1 / 8

Sono frutti buoni quelli che vengono dallo Spirito di Gesù.

Sono frutti buoni quelli che vengono dallo Spirito di Gesù.

brad
Download Presentation

Sono frutti buoni quelli che vengono dallo Spirito di Gesù.

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. Sono frutti buoni quelli che vengono dallo Spirito di Gesù. Lo Spirito di Gesù è non cercare di essere servito ma di servire, stare ai piedi del prossimo per lavare i piedi a chiunque. Lo Spirito di Gesù è compatire sempre, sentirsi coinvolti nei bisogni altrui, e mettersi a disposizione per curare, sollevare dove serve. Tutto lo spirito di servizio, di “compassione” dell’uomo,di impegno personale per creare “umanità”, è lo Spirito di Gesù. Se questo è il nostro spirito, siamo innestati in Lui,siamo tralci vivi. José Enrique Galarreta Testo: Giovanni, 15, 1-8 // Pasqua 5 B.Commenti e presentazione: Asun Gutiérrez.Musica: Mahler. Sinfonia 5ª. Adagetto.

  2. Il testo di oggi e quello della prossima domenica sono parte del “discorso di addio”. Gesú condivide mensa e confidenze. Apre le sue labbra e il suo cuore durante una cena che profuma di amore e di saluto. Si tratta di due discorsi e di una lunga preghiera che Gesúpronuncia durante l’ultima cena. E’ il suo testamento spirituale.

  3. Gv 15, 1-8 «Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Gesù non dice di essere il ceppo o il tronco della pianta, dice che è la vite, e quindi include anche i tralci e il frutto. La potatura è il lavoro costante e amorevole del Padre.La pulitura, la crescita , la cura della pianta, necessita di potatura. Il Vignaiolo taglia le espressioni di superbia, di egoismo, di abitudine, di non salidarietà.Pota con, con cura e affetto, quanto limita la produzione di frutto. La sua attenzione è sempre nel guidarci ed aiutarci a dare più frutti e migliori.

  4. Voi siete già mondi, per la parola che vi ho annunziato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me. La Parola di Gesú, la relazione diretta, personale con Lui ci purifica e ci libera. Vite e tralci formano un’unità. La unione é vitale, dinamica, totale, intima... Ma la linfa, lo Spirito, la Vita, non provengono dai tralci: si ricevono dalla vite. La vera vitalità cristiana si manifesta nella nostra “permanenza” in Gesú, nella permanenza della sua parola in noi, per poter dare frutto, per avere e comunicare la vita.

  5. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Solo Gesú può dire “senza di me non potete fare niente”. Nessuno può, né deve cercare (o far finta di provare) di assumere questo protagonismo. Egli é la vite, noi i tralci uniti a questa VITE. L’unione é con Lui. UNO che pone nuova forza, libertà, vitalità e gioia nella nostra vita.. Ogni “tralcio”, unito alla Vite, cresce per realizzare una missione.

  6. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Il Padre sa che cosa c’é in ognuno di noi che deve essere accorciato, purificato, tolto... Fa i tagli necessari, con maestria e dolcezza, per dare energia e vita, per orientare, accrescere, per incanalare. Egli lavora per me e in me. Egli rende feconda la mia vita aprendomi all’azione.

  7. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli. Le parole che Gesù ripete sono: “permanere” e “dare frutto”. L’immagine della vite e dei tralci presenta cosa significa essere discepoli per la comunità stretta attorno a Giovanni e per i cristiani di ogni tempo: restare uniti a Gesù, ascoltare, attualizzare, rendere vita la sua parola e dedicarsi all’azione di dare frutto. Dare così Gloria al Padre e Senso vero e profondo alla vita. In che cosa scopro, e in che cosa gli altri vedono che sono innestato in Gesù?

  8. Il Padre ci pota, ce lo dici Tu. Pota quelli che danno frutto, perché ne diano di più. Ci potano gli amici, il gruppo, la comunità,con relazioni chiare e fraterne;con l’aiuto, la critica e l’esperienza. Ci potano quando mettono in crisi il nostro stile di vita e la scala dei valori; quando ci fanno sbattere contro le incoerenzee le zone oscure della nostra personalità. Alcuni si potano da sé stessi per dare maggior frutto. Sanno dir di no a certe cose. La maggior parte delle potature viene senza cercarle. Te le infligge la vita quando meno te lo aspetti;sono potature involontarie, impreviste, ma dure e dolorose,e non sempre le accettiamo come doni utili. Involontaria o volontaria, a tempo o fuori tempo,assunta o rifiutata, la potatura é il segreto delle persone che si son fatte forti,degli uomini e delle donne che danno frutto,di coloro che “sono vivi”. Potaci, Signore! Potaci, Sempre! Ulibarri, Fl. La potatura

More Related