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INTRODUZIONE

DIAGNOSI PRECOCE DI DCD e DISPRASSIA: APPLICAZIONE DEL PROTOCOLLO APCM A BAMBINI DAI DUE ANNI DI ETA’ Letizia SABBADINI 1 , Maria Cristina MANGIAPELO 2 1 Psicologa Clinica, Neuropsicologa, Psicoterapeuta 2 Psicologa età Evolutiva, Specializzata in Valutazione Psicologica

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Presentation Transcript


  1. DIAGNOSI PRECOCE DI DCD e DISPRASSIA: APPLICAZIONE DEL PROTOCOLLO APCM A BAMBINI DAI DUE ANNI DI ETA’ Letizia SABBADINI1, Maria Cristina MANGIAPELO2 1 Psicologa Clinica, Neuropsicologa, Psicoterapeuta 2Psicologa età Evolutiva, Specializzata in Valutazione Psicologica ASSOCIAZIONE ITALIANA DISPRASSIA ETA’ EVOLUTIVA – ROMA INTRODUZIONE Allo stato attuale la diagnosi di disprassia è definita come una diagnosi per esclusione, ossia l’incapacità a coordinare ed eseguire movimenti volontari deputati ad uno scopo non è dovuta né a deficit neuromotori né a deficit neurologici lesionali (Carray, Picard e Camos, 2008). L’esperienza clinica e molte ricerche nell’ambito dei DSL, inoltre, ci hanno permesso di evidenziare sempre più casi di DSL con DCM e comportamenti disprattiche, confermando che il disturbo specifico è sempre “meno specifico”. La necessità di stabilire un quadro clinico più delineato e dettagliato dei profili funzionali di tali patologie ha portato la comunità scientifica a focalizzare l’attenzione su tale categoria di disturbi, individuando così i predittori riconosciuti per i DSL già a l’età dei due anni (Hill et al, 1998; Hill, 2001; Bishop, 2002). L’idea base del nostro lavoro è che fin dall’età di 2 anni del bambino sia possibile individuare dei comportamenti predittivi e, di conseguenza, indicatori di rischio dello sviluppo motorio – prassico tipico, riuscendo ad eseguire, in tal modo, un intervento precoce già dai due anni di età. Il nostro interesse si è rivolto così ad adattare il protocollo APCM, Protocollo di valutazione delle Abilità Prassiche e della Coordinazione Motoria (Sabbadini et al, 2005), precedente validato in un campione di bambini dai tre anni di età, alla fascia di età 2-3 anni. MATERIALI E METODI Una prima fase dei lavori è consistita nell’effettuare degli aggiustamenti per rendere lo strumento di osservazione e valutazione “APCM” (Protocollo Abilità Prassiche e della Coordinazione Motoria) idoneo già dai 2 anni di età; tutto ciò al fine di una valutazione delle abilità prassiche e della coordinazione motoria e arrivare quindi all’identificazioneprecoce dei profili di sviluppo a rischio (Sabbadini et al., 2009). Le modifiche apportate hanno mantenuto, comunque, la struttura del precedente strumento, pur aumentando il numero degli item per questa fase sperimentale (124 item complessivi), al fine di poter selezionare, attraverso analisi statiche appropriate, gli item più significativi per la fascia di età su citata. Vista l’estrema difficoltà che tale fascia di età richiede, abbiamo pensato di approfondire le informazioni qualitative per rendere la valutazione il più precisa possibile. A tal proposito abbiamo messo a punto una serie di indicatori qualitativi delle variabili da misurare per poi selezionare quelli con maggiore importanza e significatività qualitativa. Tali indicatori hanno costituito, così, una vera e propria griglia di osservazione, creata con diversi obiettivi; in primis, vista l’ampia difficoltà incontrata nella prima versione del protocollo nell’attribuire il punteggio 1 (punteggio intermedio della scala di valutazione), la griglia è stata creata per agevolare l’attribuzione del punteggio 1 in quei casi che richiedono maggior accuratezza e attenzione; in secondo luogo essa nasce per rendere l’attribuzione del punteggio il più possibile corretto ed, in particolar modo, oggettivo per la fascia di età 2 - 3 anni. Infine la griglia ci permette di dar rilievo a quelle informazioni che non emergono dal dato quantitativo ma che lo completano. La scala di valutazione è rimasta invariata. • OBIETTIVI • Rendere il protocollo APCM somministrabile a bambini a partire dai due anni di età e, quindi, capire quali item poter somministrare ad una fascia di età così bassa; • Verificare l’unidimensionalità del protocollo APCM ossia verificare che lo strumento misuri il costrutto prefissato e non un insieme confuso di variabili; • calcolare i punteggi normativi per la fascia di età dei due anni ed avere la possibilità di valutare quale sia la differenza dei soggetti dagli estremi della variabilità normale, stabilendo le aree nelle quali il bambino dimostra un ritardo significativo rispetto l’età. CAMPIONE Questa prima analisi, del tutto esplorativa, è stata effettuata su un campione di 106 soggetti, appartenenti a diverse zone geografiche del territorio italiano, in particolar modo provenienti dalle regioni del Veneto, della Sicilia e del Lazio. Il campione è composto dal 46% da femmine (49) e dal 53% da maschi (57). I bambini hanno un’età compresa tra i 24 e i 48 mesi, ma ai fini di queste prime analisi statistiche sono state raggruppate in fasce da 6 mesi ciascuna: 24-30 mesi n. 17 (16%) 31-36 mesi n. 30 (28%) 37-42 mesi n. 39 (36%) 43-48 mesi n. 20 (18%) DISCUSSIONE E RISULTATI I dati sono stati sottoposti ad una ANOVA per verificare se la differenza tra le medie dei totali di scala nei 4 sottogruppi sono statisticamente significative. Successivamente è stata analizzata la coerenza interna, quindi l’omogeneità, del protocollo attraverso l’alfa di Cronbach, accompagnata da un item analysis che ci ha permesso di capire quali item sono più disomogenei. Questa prima analisi esplorativa ci ha permesso di fare un punto della situazione e capire come procedere nel prossimo futuro. Va sottolineato che prima di trarre delle conclusioni è necessario un ampliamento del campione, in particolar modo per quanto riguarda la prima fascia di età, ossia quella dai 24 ai 30 mesi; tutto ciò al fine di eliminare completamente alcuni item che rendono disomogenee le scale. In generale possiamo dire che per quanto riguarda la prima scala, ossia quella che indaga l’Equilibrio e la Coordinazione, molto lavoro ci attende affinché questa scala sia omogenea ed in particolar modo adatta ai bambini dai 24 ai 30 mesi; un risultato migliore riguarda il secondo e terzo gruppo, ossia i bambini che hanno un’età compresa tra 31 e 42 mesi. Nella scala che valuta l’oculomozione riscontriamo un risultato molto analogo alla scala appena descritta; tale scala infatti risulta ancora poco adatta per il gruppo dei bambini più piccoli, migliore è l’omogeneità della scala per la seconda e terza fascia di età. Risultati molto significativi ci provengono dalle scale che valutano i “movimenti delle mani e dita e la sequenzialità”, in quanto entrambe le scale risultano avere un buon livello di omogeneità in tutte le fasce di età prese in considerazione, anche per i bambini della prima fascia, ossia i bambini dai 24 ai 30 mesi. Nella macrosezione “Funzioni cognitivo-adattive” i valori dell’alfa di Cronbach della scala Coordinazione Dinamica sono inadeguati per le prime tre fasce di età, quindi 24-30 mesi, 31-36 mesi ed anche per i bambini di età compresa tra 37 e 42 mesi. Questi dati ci indicano che, oltre ad un ampliamento del campione per effettuare nuovamente le analisi, è necessario uno studio più approfondito della scala per poterla meglio adattare alla fascia di età oggetto del nostro interesse, ossia dai 24 ai 36 mesi. Interessanti sono risultati i livelli di omogeneità della Scale “Abilità grafo-motorie, Abilità manuali – Gesti transitivi, Abilità Prassico costruttive e visuo-spaziali, Gestisimbolici”, nelle quali si sono registrati buoni livelli di alfa in quasi tutte le fasce di età. Va segnalato, tuttavia, che la scala Gesti Simbolici richiede uno studio più approfondito e quindi una revisione particolare per la seconda fascia, ossia per i bambini dai 37 ai 42 mesi, il cui valore di alfa potrebbe arrivare da sufficiente a buono. CONCLUSIONI Alla fine di questa prima analisi esplorativa possiamo dire che il Protocollo APCM risulta ancora molto adatto per i bambini dai tre anni di età in poi, anche se buoni risultati si sono riscontrati in alcune prove delle prime due fasce di età (24-30 mesi, 31-36 mesi). Un prossimo passo sarà quello di ampliare il campione, in particolar modo dei primi due gruppi per poter ripetere le analisi e confermare o confutare questi primi risultati ottenuti nel presente lavoro. L’ipotesi è quella di giungere ad un Protocollo APCM adatto ed essenziale per la fascia di età dai 2 ai 3 anni, considerando la difficoltà riscontrata nel somministrare prove troppo lunghe ed impegnative a bambini di tale fascia di età. CENTRO CONGRESSI IRCCS FONDAZIONE SANTA LUCIA VIA ARDEATINA 357 – ROMA - 31 GENNAIO - 1 FEBBRAIO 2010

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