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BENVENUTI A LADISPOLI !!!

BENVENUTI A LADISPOLI !!!. LADISPOLI. Ladispoli è situata sulla Via Aurelia, a 38 km da Roma, è una cittadina prevalentemente balneare voluta e costruita dal Principe Ladislao Odescalchi alla fine dell’ottocento. Sono molti i turisti che ogni anno si riversano su questo litorale.

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BENVENUTI A LADISPOLI !!!

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Presentation Transcript


  1. BENVENUTI A LADISPOLI !!!

  2. LADISPOLI Ladispoli è situata sulla Via Aurelia, a 38 km da Roma, è una cittadina prevalentemente balneare voluta e costruita dal Principe Ladislao Odescalchi alla fine dell’ottocento. Sono molti i turisti che ogni anno si riversano su questo litorale. Certo i tempi e i luoghi sono cambiati, ma sotto l'apparenza di città moderna, con palazzi di recente costruzione, si nasconde un passato glorioso, porto etrusco prima (Alsium), colonia romana poi. Durante una passeggiata sul lungomare non c'è da meravigliarsi se si incontrano i resti di una villa marittima di epoca imperiale o se davanti ai vostri occhi appare maestoso il Castello degli Odescalchi... Questo, e non solo, è ...LADISPOLI.

  3. Le Origini: Tutto il territorio presenta tracce di frequentazione umana antichissime, basti pensare al famoso teschio della vicina "Grotta Patrizi" in località Sasso, un cranio di epoca villanoviana con un foro in alto perfettamente circolare, testimonianza di un'operazione chirurgica alla quale, a detta degli studiosi che hanno analizzato la ricalcificazione del cranio, il "paziente" sopravvisse.Poco distante dal centro di Ladispoli, neipressi del borgo di Palo, sorgeva un tempo la città-portoetrusca di Alsium. L'ubicazione della città e del successivo castrum romano sono tutt'ora sconosciute, anche se si è portati a farle coincidere con la tenuta del Castello Odescalchi. Ben poco si conosce del periodo etrusco, le prime notizie relative alla città di Alsium risalgono al 247 a.C.., anno in cui tutto il territorio circostante venne sottratto dai Romani agli Etruschi.

  4. Per l'importanza strategica che tali porti costituivano, gli abitanti etruschi furono sostituiti da accampamenti militari, poi da castra(città fortificate) veri e propri ed infine, da enormi ville di proprietà di importanti famiglie della Roma repubblicana ed imperiale. Molte sono le testimonianze letterarie che riguardano Alsium. A partire da Cicerone, che per primo ricorda la presenza del porto in occasione della visita di Cesare nel 46 a.C., la città di Alsium è ricordata soprattutto per la presenza di una grande villa imperiale appartenuta, forse, all'imperatore Elagabalo. L'ultimo a descrivere il territorio alsiense è il prefetto di Roma e poeta Rutilio Namaziano che, navigando lungo la costa alsiense, non può fare a meno di notare le grandi ville che avevano sostituito il piccolo oppidum (fortezza) di una volta. Le uniche presenze antiche che oggi possiamo distinguere sono degli edifici correlati al porto ed un molo proprio sotto delle mura del Castello. (sullo sfondo il Comune di Ladispoli)

  5. Storia modernaLa nascita di una città: E' ora di narrare le vicende che portarono alla nascita di Ladispoli appena centodiciotto anni fa!La zona era traversata soltanto da carabinieri a cavallo e da qualche buttero che radunava gli armenti nella radura, per procedere alla conta dei capi; la malaria mieteva vittime ovunque e i mandriani stramazzavano a terra schiantati dalla febbre.Era il 1888 quando il principe decise di sbarazzarsi degli abitanti di Palo e dei villeggianti che d'estate arrivavano col treno fin sotto il castello, devastando fin anche gli ingressi, le scale ed i tetti delle abitazioni. Nel contempo il principe istituì un consorzio del quale egli stesso faceva parte, insieme all'ingegner Vittorio Cantoni. Lottizzò la striscia di terra fra i due torrenti, Vaccino e Sanguinaro, che confinava a monte con la tenuta dei Ruspoli. Contemporaneamente fece sopprimere quel braccio di ferrovia che dal casello 46 portava i bagnanti sulla piazzetta del Borgo di Palo, passando proprio davanti al castello Un altro braccio ferroviario venne subito costruito verso il nuovo insediamento urbano.

  6. Il 1°binario di circa due chilometri partiva dalla odierna stazione di Palo e correva parallelo alla carrozzabile, costeggiando il bosco e la riserva di caccia, scavalcando il fosso Sanguinaro con un ponte di ferro. Al centro della ipotetica piazza una baracca di legno fungeva da stazione ferroviaria, mentre due binari morti erano allungati fin dietro l'odierna chiesa, dove una piattaforma mobile girava le locomotive che si rimettevano in partenza. È inutile dire che l'ampiezza dell'arenile antistante la nuova lottizzazione invitò i villeggianti ad affluire più numerosi che a Palo, tanto che durante l'estate la carrozzabile brulicava di carrozze, calessi e tregge trainate da scalcianti ronzini.I treni trainati da locomotive a vapore con vagoni semi aperti trasportavano romani in ghette e paglietta e donne con enormi cappelli e variopinti ombrellini. Sul tomboleto già stanziavano in capanne i pescatori che in primavera risalivano il Tirreno con le loro lampare. Dalle capanne alle baracche su palafitte poi le prime case in muratura. Questa fu la prima Ladispoli: senza strade, senza fogne, senza luce, senza acqua. I pionieri di Ladispoli: Costantini, Storti, Landi, Ascenza, Dispari, Fumaroli, Rossellini, Masciadri. L'acqua mancava e la popolazione cresceva, si reperì una sorgente risalendo il Sanguinaro, fino al bosco Ferraccio, vicino a Ceri, feudo dei Torlonia. La prima guerra mondiale arrestò la crescita del borgo. Il 1°dopoguerra sembrò rilanciarne le fortune, ma con un ritmo piuttosto contenuto.

  7. Posti da vedere: La spiaggia di Palo: Percorrendo la spiaggia che collega Palo con Ladispoli, possiamo incontrare diverse strutture romane non meglio identificabili, ed alcune interessanti presenze etrusche. Ormai erosa dal mare, infatti, la duna costiera presenta dei fori nei quali, probabilmente, alloggiavano dei pali di legno (ormai scomparsi), dei solchi che lasciano pensare a trincee relative a terreni agricoli e, se si presta attenzione alla stratigrafia naturale della duna, si possono facilmente distinguere frammenti di bucchero e di terrecotte etrusche e romane.

  8. ... la Grottaccia Conosciuta con il nome di "Grottaccia" per la presenza di un cryptoportico dalla volta a botte, utilizzato, durante la guerra, come abitazione, è probabilmente una grande villa rustica della quale sono state rilevate solo alcune strutture; oltre alla scala di accesso al cryptoportico, sono infatti riconoscibili, alcuni ambienti relativi alla parte produttiva: un frantoio (dal quale forse proveniva la macina poggiata poco distante) ed un doliarium (dove venivano conservati i grandi dolia contenenti derrate alimentari).

  9. La Villa di Pompeo • E adesso è ora di spostarci un po' e raggiungere Marina di San Nicola !Partendo dal limite sud di San Nicola, tra il fosso Cupino e la spiaggia, incontriamo i resti dell'immensa villa marittima di "Pompeo".Dei cinque ettari di estensione della villa, solo una piccola parte è oggi valorizzata, è la zona accanto a piazza delle Muse dalla quale si accede, per mezzo di un corridoio in opera reticolata ad un grande cryptoportico che corre lungo la spiaggia. Sulla sommità del cryptoportico si intuisce la presenza di un grande giardino circondato da un corridoio coperto che conserva ancora tracce di un colonnato e di pavimenti musivi. Altri ambienti, scoperti recentemente, proprio lungo il Fosso Cupino, fanno pensare ad una lunga darsena, sullo stesso corso d'acqua (che nei secoli ha diminuito la portata ), circondata da due lunghi portici. Andando, lungo la spiaggia, in direzione Palo, incontriamo nuovi ambienti che si snodano verso l'interno di San Nicola, una serie di stanze, forse relative ad ambienti di servizio della villa, sono le uniche strutture fino ad oggi scavate.

  10. Il Castello Odescalchi Con un salto temporale di alcuni secoli giungiamo al 1132, quando truppe genovesi occuparono una Turris de Pulvereio nei pressi di Palo. Allora l'unico edificio rilevante era, appunto, una torre di guardia, che, insieme ad altre torri "sorelle", fu posta a difesa del litorale dalle incursioni nemiche. Il Castello, che nei secoli è stato luogo di residenza di importanti personaggi (tra i quali Francesco Orsini, Papa Alessandro VI, Felice Orsini della Rovere, il Cardinal Alessandro Farnese, Papa Sisto V, i Cardinali Flavio e Virgilio Orsini, Livio Odescalchi, Papa Innocenzo XII, il Duca Grillo di Genova), venne edificato nell XIV secolo dalla famiglia Orsini ed è ora proprietà degli Odescalchi. Intorno ad esso sorse il borgo di Palo dal quale venivano i primi abitanti di Ladispoli.

  11. La Posta Vecchia Un discorso a parte lo merita la Posta Vecchia, splendido edificio che racchiude in sè diversi secoli di storia; è, infatti, una stazione di posta seicentesca, circondata da un bellissimo giardino all'italiana per tre lati e per il quarto dal mare che ne lambisce le fondamenta costruita sui resti di una magnifica villa romana.Nei sotterranei dello stupendo palazzo, oggi sede di un lussuoso albergo, durante gli scavi di riconsolidamento eseguiti nel 1966, vennero alla luce i resti di alcuni ambienti di una villa romana. Ambienti dominici, che si snodano intorno ad un giardino con una vasca al centro, circondato da un corridoio porticato, decorati con stupendi marmi policromi e pavimenti musivi dai motivi floreali.Allestito in una di queste stanze vi è un piccolo antiquarium voluto dall'allora proprietario Paul Getty, dove sono conservati alcuni reperti venuti alla luce durante gli scavi. Sono stoviglie in ceramica sigillata italica ed africana, anfore vinarie che vanno dal I° al V° secolo d.C., strumenti per il trucco, varie tipologie di marmo provenienti da Egitto, Nubia, Grecia, Italia ed alcune interessanti iscrizioni che attestano la proprietà imperiale della villa. Nei giardini della Posta Vecchia possiamo ammirare altre strutture antiche; un cortile esterno con tracce di marmo alle pareti costruito sopra un'enorme cisterna per la raccolta delle acque piovane, altri ambienti di servizio tra cui un lungo corridoio ed alcune stanzette aperte lungo un altro camminamento. In un'altra zona del giardino, sotto una copertura in legno, durante lo scasso per una piscina, sono venuti alla luce i resti di una piccola domus romana con l'atrio ed alcune stanze che da esso si dipartivano. E' questa la più antica casa di Ladispoli, forse appartenuta all'antico abitato di Alsium.

  12. Torre Flavia Allo stesso tempo il monumento più noto e quello più bisognoso di un intervento di restauro , Torre Flavia, è, da sempre il simbolo della città. Ridotta a poco più che un rudere dai bombardamenti della 2a Guerra Mondiale, la torre di avvistamento, che fu costruita nel medioevo su strutture di epoca romana, porta il nome del Cardinale Flavio Orsini che nel XVI secolo la fece completamente ristrutturare. Torre Flavia, che all'epoca era sulla terra ferma, faceva parte di un sistema di torri di avvistamento che si stende su tutto il litorale e di cui fanno parte le torri del Castello di Palo, la Torre Saracena di Santa Severa, la torre del Castello Odescalchi di S. Marinella;venne utilizzata come torre di avvistamento fino agli inizi del XIX secolo quando era ancora armata con due cannoni di calibro 12 e 13 e 3 fucili con baionette. La base della torre (a pianta quadrata ) è a scarpiera sormontata dalla porta di ingresso; all'interno vi erano due piani collegati da una scala in muratura; sulla sommità, tra quattro torrette angolari a prova di proiettile, c'era il terrazzo con una fornacella per i segnali. Nei pressi della torre sono visibili, con la bassa marea, i resti di muri romani, molto probabilmente, appartenuti ad una villa oramai sommersa dall'acqua.

  13. La Natura L'oasi WWF della Palude di Torre Flavia L'attuale area di Torre Flavia rappresenta l'ultimo tassello temporaneamente umido che faceva parte della più ampia palude di Campo di Mare estesa, fino ai primi anni '60 per alcune decine di ettari. Oggigiorno il territorio si presenta come un susseguirsi di piccole depressioni che stagionalmente si riempiono d'acqua, grazie all'affioramento della falda  costiera sottostante, all'apporto delle acque dolci dell'entroterra e delle piogge invernali. Il variare della salinità dell'acqua ha generato una vegetazione tipica delle zone salmastre, come la salicornia, simbolo dell'oasi, l'orzo marittimo ed il limonio. L'area più interna, allagata per buona parte dell'anno e, con acqua meno salmastra, è coperta dalla cannuccia di palude, dal giglio d'acqua e da varie specie di tifa. La fauna trova la sua massima espressione negli uccelli, che qui trovano l'ambiente ideale sia per lo svernamento che per la sosta durante le migrazioni. Nell'area maggiormente allagata troviamo sia gli aironi (cenerino, bianco maggiore, rosso) che le anatre tuffatrici (tuffetto e svasso) e di superficie (germano reale, mestolone). Sui prati salmastri troveremo, invece, piccoli trampolieri, come il fratino o il corriere piccolo e, soprattutto, il cavaliere d'Italia, splendido limicolo dalle lunghe zampe rosse.

  14. L'oasi WWF del Bosco di Palo L'oasi di Palo nasce nel 1980, grazie ad un accordo tra il WWF ed i proprietari dell'area, i Principi Odescalchi. Proprio grazie alla proprietà privata, quest'area ha mantenuto integro il suo valore naturale: uno degli ultimi boschi planiziali umidi rimasti sulla costa, una volta esteso lungo tutto il Mar Tirreno. Roverelle, cerri, lecci ma anche aceri minori, ornielli, ciavardelli sono gli alberi che si presentano a coloro che vogliono entrare in quest'ambiente chiamato una volta "selva", impenetrabile, pericoloso ma, al tempo stesso, affascinante.Per molto tempo utilizzata come riserva di caccia, quando i pontefici quali Leone X usavano, al suo interno, uccidere caprioli e daini, l'oasi, oggigiorno, rimane l'unica "riserva" dove volpi, istrici,tassi, ma anche puzzole, ricci e faine, possono trovare rifugio. Ma l'oasi di Palo è anche il luogo dove molti uccelli possono fare sosta lungo le loro rotte migratorie o fermarsi per nidificare. Usignoli, rigoli, cinciallegre e codibugnoli, infatti, costruiscono i loro nidi tra il fogliame delle querce, mentre assioli, allocchi e barbagianni di notte si muovono per catturare prede per i loro piccoli. FINE

  15. Informazioni,immagini e dati prese da: • Dal sito della proloco di Ladispoli • Dall’album “LADISPOLI un secolo di immagini” di Corrado Melone Lavoro svolto da Marco Tirabassi

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