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IL NUOTO

IL NUOTO. ADATTATO. A P A. PROGETTO E PROGRAMMAZIONE I N D I V I D U A L I Z Z A T A.

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IL NUOTO

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Presentation Transcript


  1. IL NUOTO ADATTATO

  2. A P A PROGETTO E PROGRAMMAZIONE I N D I V I D U A L I Z Z A T A Da più di vent’anni in molti Paesi europei ed extraeuropei si parla della possibilità di adattare tutte le forme più conosciute della motricità, dall’educazione fisica alla pratica sportiva nelle società, allo sport agonistico: è l’“Attività Fisica Adattata” meglio nota con la sigla APA, dall’inglese “Adapted Physical Activity” o dal francese “Activité Physique Adaptée”.

  3. LA DISCIPLINA OLIMPICA IL N U O T O “Sport ciclico di resistenza alla forza ad elevata valenza coordinativa”

  4. L’insegnamento del nuoto Inizia inevitabilmente con un periodo che da sempre nei manuali della FIN, è definito come la tappa fondamentale per l’evoluzione tecnica specifica di tutti i soggetti che si avvicinano al mondo dell’acqua e al nuoto come disciplina sportiva. Si tratta della fase di “AMBIENTAMENTO” cioè il processo di adattamento, di sensibilizzazione, all’ambiente acqua che favorisce l’acquisizione e sviluppo dell’acquaticità

  5. SCOPI l’ambientamento deve interessare tre aspetti legati in modo sistemico tra loro, e che sono: • aspetto psicologico – controllo delle emozioni: ansia, fobie, allegria; • aspetto fisico – sensoriale – abituarsi all’acqua: superamento del fastidio dell’h2o; • aspetto motorio – sistemi di riferimento: formazione schemi motori e senso percettivi.

  6. SVILUPPO DELLA “MOTRICITA’ ACQUATICA” IL LIVELLO DI ACQUATICITÀ, INTESO COME LA CAPACITÀ DI COMPIERE GESTI E DI COORDINARLI TRA LORO SI ACCRESCE SOLO ATTRAVERSO ESECUZIONI MOTORIE FINALIZZATE ED ESEGUITE CONSAPEVOLMENTE

  7. Le capacità senso-percettive favoriscono lo sviluppo degli schemi motori di base. RELAZIONE TRA CAPACITA’ SENSO PERCETTIVE E SCHEMI MOTORI ACQUATICI Esercitazioni pratiche attraverso l’uso indispensabile delle unità di base del movimento, gli schemi motori, favoriscono lo sviluppo delle capacità senso-percettive. Il gesto tecnico è tanto più raffinato quanto più l’allievo è in grado di percepire le informazioni provenienti dall’esterno o dall’interno. L’educabilità del movimento passa attraverso i meccanismi di percezione, coordinazione, selezione ed esecuzione motoria intenzionale, finalizzata e consapevole .

  8. MUOVERSI IN ACQUA PER ADATTARSI PER RELAZIONARE CON L’AMBIENTE PER SOPRAVVIVERE PER ISTINTIVITA’ SCHEMI MOTORI ACQUATICI GLI SCHEMI MOTORI ACQUATICI SONO VERE E PROPRIE ABILITA’ MOTORIE DI BASE APPRESE IN FORMA COSCIENTE RAPPRESENTANO I MATTONI CON I QUALI COSTRUIRE ABILITA’ PIU’ COMPLESSE Gli schemi motori acquatici vanno acquisiti di volta in volta attraverso l’apprendimento che dipende dalla maturazione del S.N. e dallo stato emotivo e motivazionale.

  9. IMMERSIONE DEL CAPO APERTURA DEGLI OCCHI APERTURA DELLA BOCCA IL RILASSAMRNTO L’EQUILIBRIO STATICO DINAMICO EQUILIBRIO PRONO E SUPINO EDUCAZIONE RESPIRATORIA A COSA CI RIFERIAMO SCHEMI MOTORI ACQUATICI

  10. L’APPRENDIMENTO DELLA TECNICA DELLE NUOTATE E’ SUBORDINATO AD UNA ACQUATICITA’ DI BASE CHE PASSA ATTRAVERSO L’ACQUISIZIONE DEGLI SCHEMI ACQUATICI PRESUPPOSTI

  11. PRESUPPOSTI SVILUPPO DELLA “MOTRICITA’ ACQUATICA” I GESTI TECNICI DEL NUOTO I PREREQUISITI TECNICI, SCHEMI MOTORI ACQUATICI GALLEGGIAMENTI, SCIVOLAMENTI, SONO COSÌ SPECIFICI E RICCHI DI VALENZA COORDINATIVA CHE DEVONO ESSERE APPRESI A DIFFERENZA DELLE ALTRE DISCIPLINE, LE ATTIVITÀ NATATORIE CODIFICATE SI REALIZZANO ATTRAVERSO GESTI TECNICI CHE, NON HANNO NULLA A CHE VEDERE CON I MOVIMENTI ISTINTIVI CHE POSSONO ESSERE REALIZZATI DAGLI INDIVIDUI CHE SI IMMERGONO IN ACQUA E CHE TENTANO DI SPOSTARSI.

  12. Cosa sia "Questo" o meglio questa Multilateralità è presto detto….. molto più lungo il farlo. MULTILATERALITA’ L’Attività sportiva si realizza sulla base di una serie infinita di movimenti Entrano in gioco più qualità per cui l'atleta deve possedere un bagaglio motorio il più completo possibile.

  13. Altri due principi fondamentali MULTILATERALITA’ Diverse situazioni per allenare Diversi mezzi Il Tutto Legato da una relazione sistemica

  14. DIDATTICA LE PROGRESSIONI DIDATTICHE SONO LEGATE A: ETA’ - CAPACITA’ MOTORIE E INTELLETTIVE DELL’ALLIEVO DEVONO ESSERE STRUTTURATE SECONDO LIVELLI DI DIFFICOLTA’ CRESCENTI ( DAL PIU’ FACILE AL PIU’ DIFFICILE) PRINCIPIO DELLA SISTEMATICITA’ DEVE ESSERE BEN AUTOMATIZZATA PRIMA DI PASSARE AD UN’ABILITA’ PIU COMPLESSA, PRINCIPIO DELLA STABILITA’

  15. DIDATTICA L’INSEGNAMENTO PASSA PER TRE FASI PRESENTAZIONE DEL MODELLO ESECUZIONE VERIFICA E CORREZIONE

  16. DIDATTICA PRESENTAZIONE DEL MODELLO LA DIMOSTRAZIONE CORRETTO MODELLO VISIVO IN FORMA GLOBALE PROGRAMMA MOTORIO LA SPIEGAZIONE ULTERIORI INFORMAZIONI CONCRETE E VERIFICABILI

  17. DIDATTICA ESECUZIONE DAGLI ASPETTI GENERALI AI DETTAGLI AQUISIZIONE IN FORMA GREZZA ESERCITAZIONI GUIDATE MANUALMENTE EVITARE LA NASCITA DI ERRORI A CARICO DELLA STRUTTURA DEL MOVIMENTO

  18. DIDATTICA CORREZIONE TANTO PIU’ FACILE QUANTO PIU’ ATTENTO L’ALLIEVO CONFRONTO TRA PROGRAMMA MOTORIO E ESECUZIONE REALE ESERCITAZIONI CONSAPEVOLI

  19. DIDATTICA STRUTTURAZIONE DELLE NUOTATE APPRENDIMENTI PARZIALI DI ABILITA’ SEMPLICI ACQUISIZIONE IN FORMA GREZZA CURA DEGLI ASPETTI BASE DEL MOVIMENTO CONTINUITA’ RITMO AMPIEZZA COMBINAZIONE DELLE ABILITA’ SEMPLICI IN ABILITA’ COMPLESSE

  20. DIDATTICA REQUISITI DELLA TECNICA PLASTICITA’ TRASFERIBILITA’ ADATTABILITA’

  21. DIDATTICA LE ESERCITAZIONI PER FAVORIRE L’APPRENDIMENTO ESERCIZI DI PERFEZIONAMENTO ESERCIZI DI SPECIALIZZAZIONE

  22. DORSO Il dorso è considerato il più facile degli stili e il suo insegnamento non presenta grandi difficoltà. Ciò è principalmente dovuto al fatto che gli allievi non sono costretti ad immergere il viso in acqua, risolvendo così non solo i problemi tecnici dovuti alla respirazione, ma anche ai problemi psicologici.

  23. DORSO Approccio in posizione dorsale, flessione delle anche e delle gambe, protrazione arti superiori per rompere lo schema patologico. Si otterrà uno pseudo-dorso con movimento pari e simmetrico delle braccia a dorso.

  24. Metodo ANALITICO L’istruttore con il metodo analitico si articolerà attraverso questa successione di azioni motorie: • corpo raggruppato, mani sul bordo vasca e piedi appoggiati alla parete, spinta e galleggiamento con le braccia lungo i fianchi • dalla stessa posizione spinta e galleggiamento con le braccia in alto • stesso esercizio, con le braccia lungo i fianchi e battuta gambe • stesso esercizio, braccia in alto e battuta gambe • stesso esercizio, ma dopo la spinta iniziale, con la battuta gambe anche un accenno di bracciata • stesso esercizio completando l’accenno di bracciata con un tentativo di bracciate alternate • stesso esercizio effettuando delle bracciate alternate partendo dalla posizione di braccia lungo i fianchi • stesso esercizio, effettuando delle bracciate non alternate ma simultanee (dorso doppio o germanico) • nuotare lo stile completo

  25. Tetraplegici - DORSO Arti inferiori • Non scendono sott’acqua come negli altri stili Tronco • Raggiunge la superficie quando la velocità è soddisfacente Arti superiori • Controllo del polso limitato • Presa delle mani scarsa • Prediligono la doppia bracciata • Braccia distese qualora il tricipite non sia funzionale • Pausa laterale da assestamento Respirazione • Facilitata in quanto non necessita di nessuna torsione o elevazione del capo

  26. Tetraplegici - DORSO Partenze • Difficilmente riescono a tenere entrambe le mani ai maniglioni • La prima bracciata è quasi sempre doppia • Preferire un spinta minore Virate • L’angolo d’entrata dovrà essere il più grande possibile • La mano spingendo sul bordo direzionerà il corpo

  27. Paraplegico - DORSO Arti inferiori • Vedi tetra Tronco • Il controllo dipende dal livello della lesione • Difficoltà di mantenere l’equilibrio dinamico Arti superiori • Bracciata alternata • Per le lesioni alte la pausa laterale è presente in forma minore rispetto ai tetra • Pausa assente per le lesioni basse

  28. Paraplegico - DORSO Respirazione • Nessun problema particolare Partenza • Ambedue le mani afferrano la barra Virata • Rimangono sul dorso mantenendo un angolo di entrata ampio • Chi ha il controllo totale del tronco può girarsi e riprendere, dopo la spinta con la mano, la posizione sul dorso

  29. Cerebrolesi - Dorso Arti inferiori • Quando è presente, il movimento risulta essere rigido, poco ritmico, ha difficoltà a tenere addotte le gambe Tronco • Spesso presenta rigidità e si allontana dalla superficie dell’acqua Arti superiori • Le patologie più gravi utilizzano la doppia bracciata • Gli emiplegici dopo alcuni cicli di bracciate abbandonano l’alternato e passano ad una nuotata ibrida tendente alla doppia bracciata

  30. Cerebrolesi - Dorso Respirazione • Nessun problema specifico Partenza • La spinta delle gambe varia a seconda della gravità dell’handicap, può essere assente Virata • Di vario tipo Note • In queste patologie molti movimenti sono superflui se non addirittura controproducenti, con dispersione significativa di energie. La difficoltà di controllare l’azione motoria dovuta dalla posizione supina non facilita una buona esecuzione

  31. Amputati- DORSO Arti inferiori • Doppia amputazione: quando i monconi hanno una lunghezza tale da non poter permettere una significante propulsione, si adoperano ai fini dell’equilibrio • Singola amputazione: Tendono a flettere notevolmente l’arto sano La spinta tende a direzionarsi lateralmente rispetto alla verticale, trascinando con se le anche

  32. Amputati - DORSO Tronco • Condizionato notevolmente dagli arti inferiori Arti superiori • Singola amputazione: il moncone anche se è corto facilita il rollio il braccio sano avrà un’azione molto potente a discapito della frequenza. • Doppia amputazione: movimento meno efficace per la mancanza di entrambi le mani Respirazione • Nessun elemento significativo Partenza • Varia a seconda dei casi Virata • Varia a seconda dei casi

  33. Nello stile a rana, gambe e braccia hanno movimenti simmetrici e simultanei, simili a quelli compiuti dall’anfibio da cui lo stile prende appunto il nome. La rana è il primo ed il più antico degli stili agonistici, ciò è dovuto forse al fatto che la rana è una nuotata istintiva insita nell'uomo. RANA

  34. Arti superiori: rottura dello schema patologico con protrazione degli arti superiori in avanti. Al confronto agli altri stili il corpo assume una posizione meno orizzontale rispetto alla superficie dell’acqua, perché il bacino per agevolare il movimento delle gambe tende ad affondare rispetto alla linea delle spalle, comunque nel movimento della massima estensione delle gambe il corpo ritrova la sua posizione orizzontale. RANA

  35. Tetraplegici - RANA • Sia per la posizione delle gambe, che è tale che le stesse che scendono notevolmente sott’acqua, sia per la scarsa propulsione delle braccia, limitata dal regolamento tecnico che non prevede spinta, la rara è di difficile esecuzione. • La velocità di spostamento è ridottissima per cui è una nuotata poco fluida e più faticosa . • La respirazione, coatta e vincolata, è spesso anticipata, vanificando in parte l’azione propulsiva della bracciata.

  36. Paraplegici - RANA • La respirazione è migliore rispetto ai tetra e viene inserita, spesso, ogni due bracciate. • Quando le gambe sono distese si localizzano dei dolori a livello della lesione midollare o delle placche chirurgiche.

  37. Cerebrolesi - RANA • Alcuni atleti riescono ad eseguire la nuotata con una buona tecnica rispetto al dorso ed allo stile libero perché i movimenti degli arti sono simmetrici. • L’assenza della fase di spinta, rende la nuotata più semplice.

  38. Amputati - RANA Arti Inferiori • Di norma prediligono altri stili Arti superiori • Nel caso di doppia amputazione sopra il gomito, preferiscono questo stile (sono in classe SB7 insieme agli L4-L5)

  39. IL CRAWL E’ la tecnica di nuotata nelle gare a stile E’ una nuotata asimmetrica I movimenti degli arti sono opposti. I cicli sono caratterizzati da un percorso in acqua ed uno in aria. Il corpo assume una posizione prona, il più possibile distesa, per offrire minor resistenza all'avanzamento.

  40. IL CRAWL L’apprendimento dello stile libero rappresenta una non facile conquista in caso di lesioni di una certà gravità. Solo alcuni tetraplegici o tetraspastici particolarmente adattati all’ambiente acquatico riescono ad attuare quella serie di movimenti coordinati che portano alla bracciata stile libero con respirazione laterale.

  41. Tetraplegico- STILE LIBERO Arti inferiori • Propulsione assente • Scendono notevolmente al di sotto della superficie d’acqua • Tutto il lavoro è a carico della muscolatura degli arti superiori, già peraltro deficitaria • Andature a basse velocità

  42. Tetraplegico- STILE LIBERO Tronco • Segue di norma gli arti inferiori con le anche al di sotto dell’acqua • Non permette il rollio • L’assetto “verticalizzato” del corpo crea grosse difficoltà alle braccia ad uscire dall’acqua alla fine della spinta • La distanza tra la posizione della mano a fine spinta e la superficie dell’acqua è significativa

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