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Michele A. Cortelazzo Sintassi

Michele A. Cortelazzo Sintassi. . programma L’uso dei tempi nella frase complessa: congiuntivo. uso dei modi congiuntivo nelle frasi subordinate: casi nei quali l'uso del congiuntivo dà alla frase un valore semantico diverso da quello che alla stessa frase dà l'uso dell'indicativo (2)

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Michele A. Cortelazzo Sintassi

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  1. Michele A. Cortelazzo Sintassi \

  2. programma L’uso dei tempi nella frase complessa: congiuntivo

  3. uso dei modi • congiuntivo nelle frasi subordinate: • casi nei quali l'uso del congiuntivo dà alla frase un valore semantico diverso da quello che alla stessa frase dà l'uso dell'indicativo (2) • 3. In proposizioni relative: cerco una ragazza che sappia il cinese (se c'è: non ho in mente nessuno in particolare) / cerco una ragazza che sa il cinese (oltre al valore della frase precedente, può significare: cerco una ragazza specifica, quella che sa il cinese) • (da A.L. Lepschy / G. Lepschy, La lingua italiana. Storia, varietà dell'uso, grammatica, Milano, Bompiani, 1981, pp. 202-206, con qualche modifica)

  4. uso dei modi • congiuntivo nelle frasi subordinate: uso obbligatorio (1) • 1. dopo le seguenti congiunzioni: affinché; benché, sebbene, quantunque; purché, a condizione che, a patto che; a meno che; qualora, per il caso che; prima che; senza che2. dopo espressioni impersonali come: è bene / è meglio che; bisogna che; conviene che; è facile / è difficile che; è necessario che; è probabile / è improbabile che; può darsi che, può essere che; è raro che; è utile / inutile che; vale la pena che. • (da A.L. Lepschy / G. Lepschy, La lingua italiana. Storia, varietà dell'uso, grammatica, Milano, Bompiani, 1981, pp. 202-206, con qualche modifica)

  5. uso dei modi congiuntivo nelle frasi subordinate: casi nei quali l'uso del congiuntivo dà alla frase un valore semantico diverso da quello che alla stessa frase dà l'uso dell'indicativo (1) 1. dopo alcuni verbi che esprimono opinioni: si capisce che siano arrabbiati (è comprensibile che lo siano) / si capisce che sono arrabbiati (è evidente che lo sono).2. dopo espressioni subordinanti come in: aspetta che venga (aspetta fino a che viene) / aspetta che viene (aspetta: sta venendo); fermati finché sia bello (fermati fino a quando non viene bello) / fermati finché è bello (fermati mentre è bello); mi ha aiutato perché avessi un bel voto (affinché) / mi ha aiutato perché avevo un bel voto (poiché) /. (da A.L. Lepschy / G. Lepschy, La lingua italiana. Storia, varietà dell'uso, grammatica, Milano, Bompiani, 1981, pp. 202-206, con qualche modifica)

  6. uso dei modi congiuntivo nelle frasi subordinate: uso obbligatorio (2) 3. dopo verbi che esprimono desiderio, speranza, permesso, ordine, interdizione: augurarsi, lasciare, permettere, sperare, volere4. Con aggettivi e pronomi indefiniti: qualunque cosa succeda non preoccuparti; chiunque sia, non voglio vederlo.5. In proposizioni giustapposte alla reggente, come: lo faremo costi quel che costi. (da A.L. Lepschy / G. Lepschy, La lingua italiana. Storia, varietà dell'uso, grammatica, Milano, Bompiani, 1981, pp. 202-206, con qualche modifica)

  7. uso dei modi congiuntivo nelle frasi subordinate: uso facoltativo (1) 1. Nel periodo ipotetico dell'irrealtà: se tu l'avessi fatto, sarebbe stato meglio / se lo facevi, era meglio.2. Nelle interrogative indirette: ho chiesto chi fosse / ho chiesto chi era. 3. dopo espressioni impersonali come: è bello / è brutto che; è naturale che; è peccato che; è strano che; dispiace che: è bello che tu stia con noi / è bello che tu stai con noi.4. dopo verbi di dire e sapere, nelle forme negative e interrogative: (non) dire che, (non) sapere se, o dopo verbi di richiesta: chiedere / domandare se: non dico che lui abbia torto / non dico che lui ha torto; sai se sia vero? / sai se è vero?; gli ho chiesto se fosse passato Gianni / gli ho chiesto se è passato Gianni. (da A.L. Lepschy / G. Lepschy, La lingua italiana. Storia, varietà dell'uso, grammatica, Milano, Bompiani, 1981, pp. 202-206, con qualche modifica)

  8. uso dei modi congiuntivo nelle frasi subordinate: uso facoltativo (2) 5. dopo verbi che esprimono opinioni: credere che, parere che, sembrare che: credo che tu abbia ragione / credo che tu hai ragione.6. dopo verbi che indicano piacere, dispiacere, ira, rammarico, timore, sorpresa: essere arrabbiato, aver paura, esser contento / scontento, essere felice / infelice, rammaricarsi, rincrescere, essere sorpreso, essere stupito, stupirsi: sono contento che tu venga presto / sono contento che vieni presto. (da A.L. Lepschy / G. Lepschy, La lingua italiana. Storia, varietà dell'uso, grammatica, Milano, Bompiani, 1981, pp. 202-206, con qualche modifica)

  9. uso dei modi congiuntivo nelle frasi subordinate: uso facoltativo (3) 7. In espressioni comparative, superlative, indefinite: è più grande di quanto mi aspettassi / è più grande di quanto mi aspettavo; Ugo è l'unico che sia venuto / Ugo è l'unico che è venuto.8. In proposizioni introdotte da che anteposte alla reggente: che tu sia forte, lo so / che sei forte, lo so. (da A.L. Lepschy / G. Lepschy, La lingua italiana. Storia, varietà dell'uso, grammatica, Milano, Bompiani, 1981, pp. 202-206, con qualche modifica)

  10. uso dei modi proprietà sintattiche del congiuntivo (1) 1.a. Non sapevo che Maria fosse / *sia ammalata 1.b. Non sapevo che Maria era / è ammalata 2.a. Desideravo (che) venissero anche loro 2.b. Credeva (che) venissero anche loro 3.a. *È naturale vengano 3.b. È naturale che vengano 4.a. *Ti dico sono arrivati 4.b. Ti dico che sono arrivati 4.c. Penso siano arrivati 4.d. Penso che siano arrivati

  11. il congiuntivo sta morendo? Un topos, a proposito delle vicende odierne del sistema verbale, è la 'morte' o 'sparizione' del congiuntivo. In effetti, non vi sono dubbi che il congiuntivo nelle frasi subordinate, e in particolare in dipendenza da verbaputandi, sia in recessione. Il problema è molto complesso, e difficile da sintetizzare. Su una crisi del congiuntivo concorda invece Nencioni. G. Berruto, Sociolinguistica dell’italiano contemporaneo, Roma 1987.

  12. il congiuntivo sta morendo? Ma "Serianni (1986b,59-60) sulla base dello spoglio di testi di 'paraletteratura' nota una «ottima [ ... ] resistenza del congiuntivo»". Ancora più sorprendenti le osservazioni di Satta in Iacobelli (1987, 151), che da uno spoglio di giornali e periodici conclude: «C'è addirittura una notevole dose di 'iper-correzione' in senso 'congiuntivista'». Si tratta di uno di quei casi, evidentemente, in cui un vasto spoglio degli usi effettivi potrebbe anche portare sorprese. G. Berruto, Sociolinguistica dell’italiano contemporaneo, Roma 1987.

  13. uso dei modi proprietà sintattiche del congiuntivo (1) 1.a. Non sapevo che Maria fosse / *sia ammalata 1.b. Non sapevo che Maria era / è ammalata 2.a. Desideravo (che) venissero anche loro 2.b. Credeva (che) venissero anche loro 3.a. *È naturale vengano 3.b. È naturale che vengano 4.a. *Ti dico sono arrivati 4.b. Ti dico che sono arrivati 4.c. Penso siano arrivati 4.d. Penso che siano arrivati

  14. uso dei modi proprietà sintattiche del congiuntivo (2) 5.a. Non viene nessuno 5.b. *Viene nessuno 6.a. Voglio che non venga nessuno 6.b. Non voglio che venga nessuno 7.a. Credo che non venga nessuno 7.b. Non credo che venga nessuno 8.a. È naturale che non venga nessuno 8.b. Non è naturale che venga nessuno 9.a. Penso che non è arrivato nessuno 9.b. Non penso che è arrivato nessuno

  15. differenziazioni semantiche del congiuntivo • congiuntivo volitivo: esprime eventi non reali, ma solo desiderati • congiuntivo dubitativo: esprime eventi la cui realtà è negata o messa in dubbio • congiuntivo tematico: esprime dei fatti la cui realtà viene presupposta.

  16. uso del congiuntivo congiuntivo volitivo (1) Si definisce congiuntivo volitivo il congiuntivo che si usa in proposizioni dipendenti da verbi, aggettivi o nomi che esprimono volontà, desiderio o attesa, come: aspettare, desiderare, ordinare, permettere, preferire, temere, volere; bisognare, occorrere; ansioso; necessario, preferibile; desiderio, ordine; ecc.: 1.a. Ordinò che partissero 1.b. Bisogna che restino 2.a. È ansioso che partano 2.b. Era necessario che restassero 3. Espresse il desiderio che partissero

  17. uso del congiuntivo congiuntivo volitivo (2) Se il verbo della frase matrice è al condizionale, il verbo della subordinata è al congiuntivo imperfetto o piuccheperfetto: 4.a. Bisognerebbe che restassero 4.b. Mi sarei aspettata che restassero / fossero restati Anche le proposizioni finali sono espressione del congiuntivo volitivo: 5. Gliel'ho detto perché / affinché capisca come stanno le cose Anche nelle relative come le seguenti si può parlare di congiuntivo volitivo: 6.a. Cerco una ragazza che sappia / sa l'ungherese 6.b. Mi occorrerebbe una camera che mi permettesse / permette di studiare in pace 6.3. Congiuntivo dubitativo Abbiamo il congiuntivo dubitativo in proposizioni argomentali dipendenti da verbi, aggettivi o nomi che esprimono dubbio, opinione, assun¬zione, come: credere, dubitare, ignorare, immaginare, negare, pensare, ritenere, sup¬porre; parere; (im)possibile, (im)probabile; dubbio, opinione, probabilità; ecc.: (28) a. Penso che venga / viene domani b. Pare che non venga / viene (29) È possibile che venga (30) La possibilità che venga è minima Con i verbi con cui l'uso del congiuntivo è facoltativo, come credere, il congiuntivo è obbligatorio se il contenuto della subordinata è ritenuto non vero dal parlante: (31) Credevo che fosse qui, ma in realtà non c'era Con i verbi dichiarativi come dire, il congiuntivo si può usare se si tratta di discorso riportato (32a) o se il verbo è negato e il contenuto della subordinata è considerato non vero (32b), ma si usa l'indicativo se il contenuto della subordinata è considerato vero (33): (32) a. Dicono che venga / viene b. Non dico che sia / è venuto (33) Non ti ho detto che è venuto perché non volevo che lo incontrassi Con sapere si può usare il congiuntivo se sapere è negato: (34) a. Non so se sia / è venuto b. Non sapevo che fosse / era partito Con aggettivi come sicuro, il congiuntivo è possibile se abbiamo negazione (35a) o se il contenuto della subordinata è considerato non vero (35b): (35) a. Non sono sicuro che venga / viene b. Ero sicuro che fosse / era qui, ma evidentemente mi sono sbagliato Con verbi come succedere si può usare il congiuntivo se il contenuto della subordinata non si riferisce a un unico evento, ma a una serie di eventi possibili in genere (36), mentre si usa l'indicativo se il riferimento è a un evento concreto (37): (36) Succede che le persone presentano / presentono certe disgrazie (37) a. Che cosa sta succedendo? — Sta succedendo che Maria sta / *stia piangendo b. È successo che ha subito presentito quello che sarebbe accaduto Al tipo del congiuntivo dubitativo possono essere attribuiti vari usi in proposizioni extranucleari. Così le proposizioni temporali (cfr. 9.1) che si riferiscono a eventi che non si sono ancora verificati al momento di riferimento indicato nella frase matrice, come quelle introdotte da prima che (38a) o da finché (38b) (cfr. IV.2.1): (38) a. Piero è partito prima che lo potessero avvisare b. Rimarrò finché non spunti / spunta il sole In casi come questi l’uso del congiuntivo non dipende dal fatto che l’evento non si è verificato o il suo verificarsi sia incerto. Se in (38a) Piero in effetti non è stato avvisato, in (39), invece, Maria è arrivata. Allo stesso modo in (38b) non sussistono normalmente dubbi sul fatto che il sole spunterà. (39) Piero è partito prima che arrivasse Maria Si usa il congiuntivo nelle causali (cfr. 9.2) quando riferiscono cause non vere o incerte, cioè quando sono negate (40a) o disgiunte (40b): (40) a. Non l'ho fatto perché abbia / ho paura, ma perché ci credo b. O perché non lo avesse / aveva visto, o per qualche altra ragione, non lo salutò Abbiamo il congiuntivo nelle proposizioni ipotetiche (41a) (cfr. 9.3) e nelle temporali con valore ipotetico (41b): (41) a. Se venisse, sarei contento b. Quando l'imputato abbia / ha confessato la sua colpa, la procedura può essere agevolata Il congiuntivo è obbligatorio con qualora, purché, a meno che, sempre che, solo che, a patto che, ammesso che, nel caso che, ecc.: (42) Qualora si avvertano rumori sospetti, occorre avvisare la polizia Con le comparative ipotetiche introdotte da come se o da quasi, si usa il congiuntivo imperfetto o piuccheperfetto: (43) Entrò senza salutare, come se / quasi fosse offeso con tutti Al tipo del congiuntivo dubitativo possono essere attribuiti vari usi del congiuntivo nelle proposizioni relative che hanno in comune il fatto che l'esistenza dell'antecedente è negata o è considerata come puramente possibile. Così, per es., quando l'antecedente è negativo (nessuno, niente) o negato (44) o se la proposizione relativa ha valore ipotetico (45): (44) a. Non conosco nessuno che sappia / sa il cinese b. Non era una cosa che potesse / poteva essere accettata (45) Un leone che abbia / ha fame, è pericoloso (= 'Se un leone ha fame,...') Possiamo avere il congiuntivo se il SN da cui dipende la relativa è indeterminato (non specifico) e si trova in una frase interrogativa (46a) o in una proposizione ipotetica (46b) o comparativa (46c): (46) a. Conosci un italiano che non sia / è contento di sé? b. Se conosci un italiano che non sia / è contento di sé, dimmelo c. Mi guardò spaventata, come un cerbiatto che avesse / aveva avvistato il cacciatore Il congiuntivo può comparire anche quando l'antecedente è o con¬tiene un quantificatore del tipo di ogni, tutto, qualsiasi (47) (cfr. II.2.2), e nelle relative senza testa introdotte da chi, quanto o dagli elementi relativi generalizzanti in -unque (48) (cfr. 10.1): (47) Aggrediva ogni persona che si avventurasse / avventurava da quelle parti (48) a. Mi riforniva di quanto avessi / avevo bisogno b. Non aprire, qualunque cosa accada! Possiamo infine avere il congiuntivo se l'antecedente contiene un superlativo o un aggettivo come solo, unico, primo, ultimo: (49) a. È il migliore che conosca / conosco b. L'unico indizio che gli potesse / poteva essere utile, erano gli occhiali da sole dimenticati sul cruscotto 6.4. Congiuntivo tematico Il congiuntivo tematico si differenzia sia semanticamente che sintatticamente dagli altri tipi di congiuntivo. Semanticamente perché, mentre il congiuntivo volitivo esprime eventi non reali, ma solo desiderati, e il congiuntivo dubitativo esprime eventi la cui realtà è negata o messa in dubbio, il congiuntivo tematico esprime dei fatti la cui realtà viene presupposta, fatti cioè che sono considerati come acquisiti. Le proposizioni argomentali in cui compare il congiuntivo tematico possono infatti essere parafrasate con il fatto che (50a); questa parafrasi non è invece possibile né con il congiuntivo volitivo (50b), né con quello dubitativo (50c): (50) a. Mi fa piacere che tu venga / Mi fa piacere il fatto che tu venga b. Voglio che tu venga / *Voglio il fatto che tu venga c. È possibile che venga / *È possibile il fatto che venga Dal punto di vista sintattico, il congiuntivo tematico si differenzia dagli altri tipi di congiuntivo perché in genere non permette l'omissione di che nelle proposizioni argomentali (51) e non permette la salita della negazione (52) (cfr. 6.1.1): (51) *È naturale vengano / È naturale che vengano (52) È naturale che non venga nessuno / *Non è naturale che venga nessuno Abbiamo il congiuntivo tematico in proposizioni argomentali dipendenti da verbi, aggettivi o nomi che esprimono una valutazione logica o affettiva sul contenuto della subordinata, come: disapprovare, lamentare, meravigliarsi, preoccuparsi, rallegrarsi, scusarsi; irritare, (dis)piacere, seccare; contento, orgoglioso, sorpreso; bello, logico, ovvio; fatto; ecc.: (53) a. Mi meraviglio che tu non venga / vieni b. Mi dispiace che parta / parte (54) a. Era contento che venissero / venivano b. È logico che partecipino / partecipano (55) Il fatto che non partecipino / partecipano deve essere attribuito a ragioni finanziarie Se, invece che nella sua normale posizione postverbale, una proposizione argomentale che ha normalmente il verbo all'indicativo compare in posizione preverbale e funge quindi da tema della frase (cfr. I.2.2), il verbo può essere messo al congiuntivo (dal punto di vista strutturale può trattarsi della posizione Soggetto (56a) o di dislocazione a sinistra (56b) — cfr. IV.1.4): (56) a. Che vengano / vengono, è sicuro (cfr. È sicuro che vengono) b. Che vengano / vengono, lo sanno tutti (cfr. Tutti sanno che vengono) Fra le proposizioni extranucleari, al tipo del congiuntivo tematico possono essere attribuite le proposizioni concessive fattuali (cfr. 9.4) introdotte da benché, malgrado, nonostante, sebbene, ecc., dove la subordinata esprime un fatto che non influenza l'evento della frase matrice: (57) Benché si trattasse di notizie riservate, ne parlavano ormai un po' tutti

  18. uso del congiuntivo congiuntivo volitivo (3) Se il verbo della frase matrice è al condizionale, il verbo della subordinata è al congiuntivo imperfetto o piuccheperfetto: 4.a. Bisognerebbe che restassero 4.b. Mi sarei aspettata che restassero / fossero restati Anche le proposizioni finali sono espressione del congiuntivo volitivo: 5. Gliel'ho detto perché / affinché capisca come stanno le cose Anche nelle relative come le seguenti si può parlare di congiuntivo volitivo: 6.a. Cerco una ragazza che sappia / sa l'ungherese 6.b. Mi occorrerebbe una camera che mi permettesse / permette di studiare in pace

  19. uso del congiuntivo congiuntivo dubitativo (1) Si definisce congiuntivo dubitativo il congiuntivo che si usa in proposizioni dipendenti da verbi, aggettivi o nomi che esprimono dubbio, opinione, assunzione, come: credere, dubitare, ignorare, immaginare, negare, pensare, ritenere, supporre; parere; (im)possibile, (im)probabile; dubbio, opinione, probabilità; ecc.: 1.a. Penso che venga domani 1.b. Penso che viene domani 2.a. Pare che non venga 2.b. Pare che non viene 3. È possibile che venga 4. La possibilità che venga è minima

  20. uso del congiuntivo congiuntivo dubitativo (2) Con i verbi con cui l'uso del congiuntivo è facoltativo, come credere, il congiuntivo è obbligatorio se il contenuto della subordinata è ritenuto non vero dal parlante: 5. Credevo che fosse qui, ma in realtà non c'era Con i verbi dichiarativi come dire, il congiuntivo si può usare se si tratta di discorso riportato 6. Dicono che venga / viene se il verbo è negato e il contenuto della subordinata è considerato non vero 7. Non dico che sia / è venuto Si usa, invece, l'indicativo se il contenuto della subordinata è considerato vero: 8. Non ti ho detto che è venuto perché non volevo che lo incontrassi

  21. uso del congiuntivo congiuntivo dubitativo (3) Con sapere si può usare il congiuntivo se sapere è negato: 9.a. Non so se sia venuto 9.b. Non so se è venuto 10.a. Non sapevo che fosse partito 10.b. Non sapevo che era partito Con aggettivi come sicuro, il congiuntivo è possibile se abbiamo negazione: 11.a. Non sono sicuro che venga 11.b. Non sono sicuro che viene o se il contenuto della subordinata è considerato non vero: 12.a. Ero sicuro che fosse qui, ma evidentemente mi sono sbagliato 11.b. Ero sicuro che era qui, ma evidentemente mi sono sbagliato

  22. uso del congiuntivo congiuntivo dubitativo (4) Con verbi come succedere si può usare il congiuntivo se il contenuto della subordinata non si riferisce a un unico evento, ma a una serie di eventi possibili in genere: 12.a. Succede che le persone presentano certe disgrazie 12.b. Succede che le persone presentono certe disgrazie Si usa, invece, l'indicativo se il riferimento è a un evento concreto: 13.a. Che cosa sta succedendo? - Sta succedendo che Maria sta piangendo 13.b. Che cosa sta succedendo? - *Sta succedendo che Maria stia piangendo 14.a. È successo che ha subito presentito quello che sarebbe accaduto

  23. uso del congiuntivo congiuntivo dubitativo (5) Sono forme di congiuntivo dubitativo anche le proposizioni temporali che si riferiscono a eventi che non si sono ancora verificati al momento di riferimento indicato nella frase reggente: 15.a. Piero è partito prima che lo potessero avvisare 15.b. Piero è partito prima che arrivasse Maria 16.a. Rimarrò finché non spunta il sole 16.b. Rimarrò finché non spunti il sole In casi come questi l’uso del congiuntivo non dipende dal fatto che l’evento non si è verificato o il suo verificarsi sia incerto.

  24. uso del congiuntivo congiuntivo dubitativo (6) Sono forme di congiuntivo dubitativo anche le proposizioni causali che riferiscono cause non vere o incerte, cioè quando sono negate o disgiunte: 17.a. Non l'ho fatto perché abbia paura, ma perché ci credo 17.a. Non l'ho fatto perché ho paura, ma perché ci credo 18.a. O perché non lo avesse visto, o per qualche altra ragione, non lo salutò 18.b. O perché non lo aveva visto, o per qualche altra ragione, non lo salutò.

  25. uso del congiuntivo congiuntivo dubitativo (7) Sono forme di congiuntivo dubitativo anche le proposizioni ipotetiche e le temporali con valore ipotetico: 19.a. Se venisse, sarei contento 20.a. Quando l'imputato abbia confessato la sua colpa, la procedura può essere agevolata 20.b. Quando l'imputato ha confessato la sua colpa, la procedura può essere agevolata Il congiuntivo è obbligatorio con qualora, purché, a meno che, sempreche, solo che, a patto che, ammesso che, nel caso che, ecc.: 21. Qualora si avvertano rumori sospetti, occorre avvisare la polizia Con le comparative ipotetiche introdotte da come se o da quasi, si usa il congiuntivo imperfetto o piuccheperfetto: 22. Entrò senza salutare, come se / quasi fosse offeso con tutti

  26. uso del congiuntivo congiuntivo tematico (1) I Il congiuntivo tematico esprime dei fatti la cui realtà viene presupposta, fatti cioè che sono considerati come acquisiti. Le proposizioni in cui compare il congiuntivo tematico possono essere parafrasate con il fatto che: 1.a. Mi fa piacere che tu venga 1.b. Mi fa piacere il fatto che tu venga 2.a. Voglio che tu venga 2.b. *Voglio il fatto che tu venga 3.a. È possibile che venga 3.c. *È possibile il fatto che venga

  27. uso del congiuntivo congiuntivo tematico (2) Dal punto di vista sintattico, il congiuntivo tematico non permette l'omissione di che e non permette la salita della negazione: 4.a. *È naturale vengano 4.b. È naturale che vengano 5.a. È naturale che non venga nessuno 5.b. *Non è naturale che venga nessuno

  28. uso del congiuntivo congiuntivo tematico (3) Il congiuntivo tematico si trova in proposizioni dipendenti da verbi, aggettivi o nomi che esprimono una valutazione logica o affettiva sul contenuto della subordinata, come: disapprovare, lamentare, meravigliarsi, preoccuparsi, rallegrarsi, scusarsi; irritare, (dis)piacere, seccare; contento, orgoglioso, sorpreso; bello, logico, ovvio; fatto; ecc.

  29. uso del congiuntivo congiuntivo tematico (4) 6.a. Mi meraviglio che tu non venga 6.a. Mi meraviglio che tu non vieni 7.a. Mi dispiace che parta 7.b. Mi dispiace che parte 8.a. Era contento che venissero 8.b. Era contento che venivano 9.a. È logico che partecipino 9.b. È logico che partecipano 10.a. Il fatto che non partecipino deve essere attribuito a ragioni finanziarie 10.a. Il fatto che non partecipano deve essere attribuito a ragioni finanziarie

  30. uso del congiuntivo congiuntivo tematico (5) Se, una proposizione argomentale che ha normalmente il verbo all'indicativo compare in posizione preverbale, il verbo può essere messo al congiuntivo: 11.a. È sicuro che vengono 11.b. Che vengono, è sicuro 11.c. Che vengano, è sicuro 12.a. Tutti sanno che vengono 12.b. Che vengono, lo sanno tutti 12.c. Che vengano, lo sanno tutti

  31. uso del congiuntivo congiuntivo tematico (6) Sono realizzazioni del congiuntivo tematico le proposizioni concessive introdotte da benché, malgrado, nonostante, sebbene, ecc., dove la subordinata esprime un fatto che non influenza l'evento della frase reggente: 13. Benché si trattasse di notizie riservate, ne parlavano ormai un po' tutti

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