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Introduzione allo Humanistic management Marco Minghetti Lezione 13 Pavia 2008

Introduzione allo Humanistic management Marco Minghetti Lezione 13 Pavia 2008. Shakespeare nella letteratura manageriale. L’approccio anglosassone.

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Introduzione allo Humanistic management Marco Minghetti Lezione 13 Pavia 2008

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Presentation Transcript


  1. Introduzione alloHumanistic managementMarco Minghetti Lezione 13Pavia 2008

  2. Shakespeare nella letteratura manageriale

  3. L’approccio anglosassone • All’epoca di Shakespeare, l’alto dirigente veniva chiamato leader e aveva il compito di guidare una nazione, un clan o una contea. Gran parte delle sue opere mostrano quali sono i difetti del cattivo leader e le qualità del buon capo. • I manager di oggi possono quindi trarre da queste opere lezioni di comportamento ancora attuali.

  4. IL TOP MANAGER SECONDO SHAKESPEARE • Chi fra i diversi personaggi è il più meritevole di esercitare i poteri del re? • Un re onesto è necessariamente in assoluto il migliore dei re? • E’ meglio un re pacifico o un guerrafondaio?

  5. AMLETO E IL LATO OSCURO DEL POTERE • PUNTI FORTI: è il legittimo erede al trono, è bello, è culturalmente preparato, è un raffinato analista, è amato dal popolo, ha quindi un suo carisma. Non da ultimo, è dotato di “pensiero laterale (mouse trap, fuga dai pirati). • PUNTI DEBOLI: lacune sul piano dell’efficienza, eccesso di analiticità, incapacità a gestire l’ansia.

  6. Claudio, il politico cinico- 1 • PUNTI FORTI: è abile nel manipolare le situazioni, placare gli animi, prendere e far prendere agli altri decisioni a lui favorevoli . • PUNTI DEBOLI: è un usurpatore, dimostra una accentuata propensione al bere e alla lussuria: non possiede inoltre l’autorevolezza del fratello più anziano da lui assassinato. Shakespeare lo condanna innanzitutto per la mancanza di scrupoli morali, il totale egoismo, il disinteresse nel perseguire fini superiori.

  7. Claudio, il politico cinico- 2 Claudio considera le persone solo come oggetti, strumenti di cui servirsi. Incapacità di scegliere validi collaboratori

  8. Fortebraccio, il guerriero coraggioso Fortebraccio è il nipote del sovrano regnante, ma, diversamente da Amleto, essendo il trono di Norvegia occupato, va in cerca di nuove conquiste, con determinazione, energia ed entusiasmo, riuscendo ad ottenere una rapida vittoria sui polacchi.

  9. Il management dell’ascolto - 1 • Il “tenere le orecchie aperte” è una capacità che viene continuamente richiamata nel testo. Marcello e Bernardo rivelano ad Orazio che un fantasma è loro apparso usano la frase "Let us once again assail your ears.“ • Le orecchie dello stesso padre di Amleto sono state “assalite” con esiti assai più tragici. Il leader cade proprio quando la sua capacità di “sentire”, ovvero di recepire i segnali, forti e deboli, viene meno.

  10. Il management dell’ascolto - 2 • Variazione comica : Polonio istruisce il messaggero Reinaldo su come deve agire per spiare Laerte a Parigi, sviluppando il soggetto del “versare veleno nelle orecchie” - il veleno di falsi pettegolezzi. • Il totale ripiegamento su sè stessi è un difetto imputabile a Claudio (egocentrismo), Amleto (esasperata tendenza all’introspezione) e a Laerte (sopraffatto dai propri confusi ideali).

  11. La solitudine del leader L’apertura al mondo di Fortebraccio si esplica in una abilità realizzativa, che ignora la complessità morale della vita. L’individualità è risolta nel ruolo

  12. Il caso di Enrico V • Stile direzionale incentrato sull’etica e sulle persone • Non fa preferenze: condanna il suo amico Bardolph perché viene scoperto a rubare. • Ascolta le truppe, parla con loro. Esempio: la notte prima della battaglia di Angincourt e il discorso del giorno dopo.

  13. La piramide della comunicazione ETHOS PATHOS LOGOS

  14. Esercitazione CASO 1 Branagh CASO 2 Pacino 1 CASO 3 Pacino 2 ETHOS ETHOS ETHOS PATHOS PATHOS PATHOS LOGOS LOGOS LOGOS

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