto utilizzata per i Fondi Strutturali Europei (Quote riparto QSN – Regioni CONV). Criterio di riparto demografico per l’età 0-36 mesi, sulla base del plafond Regionale.  Valorizza la domanda potenziale e intende favorire il riequilibrio territoriale. E’ un riparto,non è un meccanismo competitivo: tutti i territori possono partecipare a condizione che rispettino alcuni requisiti.

  20. Quali sono gli obiettivi del primo riparto? s.stefanovichj@cisl.it Le risorse del primo riparto sostengono azioni ed interventi in conto capitale (es. infrastrutture, attrezzature) ed in conto gestione (es. personale, spese generali) finalizzate a specifici obiettivi: • estensionedei servizi di nido e micro-nido a titolarità pubblica (gestione diretta o affidamento a terzi): prolungamento della fascia oraria o estensione del periodo di apertura.  Costi di sostegno diretto alla gestione a carico dei Comuni. 2. ampliamentodei servizi di nido e micro-nido a titolarità pubblica o privata convenzionata con incremento del numero complessivo di utenti e riduzione delle liste di attesa.  Costi di sostegno diretto alla gestione a carico dei Comuni (titolarità pubblica)  Costi per l’acquisto da parte dei Comuni di posti-utente (titolarità privata convenzionata). Ammissibilità sottoposta al vincolo di normativa regionale standard servizi prima infanzia e tariffazione.  sostegno alla domanda delle famiglie mediante buoni servizio o compartecipazione della tariffa. Vincolo di normativa regionale standard servizi prima infanzia e tariffazione.

  21. Quali sono gli obiettivi del primo riparto? s.stefanovichj@cisl.it 3. mantenimentodegli attuali livelli di servizio dei servizi di nido e micro-nido a titolarità pubblica.  70% dei costi, per i Comuni che superano il 18,4% di presa in carico – valore medio Centro-Nord; 50% dei costi, per i Comuni che superano l’Obiettivo PAC del 12% ma non raggiungono il 18,4%; 30% dei costi, per i Comuni che non raggiungono il 12%. Modulazione 4. avvio o ampliamento di servizi integrativi di carattere socioeducativo o servizi educativi in contesto familiare con incremento del numero complessivo di utenti o prolungamento orario/periodo di apertura  Dove strettamente necessario: piccole ristrutturazioni, adeguamenti funzionali. Vincolo di normativa regionale per autorizzazione e controlli, applicazione nel Comune, conformità. 5. costruzione di nuove strutture o ristrutturazione/adeguamento di strutture esistenti per servizi di nido e micro-nido a titolarità pubblica con incremento del numero complessivo di utenti e riduzione liste di attesa  Costi per opere pubbliche, acquisti per costruzione o ristrutturazione, allestimenti e forniture…

  22. Cosa non è stato recepito? • Tra gli interventi ammissibili, non sono inserite le “sezioni primavera”; il DPS ha garantito verbalmente, e si dovrà monitorare la reale concretizzazione, che avverrà in seguito un riparto finanziario “ad hoc” per questa tipologia di servizio, non appena i competenti Ministeri del Lavoro e dell’Istruzione avranno fornito la necessaria base documentale per la programmazione; • elementi di incremento della qualità dei servizi alla prima infanzia, in modo da incentivare la propensione delle famiglie al loro utilizzo. s.stefanovichj@cisl.it

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  25. Quali sono le condizioni per accedere alle risorse? s.stefanovichj@cisl.it • Presentazione del Piano di intervento da parte del comune capofila dell’ambito/distretto 2. Attestazione della: • Forma associativa tra Comuni • Rispondenza agli adempimenti previsti dalla programmazione sociale e socio-sanitaria regionale

  26. Cos’è il Piano di Intervento? s.stefanovichj@cisl.it E’ il documento che contiene la proposta dell’Ambito/Distretto per il rafforzamento dei servizi di cura attraverso l’utilizzo delle risorse del PAC ad esso assegnate con il riparto. Riguarda l’intero ammontare di risorse ripartite e può contenere una o più iniziative progettuali da attuare entro il 2014. Contenuti principali: • Breve descrizione del contesto territoriale e sociale dell’Ambito e dell’offerta di servizi per l’infanzia • Informazioni e dati sui servizi per la prima infanzia/domiciliari erogati e sullo stato di attivazione dei flussi informativi • Risultati attesi e azioni previste • Descrizione di eventuali azioni complementari finanziate con altre fonti

  27. Modalità di presentazione e istruttoria del piano di intervento • Il Piano di intervento: • È redatto sulla base di Formulari e di Linee guida • È approvato dal coordinamento istituzionale/conferenza dei sindaci dell’Ambito/Distretto • È trasmesso dal Comune Capofila all’Autorità responsabile della attuazione (Autorità di Gestione - Ministero dell’Interno), ed in copia alla Regione, entro 6 mesi dalla pubblicazione di Formulario/Linee Guida (oltre tale termine le risorse ritornano nella disponibilità generale del Programma Nazionale per i riparti successivi) • (Per Anziani) È corredato da un Accordo ad hoc con l’ASL sugli impegni delle due parti sulla presa in carico in ADI • Nei successivi riparti potranno essere previsti criteri più selettivi rispetto agli attuali per favorire riequilibrio territoriale ed incentivare la qualificazione dei servizi. s.stefanovichj@cisl.it

  28. Circuito finanziario, rendicontazione, monitoraggio e controlli s.stefanovichj@cisl.it Le risorse del PAC Servizi di Cura (Fondo di rotazione ex lege 183/1987) possono essere utilizzate solo per i progetti previsti dal Piano di intervento, non è richiesto cofinanziamento. Una volta approvato il Piano, i beneficiari ottengono una anticipazione (importo da determinare a seconda dei casi); I successivi trasferimenti sono subordinati alla dimostrazione di stati di avanzamento e pagamenti effettivamente sostenuti (rendicontazione spese intermedie); Il saldo finale viene erogato successivamente la conclusione effettiva (rendicontazione finale). Il beneficiario dovrà garantire le informazioni richieste per i singoli progetti per alimentare il sistema di monitoraggio nazionale; I controlli – sulla totalità dei casi per i giustificativi di spesa e in via campionaria per verifiche in loco – riguardano: coerenza con le tipologie di spesa previste dal Piano, congruità dei costi sostenuti, regolarità e correttezza delle procedure.

  29. Che ruolo hanno i diversi attori in questa fase? s.stefanovichj@cisl.it Autorità di Gestione - responsabiledell’attuazione - e team DPS di start up in raccordo con le Regioni: • Elaborazione di formulari e linee guida (per presentazione Piani di intervento, per monitoraggio, rendicontazione …) (chiesta concertazione con il Partenariato) • Attività di informazione (help desk) e diffusione dei contenuti Regioni (di concerto con Autorità di Gestione) • Azioni divulgative e di supporto specialistico • Elaborazione di indirizzi programmatici e operativi (previa concertazione con partenariato) per raccordare Piani di intervento con programmazione regionale di settore. Merita menzione la condizione in capo alle Regioni di aver adottato preventivamente la normativa/regolamentazione, nonché l’onere di informazione, orientamento ed assistenza tecnica per rendere i Piani coerenti con la ordinaria programmazione di Ambito.

  30. Grazie dell’attenzione! Silvia Stefanovichj Dipartimento Politiche sociali e della salute CISL silvia.stefanovichj@cisl.it

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