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Service Nazionale di Studio LIONS ITALY

Abuso sui minori ….. Una mano per prevenire ed aiutare, ………………..attraverso l’informazione e la sensibilizzazione. Service Nazionale di Studio LIONS ITALY. Governatore Ninetta Lamberti. La convenzione di Lanzarote.

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  1. Abuso sui minori …..Una mano per prevenire ed aiutare, ………………..attraverso l’informazione e la sensibilizzazione Service Nazionale di Studio LIONS ITALY Governatore Ninetta Lamberti

  2. La convenzione di Lanzarote E’ stata siglata il 25 ottobre 2007 ed è entrata in vigore il primo luglio 2010 e fu adottata da 5 paesi Stati membri del Consiglio D’Europa.. Oltre alle fattispecie di reato più diffuse in questo campo (abuso sessuale, prostituzione infantile, pedopornografia, partecipazione coatta di bambini a spettacoli pornografici), il provvedimento disciplina i reati di grooming (l'adescamento attraverso internet) che è una vera e propria novità nel nostro ordinamento, e di turismo sessuale. La convenzione delinea inoltre misure preventive che comprendono il reclutamento e l'addestramento di personale che possa lavorare con i bambini al fine di renderli consapevoli dei rischi che possono correre.

  3. La convenzione di Lanzarote l provvedimento interviene anche sul tema delle misure di prevenzione personali, con particolare riferimento al divieto di avvicinamento a luoghi abitualmente frequentati da minori. La convenzione limita anche la concessione di benefici penitenziari ai condannati per delitti di prostituzione minorile e pedopornografia, nonché di violenza sessuale. Ammette inoltre al gratuito patrocinio, anche in deroga ai limiti di reddito, le persone offese dai suddetti delitti. La Convenzione viene adottata dall’Italia con Legge n. 172 il 1 ottobre 2012 ed è entrata in vigore il 23 stesso mese.

  4. La convenzione di Lanzarote La Convenzione si occupa di: -Nuovi reati come l’adescamento di minorenni ( grooming); -reato di prostituzione minorile-turismo sessuale; -reato di istigazione alla pornografia e pratiche di pedofilia; • reato dell’inescusabilità dell’ignoranza dell’età della persona offesa, con il limite sino a 18 anni; • Raddoppio dei termini di prescrizione per i reati di abuso sessuale dei minori; • - il trattamento psicologico dei condannati per i reati sessuali in danno ai minori etc

  5. ASPETTI GENERALI I maltrattamenti e le violenze ai bambini/e sono sempre esistiti senza che se ne avesse, però, la consapevolezza, sviluppatasi in tempi recenti grazie ai cambiamenti che si sono verificati a livello sociale (Romito 2001).

  6. Gli abusi e i maltrattamenti nella storia Comportamenti abusanti compaiono nei miti e nelle fiabe che ci raccontano di figli divorati dai genitori, come : • nel mito di Krònos • o abbandonati, come Edipo lasciato su una montagna con i piedi legati e feriti, • anche la Bibbia racconta di padri che sacrificano i figli benché il sacrificio di Isacco da parte di Abramo sia fermato all’ultimo momento • oppure di figli minacciati di morte o uccisi, come nella “strage degli innocenti” ordinata da Erode • o come nelle fiabe di Pollicino e di Hansel e Gretel. Dunque i miti raccontano una realtà che ha sempre accompagnato la storia dell’umanità (Correra e Martucci, 1988)

  7. STUDIO ONU SULLA VIOLENZA CONTRO I BAMBINI - STATISTICHE

  8. Studio ONU sulla violenza contro i bambini - Statistiche Almeno 53.000 bambini sono stati assassinati nel 2002 in tutto il mondo Tra il 20 e il 65% dei bambini in età scolare dichiarano d'esser stati vittime di atti fisici o verbali di bullismo nei 30 giorni precedenti l'intervista 150 ml di bambine e 73 ml di bambini sotto i 18 anni sono stati sottoposti nel 2002 a rapporti sessuali forzati o ad altre forme di violenza che includono il contatto fisico molesto Un numero variante tra 100 e 140 ml di donne e ragazze hanno subito, su scala mondiale, una qualche forma di mutilazione o taglio dei genitali.

  9. Studio ONU sulla violenza contro i bambini - Statistiche Si stima che ogni anno, su scala mondiale, tra i 133 e i 275 milioni di bambini assistano a violenze familiari .  Uno studio multi paese condotto dall'OMS, comprendente tanto paesi sviluppati che in via di sviluppo, indica che tra l'1 e il 21% delle donne ha denunciato di essere stata abusata sessualmente prima del 15° anno di età, nella maggior parte dei casi da membri maschi della famiglia La violenza tra conviventi accresce il rischio delle violenze in famiglia sui bambini, con studi dalla Cina, Colombia, Egitto, Messico, Filippine e Sud Africa che mostrano la correlazione più stretta tra violenza contro le donne e violenza contro i bambini Uno studio effettuato in India ha riscontrato che la violenza domestica raddoppia il rischio di violenza contro i bambini . 

  10. Studio ONU sulla violenza contro i bambini - Statistiche Nel 2004 218 milioni di bambini sono stati coinvolti nellavoro minorile, di cui 126 milioni in attività lavorative rischiose . Stime del 2000 5,7 milioni di bambini risultavano coinvolti in attività lavorative forzate o imposte loro per l'estinzione di un debito (bonded labour), 1,8 milioni nel giro della prostituzione e della pornografia, circa 1,2 milioni risultavano vittime del traffico di minori nel 2002 Il tasso di omicidi di bambini era due volte maggiore nei paesi a basso reddito di quello registrato nei paesi ad alto reddito (ad es. 2,58 contro 1,21 su una popolazione di 100.000 persone). I tassi più alti di omicidio si rilevano durante l'adolescenza - in particolar modo tra i ragazzi - in un età compresa tra i 15 e 17 anni (3,28 per le ragazze e 9,06 per i ragazzi) e nei bambini tra 0 e 4 anni (1,99 per le bambine e 2,06 tra i bambini)

  11. IL BAMBINO COME SOGGETTO Nel 1959 con la “Dichiarazione dei Diritti del Bambino” dell’ONU, il bambino comincia a diventare soggetto di diritto e non è più un oggetto del tutto sottomesso all’autorità parentale e degli adulti.

  12. IV Seminario Criminologico del Consiglio d'Europa(1978) definisce gli abusi sessuali sui minori come "gli atti e le carenze che turbano gravemente i bambini e le bambine, attentando alla loro integrità corporea, al suo sviluppo fisico, intellettivo e morale, le cui manifestazioni sono la trascuratezza e/o lesioni di ordine fisico e/o psicologico e/o sessuale da parte di un familiare o di altri che hanno cura del bambino".

  13. Il National Center of Child Abuse and Neglect (1981) lo definisce: " quella situazione in cui, attraverso atti intenzionali o disattenzione grave nei riguardi dei bisogni di base del bambino, il comportamento di un genitore (o di un suo sostituto, o di un altro adulto che si occupa di lui), abbia causato danni o menomazioni che potevano essere previsti o evitati, o abbia contribuito materialmente al prolungamento o al peggioramento di un danno o di una menomazione esistente".

  14. Convenzione Internazionale sui Diritti dell'Infanzia Il primo atto formale di una certa rilevanza che testimonia questa maggiore attenzione alla figura del minore è la Convenzione Internazionale sui Diritti dell'Infanzia, sottoscritta a New York il 20.11.89 e ratificata dall'Italia con la Legge 176 del 1991. l'articolo 3 sancisce chiaramente che "...in tutte le decisioni riguardanti i fanciulli che scaturiscano da istituzioni, di assistenza sociale, private o pubbliche, tribunali, autorità amministrative o organi legislativi, "l 'interesse superiore del fanciullo deve costituire oggetto di primaria considerazione". In particolare, l'articolo 9, comma 3, stabilisce che "deve essere rispettato il diritto del fanciullo separato...omissis...da uno dei genitori di mantenere relazioni personali e contatti diretti in modo regolare con entrambi i genitori".

  15. L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce l'abuso e il maltrattamento sui minori" tutte le forme di cattivo trattamento fisico e/o affettivo, abuso sessuale, incuria o trattamento negligente nonché sfruttamento sessuale o di altro genere che provocano un danno reale o potenziale alla salute, alla sopravvivenza, allo sviluppo o alla dignità del bambino, nell’ambito di una relazione di responsabilità, fiducia o potere”.

  16. Gli abusi e i maltrattamenti nella storia Da questo momento in poi molte saranno le definizioni proposte e le precisazioni fatte in base alle diverse impostazioni, ma il termine, che sul piano internazionale viene maggiormente riconosciuto e usato, è “Child Abuse” (Correra e Martucci, 1988; Colesanti, 1995).

  17. Il 25 Gennaio 1996, a Strasburgo, viene sottoscritta la Convenzione Europea sull'Esercizio dei Diritti dei Fanciulli Focalizza l'attenzione sui minori che divengono oggetto di una particolare tutela. comma 2 dell'articolo 1, la Convenzione stabilisce che, "nella tutela dell'interesse ottimale dei minori, gli Stati parti, devono garantire la promozione dei loro diritti, la garanzia dei loro diritti procedurali e la facilitazione dell'esercizio degli stessi, l'assicurazione che i minori siano, essi stessi o attraverso altre persone, informati ed autorizzati a prendere parte alle procedure che li riguardano, avviate dinanzi alle autorità giudiziarie". all'art. 3, la Convenzione stabilisce il diritto dei minori di essere consultati e di esprimere i propri punti di vista; inoltre, all'art. 4 è stabilito che, quando il giudicante reputi il minore privo di sufficiente capacità di comprensione (comma 2), questi avrà diritto di richiedere, personalmente o attraverso altre persone, un rappresentante speciale nei procedimenti dinanzi ad autorità giudiziarie che lo coinvolgono (comma 1). il ruolo dell'autorità giudiziaria, "prima di prendere una decisione, dovrà valutare se dispone di informazioni sufficienti per poter decidere nel migliore interesse del minore e, se necessario, dovrà ottenere ulteriori informazioni consultando il minore personalmente; quindi dovrà dare il giusto peso al punto di vista del minore".

  18. CLASSIFICAZIONE DEGLI ABUSI ALL'INFANZIAIL MALTRATTAMENTO Secondo il Consiglio d’Europa si ha “quando il minore è oggetto di aggressione da parte dei familiari con conseguenze fisiche che vanno da lesioni come ecchimosi, fratture e bruciature, fino alla morte”. fisico è la forma più manifesta e facilmente riconoscibile psicologico: è forse l'abuso più difficile ad essere individuato, se non quando ha già determinato gli effetti devastanti sullo sviluppo della personalità del bambino; in notevole incremento negli ultimi anni con lo stile di vita della società consumistica e materialistica e la crisi della famiglia.

  19. CLASSIFICAZIONE DEGLI ABUSI ALL'INFANZIAPATOLOGIA DELLA FORNITURA DI CURE Un tempo identificata nella incuria, in realtà viene individuata non solo nella carenza di cure, ma anche nella inadeguatezza delle cure fisiche e psicologiche offerte, considerandole sia da un punto di vista quantitativo che qualitativo. Si possono distinguere le seguenti forme: • INCURIA: cioè la carenza di cure fornite (la cosiddetta violenza per omissione); • DISCURIA: quando le cure, seppur fornite, sono distorte ed inadeguate se rapportate al momento evolutivo del bambino; • IPERCURA: quando viene offerto, in modo patologico, un eccesso di cure. In questo gruppo è compresa la sindrome di Münchhausen per procura, il medical shopping e il chemical abuse.

  20. CLASSIFICAZIONE DEGLI ABUSI ALL'INFANZIA:ABUSO SESSUALE • Secondo la definizione del Consiglio d’Europa, “quando il minore è coinvolto da parte dei familiari in atti sessuali che presuppongono violenza o ai quali non può acconsentire con consapevolezza”. • Secondo Kempe (1989) l’abuso sessuale è “il coinvolgimento di bambini e adolescenti, soggetti immaturi e dipendenti, in attività sessuali che essi non comprendono ancora completamente, alle quali non sono in grado di acconsentire con totale consapevolezza o che sono tali da violare tabù vigenti nella società circa i rapporti familiari”. Con questo termine dobbiamo considerare tutti gli atti che sono volti all’eccitazione e alla gratificazione sessuale dell’adulto, compresi quelli che avvengono senza contatto fisico tra adulto e bambino, e indipendentemente dall’uso o meno di forza fisica.

  21. CLASSIFICAZIONE DEGLI ABUSI ALL'INFANZIAABUSO SESSUALE Tale forma di abuso è onnicomprensiva di tutte le pratiche sessuali manifeste o mascherate a cui vengono sottoposti i minori e comprende: • abuso sessuale intrafamiliare Non riguarda solo quello comunemente considerato tra padri o conviventi e figlie femmine, ma anche quello tra madri o padri e figli maschi, nonché forme mascherate in inconsuete pratiche igieniche; è attuato da membri della famiglia nucleare (genitori, compresi quelli adottivi e affidatari, patrigni, conviventi, fratelli) o da membri della famiglia allargata (nonni, zii, cugini ecc.; amici stretti della famiglia); • abuso sessuale extrafamiliare Interessa indifferentemente maschi e femmine e riconosce spesso una condizione di trascuratezza intrafamiliare che porta il bambino ad aderire alle attenzioni affettive che trova al di fuori della famiglia; è attuato, di solito, da persone conosciute dal minore (vicini di casa, conoscenti ecc.). A questa classificazione si può aggiungere una distinzione ancora più ampia

  22. CLASSIFICAZIONE DEGLI ABUSI ALL'INFANZIA: ABUSO SESSUALE • ABUSO ISTITUZIONALE quando gli autori sono maestri, bidelli, educatori, assistenti di comunità, allenatori, medici, infermieri, religiosi, ecc., cioè tutti coloro ai quali i minori vengono affidati per ragioni di cura, custodia, educazione, gestione del tempo libero, all'interno delle diverse istituzioni e organizzazioni; • ABUSO DA PARTE DI PERSONE SCONOSCIUTE (i cosiddetti "abusi di strada"); • SFRUTTAMENTO SESSUALE A FINI DI LUCRO da parte di singoli o di gruppi criminali organizzati(quali le organizzazioni per la produzione di materiale pornografico, per lo sfruttamento della prostituzione, agenzie per il turismo sessuale); • VIOLENZA DA PARTE DI GRUPPI ORGANIZZATI (sette, gruppi di pedofili, ecc.). Non è affatto infrequente che vengano attuate da parte di più soggetti forme plurime di abuso (ad esempio, abuso intrafamiliare e contemporaneo sfruttamento sessuale a fini di lucro; abuso da parte di adulti della famiglia e di conoscenti, ecc.).

  23. Chi e' il bambino maltrattato • Per quanto riguarda l'età Si scatenano più facilmente nel caso di bambini della fascia da 0 a 3 anni. E’ un'età in cui il bambino vive un periodo in cui sono più complessi i problemi di adattamento e per cui esso ha poche capacità personali di sottrarsi alle percosse o comunque di denunciare il suo abusante. • Per quanto riguarda il sesso Vi è una assoluta parità nel maltrattamento tra i due sessi. Al più si può affermare che più frequentemente viene maltrattato il bambino del sesso opposto a quello desiderato dai genitori poiché la sua nascita delude le loro aspettative. • Per quanto riguarda le caratteristiche specifiche del bambino maltrattato Vi sono dei fattori che più di altri possono far sì che il minore divenga vittima dell'episodio violento. Infatti, non tutti i bambini sono uguali: già al momento della nascita presentano caratteristiche proprie che vengono definite "personalità di base" o "differenze costituzionali". Naturalmente un bambino irrequieto, che piange, che ha difficoltà di alimentazione sarà più esposto al rischio di essere maltrattato rispetto ad un bambino che non crea problemi ai genitori.

  24. DEFINIZIONE E CLASSIFICAZIONE DEGLI ABUSI ALL'INFANZIA Si è concordi nel ritenere che tutte le forme di abuso incidano sullo sviluppo fisico, psicologico, emotivo, comportamentale e relazionale del minore, condizionando l'assetto totale dell'intera personalità in fieri. Ogni forma di violenza ai danni di un minore, costituisce sempre un attacco confusivo che destabilizza la personalità in via di sviluppo, e provoca danni a breve, medio e lungo termine sul processo di crescita dell'individuo: il bambino abusato è prima di tutto violato nella psiche.

  25. La realtà dell'abuso Tali violenze, secondo questa ricerca , sono commesse, nella quasi totalità dei casi, in ambiente domestico (91%).

  26. La realtà dell'abuso Anche da un'altra ricerca svolta nel 2002, dalla Scuola Romana Rorschach (Centro studi e intervento infanzia violata), sui dati raccolti da 35 audizioni protette di minori sessualmente abusati, è stato confermato quest'ultimo risultato. L'abuso sessuale è stato distinto in abuso sessuale : • intrafamiliare ed intradomestico: quando l'abuso sessuale è commesso dal genitore o comunque da un parente convivente con il minore; • intrafamiliare ed extradomestico: quando l'abuso è perpetuato da un parente non convivente o da un amico di famiglia; • extrafamiliare: quando l'abuso è compiuto da un soggetto estraneo al minore e/o alla famiglia. Le tipologie dell'abuso sessuale

  27. La realtà dell'abuso Rilevazione statistica compiuta dalla Scuola Romana Rorschach nel 2002 sull'incidenza degli abusi sessuali a seconda del sesso del minore e dell'età. Coordinatrice distrettuale Dott.ssa Patrizia MARINI NOVARINA

  28. La realtà dell'abuso Dalla rilevazione compiuta dalla Dott.ssa Pernisco , maschi e femmine non risultano subire una quantità diversa di azioni abusanti per quanto riguarda la violenza sessuale "tradizionale" (come gli atti di libidine e i rapporti sessuali penetrativi o nell'avvio alla prostituzione), mentre nelle violenze connesse alle attività organizzate di pedofilia i maschi sono coinvolti in misura quasi doppia rispetto alle femmine.

  29. La realtà dell'abuso

  30. TIPOLOGIE DI MALTRATTAMENTO Le tipologie di maltrattamento riscontrate fanno rilevare: • una alta percentuale di maltrattamento fisico (46%) • seguita da abuso sessuale (22%) • trascuratezza (16%) • maltrattamento psicologico (8%) e situazioni di pregiudizio (8%).

  31. TIPOLOGIE DI MALTRATTAMENTO In relazione all'autore della violenza possiamo osservare la irrilevanza dei membri della rete parentale e la netta prevalenza di due diverse modalità di maltrattamento: • quella che viene perpetrata da entrambi i genitori (139 pari al 35%) all'interno di una situazione familiare fortemente conflittuale e critica nella quale viene progressivamente meno qualsivoglia relazione positiva con il bambino • e quella che vede in un solo genitore, tendenzialmente nel padre (163 pari al 41%) più che nella madre (66 pari al 16%) il principale responsabile della violenza.

  32. TIPOLOGIE DI MALTRATTAMENTO L'età dei bambini si colloca prevalentemente nell'infanzia (6-10 anni) e nella prima infanzia (0-5 anni). Le misure di tutela già attuate prima dell'avvio del lavoro presso il CBM sottolineano la presenza di situazioni di alto rischio che hanno richiesto nella gran parte dei casi, il collocamento in ambienti eterofamiliari e solo nel 25% dei casi la permanenza nella famiglia di origine. Per quanto riguarda l'ambito dell'abuso sessuale sui minori, alcuni dati significativi arrivano dal Censis , secondo le cui ricerche, il perfetto estraneo rappresenta solo una minima parte della percentuale dei responsabili di abuso sessuale. In effetti, i procedimenti penali del Tribunale di Roma nell'anno 1996 dimostrano che (fig. 1), nel complesso: • il 90% dei casi di abuso nei confronti dei minori avviene in famiglia, e vede nel ruolo di abusante il padre naturale, il patrigno o, più raramente, la madre/matrigna; • l'8% avviene in ambito extrafamiliare, come la scuola o la palestra, e l'abusante risulta essere una persona conosciuta precedentemente dall'abusato, come l'insegnate, il personale scolastico, o altre figure professionali vicine al mondo dei minori; • appena il 2% dei casi di abuso nei confronti dei minori chiama in causa abusanti che risultano del tutto sconosciuti al minore abusato.

  33. CONCLUSIONI • L'abuso sessuale perpetrato ai danni dei minori si configura in Italia come un fenomeno essenzialmente domestico. • Inoltre, uno studio più approfondito del fenomeno dell'abuso intrafamiliare , che tiene conto di un'analisi qualitativa dei casi e delle denunce presso le autorità di polizia, dimostra come la violenza si perpetri all'interno di tipologie di famiglie che non risultano connotate né in termini di ceto socioeconomico né in termini di collocazione geografica . • Indipendentemente dal reddito, dal titolo di studio, dalla professione dei genitori, dalla città o regione di residenza, la violenza e l'abuso delle famiglie sono un fenomeno reale, le cui ragioni sono da rintracciarsi negli equilibri interni alle coppie e alle famiglie e nei loro sistemi di relazione, spesso incerti e problematici. • Per quanto riguarda la composizione familiare, da una rilevazione sulla violenza all'infanzia compiuta dalla Dott.ssa Celeste Pernisco nel 2002 , è emerso che la maggioranza dei bambini vittime di violenze vive in nuclei costituiti da entrambi i genitori biologici conviventi (56%) e la famiglia "normale" continua ad essere l'ambito in cui si verificano la maggior parte degli abusi. Rilevazione statistica compiuta dalla Dott.ssa Perisco sulla struttura familiare delle vittime di abuso sessuale, nel 2002.

  34. TIPOLOGIE DI MALTRATTAMENTO

  35. TIPOLOGIE DI MALTRATTAMENTO Rilevazione statistica compiuta dalla D3ott.ssa Perisco, con confronto dei sessi e nazionalità delle vittime in base alle caratteristiche dell'abuso sessuale, nel 20023 Le statistiche evidenziano, infatti, che i bambini extracomunitari sono, più spesso di quelli italiani, vittime di rapporti sessuali, indotti alla visione di pornografia ed avviati alla prostituzione . La causa, probabilmente, si può ricondurre alla loro stessa situazione di vita, caratterizzata da una quasi totale abbandono sia da parte delle istituzioni, sia da parte della famiglia (costretta a lottare per la sopravvivenza con un elevato numero di figli).

  36. Studio ONU sulla violenza contro i bambini - Statistiche Un'insieme di studi condotti in 21 paesi (la maggior parte dei quali sviluppati) rileva che una percentuale variante tra il 7 e il 36% delle donne e il 3 e il 29% degli uomini afferma d'esser stata vittima di abusi sessuali durante l'infanzia, e la maggior parte degli studi ha riscontrato che il tasso di abusi tra le bambine è da una volta e mezzo a tre volte superiore a quello dei bambini. La maggior parte degli abusi è avvenuta in ambito familiare

  37. Studio ONU sulla violenza contro i bambini - Statistiche Almeno 8 milioni di bambini si trovano, su scala mondiale, in istituti d'accoglienza . Relativamente pochi vi si trovano perché privi di genitori, mentre la maggior parte dei bambini sono in istituto perché disabili, a causa della disintegrazione della loro famiglia, di situazioni di violenza domestica e delle loro condizioni sociali ed economiche, povertà inclusa I bambini rinchiusi nei centri di detenzione sono frequentemente sottoposti a violenze commesse dal personale stesso degli istituti, sia come forma di controllo sia come punizione, spesso per infrazioni minime. In almeno 77 paesi, le punizioni corporali e altre punizioni violente sono accettate negli istituti penali come misure disciplinari legali Lo sfruttamento di minori nella prostituzione, pornografia infantile e attività simili costituisce una violenza. Si stima che 1 milione di bambini entrino ogni anno nel giro di tali settori di sfruttamento

  38. La proposta dei nostri club si caratterizza per l'attualità dei contenuti, in quanto non c’è giorno dell’anno che non si segnalino azioni di violenza perpetrata nei confronti dei minori. L’azione di tutti i Lions sarà quella di proporre tale tema come un progetto con valide soluzioni per il futuro, I Minori non devono più essere vittime passive ma membri attivi e partecipi dei diritti umani. Educare alla legalità giovani donne e giovani uomini sarà il nostro scopo, perché costoro rappresentano il futuro che è intorno a noi e per loro noi abbiamo il dovere di lottare per credere in un mondo migliore, ove la violenza non esista più. Inoltre, dobbiamo operare a favore della salute pubblica che, altrimenti, a causa dei dati OMS, andrebbe persa per molti minori in modo irreparabilmente

  39. I Lions potranno supportare e favorire anche la conoscenza dei comportamenti da adottare per rispondere all’iniziale richiesta d’aiuto degli adolescenti. Affrontare tale tematica non ci deve preoccupare, in quanto la conoscenza e la riflessione non hanno mai arrecato danno ad alcuno. È necessario un impegno costante delle autorità pubbliche e di tutta la comunità che non può declinarsi solo in una maggiore attenzione e controllo sul territorio ma deve essere finalizzato ad un cambiamento culturale e sociale Al termine del progetto verrà valutata l’azione educativa con appositi test di monitoraggio.

  40. LINEE DI INTERVENTO DEI LIONS PROPOSTE DAL TEMA NAZIONALE Ci sono parole e comportamenti che nessuna legge punisce ma che possono uccidere psichicamente un minore o, almeno, ferirlo in modo grave e spesso irreversibile.
 La provocazione continua, l'offesa, la disistima, la derisione, la svalutazione, la coercizione, il ricatto, la minaccia, il silenzio, la privazione della libertà, la menzogna e il tradimento della fiducia riposta, l'isolamento sono solo alcune delle forme in cui si manifesta la violenza psicologica. Le violenze sui minori rappresenta un flagello mondiale, una malattia sociale e rappresentano una grave negazione dei diritti umani fondamentali. Bisogna ricordare che i diritti dei minori sono diritti umani. Le violenze non sono mai un fatto individuale e privato, ne' solo un problema di sicurezza urbana, ma una responsabilità collettiva da assumere tutti. Ci sono parole e comportamenti che nessuna legge punisce ma che possono uccidere psichicamente una persona o, almeno, ferirla in modo grave e spesso irreversibile.
 Ci sono parole e comportamenti che nessuna legge punisce ma che possono uccidere psichicamente una persona o, almeno, ferirla in modo grave e spesso irreversibile.
 Ci sono parole e comportamenti che nessuna legge punisce ma che possono uccidere psichicamente una persona o, almeno, ferirla in modo grave e spesso irreversibile.
 Ci sono parole e comportamenti che nessuna legge punisce ma che possono uccidere psichicamente una persona o, almeno, ferirla in modo grave e spesso irreversibile.


  41. LINEE DI INTERVENTO DEI LIONS PROPOSTE DAL TEMA NAZIONALE La relazione esposta evidenzia la magnitudine e la gravità del fenomeno in esame. La violenza sui minori non è un fenomeno da fronteggiare e combattere, visto i “numeri” che lo caratterizzano, ma è necessaria un’azione più profonda che non può essere circoscritta al controllo del territorio o a pene più severe. Questi strumenti sono certamente utili ma non bastano, è necessaria una politica a tutto tondo che, accanto alla prevenzione prima e alla protezione dopo la violenza, riesca a modificare due atteggiamenti che caratterizzano il fenomeno della violenza contro la donna. Scopo principale dei Lions deve, perciò, essere quello di vincere questa battaglia etica, di dare speranza a chi non ne ha, di far vedere uno spiraglio di luce e di speranza in un mondo in cui i veri valori abbiano trovato la giusta collocazione.

  42. Le linee di intervento su cui puntare, a nostro avviso, sono essenzialmente di due tipi: EDUCATIVA stabilire un partenariato con il MIUR e quindi con gli Istituti d’istruzione, al fine di fornire la formazione sulla violenza di genere con professionisti del settore , le forze d’ordine, gli operatori del settore sanitario, dell’istruzione e il personale di sostegno alle vittime a volte inconsapevoli. Elaborare una carta Etica sviluppata insieme agli studenti delle scuole in una peer education che li coinvolga in toto. A tal fine sarò utile coinvolgere i discenti eletti nella Consulta degli Studenti, in quanto rappresentanti degli allievi di tutta Italia. Promuovere nelle scuole e nei luoghi di aggregazione giovanile, una cultura di valori etici che orienti alla valorizzazione dei minori Nelle scuole si organizzeranno incontri con maratone di letture sulla tematica e verranno proiettati dei film dedicati. Inoltre, saranno realizzati dei seminari sui diritti umani.

  43. COSTI • In un momento di recessione economica come l’attuale, bisognerà raggiungere il massimo risultato nel minor tempo possibile e senza costi aggiuntivi. • Si può fare molto con la forza delle idee e senza costi, quando si crede realmente nella forza di un tema che si presenta.

  44. VERIFICA • E' prevista come verifica finale la presentazione, da parte di ciascun club partecipante, di una proposta compatibile con l’organizzazione del servizio rappresentato, di sensibilizzazione degli operatori scolastici, della Consulta degli studenti

  45. PROGRAMMAZIONE DIDATTICO- METODOLOGICA Essa prevede per ogni incontro una tematica da sviluppare con la presenza di due docenti e di un tutor. METODOLOGIA • relazioni su temi preordinati • confronto e discussioni di gruppo coordinato da un conduttore • presentazione di problemi e casi • lavoro a piccoli gruppi con produzioni di Raccomandazioni e /o Linee guida STRUMENTI • smart board , filmati, drammatizzazione MATERIALI • rapporti di ricerca STATISTICHE RACCOLTE DI CASI CLINICI • Metodologie

  46. TEMATICHE E CORPO DOCENTE • Le tipologie della violenza sui minori • La violenza e le connessioni con la salute: statistiche ed epidemiologie • I percorsi ei centri anti-violenza • Il maltrattamento familiare: la tipologia più frequente tra le violenze contro le donne • Gli indicatori della violenza familiare • Le leggi e la violenza contro i minori • Il punto di vista legale • Le procedure di valutazione del danno conseguente a maltrattamento: un campo da esplorare • L’approccio alla violenza da parte del mondo scolastico: strategie di intervento • Come organizzare la prevenzione Durante i workshop sviluppati con i ragazzi durante le riunioni-discussione verranno elaborati materiali informativi (filmati, depliant e locandine) .

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