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Credito per lo sviluppo, la democrazia economica e l’inclusione sociale

Credito per lo sviluppo, la democrazia economica e l’inclusione sociale L’esperienza della cooperazione mutualistica di credito in Italia Marco Reggio – Funzione Comunicazione Federcasse Fed. It. Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali Via Massimo D’Azeglio, 33 – 00184 Roma.

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Credito per lo sviluppo, la democrazia economica e l’inclusione sociale

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  1. Credito per lo sviluppo, la democrazia economica e l’inclusione sociale L’esperienza della cooperazione mutualistica di credito in Italia Marco Reggio – Funzione Comunicazione Federcasse Fed. It. Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali Via Massimo D’Azeglio, 33 – 00184 Roma

  2. Il credito cambia l’orizzonte delle persone Ottenere credito significa: • Ottenere “fiducia” • Conquistare cittadinanza economica e sociale • Contribuire al proprio auto-sviluppo Dare credito significa: • Includere le persone • Valorizzare le persone e le loro potenzialità • Decentrare le opportunità

  3. La teoria e la storia economica lo confermano Le Casse Rurali si sviluppano in Italia 120 anni fa, banche mutualistiche delle comunità locali, grazie alle sollecitazioni della “Rerum Novarum” • Per fare microfinanza • Per unire piccoli risparmi e piccoli crediti • Per “bancare” gli “imbancabili” • Per combattere l’usura valorizzando: - la conoscenza personale - l’appartenenza alla comunità - la dimensione fiducia

  4. Oggi le Banche di Credito Cooperativo sono: • il primo gruppo bancario italiano per ritmi di crescita e per capillarità della rete in Italia; • il quarto per raccolta da clientela; • il sesto gruppo bancario per importo dei crediti erogati. In particolare: • 440 BCC (56,2% delle Banche italiane) • 3.478 sportelli (l’11,2% degli sportelli bancari italiani) • 729 mila soci • 4 milioni di clienti • 27 mila dipendenti • Raccolta diretta complessiva: 94,4miliardi di € (+ 10,9%) • Impieghi economici: 76,4 miliardi di € (+ 14,1%) • Patrimonio: 12,3 miliardi di €

  5. La microfinanza funziona Grazie a piccole attività di risparmio e credito le esigenze finanziarie di milioni di famiglie e centinaia di migliaia di micro-piccoli imprenditori sono state soddisfatte. Le imprese, i territori, le comunità locali e le piccole banche sono cresciute.

  6. Una Banca di Credito Cooperativo E’ UNA BANCA CHE UNISCE INSIEME I TRE CARATTERI DISTINTIVI DI: Cooperazione Localismo Mutualità

  7. Cooperazione Una BCC è: • Banca delle persone  qualità della relazione In una BCC si esercita • democrazia economica  Voto capitario • partecipazione/inclusione  Porta aperta • educazione all’auto – imprenditorialità ed alla assunzione di responsabilità. Valori

  8. Localismo Una BCC: • E’ Banca del territorio e della comunità  l’unica banca locale dalla testa ai piedi • Dà credito (e fiducia) all’economia reale  spazio ai piccoli operatori • Valorizza la conoscenza personale. Fa “Finanza per lo sviluppo”, non finanza per la finanza • Coinvolge i propri interlocutori  empatia, parlare lo stesso dialetto Valori

  9. Mutualità Una BCC: • Mette i soci al centro; • E’ senza scopo di lucro. Orientata allo sviluppo sostenibile e ad assicurare utilità e vantaggi ai soci e alla comunità locale; • Distributrice di un “dividendo sociale”, di un vantaggio economico e meta-economico. Valori

  10. Due sfide sempre presenti: unire “competitività” con “identità” COMPETITIVITÀ IDENTITA’ intrecciate e interdipendenti La chiave della COMPETITIVITA’ delle BCC Modello IMPRENDITORIALE Cultura D’IMPRESA

  11. I capitali per lo sviluppo CAPITALE UMANO competenza e qualità CAPITALE FINANZIARIO CAPITALE DI RELAZIONE Capacità di costruire reti operative, commerciali CAPITALE INFRASTRUTTURALE CAPITALE “SOCIALE” Fiducia, coesione, sussidiarietà, reputazione

  12. La finanza per lo sviluppo e per l’inclusione eristiche deve rendere possibile: • Bancare gli “imbancabili” (favorire l’inclusione); • Dare credito ovvero fiducia; • Dare credito ovvero cittadinanza sociale; • Rafforzare la cultura del risparmio e dell’auto-aiuto; • Sviluppare lo spirito di responsabilità.

  13. La Nota Pastorale della CEI sul mondo agricolo (aprile 2005) • Ulteriore, nuovo riconoscimento del ruolo dell’associazionismo come fattore di sviluppo (dalla Rerum Novarum al nuovo Compendio della Dottrina Sociale); • Enfasi sull’esperienza della cooperazione di credito di ispirazione cattolica (“…BCC elementi di garanzia e fonti di sviluppo sociale, economico e culturale…”).

  14. Alcune esperienze frutto di intese tra BCC e Chiesa locale… • Molise: ricostruzione dopo terremoto novembre 2002. Programma microcredito in collaborazione con Caritas Lombardia (Progetto “Senapa”; • Convenzione 4 Caritas diocesane FriuliV.G. e BCC regionali: emissione bond etici per 5 milioni di euro (il 20% della cedola netta alla Caritas per iniziative economico-solidali); • Sostegno al Progetto “Policoro” della CEI: accordi quadro a livello locale (BCC Due Mari di Calabria e Diocesi S.M.Argentano; BCC Alcamo e Diocesi Trapani, ecc.). Definizione fondi rotativi o messa a disposizione plafond dedicati; Sostegno Fondazione Tertio Millennio 5 cooperative giovanili nell’ultimo anno (reti sul territorio); • Partecipazione diretta BCC a Fondazioni Antiusura locali (Campania, Calabria). Verso un accordo quadro con la Consulta delle Fondazioni Antiusura per l’emissione di “prestiti di soccorso” alle vittime dell’usura.

  15. …per giungere ad intese a livello nazionale • Convenzione quadro BCC – Caritas per terminare l’opera di ricostruzione delle zone colpite dal terremoto del 2002 (Molise, Puglia, Sicilia); • Intesa per la raccolta fondi a favore delle vittime dello Tsunami del dicembre 2004 (conto centralizzato presso Iccrea Banca). Progetto individuato: adozione comunità di pescatori nello Sri Lanka. Erogazione microcrediti in collaborazione con Caritas locale; • Accordo quadro tra BCC e Consulta Nazionale Fondazioni Antiusura per costituzione fondi rotativi a livello locale;

  16. “La miseria si può vincere”F.W. Raiffeisen“In un’epoca nella quale la funzione del credito e degli strumenti finanziari assume un’importanza crescente è bene che queste funzioni siano costantemente poste a servizio del lavoro e della iniziativa umana”.Papa Giovanni Paolo II

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