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Lingua italiana (CT) 2002-2003

Lingua italiana (CT) 2002-2003. La comunicazione (3) Il codice, i codici. Argomenti della lezione. Questa lezione continua l’esposizione, iniziata nella precedente, di alcuni concetti fondamentali di semiotica. Sono oggetti di analisi, questa volta: il concetto di codice;

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Lingua italiana (CT) 2002-2003

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Presentation Transcript


  1. Lingua italiana (CT)2002-2003 La comunicazione (3) Il codice, i codici

  2. Argomenti della lezione • Questa lezione continua l’esposizione, iniziata nella precedente, di alcuni concetti fondamentali di semiotica. • Sono oggetti di analisi, questa volta: • il concetto di codice; • gli oggetti che lo compongono e le regole che ne determinano il funzionamento; • le caratteristiche salienti dei codici verbali; • le caratteristiche di alcuni codici non verbali.

  3. Il codice

  4. Definizione di codice • i codici sono insiemi strutturati di segni e di regole per combinarli tra loro; essi possono avere - in dipendenza dalle caratteristiche degli elementi che li costituiscono (i segni, appunto) - caratteristiche molto diverse.

  5. Codici e regole • Le regole che governano un codice indicano come i segni possono essere (a) combinati e (b) sostituiti gli uni agli altri in maniera accettabile. • Le regole che determinano la combinazione di segni sono dette sintagmatiche. • Le regole che determinano la sostituzione di segni sono dette paradigmatiche.

  6. Regole sintagmatiche e paradigmatiche • Si può anzi dire che ciascun codice è organizzato su due assi: • quello sintagmatico, che rappresenta la dimensione combinatoria lineare degli elementi linguistici; • quello paradigmatico che rappresenta le possibilità di sostituzione offerte per ciascuno degli elementi disposti sull'asse sintagmatico.

  7. Figura 1: gli assi linguistici Asse paradigmatico (o del sistema); sostituzione Asse sintagmatico (o del processo); combinazione

  8. I codici in relazione ai segni • Sulla base della natura dei segni che li compongono, possiamo distinguere tra codici verbali (lingue storico-naturali) e non verbali (gestuali, cromatici, iconici…); • I codici verbali impiegano segni simbolici verbali; i codici iconici utilizzano per lo più segni grafici icone. La suddivisione tra simboli, icone ed indici risale a Peirce.

  9. I codici e le loro caratteristiche • Distinguiamo tra codici lassi e codici formalizzati • I primi ammettono usi connotativi; i secondi sono più rigorosamente denotativi e mirano alla biunivocità perfetta. • Hanno caratteristiche di formalizzazione soprattutto i codici artificiali.

  10. Denotazione/connotazione in linguistica • La denotazione, in linguistica, è il significato dato per mediamente acquisito di un'entità lessicale, che non contiene alcun elemento soggettivo o affettivo determinato dal contesto. • La connotazione è la sfumatura linguistica di ordine soggettivo (a volte però socialmente ratificato) che un termine o un enunciato hanno o acquisiscono in aggiunta al significato di base (ad es. mamma e madre hanno uguale significato ma diversa connotazione).

  11. Denotazione/connotazione in semiotica • Denotazione, in semiotica, è il valore “neutro” (di sistema) di un segno in un determinato codice. • Connotazione è l’operazione di ridefinizione di un segno a nuovo significante di un altro. La riassegnazione semantica avviene sulla base di procedimenti analogici.

  12. significato significante significante significato Denotazione/connotazione A • Connotazione come sfumatura di senso indefinita • Connotazione come ridefinizione di un segno a nuovo significante di un altro. connotazione connotazione denotazione • Rappresentazioni del rapporto tra denotazione e connotazione B La connotazione è un atto squisitamente culturale/ideologico e vincolato dal contesto.

  13. Connotazioni… A B C D

  14. Denotazione in logica • In logica, la denotazione è la proprietà di un termine di indicare una classe di oggetti e solo quella. In questo senso il termine equivale ad estensione. • Il fatto che si ritenga la denotazione come l’elemento “solido” dei significati di un codice riposa su due assunti impliciti: • che tale codice sia costituito da elementi che corrispondono a fatti del mondo ben precisi; • che tale associazione abbia carattere di naturalezza o di arbitrarietà ma che sia stabile.

  15. Connotazione in logica • In logica, connotazione è l'insieme degli attributi necessariamente implicati da un termine o da un enunciato. In questo senso il termine equivale ad intensione.

  16. Codici non verbali • Nella comunicazione linguistica, i codici simbolici verbali sono impiegati in congiunzione ad altri: • quelli paralinguistici; • quelli extralinguistici.

  17. Paralinguistica • Costituiscono il dominio paralinguistico i fatti prosodici, che accompagnano, qualificano e strutturano l’enunciazione. • I fatti prosodici hanno rilievo solo nella comunicazione orale, ma alcuni di essi hanno un corrispettivo (per lo più interpuntorio) anche in quella scritta. • La prosodia si occupa di fenomeni fonologici sovrasegmentali (relativi, cioè a più segmenti fonologici [ossia gruppi di fonemi], come sillabe, gruppi di sillabe, parole o enunciati).

  18. Prosodia • I fenomeni prosodici si distinguono in distintivi (o fonologicamente pertinenti) e non distintivi. • In italiano, i fenomeni prosodici distintivi più importanti sono: • l’accento; • la quantità • l’intonazione. • Quelli non distintivi sono: • il timbro; • il tono; • il ritmo; • la durata.

  19. Fatti prosodici distintivi: intonazione • L'intonazione è lo schema melodico (musicale) che si ottiene, nella produzione di insiemi di suoni articolati (parole, sintagmi, enunciati), variandone la frequenza. • Dalla variazione intonativa dipendono funzioni comunicativo-espressive fondamentali: • quella demarcativa; • quella funzionale-informativa; • quella espressiva.

  20. Intonazione: esempi • Michele abita a Milano • Michele abita a Milano • Michele abita a Milano • Michele abita a Milano • Il cane dorme • Il cane dorme • Il cane dorme

  21. Intonazione, altri esempi • Hai comprato il libro? Sì • Siete d’accordo che in bibliografia sia messo un solo libro? Sì (esultazione: Sììììì) • Lo sai che a chi da 5 esami nel primo anno ne abbuonano uno? Sì (incredulità: Sssi-i) • Lo sai che vogliono portare ad otto il numero di esami per il primo anno? Sì (preoccupazione: Sì-i?) • Pronto è Rossi? Sì (attesa: Sì-i…) • E domani in università non vado, sia chiaro! Sì (disinteresse: Sì-ssì)

  22. Fatti prosodici non distintivi: ritmo • Il r. è un fatto prosodico determinato dal susseguirsi, entro un enunciato o una sequenza di enunciati, di segmenti in cui si registra attività fonatoria e di segmenti di silenzio o la presenza di un tratto prosodico che si alterna al suo opposto (tonicità/atonia; lunghezza/brevità*). • È un componente fondamentale nella comunicazione orale; viene consciamente sfruttato anche nella scrittura in alcune situazioni particolari, come la creazione poetica.

  23. Ritmo ed intonazione: esempi • Il ragazzo arrivato per terzo aveva sbagliato strada • Gli alunni che avevano finito il compito uscirono • Il maestro dice il professore è uno sciocco

  24. Extralinguistica • Costituiscono il dominio extralinguistico i fatti cinesici e prossemici, che accompagnano, qualificano e strutturano l’enunciazione o, in qualche caso, la sostituiscono. • I fatti cinesici e prossemici hanno rilievo solo nella comunicazione orale. • I primi sono collegati con i gesti attivati ed i secondi con le posture assunte dai parlanti nel corso di uno scambio comunicativo.

  25. Cinesica • Nel corso di una comunicazione che avviene attraverso mezzi verbali usiamo il corpo per esprimeresignificati aggiuntivi a quelli codificati linguisticamente. • Rientrano nel dominio della cinesica, tra gli altri : • i cenni del capo; • le espressioni del volto; • i gesti; • i movimenti oculari.

  26. Cinesica: i gesti • Ai gesti ed agli altri elementi cinesici si riconoscono funzioni diverse: • di sottolineare elementi del linguaggio verbale; • di esprimere emozioni; • di esprimere atteggiamenti e personalità; • di permettere o facilitare il contatto interpersonale (alcuni gesti sono istituzionalizzati dall’etichetta e nelle cerimonie). • In alcuni casi, diversi dai precedenti, i gesti sono elementi segnici in un codice gestuale.

  27. Cinesica: i gesti • I gesti che hanno la funzione di sottolineare elementi del linguaggio verbale sono raccolti in classi: • quella degli emblemi; • quella degli ideogrammi; • quella dei deittici; • quella delle bacchette; • quelli degli indicatori dello stato affettivo.

  28. Cinesica: i gesti Emblema Segno simbolico, emesso intenzionalmente con un significato specifico, verbalizzabile Ideogrammi Segno analogico, che indica un movimento di pensiero. Deittico Segno con cui si indica un oggetto o una persona

  29. Cinesica: i gesti Bacchetta Segno di accompagnamento al discorso, che ne scandisce i segmenti. Indicatore di stato affettivo Segno espressivo, che indica uno stato d’animo particolare

  30. Prossemica • Nel corso di una comunicazione verbale le posture e la posizione esprimono, come i gesti, significati aggiuntivi a quelli codificati linguisticamente. • Rientrano nel dominio della prossemica, tra gli altri : • le distanze interpersonali; • la postura; • l’altezza relativa dei parlanti.

  31. Prossemica: le distanze • Alcuni studi suggeriscono che la gestione delle distanze tra gli interlocutori sia particolarmente significativa. • Si distinguono in genere quattro zone di distanza: • quella intima; • quella personale; • quella sociale; • quella pubblica.

  32. Prossemica: le distanze Distanza intima Distanza personale Distanza sociale Distanza pubblica Fasi della prossimità Fasi della lontananza

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