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Il concetto di sviluppo e le metodologie di misurazione

Il concetto di sviluppo e le metodologie di misurazione. Silvia Ciccarelli silvia.ciccarelli@uniroma1.it. Il concetto di sviluppo e le metodologie di misurazione Cosa si intende per sviluppo ? 2. Stadi di sviluppo e dinamiche territoriali: Take-off Pre take-off Stallo economico

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  1. Il concetto di sviluppo e le metodologie di misurazione Silvia Ciccarelli silvia.ciccarelli@uniroma1.it

  2. Il concetto di sviluppo • e le metodologie di misurazione • Cosa si intende per sviluppo? • 2. Stadi di sviluppo e dinamiche territoriali: • Take-off • Pre take-off • Stallo economico • Dinamica bloccata • 3. Gli indicatori dello sviluppo • Indicatori di sviluppo umano • Indicatori ambientali • Indicatori di sviluppo sostenibile

  3. Materiale didattico e bibliografia • Punto 1 e 2: • Materiale didattico: • Bibliografia di approfondimento: • RIST Gilbert, Lo sviluppo: storia di una credenza occidentale, Bollati Boringhieri, Torino 1997 (Capitoli 1 - 4) • CELANT A., Il Sahel, Geografia di una sconfitta, Pacini, Siena, 1995 • DALY Herman, Oltre la crescita. L’economia dello sviluppo sostenibile, Edizioni Comunità, Torino, 2001 • Punto 3: • Materiale didattico: Dispensa 2 • Bibliografia di approfondimento: • UNDP, Rapporto sullo Sviluppo Umano, annate varie

  4. Per rivelarne il vero significato, il concetto di sviluppo deve essere ricollocato all’interno del contesto culturale che l’ha generato (RIST, 1997)

  5. Il termine sviluppo - già utilizzato nel linguaggio scientifico per indicare il dispiegamento e la crescita degli organismi viventi o dei sistemi biologici - implica: • Direzionalità • Continuità • Cumulatività • Irreversibilità • Tali peculiarità rendono l’analogia biologica del tutto inadatta a rendere conto delle specificità e delle contingenze sociali che agiscono su una società, cambiando spesso il corso della sua storia…

  6. Con il paradigma dell’EVOLUZIONISMO SOCIALE (XIX sec) il progresso è considerato connaturale alla storia. La civiltà occidentale avanza ad un ritmo più spedito, come è dimostrato dall’abbondanza della sua produzione e dall’ampiezza delle sue scoperte scientifiche e tecnologiche. Le civiltà a margine o si civilizzeranno oppure verranno distrutte.

  7. Come nasce il concetto di sviluppo? • Il termine “Sviluppo” viene introdotto per la prima volta all’interno del “discorso sullo stato dell’unione” che il Presidente americano Truman pronunciò nel 1949. Quattro erano i punti principali: • Gli USA avrebbero dovuto continuare a sostenere la nuova Organizzazione delle Nazioni Unite • Prosecuzione del piano di ricostruzione europea all’indomani della seconda guerra mondiale attraverso il Piano Marshall • Creazione di una organizzazione comune di difesa (la NATO) per far fronte alla minaccia sovietica • Lanciare un nuovo programma che “metta i vantaggi del progresso scientifico e industriale dei paesi più avanzati al servizio del miglioramento e della crescita delle regioni sottosviluppate”. • E’ la prima volta che compare in un testo simile l’aggettivo “Sottosviluppato”, inteso come sinonimo di “regioni economicamente arretrate”.

  8. Come nasce il concetto di sviluppo? Si tratta di una innovazione terminologica che introduce un rapporto inedito tra “sviluppo” e “sottosviluppo”. Il termine assume a questo punto un senso transitivo: non si tratta più di constatare che le cose si sviluppano, si potrà ormai “sviluppare” (possibilità di provocare tale cambiamento). Dall’antico rapporto gerarchico basato sulle COLONIE Principio di eguaglianza in base al quale tutti (gli Stati) sono uguali di diritto anche se non lo sono (ancora) di fatto

  9. Come nasce il concetto di sviluppo? da una visione SVILUPPO SOTTOSVILUPPO Ad una visione di continuità SOTTOSVILUPPO SVILUPPO CONTINUITA’ SOSTANZIALE: sottosviluppo come forma embrionale dello sviluppo

  10. Una nuova visione del mondo: il sottosviluppo • Sottosviluppo non è l’inverso dello sviluppo, ma la sua forma incompiuta • L’accelerazione della produzione, la crescita, è il solo modo per colmare lo scarto tra lo sviluppo possibile ed il sottosviluppo attuale • Ogni nazione viene considerata a sé (isolata ed autonoma) e dotata di eguali opportunità: teoria del self-made man trasposta allo sviluppo • E’ possibile fornire aiuti dall’esterno per aiutare i paesi a svilupparsi. • Le condizioni storiche che spiegano i vantaggi degli uni ed i ritardi degli altri non trovano posto in questa concettualizzazione del sottosviluppo

  11. Elementi problematici: • Lo sviluppo pretende di essere generalizzato, presto o tardi, all’intero pianeta, attraverso una crescita infinita…Questo è un obiettivo irrealizzabile, a causa dei limiti dell’ecosistema mondiale. • La formalizzazione economica della crescita non tiene conto di una serie di limiti: • Esaurimento delle risorse non rinnovabili • Aumento dell’entropia • Inquinamento • ….. • LO SVILUPPO NON PROVIENE DA UNA • CRESCITA ILLIMITATA

  12. Cosa si intende per sviluppo? L’insieme delle pratiche destinate ad accrescere il benessere dell’umanità Lo sviluppo umano riguarda la creazione di un ambiente all’interno del quale l’uomo può sviluppare completamente le sue potenzialità e condurre una vita produttiva e creativa, in base ai propri bisogni ed interessi. Gli uomini sono la reale ricchezza di un paese. Per ampliare le scelte possibili dell’uomo appare di fondamentale rilievo l’attenzione verso le capacità umane, ovvero la gamma di attività che l’uomo può praticare nella sua vita. Le capacità base per lo sviluppo umano riguardano la possibilità di condurre una vita lunga e sana, l’accesso alle risorse necessarie per uno standard di vita decente e la possibilità di partecipare alla vita della comunità.

  13. Le dimensioni dello sviluppo

  14. MILLENNIUM DEVELOPMENT GOALS Nel settembre 2000 147 capi di stato e di Governo, e 189 nazioni in totale, nella Dichiarazione del Millennio delle Nazioni Unite, si sono impegnati a promuovere lo sviluppo dell’umanità. L’obiettivo della Dichiarazione è quello di promuovere un approccio comprensivo ed una strategia coordinata, affrontando simultaneamente diversi problemi in un ampio fronte.

  15. MILLENNIUM DEVELOPMENT GOALS 1.OBIETTIVO: Sradicare la povertà estrema e la fame. STRUMENTI: A) Ridurre della metà la percentuale di popolazione che vive con meno di un dollaro al giorno B) Ridurre della metà la percentuale di popolazione che soffre la fame 2. OBIETTIVO: Ottenere l'educazione primaria universale STRUMENTO: Assicurare che tutti i ragazzi, sia maschi che femmine, possano terminare un ciclo completo di scuola primaria 3. OBIETTIVO: Promuovere la parità dei sessi e l'autonomia delle donne STRUMENTO: Eliminare la disparità dei sessi nell'insegnamento primario e secondario preferibilmente per il 2005, e per tutti i livelli di insegnamento entro il 2015

  16. MILLENNIUM DEVELOPMENT GOALS 4. OBIETTIVO: ridurre la mortalità infantile STRUMENTO: ridurre di due terzi la mortalità dei bambini al di sotto dei cinque anni 5. OBIETTIVO: migliorare la salute materna STRUMENTO: ridurre di tre quarti il tasso di mortalità materna 6. OBIETTIVO: combattere l'HIV/AIDS, la malaria ed altre malattie STRUMENTO: A) bloccare la propagazione dell' HIV/AIDS e cominciare a invertirne la tendenza attuale B) bloccare l'incidenza della malaria e di altre malattie importanti e cominciare a invertirne la tendenza attuale

  17. MILLENNIUM DEVELOPMENT GOALS 7. OBIETTIVO: Garantire la sostenibilità ambientale STRUMENTI: A) Integrare i principi di sviluppo sostenibile nelle politiche e nei programmi dei paesi; invertire la tendenza attuale nella perdita di risorse ambientali B) Ridurre della metà la percentuale di popolazione senza un accesso sostenibile all'acqua potabile. C) Ottenere un miglioramento significativo della vita di almeno 100 milioni di abitanti degli slum, entro l'anno 2020

  18. MILLENNIUM DEVELOPMENT GOALS • 8. OBIETTIVO: Sviluppare una partecipazione mondiale per lo sviluppo • STRUMENTI: • Sviluppare al massimo un sistema commerciale e finanziario che sia fondato su regole, prevedibile e non discriminatorio, orientato allo sviluppo e alla riduzione della povertà sia a livello nazionale che internazionale • Rivolgersi ai bisogni speciali dei paesi meno sviluppati (ammissione senza tasse e vincoli di quantità per le esportazioni di questi paesi, potenziamento dei programmi di alleggerimento dei debiti per i paesi poveri fortemente indebitati, cancellazione del debito bilaterale ufficiale) • Rivolgersi ai bisogni speciali degli Stati senza accesso al mare e dei piccoli Stati insulari in via di sviluppo • Occuparsi in maniera globale del problema del debito dei paesi in via di sviluppo attraverso misure nazionali ed internazionali tali da rendere il debito stesso sostenibile nel lungo termine • E) In cooperazione con i paesi in via di sviluppo, creare degli impieghi rispettabili e produttivi per i giovani • F) In cooperazione con le aziende farmaceutiche, rendere le medicine essenziali disponibili ed economicamente accessibili nei paesi in via di sviluppo • G) In cooperazione con il settore privato, rendere disponibili i benefici delle nuove tecnologie, specialmente quelle dell'informazione e della comunicazione

  19. Teoria dello sviluppo stadiale di Rostow (1960): • L’approccio evoluzionista cui la teoria si ispira non ha (oggi) una natura normativa. • Tuttavia ragionare in termini di STADI DI SVILUPPO è utile ai fini descrittivi, per descrivere le diverse situazioni socioeconomiche dei Paesi rispetto all’obiettivo dello sviluppo, senza nulla dire circa le modalità attraverso le quali raggiungere tale fine: • Paesi in via di take-off e pre take-off • Paesi arretrati

  20. Paesi in via di take-off e pre take-off +) Presenza di palesi sintomi di vitalità economica e produttiva; potenziamento settori non agricoli a maggiore valore aggiunto; infrastrutturazione; innovazione tecnologica -) fragilità produttiva; vulnerabilità rispetto alle fluttuazioni dei mercati; dualismo economico Paesi arretrati: -) struttura economica arcaica e labili strutture produttive; forti pressioni sulle risorse agricole insufficienti; dipendenza dai fattori naturali; crescita del carico demografico; insicurezza alimentare

  21. Paesi in via di strutturazione Paesi in take-off Paesi in pre take-off Forte Industrializzazione Scarsa incidenza settore primario Accumulazione capitale e capitale di rischio Infrastrutturazione Assenza malnutrizione • Industrializzazione limitata • orientata alle esportazioni • multinazionali • Scarsa produttività forza lavoro • Scarsità capitale • Scarsità infrastrutture Differenze PIL p.c. Contributo settori al PIL Struttura demografica: pop. attiva Valore aggiunto Flussi interni

  22. Problematiche del processo di strutturazione Paesi in take-off Paesi in pre take-off • Classi dirigenti carenti • Scarsa cultura tecnica ed imprenditoriale • Tensioni sociali: • Squilibri interni e crescita duale • Urbanizzazione selvaggia Classi dirigenti carenti Scarsa cultura tecnica ed imprenditoriale Eccessivo carico demografico T.d.c. risorse< T.d.c. Pop strategie • Perequazione economica • Rafforzamento capacità tecniche ed imprenditoriali • Riforma istituzioni • Corretto rapporto Pop/Risorse • Rafforzamento capacità tecniche ed imprend. • Riforma istituzioni

  23. Paesi arretrati Paesi in stallo economico Paesi a dinamica bloccata Cristallizzazione su forme molto arretrate delle dinamiche territorializzanti Staticità strutture economiche e sociali Crescita esaurita Peggioramento progressivo sistema economico-sociale Difficoltà evoluzione apparato produttivo Difficoltà Pressione demografica Redditi bassi: T.d.c Pil< T.d.c Pop Dipendenza fattori naturali Instabilità politica Delegittimazione classi al potere Fuga di capitali

  24. Strategie per l’avvio di dinamiche strutturanti nei Paesi arretrati Stabilità politica Legittimazione classi al potere Consenso sociale Superamento logica intervento emergenza a favore dello sviluppo Fonte: World Bank 2004

  25. Alcune variabili chiave per l’identificazione dello stadio • PIL pro capite • Speranza di vita alla nascita • Calorie pro capite • Popolazione urbana/pop rurale (tasso di urbanizzazione) • Tasso di crescita della pop urbana (city growth) • Tasso di alfabetizzazione • Indice di corruzione • …dovremmo aggiungerne molte altre….

  26. Indici maggiormente utilizzati (UNDP) • ISU, Indice di Sviluppo Umano • ISG, Indice di Sviluppo di Genere • MEG, Indice di Empowerment di Genere • IPU, Indice di Povertà Umana • Indicatori ambientali • Suggerimento: Scarica il Rapporto sullo Sviluppo Umano 2004 dal sito www.undp.org

  27. ISU, Indice di Sviluppo Umano • Longevità: speranza di vita alla nascita. • Conoscenza: • tasso di alfabetizzazione • rapporto lordo di iscrizionicongiunte ai livelli di istruzione primaria, secondaria e terziaria.  • Standard di vita: PIL reale pro-capite corretto in termini di parità di potere d’acquisto (PPA, che consiste in un tasso di cambio che rende confrontabili le valute).

  28. ISU, Indice di Sviluppo Umano ISU= 1/3 (indice di speranza di vita)+1/3 (indice di istruzione)+1/3 (indice del PIL) Indice di istruzione = 2/3 (indice di alfabetizzazione) + 1/3 (indice di iscrizione)

  29. N.B.: i diversi indici, per essere sommati, devono essere primaprivati della specifica dimensione (anni, $, ecc.) e ridotti a numeri, applicando la seguente formula (NORMALIZZAZIONE): Indice ij = (valore attuale Xij - valore min Xij ) (valore max Xij - valore min Xij) 0 < ISU < 1 Il valore dell’ISU riflette quanto il Paese si è avvicinato ai seguenti obiettivi: speranza di vita di 85 anni, accesso all’istruzione per tutti e reddito adeguato. L’UNDP identifica 3 gruppi di paesi in base al valore dell’ISU:

  30. Esempio di calcolo ISU Valori minimi e massimi per il calcolo dell’ISU in Albania, 2001 1) Indice della speranza di vita = 73.4 – 25 = 0.807 85 – 25 2) Indice di alfabetizzazione = 85.3 - 0 = 0.853 100 – 0 Indice di iscrizioni lorde = 69 - 0 = 0.690 100 - 0 Indice dell’istruzione = 2/3 (0.853) + 1/3 (0.690) = 0.798

  31. Esempio di calcolo ISU • 3) Indice del PIL = log (3.680) – log (100) = 0.602 • log (40.000) – log (100) • 4) ISU = 1/3 (0.807) + 1/3 (0.798) + 1/3 (0.602) = 0.735 • Elevato sviluppo umano (ISU>0,8) • Medio sviluppo umano (0,5<ISU<0,799) • Basso sviluppo umano (ISU<0,5)

  32. INDICE DI SVILUPPO UMANO 2002

  33. PRODOTTO INTERNO LORDO 2002

  34. CONFRONTO ISU/PIL

  35. ISG, Indice di Sviluppo di Genere • L’ISG considera le stesse dimensioni e variabili dell’ISU, ma presta attenzione alle differenze di genere. • Si calcola in tre fasi: • Fase 1: Vengono calcolati i singoli indici per gli uomini e per le donne • Fase 2: Gli indici di uomo e donna in ogni dimensione sono combinati in maniera ponderata, ed in modo da penalizzare le differenze nei risultati tra uomo e donna. L’indice risultante prende il nome di Indice Equamente Distribuito ed è così ottenuto: • Indice Equamente Distribuito = • % di Pop Fem (Indice Fem 1-α)+ % di Pop Masc ( Indice Masc1-α)1/1-α

  36. Il valore di α α = 2   Il valore di α è la dimensione della penalità per la disuguaglianza di genere. Maggiore è il valore, più pesantemente una società è penalizzata dal fatto di avere delle disuguaglianze. Se α = 0, la disuguaglianza di genere è nulla (in questo caso l’ISG avrebbe lo stesso valore dell’ISU). Mano a mano che α aumenta, sempre maggiore peso viene dato al gruppo che ottiene meno risultati.

  37. Il valore di α Fase 3 : Si sommano i tre Indici Equamente Distribuiti in una media non ponderata. ISG = 1/3 (indice speranza di vita media eq.distr.)+1/3 (Indice istruzione eq. distribuito, IED)+1/3 (Reddito eq. distribuito, RED). 0 < ISG < 1 , più il valore si avvicina all’unità e più la situazione del Paese in questione si avvicina ad una effettiva uguaglianza tra uomini e donne.

  38. Esempio di calcolo dell’ISG per la Thailandia • Calcolo dell’Indice di Speranza di Vita Media Equamente Distribuito • DONNE • Indice di speranza di vita = 73.2 – 27.5 = 0.762 • 87.5 – 27.5 • UOMINI • Indice di speranza di vita = 64.9 – 22.5 = 0.707 • 82.5 – 22.5

  39. Esempio di calcolo dell’ISG Gli indici di uomini e donne vengono combinati per creare l’Indice di Speranza di Vita equamente distribuito: DONNE: quota di popolazione = 0.508 Indice di speranza di vita = 0.762 UOMINI: quota di popolazione = 0.492 Indice di speranza di vita = 0.707 Indice Equamente Distribuito = % di Pop Fem (Indice Fem 1-α)+ % di Pop Masc ( Indice Masc1-α) 1/1-α Ind.di Speranza di Vita Eq. Distr. = 0.508 (0.762– 1 ) + 0.492 (0.707 – 1 )- 1 = 0.734

  40. Esempio di calcolo dell’ISG 2) Calcolo dell’Indice di Istruzione Equamente Distribuito (IED) Indice di istruzione femminile = 2/3 (0.941) + 1/3 (0.693) = 0.858 Indice di istruzione maschile = 2/3 (0.973) + 1/3 (0.746) = 0.897 Gli indici maschili e femminili vengono combinati insieme per creare l’Indice di Istruzione equamente distribuito. DONNE: quota di popolazione: 0.508 Indice di istruzione: 0.858 UOMINI: quota di popolazione: 0.492 Indice di istruzione: 0.897 Indice di I E D = 0.508 (0.858-1) + 0.492 (0.897-1) -1 = 0.87

  41. Esempio di calcolo dell’ISG 3) Calcolo dell’Indice di Reddito Equamente Distribuito (RED) Indice di reddito femminile = log (4.875) – log (100) = 0.649 Log (40.000) – log (100) Indice di reddito maschile = log (7.975) – log (100) = 0.731 log (40.000) – log (100) DONNE: quota di popolazione: 0.508 Indice di reddito fem: 0.649 UOMINI: quota di popolazione: 0.492 Indice di reddito masc: 0. 731 Indice di RED = 0.508 (0.649-1) + 0.492 (0.731-1)  -1 = 0.687

  42. Esempio di calcolo dell’ISG 4) Calcolo dell’Indice di Sviluppo di Genere ISG = 1/3 (0.734) + 1/3 (0.877) + 1/3 (0.687) = 0.766

  43. Indice di Empowerment di Genere (MEG) • E’ focalizzato sulla partecipazione e misura le diseguaglianze in settori chiave della partecipazione alla vita economica e politica e al processo decisionale. Si differenzia dal GDI, che e’ un indicatore delle diseguaglianze nelle possibilita’ di base. • Partecipazione politica e potere decisionale: quote percentuali di seggi in Parlamento occupati da donne rispetto a quelli occupati da uomini. • II) Partecipazione economica e potere decisionale: • quote percentuali di donne e uomini che detengono posizioni da legislatori, alti funzionari e dirigenti; • quote percentuali di donne e uomini che detengono posizioni tecniche e professionali. • III) Potere economico: reddito donne e uomini ($ USA PPA).

  44. Indice di Empowerment di Genere (GEM) • Per ciascuna delle tre dimensioni considerate viene calcolata una Percentuale Equivalente Distribuita Equamente (PEDE), come media ponderata della popolazione: • PEDE=quota di pop.femm.(indice femm.1-α)+quota di pop.masch.(indice masch.1-α)1/1-α • Anche per il GEM α = 2.

  45. Indice di Empowerment di Genere (GEM) • Per ciascuna delle tre dimensioni considerate viene calcolata una Percentuale Equivalente Distribuita Equamente (PEDE), come media ponderata della popolazione: • PEDE=quota di pop.femm.(indice femm.1-α)+quota di pop.masch.(indice masch.1-α)1/1-α • Anche per il GEM α = 2. • La PEDE viene indicizzata dividendola per 50 • GEM = media semplice delle tre PEDE indicizzate • 0 < GEM < 1

  46. Esempio di calcolo del (GEM) 1) Partecipazione politica PEDE rappresentaz. in Parlamento = 0.497 ( 9.7-1) + 0.503 (90.3)-1-1 = 17.60 Indicizzazione in base ad un valore ideale del 50% (perfetta parità di genere): PEDE indicizzata Rappres. in Parlamento = 17.60 = 0.35 50

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