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Nuove forme di finanziamento degli Enti locali: effetti finanziari ed economici

Nuove forme di finanziamento degli Enti locali: effetti finanziari ed economici. F. Fiorillo, F. Severini Università Politecnica delle Marche. FEDERALISMO FISCALE E TASSAZIONE AMBIENTALE. Ancona, 11 dicembre 2009. Questioni aperte di politica economica nella realtà Italiana.

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Nuove forme di finanziamento degli Enti locali: effetti finanziari ed economici

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Presentation Transcript


  1. Nuove forme di finanziamento degli Enti locali: effetti finanziari ed economici F. Fiorillo, F. Severini Università Politecnica delle Marche FEDERALISMO FISCALE E TASSAZIONE AMBIENTALE Ancona, 11 dicembre 2009

  2. Questioni aperte di politica economica nella realtà Italiana • AUTONOMIA TRIBUTARIA all’interno dell’assetto federale • Attuazione di una POLITICA AMBIENTALE E’ possibile articolare un assetto tributario locale in senso ambientale? Politica Fiscale Ambientale

  3. L’imposta patrimoniale Aspetti positivi: • Correlazione territoriale tra onere tributario e vantaggi della spesa finanziata I beni immobili non creano controversie nell’attribuzione territoriale, sono difficilmente occultabili, sono stabili nel tempo e sono beneficiari di tutta una serie di spese locali (viabilità, illuminazione, trasporto). La loro tassazione risponde al principio tributario del beneficio. • Visibilità delle responsabilità di governo nel prelievo e nella spesa I contribuenti-elettori possono giudicare i benefici e i costi delle azioni dei governanti locali spingendoli ad un autocontrollo.

  4. L’imposta patrimoniale unica Aspetti positivi: • Risponde all’esigenza di trasparenza e semplicità del sistema tributario • prevista dalla legge delega sul federalismo fiscale 42/09, eliminando una moltitudine di piccoli prelievi che insistono sullo stesso settore: • Imposizione ordinaria sul valore (Ici) • Imposizione sui trasferimenti • Imposizione sul reddito • Altri oneri (Tarsu) • Garantisce un gettito importante per finanziare l’attività dell’Ente Dai dati dell’Agenzia delle Entrate e del territorio, Muraro (2009) calcola che l’ammontare complessivo dei tributi sugli immobili pagati nel 2007 si aggira intorno ai 36 miliardi di Euro. Tenendo conto della riduzione dell’Ici prevista nella Finanziaria 2008, se i trasferimenti dello Stato verso i Comuni venissero soppressi in favore di una completa assegnazione dei tributi sugli immobili, le risorse a disposizione dei Comuni aumenterebbero notevolmente, garantendo un alto livello di autonomia finanziaria.

  5. L’imposta patrimoniale unica Problemi: • Gestione del tributo da parte dei singoli Enti locali • Attualmente ci sono diversi Enti preposti a tale funzione ed attribuire l’intera competenza ad un solo Ente può non essere semplice per due ordini di motivi: • gli Enti non hanno le capacità tecniche assolute (es. piccoli Comuni) • riluttanza delle Amministrazioni Comunali a far fronte ad un impegno simile • riluttanza dell’Agenzia del Territorio a rinunciare a questo compito in cui ha maturato grande esperienza e professionalità • Accettabilità di un tributo unico immobiliare L’uso di molte piccole imposte rende meno percepibile al contribuente il suo carico fiscale complessivo. Il passaggio ad un unico tributo può incidere sulle scelte individuali, spingere verso una maggiore evasione fiscale, avere impatti inattesi sull’intero mercato immobiliare. • Effetti sul mercato immobiliare e sulla struttura finanziaria di Regioni e Stato

  6. L’imposta patrimoniale in senso ambientale • Se è vero che : • il patrimonio insiste sul territorio, • lo sfruttamento/occupazione del territorio è consumo del bene “ambiente” allora l’imposta immobiliare potrebbe essere ripensata e gestita con FINALITA’ AMBIENTALE

  7. L’imposta patrimoniale in senso ambientale competenza degli Enti Locali competenza esclusiva dello Stato L’art. 12 della Legge Delega n.42 del 2009 sul federalismo fiscale stabilisce: • «la legge statale individua i tributi propri dei Comuni e delle Province, anche in sostituzione o trasformazione di tributi già esistenti e anche attraverso l’attribuzione agli stessi Comuni e Province di tributi o parti di tributi già erariali» [art.12, lett. a)] • le spese dei Comuni relative alle funzioni fondamentali di cui all’art. 11, comma 1, lettera a), numero 1, sono prioritariamente finanziate con i gettiti derivanti da una serie di tributi ben specificati, tra i quali compare anche l’imposizione immobiliare [art.12, lett. b)]

  8. Il modello teorico proposto Individuare sotto quali condizioni un’imposta sul patrimonio immobiliare genera effetti ambientali positivi (minor consumo ambientale) Le ipotesi: • Benessere dei consumatori dipende • dal consumo dei beni e dal godimento dell’ambiente naturale • Fattori della produzione • il suolo (patrimonio immobiliare, fisso) F • altri fattori produttivi V (capitale non immobiliare e lavoro) • Consumo/degrado dell’ambiente è legato all’utilizzo dei fattori della produzione • in rapporto 1 a 1 con l’uso del suolo (complementarietà) • sostituibilità tra consumo ambientale e altri fattori produttivi • Produzione di due beni: • X a bassa intensità di F , Y ad alta intensità di F

  9. Lo schema del modello V Altri fattori E Consumo ambientale F Suolo sostituibilità moderata complementarietà PRODUZIONE X Bassa intensità uso di suolo Y Alta intensità uso di suolo Profitto o rendita ambientale CONSUMO

  10. La tassazione del suolo: effetto intensità dei fattori ? V Altri fattori E Consumo ambientale F Suolo Ex+ Ey- tf sostituibilità moderata complementarietà PRODUZIONE - + X Bassa intensità uso di suolo Y Alta intensità uso di suolo Profitto o rendita ambientale Px- Py+ CONSUMO

  11. La tassazione del suolo: effetto sostituzione V ed E (Regola Corlett – Hague) + - V Altri fattori E Consumo ambientale F Suolo PE- PF+ tf sostituibilità moderata complementarietà PRODUZIONE X Bassa intensità uso di suolo Y Alta intensità uso di suolo Profitto o rendita ambientale - CONSUMO

  12. La tassazione del suolo: effetti sulla mobilità delle imprese • Fino ad ora abbiamo considerato l’effetto dell’imposta immobiliare sull’ambiente, trascurando l’impatto di quest’ultima sulla localizzazione delle imprese. • Se l’imposta fosse squisitamente generale, su tutto il territorio ci sarebbe una riduzione dell’inquinamento in linea con le considerazioni fatte. • Tuttavia trattandosi di un’imposta territoriale, se alcuni Enti fossero interessati a proteggere specificità ambientali proprie, possono applicare l’imposta in modo differenziato. • Oltre agli effetti di tipo ambientale, l’imposta potrebbe generare una seconda tornata di effetti legati all’allontanamento delle imprese per eludere le imposte.

  13. Grazie per la cortese attenzione F. Fiorillo, F. Severini Università Politecnica delle Marche FEDERALISMO FISCALE E TASSAZIONE AMBIENTALE Ancona, 11 dicembre 2009

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