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0. Introduzione

Regione Emilia Romagna - Tavolo Regionale sui Disturbi dei Comportamenti Alimentari RACCOMANDAZIONI PER LA DEFINIZIONE DI UN PIANO ATTUATIVO DELLE POLITICHE REGIONALI SOCIALI E SANITARIE SUI DCA Castelnuovo Monti, 21-22 maggio.

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  1. Regione Emilia Romagna - Tavolo Regionale sui Disturbi dei Comportamenti AlimentariRACCOMANDAZIONI PER LA DEFINIZIONE DI UN PIANO ATTUATIVO DELLE POLITICHE REGIONALI SOCIALI E SANITARIE SUI DCACastelnuovo Monti, 21-22 maggio

  2. 1.Epidemiologia2. Stato ed evoluzione dei servizi 3. Valori ed obiettivi 4. Attori 5. il sistema di cura 6. Obiettivi ed organizzazione del sistema di cura7. Politica dell’accesso8. La rete dei servizi 9. Professioni, competenze, lavoro d’équipe10. Formazione11. Ricerca ed innovazione12. Il sistema di comunità13. Promozione della salute

  3. 0.Introduzione Dca sia priorità per RER e conseguentemente per Ausl: • Ci vuole un piano regionale; • Confrontare le Carte dei servizi, dall’indagine RER 2005; • Percorsi Q, accompagnarli come RER • Accreditamento: fissare la commissione regionale per stabilire i criteri;

  4. 1.Epidemiologia Importanza dello sviluppo di un Sistema Informativo Regionale DCA integrato col resto per il monitoraggio sia diagnostico sia clinico a partire dai sistemi informativi esistenti utilizzando indicatori standard condivisi Attenzione ai pazienti mascherati e alla dimensione del “privato” Studio Epidemiologico Prospettico: valutazione nuovi casi, latenza di trattamento Studio Pilota con l’utilizzo di una Scheda informatizzata di rilevazione (Almeno 3 centri coinvolti) per verificare la possibilità di applicazione diffuso in tutta la regione

  5. La presenza di servizi DCA è • Molto maggiore del conosciuto; • Non siamo la 1° regione: c’è chi conosce di più; • Effetto dell’assenza di un disegno regionale forte che conosca, programmi, verifichi; con risorse. • Precarietà frequente dei servizi attuali 2. Stato ed evoluzione dei servizi Obesità rientra tra i ns. compiti • Relazione con endocrinologi, nutrizionisti…; • Fare rete già in RER e nelle Ausl, DSP, DCP; • Servizi che non si conoscono; • Quando e come collaborare: cosa diamo e cosa ci aspettiamo da loro. • Rivisitare con loro i sistemi di classificazione; • Durata della malattia • Intervento precoce • Ridurre i pz pluritrattati

  6. 3. Finalità generali ed obiettivi • Verificabilità (Q & q) • Flessibilità • Valorizzazione delle differenti culture e competenze • Personalizzazione (paziente al centro, qualità percepita) • Continuità (età, cura, territorio) • Reciprocità (chiarezza e rispetto dei ruoli)

  7. 4. Attori • Come interessarli? Condividono una classificazione. Strumenti di screening. Formazione. • Dedicare risorse: dai DSMDP…; • Rilevare la composizione e funzionalità dei presidi esistenti nelle Ausl; • Nell’equipe minima vanno garantite le competenze di : • Psichiatria dell’infanzia e dell’adulto • Psicologia, psicoterapia • Dietologia, • Nutrizione • Medicina interna • Stabilito e stabile, formato appositamente su DCA, riconosciuto, supervisionato (esternamente), in rete

  8. 5. il sistema di cura • È formato da differenti livelli: di base (MMG e PdLS, vari specialisti: odontoiatra, fisiatra. ginecologo….) - identificarli, ingaggiarli, formarli, dotarli di strumenti di screening, discutere casi assieme, dotarsi di specialisti competenti. • B: ambulatoriali dedicati, A1 Assessment abilitato per tutte le filiere (il pz non viene risottoposto a valutazione ma si usa la stessa cartella in rete; è il punto di accordo della prevalenza dei pz arrivati dalle varie porte di accesso) A2 trattamento ambulatoriale, C. urgenza (dedicare letti e… personale collaborativo; porta d’accesso per pz in urgenza organica); D. di ricovero (residenziale e semi) - fare un gruppo regionale di miglioramento (?) su CT. • Replicare il modello per l’infanzia e la prima adolescenza: (si è in fase di programmazione più arretrata). • Riordino dei servizi globale: altrimenti non si reperiscono le risorse: quesito globale alle direzioni aziendali. • dare visibilità al bisogno: uscire dalla precarietà; • Percorsi diagnostici e terapeutici strutturati • Identificazione di indicatori di percorso • Identificazione di indicatori di risultato a breve e a lungo termine • Equipe multi-disciplinare • Aree vaste? • Ambulatori dedicati (distinti infanzia e adulti): • Diffusi in proporzione alla domanda attesa; • E in proporzione al tempo professionale dedicato; • Di libero accesso e/o del MMG e del PdLS; • In carico MMG il dca “lieve”, v. Leggieri?;

  9. 6. Obiettivi ed organizzazione del sistema di cura • La cultura e punti di forza del gruppo: • Gruppo come Team e come sistema di riferimento della rete • Caratteristiche: • Economizzazione delle risorse • Valorizzazione delle diverse culture e saperi individuali • Valorizzazione della reciprocità • Azione sinergica nei percorsi terapeutici • Attivazione della mente gruppale come rete sociale di sostegno • Alleanza terapeutica e condivisione dei percorsi con la famiglia • Strutture residenziali

  10. 7. Politica dell’accesso • Costruire una “porta d’ingresso della rete dei servizi” che fa da ponte fra strutture dedicate ai DCA e i gli MMG e i PLS attraverso anche la definizione dei graduali impegni e delle reciproche competenze • Diagnosi strutturate basate su: • Età • Tipologia del disturbo al momento della richiesta terapeutica • Diagnosi di rischio fisico • Gravità ed intensità della sintomatologia (abbuffate, condotte di eliminazione, digiuni) • Comorbilità psichiatrica • Multitrattamento • Definizione della presa in carico con invio al team dedicato che deve disporre di più competenze diversificate e idonee al singolo paziente • come 1° passo per percorso personalizzato. • con l’obiettivo di migliorare i risultati sia per il paziente che per la struttura (diminuzione dei drop-out e shopping terapeutico) • utilizzare in modo razionale tutte le risorse disponibili

  11. 8. La rete dei serviziesigenza di avere partner socialmente credibili: empowerment e strumento di pressione dotarsi di web del Tavolo

  12. 9. Professioni, competenze, lavoro d’équipe

  13. 10. Formazione • Itinerante • Come confronto • Vengono identificati 2 livelli di specializzazione: • 1) Gruppo di comunità di apprendimento (learning community) dei professionisti del tavolo • 2) Formazione delle équipe in base ai bisogni identificati da un check-up d’équipe

  14. 11. Ricerca ed innovazione La cultura e punti di forza del gruppo Gruppo terapeutico Caratteristiche: Economizzazione delle risorse Azione sinergica nei percorsi terapeutici Attivazione della mente gruppale come rete sociale di sostegno Risonanza e rispecchiamento

  15. 12. Il sistema di comunità Strutture residenziali (da approfondire) Valorizzazione del privato sociale (associazioni e volontariato formato)

  16. 13. Promozione della salute • Corretta comunicazione con operatori, medici di fase, scuola e contesto sociale • OMS : innovative care in chronic illness (multidisciplinarietà e alleanza con le famiglia) • Mass media: educazione alla lettura e allo smascheramento dei messaggi dei media • Lotta allo stigma; • Empowerment dei cittadini pz. • Brochure, web… • Chiunque può svolgere iniziative scolastiche: ahi! le autonomie…Indicare le buone pratiche della promozione della salute.

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