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XXIX Seminario dei Laghi - L’educazione alla salute Medicina d’Emergenza-Urgenza:

XXIX Seminario dei Laghi - L’educazione alla salute Medicina d’Emergenza-Urgenza: dal modello cognitivo all’approccio operativo e alla strategia della formazione. Una premessa all’avvio della Scuola di specialità. Gardone Riviera – 12 ottobre 2007. Il percorso extraospedaliero.

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Presentation Transcript


  1. XXIX Seminario dei Laghi - L’educazione alla salute Medicina d’Emergenza-Urgenza: dal modello cognitivo all’approccio operativo e alla strategia della formazione. Una premessa all’avvio della Scuola di specialità. Gardone Riviera – 12 ottobre 2007

  2. Il percorso extraospedaliero D.P.R. 27 marzo 1992 Determinazione dei livelli di assistenza sanitaria di emergenza Attività di soccorso competenza esclusiva SSN Istituzione di: • Centrali Operative 118 • Rete di emergenza sanitaria territoriale

  3. Il percorso extraospedaliero D. M. 1/1996 Linee guida sul sistema di emergenza sanitaria Definizione di criteri ed indirizzi uniformi sui requisiti organizzativi e funzionali della rete di emergenza (territoriale ed ospedaliera)

  4. Il percorso extraospedaliero EMERGENZA SANITARIA TERRITORIALE FINALITA’ Riduzione mortalità evitabile Minimizzazione esiti invalidanti Prevenzione danno secondario

  5. CONSUETO ITER DIAGNOSTICO-TERAPEUTICO Raccolta Informazioni Intervento Terapeutico ITER INTEGRATO IN MEDICINA DI URGENZA tempo

  6. Il percorso extraospedaliero EMERGENZA SANITARIA TERRITORIALE FINALITA’ PERSEGUITE DA ORGANIZZAZIONI ISPIRATE A: SCOOP AND RUN Paziente al “primo medico” STAY AND PLAY Medico al paziente

  7. MEDICINA DI EMERGENZA - URGENZA MEDICINA INTERNA Visione unitaria del paziente Visione unitaria del paziente Attività tempo-correlata dettata dalla gravità clinica del paziente Scelta dei tempi appropriati per portare a termine il processo assistenziale Interventi mirati a raggiungimento e mantenimento della “stabilità” Interventi su pazienti “stabili” Diagnosi mirata al trattamento in urgenza e all’indicazione del percorso Maggiore completezza diagnostica con gli aspetti eziopatogenetici Integrazione dei momenti diagnostico-terapeutici La diagnosi precede la terapia Pressione del tempo e scarsità di informazioni disponibili Più tempo e completezza di informazioni disponibili Ampia variabilità delle patologie e sedi Campi patologici più definiti Necessità nell’agire di rapida stratificazione prognostica Prognosi come atto finale Capacità operativa individuale Capacità operativa distribuibile all’interno del gruppo di lavoro Modalità di lavoro “in parallelo” Modalità di lavoro “in serie”

  8. MEDICINA DI EMERGENZA URGENZA TERRITORIALE specificità Diagnosi mirata al trattamento in urgenza e all’indicazione del percorso: Limitazione della diagnostica disponibile in sede extraospedaliera, scelta interventi terapeutici e destinazione su ipotesi diagnostiche Attività tempo-correlata dettata dalla stima di criticità dell’evento Possibilità eventi coinvolgenti più pazienti o maxieventi: triage, medicina delle catastrofi Interventi mirati a raggiungimento e mantenimento della “stabilità”: Non disponibilità di supporto specialistico • Integrazione dei momenti diagnostico-terapeutici: • solo interventi terapeutici inderogabili salvavita fondati più spesso su ipotesi • anticipazione sul territorio interventi terapeutici con efficacia tempo-correlata • scelta destinazione paziente in funzione del percorso Pressione del tempo e scarsità di informazioni disponibili Pressione” correlata all’ambiente e ai presenti

  9. MEDICINA DI EMERGENZA URGENZA TERRITORIALE specificità Capacità operativa individuale,coniugata con la necessità di lavoro in equipe anche con “non sanitari”. Funzione di team leader. Gestione della “scena”. Modalità di lavoro “in parallelo”.Non solo “lavoro sanitario” (VVF, forze dell’ordine...) Ampia variabilità delle patologie e sedi:grande impatto problematiche di natura psicosociale, patologie rare, pazienti “tecnologici” a domicilio” • Estrema variabilità ambiente operativo: • capacità operativa inambienti ostili ed estremi • sicurezza • dispositivi di protezione individuale (es. NBCR) • Ambiente di lavoro sanitario non tradizionale: • mezzi di soccorso (moto, auto, ambulanze, elicottero, natanti etc) • posto medico avanzato • ospedale da campo Utilizzo competenze, tecnologie e strumentazione non sanitaria: radiocomunicazioni, cartografia, telemedicina etc.

  10. Il percorso extraospedaliero D. M. 1/1996 Linee guida sul sistema di emergenza sanitaria Aggiornamento e formazione del personale Programmi definiti dal Responsabile della Centrale Operativa su: • attività clinico-assistenziale • utilizzo di linee guida e protocolli; • coordinamento con gli altri servizi pubblici di emergenza; • utilizzo strumenti informatici, di radiocomunicazione, orografici; • modalità di rapporto con l'utenza. Per garantire a livello nazionale una fisionomia unitaria si rimanda ad un ulteriore documento

  11. Il percorso extraospedaliero Conferenza Stato Regioni 22-05-03 Linee guida su formazione, aggiornamento ed addestramento permanente del personale operante nel sistema di emergenza/urgenza “Ritenuta la necessità, per la peculiarità e la specificità delle competenze richieste di poter avere una formazione specialistica specifica sull’emergenza come avviene per le altre specialità”

  12. Il percorso extraospedaliero Conferenza Stato Regioni 22-05-03 Linee guida su formazione, aggiornamento ed addestramento permanente del personale operante nel sistema di emergenza/urgenza “Il personale operante nel sistema di emergenza deve sostenere un percorso formativo uniforme con l’obiettivo di garantire qualità delle cure mediante l’integrazione funzionale ed operativa di ogni settore dell’emergenza/urgenza sanitaria”

  13. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE Acquisizione competenze tecnico professionali appropriate allo svolgimento della attività di emergenza, compresa l’emergenza sanitaria territoriale, finalizzata a garantire la centralità dell’utente, con un’unitaria interpretazione dei percorsi, secondo un comune approccio.

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