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L’INTEGRAZIONE TRA POLITICHE

L’INTEGRAZIONE TRA POLITICHE. I diversi livelli dell’integrazione. L’INTEGRAZIONE TRA POLITICHE NELLA LEGGE REGIONALE 11/07.

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L’INTEGRAZIONE TRA POLITICHE

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Presentation Transcript


  1. L’INTEGRAZIONE TRA POLITICHE I diversi livelli dell’integrazione

  2. L’INTEGRAZIONE TRA POLITICHE NELLA LEGGE REGIONALE 11/07 Nell’articolo 2 relativamente ai principi della Legge si fa riferimento in generale all’integrazione tra politiche sociali, economiche, di sviluppo, e all’integrazione con gli interventi sanitari, scolastici, formativi, di prevenzione e rieducazione e di sicurezza ai cittadini

  3. L’INTEGRAZIONE TRA POLITICHE NELLA LEGGE REGIONALE 11/07 Il Coordinamento istituzionale d’Ambito (art. 11) Organismo di indirizzo, di coordinamento e di controllo della realizzazione della rete integrata di interventi composto dai Sindaci dei Comuni associati, dal Presidente della Provincia e, in materia di integrazione socio sanitaria, dal Direttore Generale dell’ASL.

  4. L’INTEGRAZIONE TRA POLITICHE NELLA LEGGE REGIONALE 11/07 Ambiti Territoriali (Art. 19) Coincidono con i Distretti Sanitari o loro multipli, purché rientranti nella medesima ASL e sono determinati con provvedimento della Giunta Regionale, previa concertazione con gli Enti Locali. Ogni variazione dei distretti sanitari che comporta la rideterminazione degli ambiti territoriali viene assunta previa acquisizione del parere congiunto degli Assessorati Politiche Sociali, Enti Locali e Sanità.

  5. L’INTEGRAZIONE TRA POLITICHE NELLA LEGGE REGIONALE 11/07 Integrazione Istituzionale (art. 39) A garanzia di livelli uniformi di assistenza, i Comuni associati in ambiti territoriali e la ASL di riferimento raccordano, attraverso opportuni tavoli di concertazione e la sottoscrizione di relativi protocolli d’intesa, i rispettivi atti programmatori: Piani di Zona, Programmi delle Attività Territoriali e Piani Attuativi Locali. Gli atti programmatori devono prevedere elementi di coincidenza nella progettazione degli interventi sociosanitari e le relative modalità di realizzazione ritenute più efficaci in relazione al territorio, basate sulla cogestione del sistema di offerta dei servizi da parte dei Comuni e dei Distretti Sanitari.

  6. L’INTEGRAZIONE TRA POLITICHE NELLA LEGGE REGIONALE 11/07 Contenuti degli atti di programmazione integrata(art. 40) I Programmi delle Attività Territoriali dei Distretti Sanitari, recepiti nel Piano Attuativo Locale della ASL, devono coincidere con la programmazione sociosanitaria a livello di ambito territoriale contenuta nel Piano di Zona.

  7. Integrazione organizzativa, gestionale e professionale Istituzione della Porta Unica di Accesso, intesa quale funzione del Segretariato Sociale e dei Distretti Sanitari, con compiti di informazione, decodifica dei bisogni, orientamento, trasmissione delle richieste ai servizi competenti (sociali, sanitari e sociosanitari); Costituzione della Unità di Valutazione Integrata, composta da personale degli Enti Locali e della ASL, con compiti di valutazione e diagnosi dei singoli casi e di definizione di un progetto personalizzato; Definizione dei criteri per l’individuazione, tra il personale degli Enti locali e della ASL, di un “responsabile della presa in carico” per ciascun utente dei servizi sociosanitari.

  8. Integrazione finanziaria La programmazione delle risorse finanziarie destinate ad attuare gli interventi ed i servizi sociosanitari integrati comporta una programmazione finanziaria congiunta fra Comuni ed ASL sulla base del costo delle singole prestazioni sociosanitarie afferenti gli interventi e servizi previsti dagli atti programmatori.

  9. Documenti Pdz relativi al processo di integrazione socio-sanitaria - Accordo di Programma • Scheda 3.7 Riferimento ai Lea • Regolamento di accesso unitario ai servizi • Allegato al Piano di Zona Scheda descrittiva dei componenti UVI (ruoli e funzioni)

  10. L’ Unità di Valutazione Integrata (AI SENSI DELLA L.R. 22 APRILE 2003 N° 8) • L’Unità di Valutazione Integrata (U.V.I.), con competenze multidisciplinari legge le esigenze di pazienti con bisogni sia sanitari che sociali di natura complessa. • Va istituita almeno una U.V.I. per ogni distretto sanitario di ASL, con sede presso uno degli enti competenti, secondo quanto definito nei Piani di Zona e nei PAT, ed il suo funzionamento è definito da apposito regolamento predisposto in conformità alle direttive regionali. • Deve essere composta da tre figure fisse: medico della ASL, assistente sociale individuato dai Comuni dell’ambito territoriale, entrambi delegati alla autorizzazione ed alla spesa, e MMG / PLS dell’assistito in esame.

  11. Stralcio da Scheda 3.7 PDZ

  12. Il processo di integrazione in Campania – Sociale e Sanitario

  13. Il processo di integrazione in Campania – Sociale e Formazione

  14. Il processo di integrazione in Campania – Pubblico e privato sociale

  15. L’integrazione nel lavoro sociale Promuovere, facilitare, organizzare l'instaurarsi di legami tra soggetti differenti allo scopo di attivare risposte a determinati problemi (di un singolo, di un gruppo, di una comunità territoriale)

  16. L’integrazione - I DIVERSI LIVELLI • Il lavoro di programmazione (es. Accordo di programma o protocolli di intesa in vista del Pdz, Concertazione pubblico-privato, ecc.) • Il lavoro di progettazione e gestione integrata di interventi e servizi tra organizzazioni diverse (es. ATI, ATS, Udp con referente asl, ecc.) • Il lavoro in equipe di co-progettazione in relazione a casi individuali (es. psicologa del Centro Famiglia che si relaziona con assistente sociale, mediatore familiare, ecc.)

  17. ELEMENTI FONDAMENTALI PER ATTIVARE PROCESSI DI INTEGRAZIONE • Condivisione degli obiettivi, delle strategie, dei ruoli e delle regole da parte di tutti i componenti • Compartecipazione di tutti i soggetti al processo decisionale (in base al ruolo ricoperto) • Corresponsabilità rispetto al raggiungimento degli obiettivi

  18. IL RIFIUTO DELL’INTEGRAZIONE NEGAZIONE E/O REPRESSIONE • i progetti “altri” non vengono considerati affatto • l’investimento al progetto è tutto interno • autoreferenzialità • semplificazione della realtà circostante • paura della diversità • visione di rigidità che non contempla altre modalità di azione • altri progetti vissuti come pericolosi e inopportuni • implicita prefigurazione di fragilità del nostro progetto

  19. POSSIBILI MODALITA’ DI INTEGRAZIONE - 1 DIPENDENZA/SUDDITANZA Scarso interesse degli attori verso il proprio progetto e buona predisposizione a lavorare per quelli degli altri. Necessità di continuo coinvolgimento, motivazione e orientamento

  20. POSSIBILI MODALITA’ DI INTEGRAZIONE - 2 COLLAGE Accostamento e sommatoria di vari progetti in cui non si intravede un disegno comune. Alto grado di autonomia ed elevata frammentazione delle risorse, scambi fortemente contenuti.

  21. POSSIBILI MODALITA’ DI INTEGRAZIONE - 3 PARASSITISMO elevato interesse per i propri progetti e interesse strumentale ed opportunistico verso quelli altrui. Atteggiamento “predatorio”. L’integrazione avviene a vantaggio di uno e a discapito dell’altro.

  22. POSSIBILI MODALITA’ DI INTEGRAZIONE - 4 COMPETIZIONE/ COMPROMESSO/ NEGOZIAZIONE • Competizione orientata a realizzare un confronto tra progetti in modo da misurarsi senza soccombere. Ricomposizione delle diverse visioni attraverso la ricerca di accordi e compromessi, passando per il conflitto. • Alto interesse per i progetti altrui coniugato alla capacità di rielaborare i propri. Processo integrativo fertile. Produzione di un nuovo originale progetto in cui le diverse componenti si riconoscono.

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