1 / 28

Quarta lezione (parte introduttiva)

Quarta lezione (parte introduttiva). Sintesi della discussione sul concetto di ruolo sociale Ruolo sociale e personalità individuale Perché un ruolo è sociale ? Dati dichiarati e dati operativi: il concetto di ruolo come risorsa metodologica. Il concetto di ruolo sociale.

khanh
Download Presentation

Quarta lezione (parte introduttiva)

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. Quarta lezione (parte introduttiva) • Sintesi della discussione sul concetto di ruolo sociale • Ruolo sociale e personalità individuale • Perché un ruolo è sociale? • Dati dichiarati e dati operativi: il concetto di ruolo come risorsa metodologica

  2. Il concetto di ruolo sociale • Con il termine di ruolo sociale, o meglio posizione di ruolo (cfr. Goffman 2003), abbiamo indicato un complesso di aspettative normative • Provare a comparare il concetto di posizione di ruolo (o status) con quello di prestazione (o posizione) di ruolo • Provare a comparare il concetto di aspettativa normative con quello di aspettativa cognitiva

  3. Aspettative normative e cultura • Il concetto di aspettativa normativa, così come quello di status, hanno al loro interno un richiamo esplicito ad uno spazio di significato, condiviso da un certo numero di attori sociali

  4. Ruolo, cultura, identità • Dato uno spazio condiviso di significati, occupare una posizione di ruolo significa, implicitamente, prendere posizione all’interno di questo spazio, tracciandovi un possibile percorso. • ES: uomo, padre, marito e, contemporaneamente, attivista politico, volontario, difensore nella squadra di calcetto, direttore del personale di un’azienda di informatica

  5. La distanza dalla posizione di ruolo • Goffman [2003] esamina la distanza dal ruolo partendo dal sistema situato di attività. E mostra una distanza dal ruolo come la comparsa di altri sé fianco a fianco di quello inscritto nella posizione di chirurgo • Ci chiediamo allora: è possibile una distanza dal ruolo quando in questione non è semplicemente la prestazione situata, ma il significato della posizione nel suo complesso?

  6. La distanza dal ruolo istituzionalizzata • Chi fa obiezione di coscienza, per esempio in ambito medico, come spesso capita in ginecologia, rifiuta di eseguire alcune prestazioni di ruolo, che invece i colleghi non obiettori eseguono quasi quotidianamente.

  7. La distanza dal ruolo istituzionalizzata • Tutto ciò è previsto dalla legge, e lo stesso succedeva anche poco tempo fa, quando la leva era obbligatoria, con il servizio civile. • La legge tutela allo stesso tempo il diritto di interrompere la gravidanza e quello di obiettare a questa interruzione.

  8. Conflitto sul significato del ruolo • La legge sull’interruzione volontaria di gravidanza (IVG) parrebbe il risultato di un conflitto sul ruolo del medico. Da una parte coloro che la praticano, dall’altra coloro che, in virtù di una loro posizione morale, scelgono di non eseguirla.

  9. Ruolo e identità • Poiché l’interruzione di gravidanza urta i miei più profondi convincimenti morali, non possono obbligarmi ad essere ciò che non sonoe non voglio diventare.

  10. Ciò che non sono e che non voglio diventare Praticare l’IVG significherebbe permettere a quelle aspettative connesse alla posizione (mi aspetto che il ginecologo pratichi l’VG) di invadere altre posizioni di ruolo (un cattolico considera la vita sacra sin dal suo concepimento)

  11. Ruolo e identità • Quando le aspettative connesse ad una posizione di ruolo si riflettono su altre posizioni di ruolo, si presenta la questione dell’assorbimento. • È difficile essere un cattolico praticante se si decide di fare l’IVG.

  12. Ruolo e identità • L’analisi della posizione di ruolo del ginecologo obiettore ci mostra una distanza dal ruolo di natura differente da quella esaminata da Goffman. • I due risultati non sono comunque in contraddizione. Quello di Goffman è rivolto ad un sistema situato di attività, quella che abbiamo proposto invece riguarda una posizione di ruolo nel suo complesso

  13. Ruolo e identità: posizione • Medico obiettore: l’esecuzione dell’IVG entra i conflitto con i miei convincimenti ultimi e dunque nego la possibilità di eseguire tale prestazione. Anzi, è l’identità stessa, il significato del ruolo medico ad essere in questione. Proprio perché sono un medico ginecologo non pratico l’IVG • Il diritto neutralizza il conflitto. La posizione di ruolo prevede l’obiezione di coscienza: chi la pratica e chi non la pratica

  14. Ruolo e identità: prestazione • Chirurgo in sala operatoria: propongo altre identità; riconosciute ed accettate (il maschio protettivo e galante nei confronti delle infermiere, il mattacchione con gli specializzandi, ecc.). • Il chirurgo, ricordate, è anche un padrone di casa

  15. Ruolo e identità: la mediazione sociale • Ciò che non cambia è che in entrambi casi l’identità parrebbe possibile soltanto attraverso una mediazione sociale. Qui per sociale si deve intendere normativo: ci sono delle norme che permettono al chirurgo di di essere interpretato come un buon padrone di casa, così come c’è una norma che permette al medico di obiettare e di identificarsi, se non altro, come medico obiettore (non bisogna essere per forza cattolici praticanti per obiettare…)

  16. Azione e dichiarazione • È importante a questo punto distinguere tra un’informazione che proviene da un’azione di distanza promossa da un attore sociale inserito in una determinata posizione di ruolo e un’informazione che invece proviene da una dichiarazione rilasciata dallo stesso autore su di uno stimolo specifico

  17. Howard Becker e gli studenti di medicina • Howard Becker (1928), sociologo americano, amico e collega di E. Goffman. Negli anni ’50 svolge una ricerca sulla socializzazione della classe medica americana

  18. Howard Becker e gli studenti di medicina • Durante la sua osservazione all’interno del campus dell’Università del Kansas, partecipa come uditore ad alcune lezioni universitarie assieme agli studenti del primo anno • In una di queste occasioni nota alcuni degli studenti copiare durante un compito in classe • Si chiede: che cosa avrebbero riposto quegli stessi studenti ad un ipotetico questionario sull’accettabilità etica di copiare durante un esame?

  19. I racconti dal campo di John Van Maanen

  20. Etnografie realiste • Esiste un mondo esterno, che posso osservare e descrivere. Lo sguardo si adagia sulla realtà e la riflette oggettivamente.

  21. Riflessività Nel ristretto ambito della ricerca etnografica, il concetto di riflessività si riferisce soprattutto al campo ed al rapporto che corre tra il ricercatore e gli attori che lo abitano. il campo cessa di essere una “cosa” per diventare una realtà sociale, la cui costruzione è per forza di cose negoziata.

  22. Conseguenze sulla narrazione dell’esperienza etnografica Racconti confessionali: l’etnografia, la descrizione cioè della cultura del gruppo sociale con cui interagisco, non può prescindere dalla narrazione delle contingenze che l’hanno prodotta così come è.

  23. Conseguenze sulla narrazione dell’esperienza etnografica Racconti evocativi (autoetnografia): Visto che la riflessività, al pari di uno specchio, mi rigetta in faccia sempre la mia immagine, tanto vale allora che parli dell’unica cosa di cui posso parlare, cioè di me stesso. Di me stesso e della mia esperienza di cambiamento, del mio processo di socializzazione verso assetti differenti: una malattia, un’esperienza lavorativa nuova e scioccante, ecc. Ricercatore e campo in un certo senso coincidono

  24. Critiche naϊve alla deriva interpretativa • Ci sono etnografie realiste che hanno fatto la storia della sociologia ed altre che si tormentano in modo irritante l’ombelico che verranno dimenticate un secondo dopo la loro uscita • Lo scopo delle autoetnografie non è conoscitivo, ma evocativo. Questo tipo d’intento viola il contratto implicito di finanziamento pubblico della ricerca, che dovrebbe servire a produrre conoscenze utili e spendibili

  25. Critiche metodologica alla deriva interpretativa • I dati di base dell’etnografia derivano dall’esperienza osservativa • il campo, al di là di tutti i virtuosismi decostruttivi dei ricercatori post-moderni, dato che è la realtà quotidiana dei nativi, mette loro di fronte ad alternative in cui sono costretti a smettere di parlare e, finalmente, ad agire. • Le azioni si sviluppano su di un campo di significato condiviso (condiviso non vuol non conflittuale) • Osservando le azioni giungo a descrivere una cultura

  26. Riassunto I • L’analisi della distanza dal ruolo può essere applicata anche ad una posizione di ruolo (status) • In entrambi i casi, comunque, il risultato non cambia. Per operare una distanza debbo servirmi di una mediazione sociale • Qui per sociale si deve intendere normativo: ci sono delle norme che abilitano il processo di identificazione

  27. Riassunto II • Si parla di azioni di distanza dal ruolo e non di dichiarazioni di distanza dal ruolo • Le azioni di sviluppano su di un piano condiviso di significato (che non vuol dire pacifico!!) • Osservando le azioni di distanza dal ruolo posso giungere ai significati condividi dal gruppo in esame • Questa considerazione costituisce anche una critica (se volete un freno) alla deriva interpretativista presente in etnografia

  28. Prossima lezione Ruolo sociale e Modernità

More Related