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Gli alunni disabili: analisi degli aspetti educativo-didattici

Gli alunni disabili: analisi degli aspetti educativo-didattici. Quando lo si ascoltava non si era mai vicini ad un principio, piuttosto a un risultato. [Canetti, Un fascio di matite ]. PROGRAMMA DELLA LEZIONE. 2 LUGLIO. La valutazione delle capacità del bambino

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Gli alunni disabili: analisi degli aspetti educativo-didattici

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Presentation Transcript


  1. Gli alunni disabili: analisi degli aspetti educativo-didattici Quando lo si ascoltava non si era mai vicini ad un principio, piuttosto a un risultato. [Canetti, Un fascio di matite] CORSI SPECIALI - PISA 29 GIUGNO 2007

  2. PROGRAMMA DELLA LEZIONE 2 LUGLIO La valutazione delle capacità del bambino [con difficoltà, ritardo, con disabilità] • abilità cognitive • abilità metacognitive • abilità di comunicazione • abilità relazionali • abilità di autonomia personale • abilità di autonomia sociale • abilità motorie • abilità percettive • abilità di gioco CORSI SPECIALI - PISA 29 GIUGNO 2007

  3. ICF Categorie di risorse Caratteristiche dell’alunno: scala a 5 posizioni, da nessun b.e.s. [0] a fortissimo b.e.s. [5] [Ianes, 2003] CORSI SPECIALI - PISA 29 GIUGNO 2007

  4. Organizzazione scolastica (tempi, formazione delle classi…). • Gestione degli spazi e aspetti architettonici. • Partnership e alleanze extrascolastiche (Ente locale, famiglie…). • Necessità formative e di aggiornamento. • Necessità di documentazione, di scambio di esperienze con altre scuole. • Modifiche alle modalità didattiche ordinarie. • Modifiche al materiale didattico ordinario. • Didattica individuale. • Materiale didattico individuale specifico. • Interventi educativi formativi per tutti gli alunni. • Interventi educativi formativi individuali. • Interventi educativi relazionali per tutti gli alunni. • Interventi educativi relazionali individuali. • Ausili e tecnologie di aiuto. • Interventi riabilitativi. • Interventi sanitari-terapeutici. CORSI SPECIALI - PISA 29 GIUGNO 2007

  5. Quale didattica per i bisogni educativi speciali? [Janney e Snell, 2000] CORSI SPECIALI - PISA 29 GIUGNO 2007

  6. Quale didattica per i bisogni educativi speciali? • Procedere dal reale livello del soggetto per raggiungere obiettivi adeguati ai fini adattativi, cioè rispetto alle esigenze che l’ambiente propone e rispetto alle curiosità del bambino. • Mettere il bambino in grado di valutare i risultati che raggiunge; saper accettare e correggere gli errori. • Usare modalità di facilitazione e rinforzo; offrire opportunità di ricavare strategie di soluzione. • Giungere a modalità di controllo (autocontrollo) del bambino nell’esecuzione del compito. Ricordare l’importanza del linguaggio come ‘direttivo della condotta’: il linguaggio adulto ‘dirige’ l’azione del bambino, il linguaggio del bambino è ‘direttivo’ e guida della propria azione. • Selezionare gli stimoli e, contemporaneamente,, puntare al potenziamento dell’attenzione simultanea e attraverso più canali. • Inibire o controllare la tendenza alla perseverazione o iperfissazione: ‘scollare’ il bambino da uno stimolo; non continuare troppo a lungo su un compito, soprattutto se il bambino sbaglia; evitare la ripetitività. • Stimolare il bambino ad acquisire processi e rappresentazioni. • Giungere alla generalizzazione del compito, ovvero all’uso di ciò che viene imparato anche al di fuori del contesto in cui è stato imparato. Vicari e Caselli, 2002 CORSI SPECIALI - PISA 29 GIUGNO 2007

  7. Quale didattica per i bisogni educativi speciali? C’è un legame strettissimo tra l’investimento emotivo e il conoscere: fare esperienza ed apprendere significano vivere un’esperienza emotiva; non è possibile separare i due aspetti. Se un ambiente responsivo permette al bambino di sperimentare il successo, gli permette anche di avere una sensazione di competenza, di provare piacere nel fare le cose, di conoscere, di esplorare. Mettere il bambino sulla strada della motivazione significa metterlo in una posizione attiva di ricerca di situazioni che generano piacere. Bargagna, 2005 CORSI SPECIALI - PISA 29 GIUGNO 2007

  8. Chi sono i bambini con bisogni educativi speciali? CORSI SPECIALI - PISA 29 GIUGNO 2007

  9. Chi sono i bambini disabili? • Sono bambini che hanno una diagnosi medica e/o psicologica. • Per le categorie diagnostiche si fa riferimento al DSM IV* (1994) e all’ICD 10** (1992). • Documentazione prevista dal DPR 24/2/94 *A.P.A., Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders **OMS, International Classification of Diseases CORSI SPECIALI - PISA 29 GIUGNO 2007

  10. DSM IV - ICD 10 Si tratta di manuali di classificazione categoriali, sintomatologici e multiassiali. I disturbi vengono classificati in categorie diverse sulla base di criteri di tipo descrittivo. CORSI SPECIALI - PISA 29 GIUGNO 2007

  11. UN ESEMPIO  il ritardo mentale R.M. lieve QI 50-55/70 R.M. medio QI 35-40/55 R.M. grave QI 20-25/40 R.M. gravissimo QI < 20-25 CORSI SPECIALI - PISA 29 GIUGNO 2007

  12. Sintesi diagnostica di una bambina con ritardo negli apprendimenti e capacità cognitive in area limite - 8 anni, frequenta la II elementare. CORSI SPECIALI - PISA 29 GIUGNO 2007

  13. Capacità cognitive ai limiti inferiori della norma • Memoria a breve e lungo termine • Capacità attentive • Linguaggio espressivo • Area logico-matematica CORSI SPECIALI - PISA 29 GIUGNO 2007

  14. Ritardo e apprendimento: il ritardo mentale in termini qualitativi • RM lieve: pensiero operatorio concreto; capacità scolastiche a livello di V elementare; procedure di base; difficoltà nelle inferenze, nel ragionamento logico-deduttivo, nella generalizzazione. • RM medio: pensiero preoperatorio; capacità scolastiche a livello di II elementare. • RM grave: stadio sensomotorio; livello minimo di linguaggio; possibilità di acquisire abilità di lettura globali per le necessità di base. CORSI SPECIALI - PISA 29 GIUGNO 2007

  15. Come impara un bambino con RM: • tendenza alla rigidità • impara in modo meccanico e addestrativo • ha difficoltà a processare più stimoli contemporaneamente • lentezza • perseverazione CORSI SPECIALI - PISA 29 GIUGNO 2007

  16. Memoria a breve termine verbale • Span numeri diretto • Span numeri inverso • La prova consiste in una rievocazione seriale immediata di una serie di item linguistici di lunghezza crescente. Si valuta qual è la serie più lunga che il bambino riesce a ripetere correttamente, rispettando l’ordine in cui gli item vengono presentati. Memoria a lungo termine CORSI SPECIALI - PISA 29 GIUGNO 2007

  17. Si indica al bambino un disegno per volta chiedendogli di dirne il nome. • Dopo aver nascosto le figure si chiede al bambino di ricordarne il maggior numero. • Il punteggio è dato dal numero di item ricordati correttamente. CORSI SPECIALI - PISA 29 GIUGNO 2007

  18. Attenzione visiva selettiva • Il bambino deve ricercare i quadratini uguali al target. • Dopo un minuto si interrompe la prova. • Il punteggio è dato dal numero di item corretti e dal tempo di esecuzione se inferiore al minuto. CORSI SPECIALI - PISA 29 GIUGNO 2007

  19. Linguaggio espressivo • In una prova di naming, il bambino può fare errori di tipo strutturale, semantico e fonologico. • Le difficoltà in compiti di naming in bambini di scuola dell’infanzia correlano con difficoltà nella decodifica della lettura nella scuola primaria. CORSI SPECIALI - PISA 29 GIUGNO 2007

  20. Area logico-matematica CORSI SPECIALI - PISA 29 GIUGNO 2007

  21. Il bambino deve ricostruire le posizioni di alcune palline a partire da una posizione data e con un numero massimo di spostamenti. • La prova valuta la presenza di deficit nelle abilità di pianificazione, di monitoraggio e di comportamento strategico nella soluzione di un problema. • Il punteggio è dato dal numero di risposte corrette. CORSI SPECIALI - PISA 29 GIUGNO 2007

  22. Sintesi diagnostica di un bambino con ritardo del linguaggio e capacità cognitive in area limite - 5 anni, frequenta l’ultimo anno di scuola dell’infanzia. CORSI SPECIALI - PISA 29 GIUGNO 2007

  23. IPDATerreni et al. (2002) questionario osservativo per la rilevazione delle difficoltà di apprendimento in bambini di 5 anni. CORSI SPECIALI - PISA 29 GIUGNO 2007

  24. prassie - orientamento CORSI SPECIALI - PISA 29 GIUGNO 2007

  25. CORSI SPECIALI - PISA 29 GIUGNO 2007

  26. CORSI SPECIALI - PISA 29 GIUGNO 2007

  27. Il gioco è di tipo esplorativo-funzionale, scarsamente finalizzato e necessita della guida dell’adulto. BAMBINA A: tieni, questa è la tua bambola. BAMBINA B: facciamo che ha il morbillo. BAMBINA A [rivolgendosi a C]: perché prendi quella? BAMBINA B [rivolgendosi a C]: non puoi prenderla, è la borsa del dottore. E va bene, è malata, ha il morbillo. No, no, ha l’influenza. BAMBINA C: se ha il morbillo non può mangiare. BAMBINA B: ma no, ha l’influenza. Mia mamma ha l’influenza per davvero. [Baumgartner, 2006] CORSI SPECIALI - PISA 29 GIUGNO 2007

  28. Nell’esempio precedente 3 bambine sono andate nell’angolo del gioco dottore-paziente attrezzato nella loro sezione di scuola dell’infanzia e giocano con due bambole che sono malate. Si tratta di un gioco di FANTASIA, tipico dei bambini in età prescolare. IL GIOCO DEI BAMBINI: • esplorazione [da indifferenziata a sistematica] • manipolazione [da generica, a funzionale, a combinatoria] • le condotte combinatorie anticipano sia il gioco simbolico sia le prime organizzazioni prelogiche del pensiero Importanza dei materiali [tipo e quantità] e degli spazi [angoli attrezzati] per favorire il comportamento esplorativo e di gioco. CORSI SPECIALI - PISA 29 GIUGNO 2007

  29. Gioco simbolico: come se…compare tra la fine del I e l’inizio del II anno di vita LINEE DI SVILUPPO TRA IL II E III ANNO: • processo di decentramento il bambino agisce come se fosse un’altra persona • processo di decontestualizzazione le azioni di gioco dei bambini si verificano in contesti diversi da quelli ordinari • processo di integrazione le azioni di gioco sono coordinate in sequenze temporali e causali; vengono pianificate, con il supporto del linguaggio, prima di essere eseguite CORSI SPECIALI - PISA 29 GIUGNO 2007

  30. Funzione cognitiva dell’imitazione: se gli adulti partecipano al gioco proponendo modelli o stimolando l’uso simbolico di oggetti, i bambini riescono a giocare in modo cognitivamente più avanzato. • Gioco simbolico e linguaggio. • Gioco simbolico e competenze sociali. CORSI SPECIALI - PISA 29 GIUGNO 2007

  31. Gioco di fantasia o sociodrammatico:facciamo che io ero…età prescolare • Dai 3 anni i temi del gioco simbolico non dipendono più dall’esperienza diretta del bambino ma sono temi di fantasia. • Diventa fondamentale la condivisione con altri bambini, con ruoli definiti. Gioco con regole età scolare • È competitivo, formale, non è fine a se stesso, ha un nome e una tradizione. [Baumgartner, 2006] CORSI SPECIALI - PISA 29 GIUGNO 2007

  32. Le abilità di autonomia personale non sono ancora del tutto adeguate. • Controllo sfinterico • Alimentazione • Igiene personale • Vestirsi e svestirsi CORSI SPECIALI - PISA 29 GIUGNO 2007

  33. Metodologia della TASK-ANALYSIS: esempio * fisico, gestuale, verbale CORSI SPECIALI - PISA 29 GIUGNO 2007

  34. CORSI SPECIALI - PISA 29 GIUGNO 2007

  35. G A R D A O Z M I A E N I CORSI SPECIALI - PISA 29 GIUGNO 2007

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