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Anno accademico 2012/2013

Università degli studi di Pavia Dipartimenti di scienze politiche e sociali, studi umanistici, giurisprudenza, ingegneria industriale e dell’informazione, scienze economiche e aziendali. Corso di Laurea interfacoltà in comunicazione, innovazione, multimedialità. “A cosa stai pensando?”.

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Presentation Transcript


  1. Università degli studi di Pavia Dipartimenti di scienze politiche e sociali, studi umanistici, giurisprudenza, ingegneria industriale e dell’informazione, scienze economiche e aziendali Corso di Laurea interfacoltà in comunicazione, innovazione, multimedialità “A cosa stai pensando?”. Saggio d’analisi dell’italiano su Facebook Relatore: Chiar.mo Prof. Mirko Volpi Correlatore: Chiar.mo Prof. Fabio Muzzio Tesi di Laurea di Chiara Bregantin Anno accademico 2012/2013

  2. Il Network come fenomeno comunicativo Network = rete Nasce con il nome di Internet (da Internet Networking). Il “protocollo di comunicazione” creato per essere compreso dal maggior numero di computer, ha segnato il passaggio dalle “reti di calcolo” alle “reti di comunicazione”. Anni ‘60 e ‘70 Nasce il World Wide Web al CERN di Ginevra, rete telematica che dà la possibilità di condividere facilmente dati inizialmente tra gli scienziati, insediandosi ben presto anche come strumento di comunicazione di massa, informazione e intrattenimento di utilizzo popolare. Anni ‘90

  3. Scritto trasmesso La comunicazione in rete rientra nella categoria dello scritto trasmesso, vale a dire i testi smaterializzati e trasmessi virtualmente, tipici della CMC (Computer-mediatedCommunication). Si possono distinguere due tipi di comunicazione: Comunicazione Asincrona Comunicazione Sincrona Tempi di risposta non immediati, gli argomenti sono di carattere più specifico e il registro utilizzato è meno colloquiale, come nelle E-mail. Feedback rapido e veloce, argomentazioni comuni e uso di un registro linguistico simile al parlato, come nelle Chat.

  4. Diversi modi per comunicare in rete Le varietà di scritto trasmesso si sono evolute con l’aggiunta delle componenti audiovisive e ipertestuali, creando così contenuti “multimediali” condivisibili su diverse piattaforme: E-Mail Chat Forum Blog Social Network

  5. Social Network: reti di comunicazione Reti di comunicazione che intrecciano relazioni sociali tenute insieme da varie circostanze. È uno spazio comune in cui è possibile condividere passioni, interessi, idee o fatti quotidiani con chiunque rientri nelle proprie cerchie. Social Network L’utente è reale all’interno della rete, solo se condivide contenuti e si interconnette con altri. L’attore sociale è, quindi, sia “attore performativo”, sia “attore in relazione”.

  6. Social Network: come ci scrivo? Il mondo Social di Facebook racchiude in un’unica piattaforma alcune delle caratteristiche delle varietà di scritto trasmesso: Testi linguistici tendenzialmente brevi e colloquiali. Pubblicazione di “note” visualizzabili come post personali. Status personali leggibili e commentabili dai propri contatti.

  7. Facebook status: un modo diverso di esprimersi Per riuscire a definire i tratti più caratteristici della scrittura su Facebook, ho raggruppato un corpus di 620 status provenienti da 30 utenti diversi (50% Uomini e 50% Donne), analizzandoli da diversi punti di vista: Argomenti trattati Testualità e Sintassi Lessico Morfologia Espressività ed Emoticon Errori comuni

  8. Argomenti comuni Argomentazioni personali trattate in tono informale, sottoforma di: opinioni personali o generali. commenti a fatti di attualità, situazioni politiche odierne. brevi narrazioni di fatti quotidiani attraverso giudizi soggettivi. polemiche e luoghi comuni. aneddoti umoristici. tematiche sportive. citazioni musicali e letterarie.

  9. Testualità e Sintassi Usato il tono informale della conversazione faccia a faccia e delle Chat, scrivendo per lo più in prima persona. I periodi non sono molto articolati: uso di frasi monoproposizionali enunciative, interrogative ed esclamative. Discorso diretto. Favorita la paratassi all’ipotassi, come avviene nel parlato. Il ricorso al “che” polivalente non è abbondante. Frammentazione discorsiva scarsa e quasi assente: presente solo una dislocazione a sinistra.

  10. Testualità e Sintassi Le figure retoriche più usate sono: Significato metafore similitudini iperboli Significante climax parallelismi anafore Fonico-ritmiche onomatopee allitterazioni interiezioni

  11. Lessico Linguaggio medio basso, simile al parlato e informale. Diversi registri linguistici: si passa da uno stile colloquiale giovanile, allo stile mediamente colto degli adulti. Frequenti gli iperonimi (“tipa”, “cosa”) e i prestiti non integrati (“weekend”, “voucher”, “nonsense”, “budget”, “major”). Poco usata la sinonimia. Frequente il turpiloquio con parolacce e volgarità. Presenti anche autocensure attraverso sostituzione (“caz@o”, “putta@@azza).

  12. Lessico Pochi termini colti (“smodato”, “sviare”, “sovente”). Usate anche le voci dialettali (“stracca”, “anduma”, “fregna”). Scarsi i neologismi, per lo più ironici (“shoppingare”, “legginsiste”).

  13. Morfologia Pronomi personali di prima e seconda persona poco usati, si predilige l’omissione. Scarsi i deittici spaziali (questo, quello) e temporali (ieri, oggi, domani). Uso assoluto di verbi con diàtesi attiva, coniugati ai tempi dell’indicativo; poco usati il congiuntivo, condizionale, imperativo e gerundio.

  14. Espressività ed Emoticon Abbreviazioni poco frequenti, ottenute con elisione di vocali o sostituzioni (“ns” per nostro, x come “per”, xk per “perché”, okki per “occhi”). Molto usato il caps-lock (maiuscolo). Iterazione delle singole lettere (ringrazieroooooooo, leiiiiiiiiii, sinceraaaaaaa) e ripetizione dei segni di punteggiatura (“…”, “?!?!?!?”). Presenti anche forme univerbate (ccheggiuoia, chemmmmerda).

  15. Espressività ed Emoticon Le Emoticon sono meno frequenti rispetto alle Chat. Usate anche le interiezioni tipiche del parlato (we, cià, ooooooh!, Ah!). Nascono nuovi espedienti grafici tipici dei Social: tag e hashtag.

  16. Errori comuni e no Errori di battitura riguardanti la punteggiatura e di scambio lettera (com invece di “con”, alo invece di “allo”). Non sono spesso rispettati gli spazi dopo i segni di interpunzione e, quest’ultimi, sono usati anche in modo sbagliato, per richiamare le pause del parlato. Confusi spesso accenti e apostrofi (e’ invece di “è”, piu’ invece di “più”) e mancati accenti su dà. Omessi i due punti seguiti dalle virgolette caporali prima di una citazione. Poco usata la maiuscola a inizio periodo e con i nomi propri.

  17. Conclusione Il tipo di linguaggio utilizzato negli status di Facebook, pur caratterizzato dall’immediatezza e l’informalità tipici della CMC, risulta molto meno scorretto, con l’utilizzo di espedienti grafici ridotti e altrettanto scarsi prestiti non integrati, rispetto ai suoi predecessori. La scrittura viene più curata, salvaguardando maggiormente la grammatica: gli utenti mostrano la volontà di pianificare e comporre il testo in modo corretto, limitando errori e refusi. L’italiano di Facebook è, quindi, un’evoluzione di tutti i metodi di scrittura tipici del web.

  18. Grazie per l’attenzione “A cosa stai pensando?”. Saggio d’analisi dell’italiano su Facebook. Chiara Bregantin

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