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Universit La Sapienza di Roma Facolt di Scienze della Comunicazione Corso di laurea in Scienze della Comunicazione P

I Barbari". I bellicosi Germani, che prima resistettero, poi invasero e alla lunga sottomisero l'Impero romano d'Occidente, dovrebbero occupare un posto molto pi importante nella nostra storia, ed avere un pi forte e, se possiamo usare questa espressione, pi familiare richiamo alla nostra memor

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Presentation Transcript


    1. Le istituzioni politiche nell’era dell’ascrittivitŕ. La Grecia, Roma e l’Alto Medioevo. Dott. Stefano Scarcella Prandstraller Lezione IV – “Le istituzioni politiche nell’Alto Medioevo - I” Universitŕ “La Sapienza” di Roma Facoltŕ di Scienze della Comunicazione Corso di laurea in Scienze della Comunicazione Pubblica ed Organizzativa Anno Accademico 2008-09 Corso di Storia delle Istituzioni Politiche SPS/03

    2. I “Barbari” “I bellicosi Germani, che prima resistettero, poi invasero e alla lunga sottomisero l’Impero romano d’Occidente, dovrebbero occupare un posto molto piů importante nella nostra storia, ed avere un piů forte e, se possiamo usare questa espressione, piů familiare richiamo alla nostra memoria e considerazione”. “Le nazioni piů civilizzate della moderna Europa sono infatti uscite dalle foreste della Germania; e nelle rudi istituzioni politiche di questi barbari noi possiamo ancora distinguere gli originari principi delle nostre attuali leggi e consuetudini”. (Edward Gibbon, The History of the Decline and Fall of the Roman Empire, 1776)

    3. I “Barbari” Tra i popoli le cui migrazioni verso le terre appartenute all’Impero romano hanno avuto luogo a piů riprese dal IV all’VIII secolo, possiamo distinguere: 1) popolazioni germaniche, di ceppo “orientale”, “occidentale” e “settentrionale”; 2) popolazioni iraniche, come i Sarmati e gli Alani, provenienti dalle pianure dell’Europa centro-orientale; 3) popolazioni turco-mongole, come gli Unni (Hiung-nu) e gli Avari, provenienti dalle pianure dell’Asia centrale. Le popolazioni iraniche e turco-mongole, pur presentando ciascuna delle particolaritŕ, hanno carattere nomade o semi-nomade, si muovono e combattono quasi esclusivamente a cavallo e compiono di solito migrazioni totali. Le popolazioni germaniche sono invece un insieme composito e con differenze anche notevoli al loro interno.

    4. I popoli germanici “orientali” Il ceppo orientale comprende i Visigoti (Thervingi), gli Ostrogoti (Greuthungi), i Vandali (Wandili Asdingi e Silingi), i Gepidi, i Burgundi, i Longobardi (Winili), gli Eruli e gli Sciri; provengono dalla penisola Scandinava (“Isola di Scandia”); compiono migrazioni totali; si muovono lungo un percorso che transita via terra a Oriente, nell’area tra i fiumi Oder e Vistola, per poi aprirsi la strada attraverso le grandi pianure dell’Europa centro-orientale fino al Ponto Eusino, alla Mesia, alla Pannonia, alla Dalmazia, all’Illiria e quindi al resto dell’Occidente; tutti questi popoli, abituati a muoversi per notevoli distanze ed a lasciarsi alle spalle le loro precedenti sedi di stanziamento, si caratterizzano per l’aver appreso, probabilmente da Sarmati e Alani, l’uso del cavallo, e per il fatto di utilizzare, in un grado piů o meno preponderante, la cavalleria come componente essenziale dei loro eserciti; in origine pagani, si convertono presto all’Arianesimo.

    5. I popoli germanici “occidentali” Il ceppo occidentale comprende i Marcomanni, i Quadi, gli Juti, i Frisoni, i Suebi, i Turingi, gli Alamanni, i Franchi Salii e Ripuari, gli Angli e i Sassoni; provengono da diverse regioni duella attuale Germania (“Germania Magna”), e in particolare da quelle del Mare del Nord, del bacino del Reno-Weser e di quello dell’Elba; le migrazioni di questi popoli non sono mai totali, ma possono piuttosto essere configurate: a) come conquiste o espansioni in regioni contigue ai territori originari oltre il Reno, come nel caso dei Franchi o dei Turingi e degli Alamanni in Gallia; b) come occupazioni di nuovi territori non geograficamente contigui a quelli di provenienza, e quindi destinati a dare origine a regna isolati dalla madrepatria, come nel caso di Angli e Sassoni in Britannia o dei Suebi nella penisola iberica; si tratta di popoli delle foreste, che in guerra combattono a piedi o comunque fanno poco uso di cavalleria; restano pagani a lungo, ma poi si convertono al Cattolicesimo.

    6. I popoli germanici “settentrionali” Il ceppo settentrionale, comprende i popoli variamente noti come Geati, Danesi, Variaghi, Vichinghi o Normanni; provengono tutti dalla penisola Scandinava; compiono migrazioni parziali, configurabili in prevalenza quali scorrerie e saccheggi, e solo piů tardi come vere e proprie guerre di conquista ed espansione; seguono quasi esclusivamente la via del mare; data la scarsitŕ di contatti prolungati con altre culture, mantengono piů a lungo degli altri la religione pagana e diversi tratti culturali germanici antichi; una parte minore della popolazione, i Variaghi o Variazi, sceglie la migrazione verso sud-est, ma lo fa non giŕ via terra come i Goti, ma a bordo di navi, utilizzando i grandi fiumi per raggiungere il Mar Caspio e il Mar Nero; combattono essenzialmente a piedi o a bordo delle loro navi ed ignorano l’uso bellico del cavallo fino alla fondazione del Ducato di Normandia nel 911.

    7. I regni romano-barbarici Regno dei Visigoti, prima in Gallia (circa 412) e poi nella penisola iberica, fino al 714. Regno dei Vandali, prima nella penisola iberica (409-429) e poi in Africa (429-435), fino al 534. Regni degli Angli e dei Sassoni in Britannia, dal V secolo. Regno dei Suebi nella penisola iberica (411-585). Regno degli Ostrogoti, prima in Pannonia e in Dalmazia (453) e poi in Italia (dal 489) fino al 553. Regno dei Franchi in Gallia dal 408. Regno dei Burgundi in Gallia dal 408 al 534. Le variabili che influenzano la durata di questi regni nel tempo sono le lotte interne, le scelte in materia religiosa, i rapporti con la popolazione romanizzata, la vicinanza con le regioni di origine, lo scontro con altri popoli e la capacitŕ di preservare le istituzioni politiche romane.

    8. I regni romano-barbarici Le variabili che influenzano la durata di questi regni nel tempo sono le lotte interne, le scelte in materia religiosa, i rapporti con la popolazione romanizzata, la vicinanza con le regioni di origine, lo scontro con altri popoli la capacitŕ di preservare le istituzioni politiche romane.

    9. Il regno Ostrogoto in Italia Gli Ostrogoti di Teodorico nel 489 occupano l’Italia, con il consenso dell’imperatore bizantino Zenone. La nobilitas senatoria subisce l’esproprio di parte consistente delle villae e delle terre in favore dei nuovi dominatori Goti. Tra Goti ariani e Romani cattolici si crea una profonda divisione, per cui “i Romani formano sul piano giuridico e religioso una comunitŕ distinta, che si regge secondo le sue istituzioni tradizionali”. Le istituzioni del diritto romano coesistono con quelle orali del diritto germanico, e sono applicate applicate iure personarum, a seconda del gruppo etnico di appartenenza. Viene mantenuta una legge romana del 370, che vieta il matrimonio tra romani e barbari. Diventa cosě impossibile, “ai vari livelli della scala sociale”, una qualunque integrazione tra elemento latino e germanico.

    10. Il regno Ostrogoto in Italia Esclusivamente ai Goti č riservato il diritto di portare le armi e di accedere a qualunque ufficio di carattere militare. L’aristocrazia gota non acquisisce nemmeno ai livelli piů alti la dignitŕ senatoria. Il sistema del “parallelismo” non implica il totale esautoramento dalle istituzioni politiche della nobilitas senatoria, la quale continua per un certo tempo ad esprimere importantissime cariche nell’amministrazione civile. I vescovi cattolici rimangono al loro posto. Il re governa assistito da un consistorium, di cui fanno parte senatori Romani e notabili Goti. Tuttavia, il rapido deterioramento dei rapporti del regno Ostrogoto con l’Impero d’Oriente porta ad un crescente clima di sospetto nei confronti dell’elemento romano, che culmina con l’esecuzione di Boezio e Simmaco e l’incarcerazione del papa Giovanni I.

    11. I Franchi Verso l’anno 240 si forma, sotto il nome di Franchi, o “uomini liberi”, una nuova confederazione degli abitanti del Reno inferiore e del Weser”; (Gibbon, 1776) č una lega di tribů germaniche occidentali che comprende Chauci, Cherusci,Chatti, Sicambri, Tencteri ed Usipeti. I Franchi iniziano una graduale penetrazione nella Gallia romana, a partire dal primo massiccio attraversamento del Reno nel 406, compiuto insieme a diversi altri popoli germanici, sotto la guida di Clodione (Hlod). Al momento della deposizione dell’ultimo imperatore romano di Occidente (476) costituivano parecchi piccoli regni nelle regioni del basso Reno e della Schelda; “i Franchi costruirono e organizzarono un grande regno che divenne impero, e quest’ultimo ebbe una durata di mezzo millennio prima di passare a stati successori”. (Werner, 1998)

    12. I Franchi

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