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Tempo psicologico e tempo fisico: l’esperienza vissuta della temporalità

Tempo psicologico e tempo fisico: l’esperienza vissuta della temporalità. Mauro Antonelli Professore di Storia della Psicologia Università degli Studi di Milano - Bicocca. L’enigma del tempo. Che cos’è il tempo?

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Tempo psicologico e tempo fisico: l’esperienza vissuta della temporalità

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Presentation Transcript


  1. Tempo psicologico e tempo fisico: l’esperienza vissuta della temporalità Mauro Antonelli Professore di Storia della Psicologia Università degli Studi di Milano - Bicocca

  2. L’enigma del tempo • Che cos’è il tempo? • Quid est ergo tempus? Si nemo ex me quaerat, scio; si quaerenti explicare velim, nescio. • Agostino di Ippona, Confessioni, libro XI, cap. 14 • Tradizionalmente il problema è stato affrontato a partire da due prospettive complementari. • La prospettiva cosmologica: muove dall’analisi dei fenomeni del divenire e del movimento, in prima istanza dei corpi nello spazio. • La prospettiva psicologica: si affida all’introspezione e individua nelle profondità recondite della psiche l’origine dell’idea di tempo. Mauro Antonelli,Dipartimento di Psicologia, Università di Milano - Bicocca

  3. La prospettiva cosmologica (1) Il tempo fisico È una velocità che funge da misura del movimento, ovvero si definisce in funzione del rapporto che il movimento di un corpo da un punto all’altro dello spazio esibisce nei confronti di un altro movimento periodico e regolare, che del primo funge da unità di misura. Aristotele Questo, in realtà, è il tempo: il numero del movimento secondo il prima e il poi (Phys., IV, 11, 219b 1-2). Mauro AntonelliDipartimento di Psicologia Università di Milano - Bicocca

  4. La prospettiva cosmologica (2) Il tempo fisico Newton: Il tempo assoluto, vero, matematico, in sé e per sua natura senza relazione ad alcunché di esterno, scorre uniformemente, e con altro nome è chiamato durata; quello relativo, apparente e volgare, è una misura (esatta o inesatta) sensibile ed esterna della durata per mezzo del moto, che comunemente viene usata al posto del vero tempo: tali sono l’ora, il giorno, il mese, l’anno. (Principia, Def., Scolio, tr. Pala, pp. 101-102) Lo spazio-tempo. Il punto e l’istante matematico. Il paradosso dell’istante. Mauro AntonelliDipartimento di Psicologia Università di Milano - Bicocca

  5. La staticità del tempo fisico John McTaggart e le due serie temporali Serie B: anteriore – simultaneo – successivo Serie A: presente – passato – futuro La serie B indicizza rapporti statici tra eventi che sono stabili in quanto indipendenti dalla posizione temporale dell’osservatore ed è in sé indifferente a quella che usualmente viene definita la “freccia del tempo”. Nella serie A gli eventi vengono indicizzati dall’osservatore, nella sua mutevole posizione nei confronti degli eventi stessi, come presenti, passati e futuri ed esperiti come in perenne flusso, un flusso che dall’avvenire dell’attesa scivola verso il passato della memoria passando per il presente della percezione. Il paradosso di McTaggart. Mauro Antonelli,Dipartimento di Psicologia, Università di Milano - Bicocca

  6. Tempo cosmico vs. tempo interno • Il tempo cosmico, per quanto oggettivo, anzi proprio in quanto fisico, risulta privo di concretezza e di esistenzialità, ovvero del riferimento alla contingenza del presente. • Solo in prospettiva psicologica ha senso parlare di passato e di futuro, i quali necessariamente rinviano ad un presente vissuto, ovvero non a un istante o a un “ora” qualsiasi, ma a un istante qualificato per la sua referenza a un soggetto che lo esperisce come tale. • Di qui il carattere profondamente diverso della costituzione del tempo fisico e di quello psicologico: • il tempo fisico come ordine del movimento, come pura forma della successione, essendo composto di attimi di fatto indistinguibili, dà luogo ad una massa omogenea, amorfa e indifferenziata; • la “coscienza interna del tempo”, il tempo fenomenologico, è un tempo strutturato, gestalticamente organizzato in funzione di quel principio di organizzazione e di direzione che è il presente vissuto. Mauro Antonelli,Dipartimento di Psicologia, Università di Milano - Bicocca

  7. Tempo fisico vs. tempo psicologico futuro presente passato prima (passato) poi (futuro) NOosservatoreSI Mauro Antonelli,Dipartimento di Psicologia, Università di Milano - Bicocca

  8. Le aporie della temporalità Il tempo tra realtà e finzione Quale conclusione trarre da queste analisi? Forse quella per cui veramente reale è solo il tempo psicologico, mentre il tempo fisico è pura finzione? L’operazione non sembra corretta, in quanto il tempo psicologico non è un fenomeno del tutto sganciato dalla realtà fisica: la temporalità della nostra mente è un fatto naturale, dato che la nostra mente non è una pura coscienza senza corpo ma trova nel corpo un presupposto imprescindibile. In altri termini, il tempo, così come lo percepiamo, è indubbiamente influenzato in modo determinante dalla struttura e dall’articolazione temporale dei processi neurali che hanno luogo nel nostro organismo. Ci troviamo così di fronte ad un esito aporetico: il tempo reale, autentico, non è il tempo fisico, che è un costrutto astratto elaborato a partire dal tempo psicologico, ma non è neppure il tempo psicologico, che è influenzato in modo determinante dal tempo fisiologico e dunque dal tempo fisico. Mauro Antonelli,Dipartimento di Psicologia, Università di Milano - Bicocca

  9. Dal tempo fisico al tempo psicologico Impossibilità di una psicofisica del tempo Al tempo non si possono applicare le consuete procedure psicofisiche. La psicofisica mette in relazione stimoli (distali) e sensazioni, cioè forme di energia come radiazioni elettromagnetiche, onde pressorie, ecc., misurabili con gli strumenti della fisica, con le corrispondenti sensazioni da esse elicitate (colori, suoni, ecc). Ma il vissuto temporale non può essere rapportato a qualcosa di analogo agli stimoli in questione, per la semplice ragione che il tempo (fisico) non è uno stimolo, ma una struttura relazionale che connette gli elementi dello stimolo, per cui non appare chiaro quale sia la corrispondenza sussistente tra gli stimoli distali, i meccanismi fisiologici centrali e l’esperienza soggettiva del tempo. Mauro Antonelli,Dipartimento di Psicologia, Università di Milano - Bicocca

  10. Tempo e fenomenologia (1) • Aristotele e il tempo come “Giano bifronte” • Questo, in realtà, è il tempo: il numero del movimento secondo il prima e il poi (Phys., IV, 11, 219b 1-2). • Si potrebbe, però, dubitare se il tempo esista o meno senza l’esistenza dell’anima. Infatti, se non si ammette l’esistenza del numerante, è anche impossibile quella del numerabile, sicché, ovviamente, neppure il numero ci sarà. […] Ma se è vero che nella natura delle cose soltanto l’anima o l’intelletto che è nell’anima hanno la capacità di numerare, risulta impossibile l’esistenza del tempo senza quella dell’anima (Phys., IV, 14, 223a 25-27). Il movimento, a cui Aristotele collega l’esistenza del tempo, non è soltanto il movimento fisico, ma lo stesso mutamento interiore, ovvero il fluire degli stati di coscienza (Phys., IV, 218b 21-27); anch’esso, alla pari del movimento fisico, è “passaggio dalla potenza all’atto in quanto in potenza” (Met., 1065b 15), ovvero “atto incompiuto” (Phys., 201b 30). Mauro Antonelli,Dipartimento di Psicologia, Università di Milano - Bicocca

  11. Tempo e fenomenologia (2) Da Aristotele alla fenomenologia della temporalità Secondo Aristotele tutte le nostre percezioni e più in generale le nostre attività mentali sono caratterizzate da mutamento in questo senso, cioè ogni percezione è possibilità aperta di nuove percezioni, è da un lato la potenza di cui cogliamo il passaggio all’atto e, al tempo stesso, la nuova potenzialità insita in questa attualizzazione. Ogni percezione presente è ancorata a quella che l’ha preceduta e, al tempo stesso, anticipa i possibili orientamenti di quelle che seguiranno. Tutte le nostre percezioni si svolgono nel presente, nell’ora attuale; ma questo ora non è istantaneo, “non è – per usare le parole di W. James – il filo di una lama, ma piuttosto un dorso di sella abbastanza largo, sul quale sedendo guardiamo in due direzioni”; esso è “una durata, con una prua e una poppa, come se avesse un’estremità che guarda avanti ed un’altra che guarda all’indietro” (James, 1890, tr. it. p. 437). Mauro Antonelli,Dipartimento di Psicologia, Università di Milano - Bicocca

  12. A G F B C E D D E G D F A B C W. James: The ‘specious present’ Presente specioso Successione di istanti nella serie B Mauro Antonelli,Dipartimento di Psicologia, Università di Milano - Bicocca

  13. E. Husserl: La fenomenologia della coscienza interna del tempo Ora Protensioni Ritenzioni (ricordo primario) Passato (ricordo secondario) Futuro (aspettazione) Alone ritensionale-protensionale “Campo temporale originario” (presente fenomenico) Lo schema riprende, modificandolo, quello proposto da G. Ustori in “Considerazioni fenomenologiche sul tempo: Husserl e oltre”, http://www.hieros.it/ustori.htm Mauro Antonelli,Dipartimento di Psicologia, Università di Milano - Bicocca

  14. Il tempo come soggetto – il soggetto come tempo Tempo e soggettività È nella coscienza che si costituisce il tempo, sia quello originario sia, in virtù della riproduzione, e dunque a un più complesso livello di elaborazione psicologica, il tempo oggettivo. Ma se la temporalità si insinua nelle crepe del mondo innescando la dinamica del presente, del passato e del futuro, ciò non significa che la coscienza sia una coscienza costituente il tempo senza esservi compresa. Per cui non si dirà – per servirsi delle parole di M. Merleau-Ponty – che il tempo è un “dato di coscienza”, ma piuttosto che “la coscienza dispiega o costituisce il tempo” (Fenomenologia della percezione, tr. it., p. 531), anzi che “la soggettività, al livello della percezione, altro non è che la temporalità” (ibid., p. 318). La coesione unitaria del tempo è così la coesione stessa della mia esistenza: io sono tempo, sussisto nell’unità del processo di temporalizzazione. Mauro Antonelli,Dipartimento di Psicologia, Università di Milano - Bicocca

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