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Corso di Storia delle Relazioni Internazionali

Corso di Storia delle Relazioni Internazionali. A.A. 2012/2013 Giovanni Bernardini bernardini@fbk.eu. Terza settimana di lezione. I nuovi imperi: dimensioni geopolitiche come condizione di un ruolo preponderante nel sistema internazionale La lenta agonia dell’ordine di Versailles…

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Presentation Transcript


  1. Corso di Storia delle Relazioni Internazionali A.A. 2012/2013 Giovanni Bernardini bernardini@fbk.eu

  2. Terza settimana di lezione • I nuovi imperi: dimensioni geopolitiche come condizione di un ruolo preponderante nel sistema internazionale • La lenta agonia dell’ordine di Versailles… • … e della Società delle Nazioni • Ipotesi sulle ragioni dell’ “appeasement” • Le prove generali del conflitto • La nuova “guerra civile europea” vista da Washington e da Mosca

  3. Il Giappone e il suo impero

  4. Il Giappone e il suo impero • Dal 1925 governo civile e sostanziale bipartitismo • Liberali favorevoli al commercio e all’apertura • Conservatori legati alla grande proprietà e favorevoli a una politica imperialistica tradizionale • Questo non significa democrazia: ruolo dell’imperatore e autonomia delle forze armate

  5. Il Giappone e il suo impero • Crescita forzata della produzione e soprattutto della produttività (progresso tecnologico): nel 1930 la produzione industriale è cresciuta del 300% rispetto al 1914 • Impatto pesante della crisi economica: contrazione delle esportazioni • Sopravvento degli interessi nazionalisti e imperialisti • Conflitto di interessi in Manciuria • 1931: intervento “a protezione” di 1.000 km di ferrovia transmanciuriana

  6. Il Giappone e il suo impero • Ricorso della Cina alla Società delle Nazioni • Reazione lenta della SdN: appello al buonsenso dei contendenti e commissione d’inchiesta Lytton • Quando il rapporto arriva alla SdN, il Giappone ha già creato lo stato fantoccio del ManzhouGuo sotto protettorato • Nel febbraio del 1933 l’Assemblea della SdN fa proprie le conclusioni estremamente critiche della commissione, il Giappone si ritira dalla SdN

  7. Il Giappone e il suo impero • Il disinteresse e la crisi economica impedirono qualunque reazione significativa degli europei; gli Stati Uniti sono in preda a una combattutissima campagna presidenziale • Le autorità giapponesi scambiarono l’impunità per tacito consenso europeo e per ridotta capacità d’intervento statunitense

  8. Il Giappone e il suo impero • Ben presto, il Giappone avrebbe identificato nel crescente revisionismo hitleriano un interlocutore europeo, più per ragioni pragmatiche che per affinità ideologiche • Nel frattempo, la SdN perdeva di credibilità di fronte al primo conflitto tra due paesi membri. Un altro sarebbe seguito a breve

  9. Il Giappone e il suo impero • Nel 1935 viene creato un governo autonomo della Mongolia interna • Truppe giapponesi verso Pechino e TienTsin senza particolari reazioni del governo di ChangKaishek. La Cina dal 1927 è in preda alla guerra civile • Patto in chiave anticomunista e antisovietica con la Germania (11/1936) • 1937: incidenti militari presso Pechino fanno da pretesto a un’intensificazione dell’invasione giapponese (senza dichiarazione di guerra)

  10. Il Giappone e il suo impero • 1938: proposte giapponesi di subordinazione della Cina alla “comune politica anticomunista”. Rifiuto di ChangKaishek • Nasce e si insedia a Nanchino il governo collaborazionista di WangJingwei, presto riconosciuto da Germania, Italia, Spagna, Romania e tutti i paesi progressivamente caduti nell’area di influenza tedesca

  11. Il Giappone e il suo impero • Da quel momento, l’ulteriore espansione del Giappone si legherà a filo doppio alle vicende europee (crollo della Francia); per il momento, non sembra esserci conflitto con i sovietici, nonostante un passato di rivalità e interessi contrastanti • Ma il nodo fondamentale rimane: quale rapporto con gli Stati Uniti? Questo dipende dall’assetto che il Giappone vuole dare al proprio predominio nel Pacifico e nell’Asia orientale

  12. Hitler al potere

  13. Hitler al potere • Alcuni punti fermi sul nazismo: • non fu soltanto la follia di un uomo • trasse alimento dalle deficienze dell’ordine di Versailles e dalla crisi economica • per una valutazione complessiva è necessario tenere presente il corso degli eventi e la sua stessa conclusione • MA: nella disamina è necessario tenere presente che per i contemporanei il nazismo era un fenomeno nuovo e, a lungo, difficilmente decifrabile

  14. Hitler al potere • Hitler nella storia tedesca: il “MeinKampf” • Nel clima culturale dell’epoca, le idee di Hitler non erano così aliene come si può immaginare: • retorica del “tramonto dell’Occidente” e dell’esaurimento della cultura europea: sostegno di parte del mondo culturale • lotta di classe come elemento fratricida importato dai nemici dell’Europa (ebrei e asiatici) • Necessità di riaffermare l’ordine gerarchico delle razze

  15. Hitler al potere • Sostegno di una parte sostanziale dell’apparato economico, non soltanto per la “pace” interna ma anche perché una politica di espansione territoriale e imperialista era considerata da molti imprescindibile e più attuale che mai (parallelo col Giappone) • Mantenimento di un alto livello di consenso interno, giocando sui risentimenti ma anche assicurando uno “stato sociale razziale” di proporzioni mai viste

  16. Hitler al potere • Un certo consenso internazionale: dominio del nazifascismo in Europa come unica speranza di ripresa economica e di fine dello stato di guerra intestino al continente senza intervento esterno; “baluardo” contro il comunismo sovietico

  17. Hitler al potere

  18. Hitler al potere • Per quanto sia ancora argomento di dibattito storiografico, il progetto di dominio di Hitler era contenuto nei suoi progetti sin dal principio. Paradossalmente, un piano talmente ambizioso rispetto al tradizionale equilibrio europeo che in molti semplicemente non vollero credere alla sua attuabilità, né alla reale volontà di Hitler di perseguirlo

  19. Hitler al potere • Gli sviluppi tattici furono scelti di volta in volta, ma sempre con una coerenza impressionante e sempre più terrificante per gli avversari • Tra il 1933 e il 1934 l’azione politica del nazismo si risolse soprattutto nel suo consolidamento interno: annichilimento di qualunque opposizione e concentrazione di tutti i poteri nelle mani di Hitler

  20. Hitler al potere • Risanamento interno e creazione dello “stato sociale razziale”: nel 1938 gli investimenti pubblici raggiunsero il 33% degli investimenti complessivi • Ma soprattutto Hitler dispone della capacità di orientare anche gli investimenti privati nella direzione scelta dal governo (infrastrutture e piano quadriennale di riarmo)

  21. Hitler al potere • Questo consente anche alla Germania di avvicinarsi al momento dello scontro bellico in condizioni di piena produzione • Consenso interno cementato attorno al ritrovato benessere, al mito del “nemico interno”, alla fine delle controversie politiche che avevano dilaniato la Repubblica di Weimar, al revanscismo territoriale e politico, all’obiettivo della riunificazione di tutte le “tribù” germaniche in un solo stato

  22. La politica estera di Hitler • Per quanto sia ancora argomento di dibattito storiografico, il progetto di dominio di Hitler era contenuto nei suoi progetti sin dal principio. Paradossalmente, un piano talmente ambizioso rispetto al tradizionale equilibrio europeo che in molti semplicemente non vollero credere alla sua attuabilità, né alla reale volontà di Hitler di perseguirlo

  23. La politica estera di Hitler • Flessibilità tattica • Tutto inizia alla Conferenza di Ginevra: principio dell’ “uguaglianza di diritti” • Abbandono della conferenza e della SdN: libertà da qualunque vincolo istituzionale mutilaterale • Volto “moderato” del regime: accordo di non aggressione con la Polonia (1934) cementato dall’anticomunismo

  24. La questione austriaca • Situazione insurrezionale in Austria: il governo conservatore rafforza i rapporti economici e politici con l’Italia • Propaganda per l’Anschluss da parte dei nazisti austriaci • Primo incontro tra Mussolini e Hitler a Stra

  25. La questione austriaca • Soltanto un mese dopo (luglio 1934), un tentativo di colpo di stato uccide il cancelliere Dollfuss • Mussolini invia due divisioni dell’esercito al Brennero • Hitler disconosce il colpo di stato e condanna l’iniziativa • Ma l’episodio mette in allerta gli europei, spingendoli a discutere del problema del revisionismo hitleriano

  26. La questione austriaca • Diversità di obiettivi: per Mussolini si tratta di legittimare un revisionismo concertato e limitato; per la Francia di contenere qualunque ipotesi di revisione; la Gran Bretagna mantiene una posizione defilata e poco incisiva

  27. La questione austriaca • Domanda comune a molta storiografia: era possibile un fronte comune? Impossibile dare una risposta definitiva • Certamente il comportamento dell’Italia ebbe un peso determinante: non per forza intrinseca, ma perché alcune scelte di Mussolini erano collegate ad alcuni punti critici dell’assetto europeo

  28. La questione austriaca • Si tratta di un elemento talvolta sovrastimato dalla storiografia italiana e che acquista valore soprattutto a posteriori • Di certo un peso anche maggiore sulla coesione di una simile coalizione europea lo ebbe l’indisponibilità britannica a un coinvolgimento efficace

  29. Mussolini e Hitler • Ripresa in mano la condotta della politica estera italiana, Mussolini cerca di evitare una scelta tra i due schieramenti, ricavando per sé una posizione di mediazione • Dal 1933 proposta di “Patto a Quattro” per sbloccare la conferenza di Ginevra: direttorio europeo • Ma l’impegno doveva andare di pari passo con l’adozione del principio della revisione dei trattati nelle situazioni passibili di sfociare in conflitti (di fatto sarebbe esautorata la SdN)

  30. Mussolini e Hitler • Gabbia giuridica per contenere e regolamentare il revisionismo tedesco, affidata alla volontà dei singoli governi più che a statuti multilaterali • Il progetto di Mussolini non fu mai ratificato • Impossibilità francese di accettare e sottoscrivere il principio del revisionismo; mancata convergenza di vedute tra Francia e Gran Bretagna; scetticismo sul “peso determinante” dell’Italia

  31. La Francia • Crisi economica ritardata e instabilità politica • Ipotesi di rilancio della sicurezza collettiva crollano di fronte all’avanzata giapponese in Cina e al ritiro della Germania dalla SdN • Nuovo governo di unità nazionale e svolta impressa dal ministro Barthou: • Rinuncia a perseguire il negoziato con la Germania • Riconoscimento della convergenza di interessi tra Francia e Unione Sovietica

  32. La Francia • Dal 1933 è in corso una vasta offensiva diplomatica sovietica verso occidente, provocata anche dal riconoscimento del pericolo nazista. Accordi economici e politici con la Francia. Accordi con tutti i paesi limitrofi. Firma di un patto di non aggressione con l’Italia. Nel settembre 1934 ingresso alla SdN. • Questo non significa che in Europa fossero finiti i sospetti nei confronti della natura del potere sovietico

  33. La Francia • Freddezza da parte britannica: l’idea di doversi proteggere da un pericolo tedesco era giudicata “insensata” • Dopo gli eventi austriaci, convinzione di Barthou che l’Italia possa essere recuperata al fronte antitedesco. In programma una visita a Roma per il novembre 1934 • Un mese prima Barthou viene ucciso a Marsiglia insieme al re Alessandro I di Jugoslavia

  34. La Francia • Il successore Laval sembra inizialmente perseguire la stessa strada • Incontro con Mussolini a Roma: via libera tacito alle aspirazioni italiane in Etiopia come ricompensa per l’arruolamento dell’Italia nel fronte antirevisionista europeo • La controversa che ne sarebbe nata avrebbe prodotto esattamente l’effetto contrario

  35. La fine dell’ordine di Versailles • Marzo 1935: Hitler annuncia la reintroduzione della coscrizione obbligatoria • Incontro tra Mussolini, Laval e Mac Donald si incontrano a Stresa: reazione debole al gesto hitleriano. Promessa di collaborazione • Contemporaneamente, Francia e Unione Sovietica firmano uno storico accordo di reciproca assistenza

  36. La fine dell’ordine di Versailles • Il governo britannico sceglie un’altra strada: ripresa delle conversazioni bilaterali sul “disarmo navale” con il governo tedesco • 6/35: accordo che consente alla Gerania di costruire una flotta da guerra pari al 35% di quella britannica, e che il limite fosse ancora più alto per la flotta sottomarina • La sottovalutazione britannica del pericolo nazista sancisce la morte prematura del “fronte di Stresa”.

  37. La fine dell’ordine di Versailles • La difesa dell’impero nel Mediterraneo ha la preminenza su tutto: pressioni sulla Francia perché vengano ritirate le aperture fatte all’Italia • Seconda, enorme violazione dei trattati di Versailles: nel marzo 1936 Hitler ordina la rimilitarizzazione della Renania • L’assenza di reazioni apprezzabili persuase Hitler che non esisteva un fronte contro di lui • Di lì a poco, due eventi lo avrebbero confermato

  38. L’aggressione italiana all’Etiopia • Inizia nell’ottobre 1935 • l‘ultima guerra coloniale scatenata da una potenza europea; un anacronismo. • Eppure assume il carattere di un ponte tra due epoche • I vantaggi per l’Italia erano quasi esclusivamente d’ “immagine” • Mussolini affermava che, dopo la conquista, l’Italia sarebbe entrata nel novero delle “nazioni soddisfatte”

  39. L’aggressione italiana all’Etiopia • Forte movimento di protesta in Gran Bretagna e in parte anche in Francia (l’Etiopia ERA membro della SdN!) • Ricorso etiope alla SdN: sanzioni economiche sostanzialmente inefficaci, ma che servono soltanto ad aumentare il consenso interno del fascismo • Accordo Hoare-Laval per una soluzione di compromesso: cessione all’Italia di gran parte dell’Etiopia ma mantenimento di una sovranità nazionale

  40. L’aggressione italiana all’Etiopia • Il piano trapela alla stampa e viene condannato dall’opinione pubblica (Hoare costretto a dimettersi) • Operazioni militari disastrose, ma nel maggio 1936 l’Italia conquista Addis Abeba e Mussolini proclama l’Impero • Soprattutto: il corso della vicenda rendeva ormai pressoché irreversibile l’avvicinamento alla Germania. Una visione miope degli interessi nazionali spingeva verso la nuova guerra civile europea

  41. La guerra civile spagnola • Dal 1931 una repubblica, seppur dominata da forze fortemente autoritarie e filofasciste • Nel 1936 storiche elezioni che danno la vittoria al Fronte popolare • Quattro mesi dopo esplode una rivolta militare contro il governo, lungamente preparata, dal Marocco spagnolo • Si stabilisce un governo alternativo a Burgos • La guerra sarebbe durata tre anni e avrebbe insanguinato la Spagna e coinvolto l’Europa

  42. La guerra civile spagnola • Entrambi gli schieramenti necessitano di aiuti immediati • In Francia c’è un governo di Fronte popolare, il più sensibile alle ragioni del governo repubblicano • Ma i rischi di una crisi di governo spinsero i francesi a promuovere una linea di “non intervento” internazionale • Brigate internazionali “volontarie”, fortemente sponsorizzate da Mosca

  43. La guerra civile spagnola • Intervento di Hitler: test per armamenti in vista della guerra. Soprattutto invio di aerei • Dall’Italia 50.000 volontari

  44. La guerra civile spagnola • Aspetto ideologico diventa predominante, ma non va enfatizzato per parte britannica e francese • La guerra civile si concluse nel febbraio del 1939 con la vittoria di Franco.

  45. Espansione della Germania e appeasement • La Gran Bretagna persegue una ricerca unilaterale di garanzie presso Italia e Germania • Scambio di note con Mussolini per il mantenimento dello status quo nel Mediterraneo (riconoscimento di fatto della conquista dell’Etiopia) • Dal maggio 1937 diventa premier Neville Chamberlain

  46. Espansione della Germania e appeasement • Hitler cerca la collaborazione con Londra: “mano libera” tedesca verso est; rifiuto britannico ma le discussioni proseguirono • Perché l’appeasement? Non era una politica di mera rinuncia, ma piuttosto di coscienza dei limiti che pure la potenza britannica era in grado di coprire: scarsa disponibilità della periferia dell’impero a lasciarsi trascinare in questioni interne Europee; pacifismo dell’opinione pubblica; impreparazione militare.

  47. Espansione della Germania e appeasement • Rimaneva un problema: fino a che punto tollerare? Esisteva un limite invalicabile? Hitler ne sarebbe stato cosciente e avrebbe limitato le pretese?

  48. L’ “Asse” e la questione austriaca • Nel frattempo, si prepara il passaggio successivo del piano continentale hitleriano. Accordo con l’Austria nel 1936: garanzia della sovranità austriaca ma riconoscimento del carattere di “stato tedesco”. Il partito nazista entra al governo • Col beneplacito di Mussolini: la politica estera nelle mani degli esponenti più filotedeschi del regime. Nell’ottobre 1936 Italia e Germania stipulano una serie di protocolli che definiscono l’ “asse Berlino-Roma”

  49. L’ “Asse” e la questione austriaca • Visita di Mussolini in Germania in settembre: profezia di un “domani fascista per l’Europa” • 11/37 l’Italia aderisce al “Patto anti-Comintern” siglato da Germania e Giappone • Per quanto alcuni si siano sforzati di dimostrare il contrario, non c’era più alcun margine di libertà per Mussolini rispetto all’ “abbraccio mortale” col nazismo

  50. L’ “Asse” e la questione austriaca • Entro i primi mesi del 1938 i piani di Hitler sono talmente manifesti che le gerarchie del partito e dello stato tedesco vengono “ripulite” di chi mostra esitazioni • Forte di dichiarazioni private favorevoli fatte da diplomatici britannici, il nazismo preparava l’annessione dell’Austria

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