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Introduzione alla psicologia

Introduzione alla psicologia. Corso di Psicologia Generale. Cap. 1 FILOSOFIA. 1. La relazione mentale-fisico 2. La struttura della mente e della conoscenza. La relazione mentale-fisico.

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Introduzione alla psicologia

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  1. Introduzione alla psicologia Corso di Psicologia Generale

  2. Cap. 1 • FILOSOFIA

  3. 1. La relazione mentale-fisico • 2. La struttura della mente e della conoscenza La relazione mentale-fisico • Il rapporto tra il mentale e il fisico è il più profondo e il più ricorrente classico argomento filosofico nella filosofia della mente ed uno dei più vivi oggi. • René Descartes (1596–1650, filosofo francese) • Combinò una teoria meccanicistica della natura con una teoria dualistica della natura umana  • Le persone sono essenzialmente una combinazione di sostanza mentale (menti) e di sostanza materiale (corpi): dualismo cartesiano. • Il corpo è una macchina idraulica perfetta, come gli orologi, le fontane artificiali, i mulini, allora giunti ad un livello altissimo di perfezione. • Si riferisce al fisiologo Harvey, che aveva scoperto nel 1628 la circolazione del sangue, e aveva dato una perfetta interpretazione meccanicista del funzionamento corporeo. • Il secondo aspetto è quello della dottrina delle idee innate. • Le idee innate possono essere quelle di Dio, di sé, gli assiomi matematici, ecc. Il fatto che tali idee siano innate, non significa che si presentino chiare e distinte alla coscienza. Egli le deve piuttosto scoprire in se stesso. • L’esperienza sensoriale gioca un ruolo fondamentale, sia in senso positivo che negativo. • In senso positivo, l’osservazione della natura ci consente di scoprire delle proprietà in essa, che in realtà possedevamo già a livello implicito: ad esempio, scoprire delle relazioni matematiche tra gli oggetti che ci circondano. • In senso negativo, l’esperienza sensoriale può indurci sempre in errore e mascherare alcune idee innate.

  4. 1. La relazione mentale-fisico • 2. La struttura della mente e della conoscenza La ghiandola pineale • La ghiandola pineale è una ghiandola endocrina delle dimensioni di una nocciola, situata nel centro geometrico del capo. Essa produce l’ormone melatonina e regola il ritmo sonno-veglia, reagendo al buio o alla poca luce. Viene definita anche epifisi. • La ghiandola pineale secerne melatonina solo di notte. L’esposizione alla luce inibisce la produzione della melatonina in misura dose-dipendente. • Per Descartes la ghiandola pineale è il punto privilegiato dove mente (res cogitans) e corpo (res extensa) interagiscono.

  5. 1. La relazione mentale-fisico • 2. La struttura della mente e della conoscenza La relazione mentale-fisico • Problema  • Se la mente è di un solo genere di cosa, e il corpo è un altro, come questi due tipi di cose interagiscono? • Il materialismo non risolve la questiona: anche la mente fisica ha proprietà speciali, come l’intenzionalità e la coscienza. • Semplicemente proclamando che la mente non è fatta di una sostanza mentale distinta, ma è materiale come il resto del mondo, ci aiuta poco a spiegare quegli aspetti della mente che la caratterizzano in quanto tale.

  6. 1. La relazione mentale-fisico • 2. La struttura della mente e della conoscenza La struttura della mente e della conoscenza • Cosa c’è nella mente? • Empiristi non c’è nulla nella mente che prima non sia nei sensi. • Berkeley, Locke, Hume • Razionalisti  ci sono della conoscenza che non derivano dalle nostre esperienze. • Descartes, Leibeniz, Spinoza, Kant

  7. Cap. 2 • Psicologia • Il posto della psicologia tra le scienze cognitive • Elementi di storia della psicologia • La scienza dell’elaborazione dell’informazione

  8. 1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive • 2. Elementi di storia della psicologia • 3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione Definizione • La psicologia è la scienze che investiga la rappresentazione e l’elaborazione dell’informazione di organismi complessi. • Molte specie animali sono capaci di • Raccogliere informazioni circa il loro ambiente, • Formare rappresentazioniinterne di esso e • Manipolare queste rappresentazioniper selezionare e svolgere azioni. • Molti animali sono in grado di • Adattarsi ai loro ambienti attraverso l’apprendimento che ha luogo nell’arco di vita di un singolo organismo. • L’elaborazione intelligente implica l’abilità di acquisire e processare l’informazione sull’ambiente al fine di selezionare azioni che sono probabili al raggiungimento di scopi fondamentali alla sopravvivenza e propagazione.

  9. Vano del cibo Percorso 1 Ostacolo II Percorso 2 Ostacolo I Percorso 3 Entrata Le rappresentazioni di mappe mentali dei ratti • Edward Tolman(1886–1959, psicologo statunitense) • Dopo aver appreso dove si trova una data ricompensa i ratti raggiungono questo luogo facendo ricorso a percorsi diversi da quelli impiegati la prima volta. • I ratti hanno acquisito nell’esperimento del labirinto una mappa mentalesulla quale si orientano a seconda della situazione e delle esigenze. • Inoltre si erano orientati sensatamente e non avevano semplicemente reagito a stimoli.

  10. 1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive • 2. Elementi di storia della psicologia • 3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione Scopo principale della psicologia • Il punto centrale della psicologia riguarda l’elaborazione dell’informazione che intercorre tra gli input sensoriali e gli output motori. • Le forme più complesse di intelligenza, osservate in uccelli e mammiferi e particolarmente nei primati (grandi scimpanzé e umani) richiede teorie che hanno a che fare con l’apparato del pensiero e con le esperienze interne. • Questi animali hanno menti ed emozioni; • I loro input sensoriali sono interpretati per creare percezioni del mondo esterno, guidati in parte da una attenzione selettiva; • Alcuni prodotti della percezione sono immagazzinati nella memoria, e possono in seguito influenzare le successive percezioni. • Animali con intelletti sofisticati sono in grado di prendere decisioni (decision making) e risolvere problemi (problem solving), e nel caso degli umani di impegnarsi nel linguaggio e nella comunicazione. • L’esperienza, unita a vincoli innati, ha come conseguenza un processo di sviluppo cognitivo, come l’infante che diviene un adulto, ed anche conduce all’apprendimento per l’intero arco di vita, così che l’individuo è in grado di adattarsi al suo ambiente in un tempo più breve di quanto sarebbe richiesto per un cambiamento evoluzionistico.

  11. Evoluzione dell’area associativa • Come si vede nella figura, la porzione rappresentata dalle aree associativeaumenta notevolmente, rispetto all’estensione degli altri due tipi di aree, man mano si sale dai mammiferi evolutivamente più semplici, come i felini e i ratti, a quelli più complessi, come le scimmie e l’uomo.

  12. Figura del tronco cerebrale e il talamo • Dalla figura risulta evidente perché il complesso formato dal bulbo, dal ponte e dal mesencefalo prende il nome di tronco cerebrale: • le strutture si organizzano a formare una sorta di tronco, in cui si prolunga il midollo spinale e al quale si riconnettono altre strutture cerebrali. • Sull’apice del tronco è inserito il talamo.

  13. Le funzioni del mesencefalo • Un gatto il cui sistema nervoso centrale sia stato completamente tagliato subito sopra il mesencefalo, è in grado di produrre quasi l’intero repertorio dei comportamenti esibiti da un animale intatto. • Può camminare, correre, saltare, arrampicarsi, pulirsi, attaccare, copulare, masticare, inghiottire e così via. • ma, a differenza di un animale intatto, produrrà questi atti solo in risposta a stimoli immediati, cioè il suo comportamento perderà il carattere della spontaneità e dell’intenzionalità. • Per esempio, una volta messo su un palo, un gatto con questo tipo di lesione si arrampicherà, ma non sarà un grado di scegliere di salire se in cima al palo è stato messo del cibo, o di non arrampicarsi se il cibo non c’è. • Questo comportamento sta a indicare che il mesencefalo e le strutture al di sotto di esso contengono centri nervosi che organizzano i movimenti, ma non contengono alcun sistema neurale che conferisca all’animale la capacità di decidere deliberatamente, in base ai suoi interessi a lungo termine, se mettere in atto un dato movimento o astenersene.

  14. 1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive • 2. Elementi di storia della psicologia • 3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione La psicologia cognitiva 1/2 • La psicologia (in particolare la psicologia cognitiva), quale scienza della rappresentazione ed elaborazione dell’informazione da parte di organismi, è parte centrale delle scienze cognitive (cognitive science). • La ricerca sull’elaborazione intelligente dell’informazione può essere per la psicologia: Non rilevante  • Alcuni studi sull’intelligenza artificiale basati su rappresentazioni e algoritmi che non hanno alcuna apparente connessione con l’intelligenza biologica. • Per esempio  è un esempio di un eccellente programma di intelligenza artificiale che ha poco o nessuna apparente rilevanza psicologica e, quindi, non dovrebbe essere considerato parte delle scienze cognitive. Rilevante  • sistemi di produzione adattativa e reti neurali, molti dei quali sono condotti da scienziati dei computer (computer scientists). • il lavoro condotto in certe discipline alleate come le neuroscienze, linguistica, antropologia e filosofia ha implicazioni psicologiche.

  15. 1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive • 2. Elementi di storia della psicologia • 3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione La psicologia cognitiva 2/2 • La ricerca in psicologia spesso ha importanti implicazioni per la ricerca in altre discipline. • Per esempio  la ricerca in psicolinguistica ha influenzato sviluppi in linguistica e ricerche in psicofisica hanno guidato ricerche di neurofisiologia sui substrati della sensazione e percezione.

  16. 1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive • 2. Elementi di storia della psicologia • 3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione Le aree disciplinari della psicologia 1/2 • La psicologia cognitiva (cognitive psychology) • studia la rappresentazione e l’elaborazione dell’informazione, dando maggiore enfasi alla cognizione di umani adulti. • La psicologia dello sviluppo(developmental psychology) • affronta i cambiamenti nel funzionamento cognitivo, sociale ed emotivo che hanno luogo durante l’arco di vita degli umani e di altri animali. • La psicologia sociale(social psychology) • indaga i fattori cognitivi ed emotivi coinvolti nell’interazione tra le persone, specialmente di piccoli gruppi. • La social cognition È una sottoarea della psicologia sociale che studia il modo in cui le persone comprendono le menti, le emozioni e il comportamento di loro stesse e degli altri (cfr. teoria della mente).

  17. 1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive • 2. Elementi di storia della psicologia • 3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione Le aree disciplinari della psicologia 2/2 • La psicologia della personalità(personality psychology) • affronta gli aspetti motivazionali ed emotivi dell’esperienza umana (Freud fu un progenitore in quest’area). • La psicologia clinica(clinical psychology) • è una psicologia applicata ai problemi relativi alla salute mentale. • La psicologia comparativa (comparative psychology) • indaga gli aspetti comuni e le differenze nella cognizione e nel comportamento tra differenti specie animali. • Le neuroscienze comportamentali(behavioral neuroscience) • hanno come principale oggetto di studio il cervello e il comportamento degli animali e dell’uomo offrendo così un’interfaccia tra la ricerca sulla cognizione molare (molar cognition / complex processes) e il comportamento, e il loro sottostante substrato neurale.

  18. 1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive • 2. Elementi di storia della psicologia • 3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione Obiezioni alla psicologia come scienza 1/2 • Una scienza dipende dalla sistematicità dei metodi empirici per raccogliere le osservazioni e sulle teorie che interpretano queste osservazioni. • Fino al 1850 la natura della mente era una preoccupazione riservata ai soli filosofi. • 3 obiezioni erano sollevate per dimostrare l’impossibilità di indagare la mente scientificamente. • I pensieri non possono essere misurati e senza misurazione la scienza non può neanche iniziare. • Come gli esseri umani possono studiare le elaborazioni del proprio pensiero, dato il fatto che la scienza stessa dipende dal pensiero umano. • La vita mentale è incredibilmente complessa e dipende da ulteriori complessità delle interazioni umani; forse la cognizione è semplicemente troppo complessa da permettere un successo nell’investigazione scientifica.

  19. Cap. 2 • Psicologia • Il posto della psicologia tra le scienze cognitive • Elementi di storia della psicologia • La scienza dell’elaborazione dell’informazione

  20. 1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive • 2. Elementi di storia della psicologia • 3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione Obiezioni alla psicologia come scienza 2/2 • Intorno agli inizi del 1850 • La psicologia scientifica emerse come una disciplina separata dalla filosofia. • Un numero di individui, spesso formati in filosofia, fisica, fisiologia o neurologia cominciarono ad offrire elementi cruciali alla psicologia come scienza.

  21. 1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive • 2. Elementi di storia della psicologia • 3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione Le differenze soggettive • Ernst Heinrich Weber, anatomista tedesco (1795–1878) • Gustav Fechner, fisico e filosofo tedesco (1801–1887) • misurarono le relazioni tra i cambiamenti oggettivi negli stimoli fisici, quali la luminosità o il peso, e i cambiamenti soggettivi delle sensazioni interne generate dagli stimoli, dimostrando così che è possibile misurare concetti mentalicome il grado della sensazione prodotta da uno stimolo. • Le differenze soggettive non erano semplicemente equivalenti alle differenze oggettive. • La grandezza del cambiamento richiedeva di fare una differenza soggettiva (just noticeable difference) che aumenta rispetto all’aumentare dell’intensità, spesso seguendo un funzione logaritimica, conosciuta come Legge di Weber-Fechner. • Fechner chiamò questo nuovo campo della misurazione psicologica psicofisica: l’interfaccia tra psicologia e fisica, del mentale e del fisico.

  22. 1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive • 2. Elementi di storia della psicologia • 3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione La velocità del pensiero umano 1/2 • Hermann von Helmholtz, fisico e fisiologo tedesco, (1821–1894) • Un ulteriore problema fondante riguardava la velocità del pensiero umano. Helmholtz riuscì a misurare la velocità a cui sono condotti i segnali attraverso il sistema nervoso. • Toccando con un elettrodo varie parti del corpo di una persona, misurava il tempo impiegato a premere un pulsante di risposta. Il tempo di risposta aumentava con la distanza dello stimolo dal dito che premeva il pulsante, in proporzione alla lunghezza del percorso neurale attraverso il quale il segnale doveva viaggiare: circa 100 metri al secondo per fibre nervose più grandi. • Dato che i nostri cervelli sono composti di neuroni, i nostri pensieri non possono essere generati più velocemente della velocità a cui un neurone comunica con un altro. Ne consegue che la velocità del pensiero non è né istantanea né immisurabile.

  23. 1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive • 2. Elementi di storia della psicologia • 3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione La velocità del pensiero umano 2/2 • La realtà che noi percepiamo non è semplicemente una copia del mondo esterno, ma piuttosto il prodotto del attività costruttiva del cervello. • Per esempio  è possibile per due differenti oggetti – un grande oggetto lontano e uno piccolo vicino – creare precisamente la stessa immagine sulla retina degli occhi dell’osservatore. Tuttavia, normalmente, l’osservatore percepirà correttamente un solo oggetto essere più grande, ma più lontano, dell’altro (vedi figura seguente). • Il cervello deve costruire questa visione unificata con una elaborazione di inferenza inconscia – un processo affine al ragionamento senza consapevolezza.

  24. http://rm-f.net/~pennywis/MITECS/Entry/psychintro.html http://www.michaelbach.de/ot/sze_shepardTerrors/index.html

  25. 1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive • 2. Elementi di storia della psicologia • 3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione I tempi della memorizzazione e dell’oblio • Hermann Ebbinghaus(1850–1909, filosofo tedesco) • Influenzato dalle idee di Fechner sulla misurazione psicofisica, sviluppò dei metodi sperimentali adatti allo studio della memoria umana. • Usando se stesso come soggetto, studiò la memoria di sillabe senza senso (zad, bim, sif, ecc.). • Fece diverse scoperte fondamentali circa la memoria, inclusa la tipica forma della curva dell’oblio. • Ebbinghaus fornì delle prove che è possibile in realtà misurare i fenomeni mentali con procedure sperimentali oggettive.

  26. La curva dell’oblio • Nel 1885 Hermann Ebbinghausmemorizzò delle liste di sillabe senza senso ad intervalli che variavano dai 20 minuti ai 31 giorni. • Come mostrato in questa curva, egli trovò che ricordava meno del 40% degli item già dopo 9 ore, ma che il livello dell’oblio si appiattiva col tempo.

  27. 1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive • 2. Elementi di storia della psicologia • 3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione La natura adattativa della cognizione • William James, psicologo e filosofo statunitense (1842–1910) • Pubblicò il primo grande manuale di psicologia Principles of Psychology (1890). Il suo lavoro monumentale incluse argomenti che rimangono centrali in psicologia. • Tracciò una prima distinzione tra 2 differenti sistemi di memoria: • memoria primaria, che più o meno corrisponde ai contenuti della coscienza. È strettamente connessa a ciò che noi oggi chiamiamo a breve termine (short-term) o memoria di lavoro (working memory) • memoria secondaria, che comprende il vasto magazzino di conoscenza di cui noi non siamo consci in ogni singolo momento. Corrisponde a cio che è generalmente chiamata memoria a lungo termine (long-term memory). • Sottolineò la natura adattativa della cognizione  • il fatto che la percezione, la memoria e il ragionamento non funzionano per il loro proprio vantaggio, ma si sono evolute per permetterci di sopravvivere e prosperare nel nostro mondo fisico e sociale (vedi psicologia evoluzionistica / evolutionary psychology).

  28. 1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive • 2. Elementi di storia della psicologia • 3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione La psicoanalisi • Sigmund Freud(1856–1939, neurologo, psicoanalista e filosofo austriaco, fondatore della psicoanalisi) • Attaccò l’idea che il “sé” ha un qualche status speciale come un’entità unitaria che in qualche modo governa il nostro pensiero e azione. • Anche gli psicologi cognitivi moderni rigettano (sebbene per differenti ragioni) delle spiegazioni del comportamento intelligente che dipenda dal postulato di un homunculus, cioè un’entità mentale interiore dotata di tutta l’intelligenza che noi stiamo cercando di spiegare. • Il comportamento è visto non come un prodotto di un sé unitario o homunculus, ma come il prodotto d’insieme di sistemi multipli in interazione. • Inoltre, molta dell’elaborazione dell’informazione ha luogo ad un livello inconscio. • Per esempio, operanti al di sotto del livello di consapevolezza ci sono ingressi che aprono o chiudono selettivamente l’accesso a porzioni dell’informazione che raggiunge i nostri sensi, magazzini di memoria che trattengono l’informazione per un brevissimo periodo di tempo e memorie inaccessibili che noi portiamo sempre con noi ma che ad un tempo potremmo non ritrovare mai per anni.

  29. 1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive • 2. Elementi di storia della psicologia • 3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione Comportamentismo vs. Mentalismo 1/2 • Agli inizi del 20mo secolo lo studio della cognizione ebbe un arresto, in particolare per lo sviluppo del comportamentismo(behaviorism)che, in particolare negli Stati Uniti divenne il modello psicologico dominante. • Il declino della psicologia cognitiva fu in parte dovuto al fatto che un gran numero di ricerche psicologiche si erano allontanate dalle tecniche di misurazione oggettiva sviluppate da Fechner, Helmholtz, Ebbinghaus ed altri, dando la primazia al metodo dell’introspezione promosso da Wilhelm Wundt. • Behaviorism • Un approccio caratterizzato dal rifiuto delle teorie che dipendevano da concetti mentalistici come scopi, intenzioni o pianificazione.

  30. 1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive • 2. Elementi di storia della psicologia • 3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione Comportamentismo vs. Mentalismo 2/2 • Wilhelm Wundt(1832–1920, psicologo e fisiologo tedesco). È considerato il fondatore della psicologia sperimentale; pubblicò la prima rivista scientifica di psicologia sperimentale (Journal of Experimental Psychology) è creò il primo laboratorio di psicologia sperimentale. • Formò osservatori che analizzavano i loro propri processi di pensiero sul modo in cui eseguivano diversi compiti cognitivi. • Gli introspezionisti nei loro esperimenti di introspezione erano fortemente influenzati dalle loro stesse teorie in cui credevano. • Per esempio  I ricercatori che credevamo che il pensare dipendesse sempre dall’immaginazione, generalmente trovavano che il loro pensiero fosse legato all’immaginazione, diversamente da quelli che sostenendo teorie contrarie riportavano di pensare senza immagini mentali. • L’apparente soggettività e incostanza del metodo introspettivo incoraggiò accuse verso tutte le teorie cognitive come ascientifiche. • Le figure d’avanguardia delle teorie comportamentiste furono, tra le altre, quella Watson, Thorndike, HulleSkinner.

  31. 1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive • 2. Elementi di storia della psicologia • 3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione La psicologia cognitiva nell’era del comportamentismo 1/3 • La psicologia cognitiva non scomparve del tutto nell’era del behaviorismo. • Edward Tolman(1886–1959, psicologo statunitense). • Pur lavorando secondo la tradizione comportamentista, perseguì certe questioni cognitive relative alla rappresentazione interna dell’informazione spaziale di mappe cognitive del loro ambiente. • Frederic Bartlett(1886–1969, psicologo britannico, professore di psicologia sperimentale all’Università di Cambridge dal 1931) • Da una prospettiva costruttivista, analizzò le distorsioni sistematiche che le persone manifestano quando cercano di ricordare storie su eventi non familiari e introdusse il concetto di schema quale rappresentazione mentale che cattura le relazioni strutturali sistematiche in categorie di esperienza.

  32. 1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive • 2. Elementi di storia della psicologia • 3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione La memoria di fatti ed eventi secondo Bartlett • La memoria di fatti ed eventirichiede un’azione ricostruttiva che comporta delle trasformazioni dei fatti e degli eventi (Bartlett, 1932). • Il ruolo delle inferenze plausibili • Nella ricostruzione gli eventi vengono ricondotti alle strutture concettuali degli individui. • Il ruolo della memoria ricostruttiva nella testimonianza.

  33. 1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive • 2. Elementi di storia della psicologia • 3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione La guerra dei fantasmi di Bartlett 1/8 Una notte due giovani di Egulac si recarono al fiume a caccia di foche, e mentre si trovavano là, scese la nebbia e l’aria diventò stagnante. Udirono allora grida di guerra, e pensarono: «Forse si tratta di una spedizione di guerra». Scapparono verso la spiaggia e si nascosero dietro ad un tronco. C’erano delle canoe che risalivano il fiume, ed essi potevano udire il rumore delle pagaie, e videro che una canoa si dirigeva verso di loro. Dentro c’erano cinque uomini ed uno di essi disse: «Che cosa ne dite? Vogliamo portarvi con noi. Stiamo risalendo il fiume per andare a far guerra alla gente». Uno dei due giovani disse: «Ma non possiedo frecce». «Le frecce sono nella canoa», risposero. «Io non verrò. Potrei essere ucciso. I miei parenti non sanno dove sono andato. Ma tu», disse, rivolgendosi all’altro, «potresti andare con loro». Così uno dei due giovani andò, mentre l’altro tornò a casa.

  34. 1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive • 2. Elementi di storia della psicologia • 3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione La guerra dei fantasmi di Bartlett 2/8 E i guerrieri continuarono su per il fiume, fino ad una città all’altro lato del Kalama. La gente scese vicino all’acqua, incominciarono a combattere, e molti vennero uccisi. Ma ben presto il giovane sentì dire da uno dei guerrieri: «Presto, torniamo a casa: l’Indiano è stato colpito». Allora egli pensò: «Oh, sono fantasmi». Non sentiva dolore, ma essi dicevano che era stato colpito. Così le canoe ritornarono ad Egulac, ed il giovane alla sua casa sulla spiaggia, ed accese il fuoco. E raccontò a tutti: «Pensate, ho accompagnato i fantasmi e siamo andati a combattere. Molti dei nostri compagni sono stati uccisi, come pure molti di coloro che ci attaccarono. Essi dicevano che ero stato colpito, ma io non sentii affatto dolore». Raccontò tutto questo e poi si calmò. Quando il sole sorse, cadde a terra. Qualcosa di nero gli venne fuori dalla bocca. Il suo volto si contrasse. La gente balzò in piedi e gridò. Era morto.

  35. 1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive • 2. Elementi di storia della psicologia • 3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione La guerra dei fantasmi di Bartlett 3/8 • Prima riproduzione (15 min)  • Storia – C’erano due giovani che andarono sulla riva del fiume. Sentirono grida di guerra e dissero: «C’è una guerra di fantasmi». Non possedevano frecce. Videro una canoa con dentro cinque uomini, che dissero: «Le frecce sono nella canoa». La guerra dei fantasmi ricomincia. Molti furono uccisi. Ci fu un giovane che venne colpito, ma non sentì dolore. Udì che l’Indiano era stato ferito. Ritornò al suo villaggio con la sua canoa. La mattina seguente si sentiva male e la sua faccia si contrasse. Qualcosa di nero gli uscì dalla bocca, ed essi gridarono: «Era morto».

  36. 1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive • 2. Elementi di storia della psicologia • 3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione La guerra dei fantasmi di Bartlett 4/8 • Commento alla prima riproduzione • La storia è stata notevolmente abbreviata ed ha uno stile traballante e sconnesso. • I fantasmi, che avevano molto impressionato il soggetto, scompaiono dal titolo, ma vengono introdotti all’inizio della storia.

  37. 1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive • 2. Elementi di storia della psicologia • 3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione La guerra dei fantasmi di Bartlett 5/8 • Seconda riproduzione 15 giorni dopo  • Storia – C’erano due fantasmi. Andarono ad un fiume. Sul fiume c’era una canoa con dentro cinque uomini. Ci fu una guerra di fantasmi. Uno dei fantasmi chiese: «Dove sono le frecce?». L’altro gli disse: «Sono nella canoa». Incominciarono la guerra e parecchi furono feriti ed alcuni uccisi. Un fantasma fu ferito ma non sentì dolore. Tornò al villaggio sulla canoa. La mattina seguente si sentiva male, e qualcosa di nero gli uscì dalla bocca, ed essi gridarono: «Era morto».

  38. 1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive • 2. Elementi di storia della psicologia • 3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione La guerra dei fantasmi di Bartlett 6/8 • Commento alla seconda riproduzione • I fantasmirafforzano la loro presenza all’interno della storia. • I due giovani scompaiono completamente. • La narrazione diventa ancora meno coerente.

  39. 1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive • 2. Elementi di storia della psicologia • 3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione La guerra dei fantasmi di Bartlett 7/8 • Terza riproduzione 1 mese dopo  • Storia – C’erano dei fantasmi. Ci fu una battaglia fra di loro. Uno di essi disse: «Dove sono le frecce?». L’altro disse: «Sono nella canoa». Una gran quantità di combattenti venne ferita o uccisa. Uno di essi fu ferito, ma non sentiva male. Lo trasportarono al suo villaggio distante alcune miglia, remando nella canoa. Il giorno seguente qualcosa di nero gli uscì dalla bocca e gridarono: «È morto».

  40. 1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive • 2. Elementi di storia della psicologia • 3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione La guerra dei fantasmi di Bartlett 8/8 • Commento alla terza riproduzione • La prima parte della storia è completamente scomparsa • Tutto si riduce ad una battaglia tra fantasmi • Il particolare dominante, i fantasmi, sembra aver soppresso ed assorbito tutto il resto.

  41. 1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive • 2. Elementi di storia della psicologia • 3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione La psicologia cognitiva nell’era del comportamentismo 1/3 • Aleksandr Lurija(1902–1977, medico, sociologo e psicologo sovietico, discepolo e collaboratore di Vygotskij). • Durante la II Guerra Mondiale cominciò ad interessarsi dei disturbi dei processi psichici conseguenti a lesioni cerebrali, con tutta una serie di opere fondamentali nella storia della neuropsicologia che ebbero una prima sintesi nell’opera Le funzioni corticali superiori nell’uomo (1962). • Le funzioni cerebrali che mediano funzioni psichiche complesse non sono traducibili nei termini di riflessi condizionati, rna sono sistemi funzionali, sistemi di interazione cerebralemolto più complessi, la cui organizzazione, in accordo alla teoria generale storico-culturale, si sviluppa in stretta relazione con l’ambiente. • Per esempio Il linguaggio non ha come struttura fisiologica di base ilriflesso condizionato, come sostenevano i pavloviani, rna risulta dall’interazione di strutture cerebrali diverse che si sviluppa e si modifica nel corso dell’ontogenesi. • La stretta relazione tra cervello e ambiente spiega come Ie lesioni cerebrali producano disturbi differenziati da individuo a individuo a seconda delle loro abitudini, della loro lingua, della loro cultura, ecc

  42. 1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive • 2. Elementi di storia della psicologia • 3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione La psicologia cognitiva nell’era del comportamentismo 2/3 • Lev Vygotskij(1896–1934, psicologo sovietico, padre della scuola storico-culturale). • Sviluppò l’approccio storico-culturale dello sviluppo cognitivoche enfatizza il modo in cui lo sviluppo è costruito attraverso le interazioni sociali, pratiche culturali e l’internalizzazione di strumenti cognitivi. • Sottolineò le interazioni sociali attraverso il linguaggio nello sviluppo dei concetti dei bambini.

  43. 1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive • 2. Elementi di storia della psicologia • 3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione La psicologia cognitiva nell’era del comportamentismo 3/3 • Jean Piaget(1896–1980, pedagogista ed epistemologo svizzero). • Fondatore dell’epistemologia genetica, ovvero dello studio sperimentale delle strutture e dei processi cognitivi legati alla costruzione della conoscenza nel corso dello sviluppo. • L’epistemologia genetica spiega il processo dello sviluppo cognitivodi un essere umano dalla nascita attraverso 4 fasi primariedello sviluppo: • 1) Sensori-motria (0-2 anni) il bambino utilizza i sensi e le abilità motorie per esplorare e successivamente comprendere ciò che lo circonda, affidandosi inizialmente ai soli riflessi e più avanti a combinazioni di capacità senso-motorie. • 2) Pre-operatoria (2-7) l'atteggiamento del bambino è ancora molto "egocentrico“. • 3) Operazioni concrete (7-11) si riferisce a operazioni logiche o principi utilizzati nella soluzione di problemi. Il bambino in questa fase non solo utilizza i simboli ma è in grado di manipolarli in modo logico. • 4) Operazioni formali (12 in poi) il bambino riesce a formulare pensieri astratti: si tratta del cosiddetto pensiero ipotetico dove il bambino non ha bisogno di tenere l'oggetto dinanzi a se ma può ragionare in termini ipotetici.

  44. 1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive • 2. Elementi di storia della psicologia • 3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione La psicologia della Gestalt 1/4 • La psicologia della Gestalt • La grande tradizione tedesca in psicologia, che aveva prodotto tanti pionieri del 19° secolo, diede origine ad un nuovo movimento cognitivo nei primi anni del 20mo secolo. • La parola tedesca Gestalt può essere approssimativamente tradotta con forma. La psicologia della Gestalt enfatizza che la forma intera è qualcosa di più della mera somma delle sue parti, dovuto all’emergere di proprietà che sorgono quando si creano nuove relazioni. • Essa fu un’estensione delle idee costruttiviste di Helmholtz e il più grande contributo di questo movimento fu nell’area percezione. • Mentre il comportamentismo insisteva sul fatto che la psicologia dovesse studiare semplicemente come stimoli oggettivi vengono ad elicitare risposte oggettive, i gestaltisti si diressero con semplici dimostrazioni a sollevare il dubbio sull’esistenza dell’oggettività dello stimolo – cioè lo stimolo percepito in modo che possa essere descritto strettamente in termini di input sensoriale.

  45. 1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive • 2. Elementi di storia della psicologia • 3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione La psicologia della Gestalt 2/4 • La figura illustra un famoso esempio della Gestalt della natura costruttiva della percezione: l’ambiguo Necker cube. • Sebbene questa figura sia semplicemente un disegno di linee piane, noi immediatamente la percepiamo come un cubo tridimensionale. • Inoltre, se si guarda attentamente, si potrà vedere che la figura può in realtà essere vista in due differenti cubi 3D. • Lo stesso stimolo oggettivo – il disegno di linee bidimensionali – suscita due distinte percezioni 3D.

  46. 1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive • 2. Elementi di storia della psicologia • 3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione La psicologia della Gestalt 3/4 • La data di nascita della Gestalt può essere indicativamente fatta risalire al 1912, anno in cui Wertheimer pubblica il suo lavoro sul movimento stroboscopico. • Questo fenomeno, chiamato fenomeno fi, è estremamente importante per gli aspetti teorici che sottende. • Quello che avviene nell’esperienza infatti non può essere spiegato da ciò che succede agli oggetti fissi. http://courses.ncssm.edu/gallery/collections/toys/animations/cyclist/cyclist400.htm http://courses.ncssm.edu/gallery/collections/toys/animations/dragon2/dragon200.htm

  47. 1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive • 2. Elementi di storia della psicologia • 3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione La psicologia della Gestalt 4/4 • Sebbene molti dei maggiori contributi delle figure chiavi della Gestalt come Max Wertheimer (1880–1943, psicologo ceco) fossero nell’area della percezione, le loro idee furono estese alla memoria e al problem solving, attraverso il lavoro di persone come Wolfgang Köhler(1887–1967, psicologo tedesco)e Karl Duncker(1903–1940, psicologo tedesco). • I livelli superiori del pensiero sono basati su principi simili a quelli che governano la percezione. • Noi all’improvviso vediamo la soluzione dei problemi, spesso dopo aver guardato in un modo differente, raggiungendo un nuovo insight. • Il tutto è più della somma delle parti H2O non è semplicemente due atomi di idrogeno e uno di ossigeno, ma anche una particolare organizzazione spaziale di questi elementi in una configurazione che fa una molecola d’acqua. • «Infatti H1 H2 e H20 hanno tutti proprietà diverse, che non si possono ottenere sommandole proprietà degli H e degli O» (Koffka, 1935). • Un’attenzione rivolta sulle relazioni richiama il problema del binding (legame). Il binding problemè il problema di come l’unità della percezione cosciente è determinata dalle attività suddivise del sistema nervoso centrale.

  48. Koffka in Principi di psicologia della forma (1935) – Gli scimpanzé • Si mettono uno per volta due scimpanzé in una gabbia, dal cui soffitto pende un’allettante banana; • la gabbia è completamente vuota, salvo per il fatto che contiene una cassa, posta a circa tre metri dal punto sopra il quale pende l’esca. • Dopo un tempo più o meno breve, uno degli animali correrà alla cassa, la trasporterà sotto il frutto, e, usandola a mo’ di sgabello, si impadronirà della banana. • L’altro, meno intelligente, dopo vari salti inutili si rassegnerà, e alla fine salirà sulla cassa e vi starà seduto con aria depressa. • Il comportamento di entrambe le scimmie ha avuto luogo in un ambiente geografico contenente una cassa; la situazione stimolo era identica per entrambe.

  49. 1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive • 2. Elementi di storia della psicologia • 3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione Koffka in Principi di psicologia della forma (1935) – l’ambiente comportamentale • L’ambiente geografico, ovvero la situazione stimolo, non può essere la causa dei comportamenti diversi; • questa diversità si spiega invece subito se consideriamo gli ambienti comportamentali dei due animali. • l’ambiente comportamentale dell’uno conteneva uno sgabello, • mentre quello dell’altro conteneva un sedile.

  50. 1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive • 2. Elementi di storia della psicologia • 3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione Koffka in Principi di psicologia della forma (1935) – Il comportamento molare • Se due animali si comportano diversamente in condizioni analoghe di stimolazione, la spiegazione deve trovarsi negli animali stessi. • Il comportamento molare è descritto in modo conforme alla realtà se si dice che una scimmia usa uno sgabello, l’altra un sedile. • Certo, i due animali devono essere animali diversi. • Visto che l’ambiente geografico, o “ambiente geografico che fornisce lo stimolo”, non può essere la causa immediata dei due comportamenti.

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