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Rilevazione statistica

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Rilevazione statistica

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Presentation Transcript


  1.    Rilevazione statistica POPOLAZIONE: insieme di tutte le informazioni relative al fenomeno oggetto di studio Rilevazione •  •  •  • Popolazione(rilevazione esaustiva) • Campione(rilevazione parziale)         Il campione è un sottoinsieme della popolazione

  2. Il collettivo o popolazione è costituito da unità elementari dette unità statistiche E’ opportuno distinguere tra Unità di rilevazione e Unità di analisi. Esempio: analisi della qualità della vita nelle province italiane (Unità di analisi) attraverso i livelli di benessere delle famiglie (unità di rilevazione)

  3. Per ogni unità si osservano uno o più caratteri Ogni carattere assume, in corrispondenza di ciascuna unità, una determinata modalità

  4. Il carattere può essere:• quantitativo• qualitativo o categorico Il carattere quantitativo, a sua volta, si distingue in: •quantitativo discreto •quantitativo continuo

  5. ESEMPIO: LA CARTELLA SOCIALE A partire dal 2007 gli assistenti sociali della ASLRM B stanno con l'aiuto di esperti costruendo la propria cartella sociale per Far emergere elementi utili alla valutazione sociale e condividerli Costruire profili sociali degli utenti ASL ......

  6. In base alla letteratura internazionale sono state individuato 8 dimensioni utili all'intervento sociale: Abitazione Condizione giuridica Formazione/istruzione Lavoro Dipendenza/autonomia Salute Situazione economico/reddituale Relazioni personali, familiari, sociali, virtuali

  7. Il questionario E’ lo strumento principale per la rilevazione dei dati. E’ un modello progettato per cogliere gli aspetti salienti del fenomeno. Principali contenuti delle domande: • notizie su fatti oggettivi (numero di figli, professione del capofamiglia,…) • qualità e grado di conoscenza dell’intervistato su particolari argomenti • opinioni su alcuni argomenti • atteggiamenti tenuti dall’intervistato in particolari situazioni • comportamento tenuto dall’intervistato in determinate situazioni

  8. E’ importante tenere conto della collocazione delle domande nel questionario dal momento che questa può influire sulla correttezza delle risposte Raggruppare le domande in gruppi omogenei rispetto al tema affrontato • Evitare che una domanda condizioni le domande successive • Ordinare le domande in ordine di complessità delle risposte • Evitare elaborazioni complicate • Evitare questionari troppo lunghi E’ possibile introdurre nel questionario domande filtro per passare da un gruppo di domande ad un altro

  9. Tipologia delle domande • Domande a risposta semplice o multipla • Domande gerarchizzate (l’intervistato deve ordinare secondo il grado di importanza un determinato numero di modalità) • Domande aperte, chiuse, chiuse/aperte Sequenza delle domande • Successione a imbuto: si formulano inizialmente domande molto generiche e poi sempre più specifiche • Successione a imbuto capovolto

  10. Le scale di misura Data una variabile di interesse, è necessario definire un processo di misurazione, ossia un insieme di regole ben definite assunte come standard, che consenta di rappresentare e quantificare la caratteristica misurata ed in modo che le relazioni empiriche di interesse siano riflesse in relazioni algebriche tra i numeri assegnati In un processo di misurazione è possibile utilizzare: • Scale nominali • Scale ordinali • Scale di intervalli • Scale di rapporti

  11. La scala nominale Consente di stabilire tra gli elementi dell’insieme osservato unarelazione di equivalenza, del tipouguale/diverso (Es. luogo di nascita, colore di capelli, preferenza politica). La classificazione deve essere esaustiva e tutte le modalità che la caratteristica può assumere devono essere mutuamente esclusive La scala ordinale Esiste un ordinamento naturale tra gli elementi osservati (titolo di studio, grado di preferenza). E’ possibile definire tra gli elementi relazioni di uguaglianza/disuguaglianza e relazioni d’ordine. Ad ogni valore della scala può essere associato un numero detto rango (posto occupato dalla modalità nell’ordinamento)

  12. Le scale di intervalli Consentono di calcolare delle distanze tra gli elementi dell’insieme considerato (anni del calendario, temperatura). Hanno uno zero convenzionale poiché l’origine e l’unità di misura della scala dipendono da scelte arbitrarie e sono convenzionalmente fissate. Le scale di rapporti Sono utilizzate per la misurazione di fenomeni fisici (peso, statura). Hanno uno zero assoluto che corrisponde all’assenza della caratteristica da misurare. N.B. La scelta della scala dipende dagli obiettivi conoscitivi che si vogliono perseguire e dagli strumenti statistici che si vogliono utilizzare.

  13. Scomposizione del concetto in componenti misurabili E’ necessaria quando il concetto che si vuole analizzare non è direttamente misurabile o la sua misurazione è onerosa. In questi casi si ricorre agli indicatori. E’ possibile avere più indicatori per uno stesso fenomeno. In generale non esiste un criterio oggettivo e assoluto per stabilire quale sia migliore. Quando un concetto non è misurabile si misurano variabili osservabili che hanno una forte relazione semantica con il concetto o sono parte di esso. Queste variabili, opportunamente trasformate, svolgono il ruolo di indicatori

  14. Nello studio dei fenomeni sociali si distingue tra concetti unidimensionali e multidimensionali. La dimensionalità non è una caratteristica intrinseca del concetto ma dipende dall’obiettivo che si persegue, dalla definizione e dagli aspetti che si prendono in considerazione. Esempi: Concetto unidimensionale reddito Concetto multidimensionale qualità della vita La prima fase nella costruzione di un indicatore consiste nella sua definizione. Questa operazione è effettuata dagli studiosi della disciplina piuttosto che dagli statistici.

  15. Dimensione 1 Dimensione 2 concetto … Dimensione k La scomposizione del concetto in componenti o dimensioni consente di ridurre il grado di astrazione e di avere componenti che sono effettivamente osservabili e misurabili. Esempio: Per costruire un indicatore sulla qualità della didattica si possono considerare come dimensioni la chiarezza espositiva del docente, l’adeguatezza del materiale didattico, …

  16. Errore di rilevazione Corrisponde al divario che separa i dati osservati con la realtà che si vuole studiare. Si distingue tra errore sistematico ed errore accidentale. L’errore sistematico è costante perché si presenta in tutte le rilevazioni: il valore osservato sovra o sottostima il valore reale. L’errore accidentale varia da rilevazione a rilevazione

  17. Errore nella fase di indicazione: Scelta errata degli indicatori atti a rappresentare un determinato carattere Errore nella fase di operativizzazione: • Errore nella selezione delle unità statistiche (errore di copertura, errore di campionamento, errore di non risposta) 2) Errore di osservazione(dovuti all’intervistatore, all’intervistato, domande formulate male, tipo di somministrazione) 3) Errore nel trattamento dei dati(codifica, elaborazione)

  18. Matrice dei dati Si costruisce dopo aver raccolto le osservazioni attraverso i questionari. Consiste in un insieme rettangolare di numeri in cui ogni riga rappresenta una unità statistica (profilo dell’unità) mentre le colonne corrispondono alle variabili rilevate. Prima di procedere allo spoglio dei questionari è opportuno codificare le risposte previste per ciascuna domanda.

  19. Soggiorni di vacanza anno 2009

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