1 / 31

Piano d’impresa e rischi speculativi: possibili pericoli e strategie di protezione

Piano d’impresa e rischi speculativi: possibili pericoli e strategie di protezione. Federica Ielasi. Principali categorie di contratti derivati. Gli strumenti derivati rappresentano contratti con cui vengono definite a pronti le condizioni di uno scambio a regolamento posticipato: Forward

cybil
Download Presentation

Piano d’impresa e rischi speculativi: possibili pericoli e strategie di protezione

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. Piano d’impresa e rischi speculativi: possibili pericoli e strategie di protezione Federica Ielasi

  2. Principali categorie di contratti derivati • Gli strumenti derivati rappresentano contratti con cui vengono definite a pronti le condizioni di uno scambio a regolamento posticipato: • Forward • Future • Swap • Opzioni

  3. Principali caratteristiche dei contratti derivati • Contenuto opzionale/incondizionato • Mercato di negoziazione • Uscite di cassa • Tipologie di sottostante • Finalità

  4. Risultato a scadenza di un acquisto a termine

  5. Risultato a scadenzadi una vendita a termine

  6. Risultato a scadenza per l’acquirente di una opzione call

  7. Risultato a scadenza per il venditore di una opzione call

  8. Risultato a scadenza per l’acquirente di una opzione put

  9. Risultato a scadenza per il venditore di un’opzione put

  10. Le finalità di copertura (hedging) • Un operatore può manifestare l’esigenza di ridurre i rischi che derivano dall’esposizione nei confronti delle variabili di mercato in due particolari circostanze: • quando dispone in portafoglio (o sa che verrà in possesso) di attività finanziarie o reali rischiose, che si propone di vendere in futuro. In altri termini, quando presenta nei confronti delle stesse, alla data odierna, una posizione aperta; • quando si è impegnato a realizzare, ad una certa data futura, una specifica operazione, quale un pagamento o un investimento, di cui sono incerte le condizioni, ad esempio di valuta o di tasso. L’operatore può desiderare annullare tali incertezze e fissare già a pronti le condizioni da applicare all’operazione futura.

  11. I possibili strumenti di copertura • Il ricorso a mercati regolamentati rende spesso necessario chiudere un’operazione di copertura di tipo imperfetto (lotti minimi, scadenze, attività sottostante…); • Il ricorso a mercato regolamentati non espone i contraenti al rischio di regolamento e di indisponibilità della controparte a chiudere il contratto prima della scadenza naturale.

  12. L’individuazione del fattore di rischio • Il rischio di interesse si manifesta quando un’impresa contrae un prestito a tasso variabile: impatto sul conto economico; • Il rischio di cambio si concretizza nella possibilità, per imprese esportatrici o importatrici, che andamenti favorevoli o sfavorevoli del cambio possano produrre variazioni economiche positive o negative sui risultati economici d’impresa: impatto sul conto economico.

  13. Liability swap • La stipula dello swap consente di risparmiare oneri di transazione rispetto alla rinegoziazione di un prestito; • inoltre, tale strumento consente di trasformare la modalità di determinazione degli interessi anche solo per un definito periodo di tempo, inferiore alla durata residua del finanziamento.

  14. Copertura e speculazione • La realizzazione di una “copertura” eccessiva, espone l’operatore a nuovi rischi speculativi; • Risulta fondamentale per le aziende misurare con precisione i rischi speculativi cui incorrono.

  15. La misurazione del rischio • La logica adottata fa riferimento a un orizzonte temporale annuale, ponendosi l’obiettivo di valutare l’impatto di una variazione sfavorevole dei tassi di interesse o dei cambi nel corso dell’esercizio di previsione; • Con riferimento a tale orizzonte temporale, viene quantificata la probabilità che l’impresa sia solvibile avendo come obiettivo minimo la presenza di un rapporto EBIT/OF pari a 1.

  16. I modelli VAR • I modelli VAR si pongono l’obiettivo di misurare la perdita massima che un’impresa può subire, con una certa probabilità, nell’ipotesi di evoluzione avversa dei parametri cui l’impresa è esposta. • Qual è la perdita massima che potrebbe essere subita entro un determinato orizzonte temporale, escludendo solo casi assolutamente improbabili e corrispondenti alle situazioni più estreme?

  17. I modelli VAR • Obiettivo di un modello VAR è la quantificazione della riduzione di valore di una certa posizione per effetto della variazione del fattore di rischio • Occorre quindi stimare di quanto può variare il fattore di rischio nell’orizzonte temporale definito, dato un certo livello di confidenza, e il legame tra la variazione del fattore di rischio e il valore della posizione

  18. Il valore di mercato della posizione soggetta a rischio • Valutiamo una posizione creditoria espressa in dollari: credito di 100.000 $, da incassare tra un anno (momento di stima 31/12/06) • Occorre convertire il valore in euro • Notazione certo per incerto (€/$): quante unità di valuta estera è possibile acquistare cedendo un’unità di valuta nazionale (1,32700) • Notazione incerto per certo ($/€): quante unità di moneta nazionale è possibile ottenere cedendone una estera (0,75358)

  19. Il valore di mercato della posizione soggetta a rischio • La quotazione certo per incerto si esprime attraverso il reciproco del cambio incerto per certo • VM = 100.000 $ /1,32700 = 75.358 € • VM = 100.000 $ * 0,75358 = 75.358 €

  20. Quotazioni del cambio €/$

  21. Coefficiente moltiplicativo • Fattore che lega le variazioni del fattore di rischio al valore di mercato della posizione • Data una certa variazione percentuale del tasso di cambio, a quanto ammonta la variazione percentuale del valore di mercato della posizione • Nel caso delle posizioni in valuta il coefficiente assume valore pari a 1 • Nel caso di un investimento in obbligazioni il coefficiente è rappresentato dalla duration modificata

  22. Volatilità del fattore di rischio • La standard deviation misura la volatilità di un dato fenomeno, ovvero la dispersione dei valori assunti dal fenomeno rispetto al relativo valor medio, stimata sulla base di un certo campione di osservazioni • Variazione percentuale media cambio = -0,00941 = -0,941% • Deviazione standard = 0,01741 = 1,741%

  23. Volatilità del fattore di rischio • Tale misura di volatilità fa riferimento a un arco temporale mensile, in quanto calcolata sulla base di un campione di dati mensili • Poiché il credito in dollari può essere incassato tra un anno, occorre utilizzare una misura di volatilità riferita a un anno • All’aumentare dell’arco temporale considerato aumenta la misura di volatilità • Deviazione standard annuale = 6,031%

  24. Il livello di confidenza • Ipotizzando una distribuzione normale delle probabilità, il riferimento a sigma corrisponde a un grado di confidenza pari a 84,134% • 2 sigma = 97,725% • 3 sigma = 99,865% • 1,645 sigma = 95%

  25. Il VAR dell’esposizione • VAR = 75.358 * 1 * 6,031% * 1,645 = 7.476,26 • Nuovo valore di mercato = 67.881 € • Il VAR non fornisce alcuna informazione sul livello di perdita possibile nel rimanente 5% dei casi

  26. Implementazione del modello in un’impresa • Caso di un’impresa esportatrice caratterizzata dalla presenza di ricavi e crediti verso clienti espressi in valuta • L’utilità del VAR si concretizza in termini di informazione a scopo previsionale

  27. Implementazione del modello in un’impresa • Sul 2007 grava il rischio di possibili perdite per effetto di operazioni iniziate nel corso del 2006, ma non ancora incassate • Sul 2007, inoltre, grava il rischio relativo alle nuove posizioni assunte nel corso dell’anno

  28. Precisazione terminologica • La metodologia VAR quantifica la massima perdita di valore che, con un certo grado di probabilità, può essere subita da variabili stock, come il valore dei credito verso clienti • I modelli EAR quantificano la dimensione massima delle variazioni sfavorevoli che, con un certo grado di probabilità, possono manifestarsi relativamente a variabili flusso (ricavi o costi)

  29. VAR complessivo • Il VAR complessivo relativo al 2007 viene ottenuto come somma dei tre seguenti elementi: • VAR relativo ai crediti in essere a fine 2006, pari a 60.841,52 • EAR relativo ai ricavi che saranno incassati nel corso del 2007, pari a 423.341,83 • EAR relativo ai ricavi che saranno incassati nel corso del 2008 (relativamente al rischio di cambio fino al termine del 2007), pari a 166.951,04

  30. VAR complessivo • VAR complessivo = 651.134,39 • Entità delle possibili perdite che, con un grado di confidenza pari al 95%, possono gravare sul 2007 per effetto della dinamica sfavorevole del rischio di cambio • RO ipotizzato per il 2007 = 693.661 • Nuovo reddito operativo = 42.566,61 • Oneri finanziari = 145.921

  31. EAR associato al rischio di interesse • Stima dell’aggravio di oneri finanziari causato da una variazione sfavorevole dei tassi di interesse • Si ipotizza che l’impresa sia caratterizzata da indebitamento a tasso variabile • Per prima cosa occorre stimare il tasso di interesse utilizzato per il calcolo degli oneri finanziari, per poi applicare la metodologia EAR

More Related