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SISTEMI ORGANIZZATIVI COMPLESSI

SISTEMI ORGANIZZATIVI COMPLESSI. Roma 28 settembre- 15 dicembre 2011 C.d.L magistrale: Comunicazione d’impresa 2° anno 6 crediti (+3 crediti Laboratorio Prof. Di Nicola) E-mail: piera.rella@uniroma1.it Stanza 111 (ex B4) Via Salaria113, tel.: 06 49918375/6- ricevimento giovedì 11.30-13.

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SISTEMI ORGANIZZATIVI COMPLESSI

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  1. SISTEMI ORGANIZZATIVI COMPLESSI • Roma 28 settembre- 15 dicembre 2011 • C.d.L magistrale: Comunicazione d’impresa 2° anno 6 crediti (+3 crediti Laboratorio Prof. Di Nicola) • E-mail: piera.rella@uniroma1.it • Stanza 111 (ex B4) Via Salaria113, tel.: 06 49918375/6- ricevimento giovedì 11.30-13

  2. Obiettivi del corso • comprendere i significati del concetto di organizzazione,  • le  configurazioni che essa può assumere in relazione al contesto di riferimento e alle finalità perseguite, • Le prospettive di sviluppo delle organizzazioni • Le prospettive di trasformazione del contesto organizzativo sia locale che globale. conoscenze utili alla progettazione e all’analisi di sistemi organizzativi più o meno complessi.

  3. Articolazione del corso • analisi della progettazione aziendale → Mintzberg, La progettazione dell’organizzazione aziendale (ed. orig. 1983), che si può considerare ormai un classico • - analisi del mondo della radiofonia romana, in cui le strutture produttive sono piccole e frammentate, ma il mercato del lavoro è complesso

  4. Testi di esame • - H. Mintzberg, La progettazione dell’organizzazione aziendale, Bologna, Il Mulino, 1996. • - Rella P., Cavarra R, Uomini e donne nelle radio private a Roma.La passione del lavoro oltre la precarietà, FrancoAngeli 2011 .

  5. Articolazione della sociologia Generale sociologie specifiche Rapporti di interdipendenza tra → individui, parti, settori, funzioni che costituiscono i sistemi sociali da cui nascono sociologie ancor più delimitate. agricoltura economia →organizzazione < industria >lavoro terziario

  6. Contesto in cui comprendere le sociologie economiche modernizzazione/industrializzazione nascita e sviluppo società capitalistica  lungo e complesso processo storico socio-economico geografico  uscita feudalesimo trasformaz proprietà materie prime colonieproletariato/borghesia . urbanizzazionemigrazioni

  7. Onde lunghe di industrializzazione (Pacey, cit. in A.Negri, Il lavoro nel Novecento,1988) • I (1760-70) Nuove tecnologie manifattura tessile in GB • II (1820-29) Ferrovie e altre tecnologie meccaniche in Europa • III (1870-80) Nasce industria elettrica in Germania e Usa e poi si sviluppa Industria elettrica pesante nel periodo 1890-1914. • IV (1930-40) Tecnologie elettroniche. Crescita rapida nel periodo 1945-70 in Usa. • V (1970- ) Componenti microelettroniche in Giappone e California • VI (XXI sec) Biotecnologie e/o green economy?

  8. 3 RIVOLUZIONI (Graziani e Nassisi (a cura di), L'economia mondiale in trasformazione1998 • 1° Dalla manifattura alla macchinofattura (I e II onda lunga→ sostituzione del lavoro muscolare con le macchine • 2°Organizzazione Taylorista del lavoro e fordismo (III e IV onda lunga) • 3°Accumulazione allargata territoriale : riconquista del controllo sul lavoro e abbondante esercito internazionale di riserva (V e VI onda lunga) 2 sole rivoluzioni: • A=1° ( I e II onda, ma anche III) • B Incorporazione dell'informazione e dell'intelligenza computerizzata nei sistemi di produzione e nelle macchine (III, IV,V e VI onda)

  9. La nuova società (post-fordista) toyotista secondo Revelli (1995): Il toyotismo prende atto della crisi dello sviluppo e ha 3 radici • L'ambiente • nuove tecnologie digitali • rivoluzione femminista → politeismo dei lavori contro il maschilismo fordista, • epoca post-nazionale Beck (2003), forse cosmopolita se si superasse il nazionalismo introverso che fa temere l'immigrazione e non ne riconosce il ruolo economico • Secondo Lughini ( 1998) stiamo vivendo nell'età dello spreco, con disoccupazione, sovrapproduzione di merci e bisogni sociali insoddisfatti. • Per Castells (2004) è un cambiamento epocale: nasce la società in rete, che altri chiamano società della conoscenza ( o capitalismo cognitivo)

  10. QUAL E’ IL PUNTO DI CESURA? • 1973 Prima crisi petrolifera a cui segue nel 1975 il primo vertice a 6 (G6) per fronteggiarla (Scidà, 2003) • 1983 nasce Internet • 1989Crollo del sistema socialista nell'Europa dell'Est (Gruppo di Lisbona,1997) • 11/9/2001 Crollo delle 2 torri→Usa scoprono la loro fragilità → 2° globalizzazione (Revelli 2002): l’altro è una minaccia alla propria identità (e oscura l’effetto sano della globalizzazione: il confronto tra l’io e l’altro) • 2007- Seconda grande crisi economico finanziaria

  11. Gallino finanzcapitalismo

  12. Gallino crea una parola nuova per sottolineare che siamo ad un punto di svolta • Il finanzcapitalismo è una mega-macchina creata con lo scopo di massimizzare il valore estraibile sia dagli esseri umani sia dagli ecosistemi.La grave crisi economica (ma anche culturale e politica) che stiamo vivendo è la crisi di questa civiltà-mondo dominata dal sistema finanziario

  13. Il motore non è la produzione di merci, ma il sistema finanziario Il denaro viene impiegato, investito, fatto circolare sui mercati allo scopo di produrre immediatamente una maggior quantità di denaro. In un crescendo patologico sempre più fuori controllo. È possibile correggere le storture più evidenti della civiltà malata del denaro? Questo processo è di natura epocale Gallino prova anche a indicarci le strade possibili della «salvezza», le vie di fuga.

  14. La metafora della rete è usata, anche in modo fastidioso (Pichierri, Introduzione alla sociologia dell’organizzazione, Laterza, 2005) • → si tratta di un nuovo modo di vedere le cose • → il comportamento di un attore è spiegato, più che dalle sue proprietà ( carattere se un individuo, struttura organizzativa se impresa), dal contesto delle relazioni di cui l’attore costituisce il nodo. • In parte proviene dalla cibernetica, teoria della comunicazione e teoria dei sistemi che hanno influenzato molto le scienze sociali dopo la seconda guerra mondiale.

  15. Rete e la teoria dei sistemi il funzionamento del sistema dipende dai rapporti con l’ambiente: input ↓ ↑ output input →scatola nera →out put input↑ ↓ output • La figura è un abbozzo di rete che diventa reticolo organizzativo se input ed output vengono e vanno ad altre organizzazioni • Le transazioni tra un nodo e l’altro sono tendenzialmente simmetriche e se molto ripetute cooperative→con scopi comuni. • Ma i legami restano deboli, in modo da mantenere l’autonomia.

  16. Vanno distinte le reti di organizzazioni ( tra loro autonome) e l’organizzazione a rete con unico scopo e agenzia strategica di coordinamento ma diverse se costituite da • persone • imprese • città • un mix di imprese e/o fornitori e/o consulenti Chiaramente le reti eterogenee sono più complesse dal punto di vista organizzativo, e comunque tutti i tipi indicati sono diversi.

  17. reti di organizzazioni e organizzazione a rete . Non sempre le relazioni tra i nodi sono uguali: • alcuni legami sono più deboli • si scambiano aspetti eterogenei ( ad es. un finanziamento con consenso politico) →La cooperazione non sempre richiede fiducia →Sono possibili anche nelle reti processi di istituzionalizzazione→ reti di associazioni volontarie che sopravvivono anche quando la loro funzione si è persa

  18. Le 3 questioni su cui si dibatte in tutto il XX secolo(Bonazzi, Storia del pensiero organizzativo,2002): • Industrialetecnologia / consenso (1903 Taylor - 1990 produz. snella) • Burocraticafunzione delle norme / strategie dei soggetti (1904 Weber- Mintzberg 1983) • organizzativadecisioni / risorse (1937Parsons ….) Segue prospetto: Mintzberg chiude burocratica

  19. Prospetto Bonazzi • Mintzberg nella quest. Burocratica, ma con legami con quella organizzativa

  20. Henry Mintzberg,La progettazione aziendale ed or. 1983 • Può essere considerato ormai un classico della sociologia dell’organizzazione • Libro rivolto a manager, consulenti • Riscrittura di “The Structuring of Organizations” sintesi di molte ricerche sul campo spesso anche contraddittorie per capire: Cosa sappiamo sulla progettazione organizzativa? Che cos’è più importante per un’efficace progettazione dell’azienda

  21. MINTZBERG secondo Bonazzi

  22. Mintzberg: libro come un pranzo • Aperitivo Cap1 parte da 2 concetti base (divisione del lavoro e coordinamento) • Antipasti Cap.2-5 analisi variabili organizzative • Cap.6 analisi nel contesto dei fattori situazionali • Piatti forti Cap.7-12 le 5 configurazioni

  23. Gli elementi di base della progettazione organizzativa Un laboratorio di ceramica che si allarga fa nascere 2 esigenze fondamentali ed opposte ↓↓ Divisione del lavorocoordinamento Da Taylor fino anni ’50 si è pensato che esiste un solo modo per progettare un’organizzazione Poi si è rovesciato il discorso. l’azienda è fatta di elementi indipendenti:pianificazione e arricchimento compiti 3° possibilità: armonia e coerenza interna dell’org devono tener conto della situazione: ↓↓ ↓↓ Dimensione, età, tipo di ambiente sistema tecnico NB anche questi ultimi possono in parte essere scelti

  24. Meccanismi di coordinamento la colla che tiene insieme l’azienda • Adattamento reciproco • Supervisione diretta • Standardizzazione= coordinamento, prima di iniziare l’attività, di: • contenuti/processi di lavoro (es. pasticcere con disco rotante) • Capacità/ input (es. medico la cui formazione standardizza i processi e i risultati e il cooordinamento con un altro specialista • Risultati/output( tassista)

  25. Manager analisti, operatorie tipo di coordinamento • Operatori (o nucleo operativo)= chi produce beni o servizi→se pochi adattamento reciproco, se molti serve • Vertice strategico = 1 manager →supervisione diretta → + managers se l’azienda cresce: Linea intermedia • Analisti che progettano la standardizzazione (tecnostruttura) o • Staff di supporto (es: ufficio legale o mensa)

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