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I PROCESSI ATTENTIVI

I PROCESSI ATTENTIVI. ATTENZIONE “L’attenzione può essere definita come il sistema funzionale che consente di dirigere e focalizzare l’attività mentale secondo gli scopi prefissi”

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I PROCESSI ATTENTIVI

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Presentation Transcript


  1. I PROCESSI ATTENTIVI

  2. ATTENZIONE “L’attenzione può essere definita come il sistema funzionale che consente di dirigere e focalizzare l’attività mentale secondo gli scopi prefissi” “Il prender possesso da parte della mente, in chiara e vivida forma, di uno tra tanti oggetti o treni di pensiero possibili”William James 1890

  3. L’attenzione è una FUNZIONE DI BASE necessaria per l’esecuzione delle diverse attività, è una funzione che non opera singolarmente ma viene attivata contemporaneamente ad altre funzioni cognitive (es. linguaggio, memoria, percezione). FUNZIONE TRASVERSALE

  4. “Uno dei più importanti requisiti per la sopravvivenza è la capacità di localizzare gli stimoli presenti nell’ambiente e di organizzare azioni appropriate in risposta ad essi”Rizzolatti e Gallese, 1988 La LOCALIZZAZIONE degli stimoli ambientali e l’organizzazione di azioni appropriate in risposta ad essi sono strettamente legate al funzionamento dei sistemi attenzionali.

  5. L’ORIENTAMENTO dell’attenzione può essere elicitato passivamente da stimoli periferici, orientamento ESOGENO = ad opera degli stimoli esterni o essere diretto volontariamente dall’individuo nelle diverse localizzazioni spaziali, orientamentoENDOGENO = controllato dal soggetto

  6. Inoltre l’orientamento dell’attenzione può essere IMPLICITO o ESPLICITO L’orientamento ESPLICITO è caratterizzato dal movimento di occhi e capo e viene attivato in corrispondenza della rilevazione di un oggetto di interesse nella periferia del campo visivo. Viene effettuato per ottenere migliori informazioni allineando la fovea con l’oggetto da esplorare.

  7. L’orientamento IMPLICITO è caratterizzato da spostamenti dell’attenzione in assenza di movimenti corporei finalizzati all'allineamento dei recettori

  8. Durante le attività della vita quotidiana tali comportamenti (orientamento esplicito ed implicito) sono altamente integrati e coordinati e consentonoil CONTROLLO DELL’AMBIENTE CIRCOSTANTE

  9. Attenzione comeREGOLATRICE, SELETTRICE:FILTROdelle informazioni da analizzare Presupposto: mente come elaboratore di informazioni; sistema con limiti di tempo e capacità E’ una funzione multicomponenziale che svolge un ruolo di regolatore dei processi mentali, filtrando ed organizzando le informazioni provenienti dall’ambiente per permettere di emettere un comportamento adeguato

  10. contemporaneamente Abilità ad elaborare in modo privilegiato le informazioni rilevanti Abilità ad inibire le informazioni irrilevanti per il compito ATTENZIONE SELETTIVA Capacità di selezionare una o più fonti di stimolazione esterna in presenza di informazioni in competizione.

  11. ATTENZIONE SOSTENUTA e livelli di attivazione Attenzione protratta nel tempo Prontezza fisiologica a rispondere a stimoli esterni o interni ATTENZIONE DIVISA Capacità di prestare attenzione a più informazioni (anche di tipo diverso) contemporaneamente

  12. Attenzione selettiva Selezional’informazione che origina da una certa parte dello spazio (attenzione spaziale) o da una particolare modalità (visiva, acustica ecc.), o una particolare caratteristica dello stimolo (es. forma, colore ecc.) e contemporaneamente inibisce informazioni distraenti o in competizione. Es. compito di stroop

  13. ROSSO VERDE GIALLO BLU ROSSO VIOLA VERDE BLU VERDE VIOLA nero

  14. NERO VERDE GIALLO BLU ROSSO NERO VERDE BLU GIALLO ROSSO congruente

  15. ROSSO VERDE GIALLO VERDE BLU ROSSO GIALLO BLU NERO ROSSO stroop

  16. TRENO CUOCO FOGLIA MARE PESCE MELA TETTO BICI TORRE SEDIA neutro

  17. quando all’azione di selezione bisogna associare un’azione di inibizione su un processo automatico molto forte (lettura) informazione da selezionare Colore inchiostro ATTENZIONE VOLONTARIA Significato parola (lettura) informazione da inibire ATTENZIONE AUTOMATICA L’effetto stroop è l’effetto per cui vi è un rallentamento dei tempi di denominazione dell’inchiostro quando la condizione è incongruente L’effetto stroop è particolarmente evidente nei pazienti con lesioni frontali (molti errori di interferenza e aumento dei tempi di lettura)

  18. ATTENZIONE AUTOMATICA Tipo di elaborazione guidata dall’ambiente e non dalle intenzioni dell’individuo. Richiede meno sforzo attentivo perchè viene orientata senza che il soggetto prenda una decisione; é più difficile da inibire ATTENZIONE VOLONTARIA Impiego volontario di risorse di elaborazione; meccanismo utilizzato quando bisogna affrontare situazioni nuove e richiede l’impiego volontario di risorse di processamento. I pazienti con lesioni frontali sinistra hanno una attenzione volontaria deficitaria e una attenzione automatica intensificata

  19. ATTENZIONE SELETTIVA SPAZIALE Meccanismo che ci permette di dirigere l’attenzione verso certe parti dello spazio ed é indipendente dall’attenzione selettiva in genere: esistono sistemi attenzionali che focalizzano l’analisi su aspetti differenti dello stimolo e hanno un diverso correlato neuroanatomico (dissociazione anatomica - studi PET e funzionale). Sistema attentivo posteriore (PAS) Seleziona la posizione spaziale Seleziona gli attributi quali colore, forma, dimensioni, ecc. Sistema attentivo anteriore (AAS) • Corteccia parietale posteriore laterale e nuclei talamici connessi, collicolo superiore superiore. Input dalla via dorsale (occipito parietale) via del where • orientamento spaziale dell’ATZ Corteccia prefrontale mediale inclusa la corteccia cingolata anteriore e l’area supplementare motoria. Input dalla via ventrale (occipito temporale) via del what

  20. Il PAS è responsabile dello spostamento del fuoco dell’attenzione: ANCORAGGIO, SPOSTAMENTO, DISANCORAGGIO (paradigma di Posner) ed ha una funzione di controllo sul AAS facendo in modo che la via ventrale si attivi solo sugli oggetti di interesse + Situazione neutra

  21. Spostamento automatico vs DX quando compare Quindi sono pronto a rispondere se compare sempre a DX + Situazione guadagno nei TRBENEFICI

  22. Spostamento automatico vs DX quando compare Ma quando compare + DISANCORAGGIO, SPOSTAMENTO, ANCORAGGIO e RISPOSTA Situazione perdita nei TRCOSTI

  23. Implica l’elaborazione simultanea di informazioni anche proveniente da sorgenti non rilevanti riduzione risorse globali Lesione cerebrale danno in tutti i compiti non automatici e cioè tutti quei compiti che richiedono attenzionevolontaria Attenzione divisa Speculare all’attenzione selettiva Compromessa in pazienti con danno diffuso, es traumi cranici. Una possibile spiegazione è quella della risorse attentive: Esiste una sorgente comune e limitata di capacità elaborativa che un soggetto può intenzionalmente distribuire tra vari compiti, oppure concentrare su uno solo.

  24. Attenzione sostenuta Attenzione sostenuta = protratta nel tempo Attivazione = prontezza fisiologica a rispondere agli stimoli esterni e interni L’emisfero DX sembra più abile del sinistro a mantenere protratta una buona attenzione mentre il sinistro è più abile nella rilevazione del segnale. I lobi frontali sono coinvolti nella prontezza fisiologica, infatti, spesso pazienti con lesioni frontali presentano inerzia e abulia.

  25. Tests per valutare l’attenzione • Matrici attentive (1° presentazione) • Matrici attentive (2° presentazione) • Trail making test A e B • Stroop test

  26. Matrici attentive (Pattern n. I)

  27. Matrici attentive (Pattern n. 2)

  28. Matrici attentive (Pattern n. 3)

  29. TRAIL MAKING TEST (parte A)

  30. TRAIL MAKING TEST (parte B)

  31. Trattamento riabilitativo dell'attenzione Negli ultimi anni vi è stato un crescente interesse ad esaminare la possibile presenza di deficit attentivi in varie patologie cerebrali (traumi cranici, M.Parkinson, M.Alzheimer, Sclerosi Multipla, lesioni cerebrovascolari).

  32. Attention Process Training (APT) E’ il trattamento che si è rivelato più efficace nella riabilitazione dei disturbi attentivi. Il programma prevede un trattamento modulare delle principali funzioni in cui può essere suddivisa l’attenzione e cioè: • attenzione sostenuta • selettiva • alternata • divisa

  33. Attenzione sostenuta:è la capacità di mantenere un comportamento di risposta consistente durante attività continue e ripetitive. Gli esercizi utilizzano stimoli visivi o acustici.

  34. Nella modalità visiva si somministrano in maniera reiterata compiti di cancellazione, la cui difficoltà varia per complessità e dimensioni degli stimoli da cancellare (ad es. forme geometriche grandi e colorate vengono ripresentate in formato ridotto o colorate diversamente). Nella modalità acustica viene chiesto al pz. di ascoltare nastri contenenti vari stimoli acustici simili e di discriminare gli stimoli target in base a criteri via via più complessi.

  35. Attenzione selettiva:è la capacità di rispondere in modo continuativo e consistente in presenza di condizioni distraenti. Il training prevede quindi l’inserimento di informazioni irrilevanti nei compiti già svolti per l’attenzione sostenuta.

  36. Per il trattamento della modalità visiva dell’attenzione selettiva, il programma prevede la somministrazione degli stessi esercizi di cancellazione di forme precedentemente adoperati per l’attenzione sostenuta; tuttavia, per creare un effetto di disturbo visivo, ai diversi fogli di esercizio vengono sovrapposte copertine plastificate via via più coprenti.

  37. Per il trattamento della modalità acustica dell’attenzione selettiva, il programma prevede la somministrazione degli stessi nastri precedentemente adoperati per l’attenzione sostenuta uditiva, questa volta però sovraincisi su un sottofondo di disturbo.

  38. Attenzione alternata:è la capacità di ridirezionare in modo flessibile l’attenzione da un compito all’altro o da una modalità di elaborazione all’altra. Ad es. si possono utilizzare gli stessi esercizi di cancellazione di forme usati precedentemente, con l’aggiunta di un fattore di flessibilità (in questo caso i pz. devono alternare le risposte tra due possibili stimoli-target in risposta al comando “cambia” del riabilitatore).

  39. Attenzione divisa:è la capacità individuale di svolgere contemporaneamente due o più attività. Il trattamento di questa componente utilizza quindi compiti in cui si devono elaborare informazioni di vario genere nello stesso tempo oppure ricorre alla somministrazione simultanea di due compiti.

  40. APRASSIE

  41. Disturbo dell’organizzazione del movimento in cui il pz. è incapace di compiere intenzionalmente sequenze motorie in assenza di deficit della motilità, della coordinazione e del tono muscolare.

  42. L’aprassia è una condizione in cui, in assenza di disordini neurologici elementari motori o sensitivi, si manifestano difficoltà o incapacità nell’eseguire in maniera corretta movimenti volontari aventi significato (gesti), o privi di specifico significato; è un disordine di pianificazione (strategia del movimento) e programmazione (organizzazione degli stadi successivi che devono essere svolti per compiere un movimento)dell’attività motoria complessa, non dovuta a: paresi, atassia (movimenti incoordinati), distonia (disturbo del tono muscolare), discinesia (movimenti patologici), perseverazione.

  43. Caratteristica dell’aprassia è la “dissociazione automatico-volontaria” per cui uno stesso gesto, impossibile se dev’essere eseguito su comando o su imitazione, può essere eseguito automaticamente.

  44. Test di valutazione • richiesta verbale di eseguire gesti significativi • richiesta di copiare gesti significativi e non significativi • richiesta di esecuzione di sequenze complesse con più oggetti • pantomime: dimostrazione dell’uso di oggetti Analisi qualitativa degli errori • Test di imitazione: perseverazioni, omissioni e sostituzioni • Pantomima: perseverazioni, uso di un oggetto simile o diverso, uso di parti del corpo • tecniche sofisticate di rilevazione di detentori luminosi posizionati sulle parti del corpo interessate (es. arti) e misurazione di velocità, traiettorie ecc

  45. Classificazione basata su: • Tipo di attività • uso di oggetti • produzione di sequenze • motorie complesse • produzione di segni simbolici • imitazione di gesti • Livello di elaborazione deficitaria • aprassia ideomotoria • aprassia ideativa • aprassia motoria (?) • Categorie di attività • aprassia dell’abbigliamento • aprassia costruttiva • Sistemi effettivi colpiti • aprassia del tronco • aprassia degli arti • aprassia orale (o bucco-facciale)

  46. APRASSIA IDEOMOTORIA (AIM) Incapacità a tradurre il programma motorio nei corrispondenti movimenti del gesto o dell’uso di un oggetto o l’esecuzione di una azione. Non riesce cioè a tradurre il programma motorio negli schemi di innervazione adeguati. Il paziente non sa COME fare ad eseguire il gesto, ma conosce quali sono i movimenti da fare. • Difficoltà nella implementazione del movimento: • non riesce a copiare i gesti senza senso • non riesce ad eseguire un gesto significativo su ordine verbale • uso di parti del corpo come fossero oggetti • discrimina ed identifica i gesti significativi e non

  47. APRASSIA IDEOMOTORIA Il paziente sa cosa fare ma non sa come farlo I gesti transitivi, cioè legati alla manipolazione di oggetti (per es. usare le forbici…) sono conservati mentre sono alterati i gesti intransitivi cioè sia i gesti simbolici (fare il saluto militare, il segno della croce…) che i gesti non significativi.

  48. L’aprassico ideomotorio ha spesso consapevolezza dei propri errori e si sforza di eseguire correttamente il gesto, anche se talvolta inutilmente.

  49. APRASSIA IDEATIVA (AI) Incapacità di rievocare mentalmente il gesto o la sequenza di movimenti da compiere Il paziente non sa COSA fare su richiesta verbale, ma sa compiere i gesti su imitazione. Incapacità ad usare singoli oggetti o oggetti multipli in una azione. • Il pz. ha di fronte a sé: candela, candeliere e fiammiferi. • “ Il pz. mise la candela verticale sul tavolo, ignorando il candeliere, estrasse un fiammifero dalla scatola e lo portò vicino allo stoppino, senza averlo sfregato. Dopo un po’, si rese conto che il fiammifero andava accesso, ma lo sfregò sulla candela, vicino allo stoppino. Alla fine lo infilò sulla cima della candela” (De Renzi e Lucchelli, 1988). Amnesia d’uso degli oggetti o deficit di rievocazione della memoria semantica degli attributi d’uso di un oggetto (De Renzi & Lucchelli, 1988)

  50. APRASSIA IDEATORIA Il paziente non sa cosa deve fare perché non è in grado di descrivere né di programmare la corretta successione di atti motori. Questo tipo di aprassia riguarda in maniera specifica i gesti transitivi (ad es. se si chiede al pz. di usare lo spazzolino da denti può succedere che il pz. si limiti a porre il dentifricio sullo spazzolino senza essere capace di usare quest’ultimo). L’aprassia ideatoria è sempre bilaterale.

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