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Il ruolo della scuola nella prevenzione e nella “presa in carico” del soggetto con ADHD

Il ruolo della scuola nella prevenzione e nella “presa in carico” del soggetto con ADHD. A cura di C. Maurizio Gentile Psicologo, Responsabile Servizio Psicopedagogico Ufficio Scolastico Regionale per la Sicilia - MPI.

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Il ruolo della scuola nella prevenzione e nella “presa in carico” del soggetto con ADHD

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Presentation Transcript


  1. Il ruolo della scuola nella prevenzione e nella “presa in carico” del soggetto con ADHD A cura di C. Maurizio Gentile Psicologo, Responsabile Servizio Psicopedagogico Ufficio Scolastico Regionale per la Sicilia - MPI

  2. MALGRADO LE SCELTE OPERATE DAL DSM IV E DALL’ICD-10 E’ GIUSTO RICORDARE CHE ESISTE ANCORA UNA NOTEVOLE DIFFERENZA FRA STATI UNITI ED EUROPA (SOPRATTUTTO AUTORI DI LINGUA FRANCOFONA) NELL’AFFRONTARE SUL PIANO EPISTEMOLOGICO E TECNICO-DIAGNOSTICO IL PROBLEMA DELL’ADHD GOLSE (2003) parla di una “Scelta di Società” • EUROPA • (Francia in testa) • Approccio più dinamico e multifattoriale • Prudenza nell’uso dei farmaci • USA • Forte tendenza organicista • Uso prevalente della farmacologia

  3. La Scuola è profondamente coinvolta nel problema dell’ADHD Per l’individuazione precoce delle situazioni di ADHD conclamata Per le possibilità reali di avviare una prevenzione in collaborazione con la Famiglia Per la realizzazione di interventi psicopedagogici mirati Di fatto, tutti gli allievi con ADHD, come sappiamo, presentano problemi nell’apprendimento e/o nell’adat-tamento scolastico

  4. Dall’incapacità di focalizzare, sostenere e organizzare l’ATTENZIONE Il Disturbo di Apprendimento legato all’ADHD deriva ….. Interazione fra fattori STOP, LOOK e LISTEN Dalla difficoltà a inibire le risposte IMPULSIVE OBIETTIVO DEL LAVORO EDUCATIVO  neces-sità di promuovere la capacità di autocontrollo del comportamento iperattivo con costruzione di una adeguata self-image

  5. Alla GESTIONE del comportamento problematico in classe (che tanta ansia procura agli insegnanti) L’INTERVENTO DELLA SCUOLA SI RIVOLGE Alla PREVENZIONE dello scarso rendimento scolastico ( quasi sempre associato all’ADHD) La premessa di un buon intervento scolastico è che i docenti devono essere adeguatamente informati sulle caratteristiche clinico-comportamentali dell’ADHD e sulle tecniche psicopedagogiche più funzionali al management della situazione.

  6. Il bambino con ADHD deve essere “rivisto” con occhi nuovi e con atteggiamenti liberi da ogni pregiudizio. Nel contatto con un alunno con ADHD ogni docente dovrebbe ricordarsi che: • Spesso il comportamento del bambino è fuori dal suo controllo volontario; • Non è importante cercare le responsabilità (della famiglia, del bambino, nostre) quanto individuare la soluzione dei problemi posti; • Il problema che ho di fronte non appartiene solo al bambino e alla sua famiglia, ma anche a me  I CARE (Don Milani); • Devo imparare ad apprezzare il bambino per quello che è, ma devo lavorare per non lasciarlo come è……; • Non devo guardare in lui solo “quello che non va”, ma devo focalizzare con maggiore attenzione i suoi lati positivi; • Non posso affrontare da solo questo problema. Devo cercare alleanze e collaborazioni (sia dentro che fuori la Scuola).

  7. Tutto ciò deve portare ad una diversa organizzazione della pratica didattica che possa favorire il managementdelle difficoltà legate all’ADHD.

  8. In concreto, questa diversa organizzazione didattica deve prevedere • La creazione di un contesto comunicativo ed operativo molto strutturato; • Una iniziale “etero-regolazione” del comportamento del bambino con ADHD; • La predisposizione degli spazi fisici e dei banchi in modo tale che si favorisca il controllo del comportamento finalizzato all’apprendimento; • Una scaletta delle attività quotidiane da comunicare al gruppo; • Una modifica dei compiti con la riduzione della lunghezza del compito di apprendimento e la previsione di brevi pause durante l’esecuzione; • Una continua stimolazione dell’attenzione con variazioni delle proposte; • L’attivazione di tecniche di peer-tutoring; • La diminuzione delle punizioni e l’aumento delle gratificazioni.

  9. Cosa può FARE una Scuola, nella sua globalità, per affrontare il problema ADHD come un problema della Comunità educante (scuola, famiglia, territorio) ? Uno schema procedurale da utilizzare a Scuola per il “management” dell’ADHD

  10. Usare strumenti oggettivi di osservazione (SDAI, Test di Valett, Conners Rating Scale, etc …). OSSERVAZIONE SISTEMATICA Individuare la frequenza e la specificità dei comportamenti iperattivi e di disattenzione. VALUTAZIONE DIRETTA DEI COMPORTAMENTI DI DISATTENZIONE E IPERATTIVITA’ Verificare oggettivamente l’ap-prendimento scolastico. Creare nessi e collegamenti fra Disabilità di Apprendimento e ADHD.

  11. COINVOLGIMENTO DEI GENITORI E RACCORDO CON I SERVIZI SPECIALISTICI DEL TERRITORIO Coinvolgere i genitori nella valutazione dell’ alunno. Chiedere consigli e collaborazione agli specialisti di settore ( NPI, Servizio Psicopedagogico, etc). PREDISPORRE UN PROGETTO GLOBALE DI INTERVENTO Coinvolgere gli OO.CC. nell’ela-borazione di un progetto di prevenzione ed intervento che sia pronto “prima” che il bambino arrivi a Scuola.

  12. Selezionare obiettivi di appren-dimento adeguati e realistici. DEFINIRE UN PERCORSO EDUCATIVO- DIDATTICO PERSONALIZZATO Realizzare interventi quotidiani per ridurre iperattività e disattenzione. Procedere ad una verifica continua. STABILIRE UNA PIATTAFORMA COLLABORATIVA CON LA FAMIGLIA Ottenere collaborazione e appoggio dei genitori per eventuali interventi complementari da fare a casa o in raccordo con i servizi territoriali.

  13. Utilizzare strumenti oggettivi di valutazione dei progressi realizzati dagli allievi ( metodica prima/dopo) VALUTARE I RISULTATI OTTENUTI A MEDIO E LUNGO TERMINE Leggere e analizzare il feed-back per promuovere ulteriori inter-venti per non disperdere i risultati ottenuti .

  14. Per la gestione-conduzione della classe, dunque, è necessario che il team dei docenti si muova secondo tre direttrici Assumendo atteggiamenti e comportamenti positivi verso l’allievo ADHD Progettando un Ambiente di Apprendimento ricco e stimolante ma molto strutturato Sviluppando delle attività in classe finalizzate alla riduzione della Iperattività e Disattenzione Attività di rilassamento, attività per la riduzione della tensione, allenamento all’inibizione percettivo-muscolare, esercizi per stimolare attenzione-concentrazione, favorire i processi metacognitivi e di controllo.

  15. Per concluderePossiamo aprire ulteriori riflessioni a partire da questo pensiero di Bion che possiamo senz’altro estendere anche agli insegnanti: “che cosa dobbiamo fare? sembra che l’unica cosa, o quasi, ad essere basilare non sia tanto quello che dobbiamo fare, ma che cosa dobbiamo essere. Ecco perché è così importante che i genitori siano capaci di quello che io chiamo amore appassionato. Il bambino, allora, ha la possibilità di apprendere qualche cosa dal modo in cui si comportano i genitori. Non c’è nulla che possa insegnare loro questo, né la loro istruzione scolastica, né altrove.” (Bion, Four discussion with Bion, 1980)

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