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LA SPESA PER L’ASSISTENZA TRA GOVERNO CENTRALE E GOVERNI LOCALI

LA SPESA PER L’ASSISTENZA TRA GOVERNO CENTRALE E GOVERNI LOCALI.

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LA SPESA PER L’ASSISTENZA TRA GOVERNO CENTRALE E GOVERNI LOCALI

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Presentation Transcript


  1. LA SPESA PER L’ASSISTENZA TRA GOVERNO CENTRALE E GOVERNI LOCALI

  2. Obiettivo della lezioneDescrivere l’evoluzione dei rapporti tra governo centrale e enti decentrati in materia di spesa per i servizi socialiL’attenzione si concentrerà in particolare sullaLegge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali (n.328/00) e il Fondo Nazionale per le Politiche Sociali

  3. Di quale parte della spesa ci stiamo occupando?Inquadriamola all’interno dei conti della spesa per la protezione sociale riclassificati secondo i criteri utilizzati dalla Commissione Onofri (1997)

  4. I dati della protezione sociale: una lettura non semplice I conti Sespros Amministrazioni Pubbliche Altre istituzioni Totale istituzioni

  5. Tab. 3 – Spesa per la protezione sociale in % sul Pil nell’Europa dei 15. Fonte: nostra elaborazione su dati Eurostat (2007b).

  6. Tab. 4 – Spesa pro-capite a prezzi costanti per la protezione sociale nell’Europa dei 15. (in euro) Fonte: nostra elaborazione su dati Eurostat (2007a). La spesa pro capite dell’Italia è l’80% della media EU

  7. I dati della protezione sociale: una lettura non semplice Riclassificazioni opportune delle aree

  8. Problemi di riclassificazione della spesa • limitati nel rapporto con la Sanità • seri tra Previdenza e - Ammortizzatori- Assistenza Nei conti Sespros la Previdenza include tutti gli istituti che sono finanziati con contributi sociali, anche se hanno finalità diverse.

  9. Riclassificazioni • Il TFR delle AP e del settore privato • Integrazioni al minimo • Pensioni di invalidità • Assegni familiari • Prepensionamenti

  10. Altri problemi • Opportunità di isolare le politiche epr l’occupazione (Ammortizzatori sociali) • Politiche per la casa (povertà) • Non autosufficienza anziani/sanità • Politiche famiglie/Istruzione (asili nido e materne)

  11. Commento alla spesa riclassificata • Il totale (inclusivo del TFR privato) è il 25,2% del Pil • forte squilibrio sulle pensioni (pur depurate delle integrazioni al minimo e dei prepensionamenti, ma inclusive del TFR). • TRF: un istituto controverso … • la spesa per assistenza è ora di dimensioni più ampie: 3,0% • Nel tempo crescono le spese per pensioni e per la sanità.

  12. Primi commenti alla spesa per assistenza • Quasi il 60% è costituito da pensioni integrate al minimo e invalidità civile • Assegni familiari categoriali • Spesa sociale locale ha un ruolo minore, ma forse è sottovalutata

  13. Altri problemi La classificazione non tiene conto di altri aspetti importanti Le tax expenditures- Spese per politiche attive del mercato del lavoro (fiscalizzazioni di oneri sociali)- Deduzioni e detrazioni nell’Irpef • Altre spese (formazione professionale non registrate nei conti della Protezione sociale)

  14. La struttura della spesa sociale La spesa pubblica per le prestazioni di assistenza complessiva e per tipologia, 2004.

  15. La riclassificazione della spesa sociale

  16. Riclassificazione - commenti • La spesa per le prestazioni monetarie, tenuto anche conto della spesa comunale, sale al 90,1% della spesa sociale complessiva, una dimensione di forte squilibrio che sottrae risorse e marginalizza i servizi alla persona e non permette la costruzione di una rete completa e organica di servizi sociali. • Colpisce positivamente che fra le tipologie di servizi e interventi, dopo le prestazioni monetarie, si collochi la spesa per le strutture semiresidenziali (che ricomprende al suo interno per esempio asili nido, centri diurni per anziani e per disabili, ecc.) superando abbondantemente la spesa diretta per le strutture residenziali. • Fra le aree di intervento la parte del leone viene svolta dalla spesa per il contrasto della povertà che assorbe il 45% della spesa. Si tratta di una spesa di quasi 20 miliardi di euro che però viene distribuita quasi integralmente ai soli anziani. • La seconda voce di spesa per importanza è costituita dall’assistenza ai disabili che assorbe 11.816 milioni di euro pari a poco più di un quarto della spesa complessiva (27,4%) mentre la spesa a favore degli anziani costituisce solo il 6,6% ma questo non deve sorprendere viste le ulteriori risorse trasferite agli anziani attraverso le aree di intervento relative alla disabilità e al contrasto della povertà.

  17. Integrazione con le tax expenditures

  18. Integrazione con tax expenditures Le tax expenditures considerate sono: detrazioni per familiari a carico diversi dal coniuge (stimata in 12 miliardi di euro), spese già stanziate per l’aumento delle pensioni minime (900 milioni), bonus una tantum per incapienti (1900 milioni) nell’ipotesi che tale somma possa essere considerata permanente a partire dal 2009, stanziamento di 200 milioni per iniziative per la NA previsto dal disegno di legge finanziaria per il 2008, che si è supposto destinato all’offerta di servizi. Sulla base di tali integrazioni il complesso delle risorse per prestazioni e tax expenditures risulta dell’ordine di 58 miliardi, il 4,1% del Pil.

  19. Integrazione con tax expenditures Impressionante sbilanciamento a favore dei trasferimenti monetari, che coprono il 92% delle risorse complessive. Risorse cospicue nel contrasto della povertà, riservata però in misura quasi esclusiva alla popolazione anziana. Le risorse “congelate” nei programmi di spesa in vigore è però destinata a ridursi nel corso del tempo, per effetto del trend decrescente della spesa per integrazione al minimo delle pensioni. La destinazione di questi risparmi di spesa al finanziamento di programma più efficaci e universali rappresenta una sfida e un’opportunità importante della politica sociale nei prossimi anni.

  20. Gli effetti redistributivi della spesa per assistenza in Italia Una valutazione delle riforma del periodo 97-05: • I programmi del vecchio sistema sono poco efficaci, - ma utilizzano molte risorse finanziarie • I programmi (A3F, AM) sono più selettivi e hanno una maggiore target efficiency, - ma hanno una dimensione troppo limitata

  21. Aspetti critici della spesa per l’assistenza in Italia • Prevalgono: • istituti nazionali • di tipo monetario • categoriali -ANF solo per lav.dipendenti-collegati alle pensioni • Assenza di una rete di protezione universale • Criteri di selettività poco efficaci • Scarso peso dei servizi reali (o comunque mal censiti e distribuiti in modo non omogeneo)

  22. Caratteristiche strutturali • Spesa per assistenza di scarso peso • Prevalenza dei trasferimenti monetari • Programmi gestiti dal governo centrale (Inps) • Ruolo modesto dei servizi erogati a livello decentrato • Incertezze sula valutazione della spesa

  23. Caratteristiche strutturali L’indagine dell’Istat sulla spesa per assistenza e per interventi e servizi sociali (infanzia, anziani, tossicodipendenze, handicap) dei Comuni Valutato in 5,8 miliardi la spesa per servizi nel 2004 La spesa pro capite presenta fortissime divergenze territoriali

  24. La spesa sociale integrata PROCAPITE

  25. Il quadro legislativo dell’articolazione territoriale della spesa per assistenza

  26. Fonti legislative nazionali di base 1. Delega al governo per il conferimento di funzioni ecompiti alle regioni ed enti locali, per la riforma della PA e per la semplificazione amministrativa (L. Bassanini del L. 15 marzo 1997, n.59) 2. Conferimento di compiti amministrativi dello Stato alle regioni e agli enti locali, in attuazione del capo I della L.15.3.97, n.59, DLgs del 31 marzo 1998, n.112 in part. Titolo IV – Capo II, Servizi sociali (art.128-134) 3. Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali, L. 8 novembre 2000, n.328.4. Modifiche al Titolo V della parte seconda della costituzione, L.Cost. 18 ottobre 2001, n.35: L.42/2009 di Attuazione art.119 della Costituzione: Delega al governo in materia di federalismo fiscale

  27. Documenti programmatici nazionali 1. Piano nazionale degli interventi e dei servizi sociali 2001-2003, marzo 2002 (Ministro Turco). 2. Libro bianco sul welfare, febbraio 2003 (Ministro Maroni)

  28. La Bassanini

  29. Delega al governo per il conferimento di funzioni e compiti alle regioni ed enti locali, per la riforma della PA e per la semplificazione amministrativa (L. Bassanini del L. 15 marzo 1997, n.59) Contiene I principi di una delega molto ampia “tutte le funzioni e compiti amministrativi relativi alla cura degli interessi e e alla promozione dello sviluppo delle rispettive comunità, nonché tutte le funzioni e I compiti amministrativi localizzabili nei rispettivi territori..” ispirata al principio dell’inversione nella definizione delle competenze. E’ delegato tutto ciò che non è escluso, in quanto compito dello stato centrale, dall’art. 1 c. 3

  30. DLgs del 31 marzo 1998, n.112 in part. Titolo IV – Capo II, Servizi sociali (art.128-134) Definizione di servizio sociale (art.128) Attività relative alla predisposizione ed erogazione di servizi, gratuiti ed a pagamento, o di prestazioni economiche destinate a rimuovere e superare le situazioni di bisogno e di difficoltà che la persona umana incontra nel corso della sua vita, escluse soltanto quelle assicurate dal sistema previdenziale e da quello sanitario, nonché quelle assicurate in sede di amministrazione della giustizia

  31. DLgs del 31 marzo 1998, n.112 in part. Titolo IV – Capo II, Servizi sociali (art.128-134) Competenze dello Stato (art.129) a) la determinazione dei principi e degli obiettivi della politica sociale;b) la determinazione dei criteri generali per la programmazione della rete degli interventi di integrazione sociale da attuare a livello locale;c) la determinazione degli standard dei servizi sociali da ritenersi essenziali in funzione di adeguati livelli delle condizioni di vita;d) compiti di assistenza tecnica, su richiesta dagli enti locali e territoriali, nonche' compiti di raccordo in materia di informazione e circolazione dei dati concernenti le politiche sociali, ai fini della valutazione e monitoraggio dell'efficacia della spesa per le politiche sociali;e) la determinazione dei criteri per la ripartizione delle risorse del Fondo nazionale per le politiche sociali secondo le modalita' di cui all'articolo 59, comma 46, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, come modificato dall'articolo 133, comma 4, del presente decreto legislativo;

  32. D.Lgs del 31 marzo 1998, n.112 in part. Titolo IV – Capo II, Servizi sociali (art.128-134) Competenze dello Stato (art.129) f) i rapporti con gli organismi internazionali e il coordinamento dei rapporti con gli organismi dell'Unione europea operanti nei settori delle politiche sociali e gli adempimenti previsti dagli accordi internazionali e dalla normativa dell'Unione europea;g) la fissazione dei requisiti per la determinazione dei profili professionali degli operatori sociali nonche' le disposizioni generali concernenti i requisiti per l'accesso e la durata dei corsi di formazione professionale;…. i) la determinazione degli standard organizzativi dei soggetti pubblici e privati e degli altri organismi che operano nell'ambito delle attivita' sociali e che concorrono alla realizzazione della rete dei servizi sociali;….

  33. DLgs del 31 marzo 1998, n.112 in part. Titolo IV – Capo II, Servizi sociali (art.128-134) Osservazioni sull’impostazione della Bassanini • logica di programmazione ancora guidata dal centro • Riferimento al Fondo per le politiche sociali, istituito già nel 1997 (legge finanziaria per il 98)

  34. DLgs del 31 marzo 1998, n.112 in part. Titolo IV – Capo II, Servizi sociali (art.128-134) Compiti delle regioni (art.132) 1. Le regioni adottano..entro sei mesi dall'emanazione del presente decreto legislativo, la legge di puntuale individuazione delle funzioni trasferite o delegate ai comuni ed agli enti locali e di quelle mantenute in capo alle regioni stesse. In particolare la legge regionale conferisce ai comuni ed agli altri enti locali le funzioni ed i compiti amministrativi concernenti i servizi sociali relativi a:a) i minori, inclusi i minori a rischio di attivita' criminose;b) i giovani;c) gli anziani;d) la famiglia;e) i portatori di handicap, i non vedenti e gli audiolesi;f) i tossicodipendenti e alcooldipendenti;g) gli invalidi civili, fatto salvo quanto previsto dall'articolo 130 del presente decreto legislativo. 2. Sono trasferiti alle regioni, che provvederanno al successivo conferimento alle province, ai comuni ed agli altri enti locali nell'ambito delle rispettive competenze, le funzioni e i compiti relativi alla promozione ed al coordinamento operativo dei soggetti e delle strutture che agiscono nell'ambito dei "servizi sociali", con particolare riguardo a:a) la cooperazione sociale;b) le istituzioni di pubblica assistenza e beneficenza (IPAB);c) il volontariato.

  35. DLgs del 31 marzo 1998, n.112 in part. Titolo IV – Capo II, Servizi sociali (art.128-134) Fondo nazionale per le politiche sociali (art.133) 2. Confluiscono nel Fondo nazionale per le politiche sociali le risorse statali destinate ad interventi in materia di "servizi sociali", secondo la definizione di cui all'articolo 128 del presente decreto legislativo. 3. In particolare, ad integrazione di quanto gia' previsto dall'articolo 59, comma 46, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, sono destinati al Fondo nazionale per le politiche sociali gli stanziamenti previsti per gli interventi disciplinati dalla legge 23 dicembre 1997, n. 451 e quelli del Fondo nazionale per le politiche migratorie di cui all'articolo 43 della legge 6 marzo 1998, n. 40. …

  36. La 328

  37. Struttura della L. 328/00 • Capo I - Principi generali del sistema integrato di interventi e servizi sociali (SISS) (art. 1-5) • Capo II – Aspetto istituzionale e organizzazione del SISS (art. 6-13) • Capo III – Disposizioni per la realizzazione di particolari interventi di integrazione e sostegno sociale (14- 17) • Capo IV – Strumenti per favorire il riordino del SISS (art. 18-21) • Capo V – Interventi, servizi e emolumenti economici del SISS (art.22- 26) • Capo VI – Disposizioni finali (art.27-30)

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