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Lo stagno di Pilo

Lo stagno di Pilo.

aquene
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Lo stagno di Pilo

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Presentation Transcript


  1. Lo stagno di Pilo Il bacino, di 120 ettari, si trova presso la centrale termoelettrica di Fiumesanto, ed è separato dal mare dalla duna della spiaggia di Ezzi Mannu. Viene adibito a peschiera perché ricco di cefali, spigole, orate e molluschi bivalvi. Stagionalmente viene aperto il collegamento con il mare. In alcuni punti è stata aumentata la profondità fino a 5 m mediante dragaggi.

  2. DUNA SPIAGGIA DI EZZI MANNU STAGNO DI PILO TERMOCENTRALE ENEL DI FIUMESTANTO

  3. Oggi 29 marzo abbiamo osservato lo stagno di Pilo, ed è stata una sorpresa. Abbiamo percorso la strada per Stintino e svoltato verso la centrale termoelettrica di Fiume Santo fino ad un punto in cui si trova un grande cancello dove, ovviamente, c’è un bel cartello con su scritto “divieto d’accesso”. Allora si decide di svoltare a sinistra in un sentiero che si inoltra in aperta campagna. Facciamo pochi passi e iniziamo a vedere qualcosa che niente ha a che fare con le alte torri della centrale termoelettrica: un panorama bellissimo, un regalo della natura, guardiamo indietro perché per un attimo ci sembra di essere stati proiettati in un altro mondo e invece no le torri sono proprio lì a quattrocento metri da uno stagno che si estende sul lato sinistro del viottolo e da una spiaggia bellissima e bianchissima che si prolunga sul lato destro. I colori del mare, dei prati in fiore e del cielo ci hanno emozionato e abbiamo pensato che lo studio di questo ambiente arricchirà la nostra conoscenza e ci farà amare ancora di più la nostra splendida isola. Pian piano ci inoltriamo verso le sponde dello stagno e purtroppo il nostro entusiasmo viene smorzato dalla presenza sulle rive di una schiumetta poco naturale e di cattivo auspicio. Ci meraviglia la presenza di qualcosa della quale non conosciamo le origini e continuiamo a camminare verso una abitazione, apparentemente dismessa, che si trova sulle sponde dello stagno e a circa cento metri dal mare. Ci avviciniamo al capanno e ci viene incontro un signore un po’ attempato che ci dice di essere un pensionato e che vive in quella casa.

  4. Gli diciamo subito che la nostra scuola con la collaborazione di “Italia Nostra” ha deciso di studiare lo stagno di Pilo e chiediamo una spiegazione sulla presenza della schiuma. Ci dice che i giorni precedenti c’era stata una mareggiata che ha trasportato sulle rive anche fronde di Poseidonia. In effetti l’abbiamo vista anche noi, ciò nonostante insistiamo sulla presenza della schiuma e il signor Francesco Manunta (questo è il suo nome) molto candidamente ci dice che forse dipende dallo scarico del depuratore di Pozzo San Nicola, che per comodità è stato convogliato invece che verso il mare, verso lo stagno. Questa informazione ci turba non poco perché abbiamo intrapreso questa avventura perché volevamo capire come e se era stato modificato l’ambiente dello stagno di Casaraccio dopo che era diventato il bacino di lagunaggio del depuratore del comune di Stintino e del “Bagaglino” (insediamento turistico a spalle della spiaggia delle Saline) e ignoravamo che lo stesso destino era stato riservato allo stagno di Pilo. Continuiamo a chiacchierare con signor Francesco che ci racconta che gli attuali proprietari dello stagno sono gli eredi Bucci Casale che vivono attualmente in Australia e che riscuotono periodicamente parte del fatturato di un pescatore che ha avuto l’autorizzazione a pescare nello stagno di loro proprietà . Ci racconta inoltre che sino al 1960 lo stagno era di proprietà del Conte Enrico Lucangeli che lo aveva acquistato per destinarlo a riserva di caccia. Compiaciuto del nostro interesse ci presta un binocolo e ci fa osservare in assoluto silenzio le folaghe, i fenicotteri rosa e altri uccelli non ben identificati

  5. La sua posizione un pò defilata e la vicinanza con la centrale elettrica di Fiume Santo, che si inserisce nel paesaggio come un buon pugno nell'occhio, ha sempre preservato lo stagno dai flussi turistici, attirati invece da zone più accoglienti del golfo dell'Asinara. Così come la sua posizione anche la sua origine è particolare. Infatti gli stagni del Nord Sardegna si sono formati a seguito di uno sbarramento ad opera di un cordone litorale che ha chiuso una morfologia di costa bassa, separandola dal mare. Pilo invece ha una costa tutt'altro che bassa e in passato, circa centomila anni fa, quando il livello del mare era molto più alto, quelle che attualmente sono le sponde dello stagno erano la linea di costa.

  6. …un po’ di storia Solo nel momento in cui il mare è arretrato si è potuto formare lo stagno, in quella valle che in ere ancora precedenti era stata scavata dal fiume che gli ha dato vita e che tutt'ora lo alimenta insieme alle piogge. Da allora l'estensione di Pilo si è ridotta per il rimontare del mare, costringendolo alla configurazione attuale, d'altronde gli stagni con tali morfologie hanno vita limitata e sono destinati a sparire. Ovviamente, i circa cinquantamila anni che resterebbero allo stagno per noi sono più che sufficienti per non vederne la fine.

  7. Negli ultimi anni però, tutto il golfo dell'Asinara è interessato da un'erosione accelerata delle coste, dovuta a tutti quei lavori che a partire dagli anni 60' hanno irrimediabilmente cambiato la morfologia della costa. Nei ricordi dei più anziani abitanti della zona rimane viva l'immagine di una lunghissima spiaggia che partiva da Marinella, alla periferia di P.Torres e arrivava fino a Stintino, interrotta solo per brevi tratti dalle scogliere.

  8. SCIMMIE A FIUME SANTO Il professor Ginesu con la dottoressa S. Sias, in collaborazione con l'Università di Liegi, già da tempo studiavano i sedimenti geologici della zona di Fiume Santo e quando il dottor Mario Doria e Marzio Lamberti gli portarono dei resti ossei ritrovati in quella zona (a seguito di uno scavo per la realizzazione di un inceneritore dei rifiuti!), li fecero analizzare, scoprendo che questi appartenevano a dei bovidi come l'antilope di lorez (maremmia lorenzi), nonché a dei coccodrilli di ben ottomilioni e mezzo di anni fa. Il riconoscimento inoltre, nei sedimenti di resti vegetali di mangrovie ci fa immaginare uno scenario molto più caldo e umido, di tipo africano. L'allora zona di Fiume Santo e dintorni, consisteva in un'ampia piana costiera, foce di un fiume popolato da almeno due diverse specie di coccodrilli e da anfibi;

  9. in una zona pianeggiante simile alla savana, in cui i bovidi pascolavano e in cui erano presenti addirittura due specie di girafidi; infine completavano lo scenario gli ambienti collinari a copertura arborea in cui viveva il più vecchio sardo che si conosca: "Proto". Con questo nome viene identificato l'Oreopitecus bambolii, una scimmia antropomorfa i cui resti fossilizzati di almeno sei individui sono stati recuperati durante gli scavi in questione. L'eccezionalità della scoperta è accentuata dal fatto che oltre a quello sul monte Bamboli in Toscana non esistono altri giacimenti a Oreopitheco nel mondo. Lo status zoologico di questa scimmietta alta un metro per quaranta Kg. di peso, è ancora incerto e anche se si è praticamente sicuri che la sua linea evolutiva non porti all'uomo, la ricchezza del giacimento fa presagire nuove ed eclatanti sorprese.

  10. Capanno del pescatore

  11. Caratteristiche delle acque e dei fondali • Fondale prevalente: 1= fangoso, 2 = sabbioso, 3 = misto sabbia- fango, • 4 = altro (roccia...) • (2) Classe di salinità: 1= salinità fino a 15â, 2 = da 15 al 30â, 3 = da 30 al 38â, • 4 = superiore al 38â, 5 = astatico • (3) Classe di trofia: 1= oligotrofico, 2 = mesotrofico, 3 = eutrofico , 4 = ipertrofico

  12. Litorale sabbioso

  13. Lotus cytisoides

  14. Sbocco a mare dello stagno Durante le mareggiate il mare entra nello stagno ossigenandolo e aumentando la salinità. Durante la primavera del 2008 la scarsità delle mareggiate e delle piogge ha fatto arretrare lo Stagno e il pescatore incaricato della sua custodia ci ha detto che, pur avendo presentato regolare richiesta alla regione per favorire l’ingresso del mare utilizzando mezzi meccanici, non ha ottenuto l’autorizzazione a procedere La maggior parte dei pesci e soprattutto dei molluschi sono morti

  15. Canale dello sbocco a mare

  16. Ecologia dello stagno Lo stagno, presenta una grandissima varietà di specie viventi, ma dal punto di vista ecologico, esso può esserediviso in 2 parti distinte, con diverse varietà di piante e animali. Zona d’acqua dolce Questa parte è quella più interna, alimentata da vari torrenti e fiumi. La popolazione è dunque tipica dei sistemi di acqua dolce. La parte più esterna, in collegamento con il mare, dove sono presenti poche specie animali. Zona d’acqua salmastra

  17. ACQUE SALMASTRE ACQUE DOLCI

  18. ACQUE SALMASTRE Acque prive di vegetazione, che lambiscono la candida spiaggia, dove quindi nella riva hanno sede poche specie vegetali tipiche delle spiagge, come la matthiola tricuspidata, o il crithmum maritimum, ecc.. ACQUE DOLCI Sviluppo di piante palustri sede di nidificazioni, quindi dove gli uccelli depongono le uova. Qui è molto ricca la fauna, dove annoverano i gruccioni, il tuffetto, il fraticello, il germano reale, la folaga,ecc…

  19. Vegetazione delle acque salmastre La vegetazione delle acque salmastre è quella riguardante la zona limitrofa della spiaggia di Ezzi Mannu. Qui lo stato di degrado è notevole, in quanto poche specie animali popolano questa zona, e le dune di sabbia lasciano spazio alle numerose popolazioni di piante marittime… Qui si può notare la differenza fra 2 ecosistemi che si incontrano e hanno uno stretto rapporto fra di loro: da un lato l’ambiente marino, con la spiaggia, dall’altro l’inizio dello stagno salmastro, separati soltanto da un sottile lembo di sabbia.

  20. Asinara Spiaggia Acque dello stagno

  21. Flora Sono state raccolte e classificate diverse specie vegetali tipiche delle zone umide e della macchia mediterranea. In genere la vegetazione è rappresentata da specie arbustive ed erbacee, mancano zone di tipo boschivo.

  22. Una caratteristica fondamentale, tipica del luogo, specie costante, è il tamericio, che offre rifugio alle zanzare che tempestano la zona, e ricordano il passato in cui la malaria decimava la popolazione. Infatti lo stagno venne completamente abbandonato nel periodo malarico. Tamericio Durante l'inchiesta del Gruppo Conservazione Natura della Società Botanica Italiana lo stagno di Pilo è stato inserito nel "censimento dei biotopi di rilevante interesse vegetazionale meritevoli di conservazione in Italia" (1971). In questo studio viene messa in evidenza la presenza di una vegetazione e una flora ricca di endemismi e di specie rare, nonché la necessità dell'istituzione di una riserva naturale.

  23. Juncus aculeatus Glaucium flavum Matthiola incana

  24. Glaucium flavum

  25. Agave

  26. Piante acquatiche tamerici

  27. graminacee

  28. lentisco Rive popolate da tamerici

  29. Glaucium flavum

  30. Lotus cytisoides

  31. Otanthus maritimus

  32. Armeria pungens

  33. Elicriso

  34. Lobularia marittima

  35. Lobularia Marittima

  36. Matthiola incana

  37. Poligonum maritimum

  38. Euforbie

  39. Tamerici

  40. Lentisco Ginestra Bella di giorno Ombrellifera

  41. Cisto salvifolius i

  42. Armeria pungens

  43. La produttività nello stagno è più ricca perché una temperatura più elevata rispetto a quella marina permette che le reazioni Biologiche si svolgano più velocemente Profondità ridotta

  44. Elementi particolari nello stagno Scarsa profondità Elemento fondamentale, soprattutto per gli stagni sardi, permette l’ossigenazione e l’accumulo di nutrienti nei sedimenti e impedisce la stratificazione. La scarsa profondità degli stagni sardi, con un assenza di una zona fotica, fa si che tutto il nutrimento in arrivo venga subito reso disponibile per il fitoplancton e il fitobenthos, innescando così catene e reti alimentari che rendono interessante questo ambiente di transizione.

  45. La distribuzione degli organismi nelle acque Gli organismi planctonici sono sostanzialmente simili a quelli presenti nell’ ambiente marino, anche se alcuni fenomeni chimico-fisici intervengono a selezionare alcune specie. Alghe azzurre e cianobatteri, diatomee e dinoflagellati. cianophita FITOPLANCTON clorophita Alghe verdi crostacei ZOOPLANCTON Larve di molluschi

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