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UNIVERSITA’ DI MODENA E REGGIO EMILIA Medicina di Comunità Prof. Maria Angela Becchi

UNIVERSITA’ DI MODENA E REGGIO EMILIA Medicina di Comunità Prof. Maria Angela Becchi. 7. Caso Clinico Linee Guida e Strumenti per l’approccio bio-psico-sociale al Paziente ricoverato in Ospedale. CdL in Medicina e Chirurgia 5° anno a.a. 2006-2007.

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Presentation Transcript


  1. UNIVERSITA’ DI MODENA E REGGIO EMILIA Medicina di Comunità Prof. Maria Angela Becchi 7 Caso ClinicoLinee Guida e Strumenti per l’approccio bio-psico-sociale al Paziente ricoverato in Ospedale CdL in Medicina e Chirurgia 5° anno a.a. 2006-2007

  2. Viene presentato un Caso Clinico (Paziente complesso ricoverato in Ospedale) e vengono fornite Linee Guida e Strumenti per aiutare lo Studente all’approccio bio-psico-sociale al Paziente

  3. Caso clinico Il paziente ed il suo problema recente P.C. è un paziente di 65 anni, giunto al PS del NOCSAE di Baggiovara con i volontari del 118. Non è accompagnato da familiari. I volontari riferiscono di essere stati contattati da un vicino di casa che non vedeva P.C. da alcuni giorni. Il paziente è stato trovato all’interno della sua abitazione, in condizioni igieniche precarie, steso a terra, disidratato, sporco, malnutrito e in ipotermia. Ha risposto ai soccorritori, riferendo di essersi trovato a terra senza sapere come e di non essere più riuscito a sollevarsi per il dolore alla gamba destra. Date le gravi condizioni di deterioramento fisico il paziente viene ricoverato presso il reparto di Medicina per intraprendere l’iter diagnostico-terapeutico necessario.

  4. La degenza nel Reparto di Medicina Il Medico di reparto prende visione degli esami strumentali e di laboratorio effettuati al PS ed effettua l’EO clinico e funzionale L’ E.O clinico evidenzia: segni clinici e soggettivi di frattura del femore dx, facies sofferente e stato nutrizionale gravemente scadente, disidratazione, ipostenia dx da verosimile ictus ischemico. Gli esami strumentali e di laboratorio evidenziano: glicemia: 250mg/dl, P.A. 168/95 mmHg, creatinina 5 mg/dl. L’E.O. funzionale evidenzia: incontinenza urinaria (posizionamento di CV),continenza intestinale, incapacità alla esecuzione autonoma delle attività giornaliere a causa dello stato cachettico, dell’ictus e della frattura. Il Medico contatta l’unica figlia del paziente e dal colloquio con lei ricava le informazioni per stendere la Anamnesi Il Medico registra i dati sulla Cartella appositamente predisposta

  5. I trasferimenti interni del Paziente In 3° giornata di degenza nel Reparto di Medicina il paziente viene trasferito nel Reparto di Ortopedia per intervento chirurgico di artroprotesi al femore dx. Il trasferimento è accompagnato da una Relazione Clinico-Assistenziale un cui vengono riportate le criticità sanitarie, socio-assistenziali e familiari (complessità del paziente) In 4° giornata dall’intervento chirurgico, PC viene trasferito nel Reparto di Riabilitazione e Rieducazione Funzionale (RRF) per intraprendere un ciclo di riabilitazione intensiva che consenta un recupero della autonomia funzionale Il trasferimento è accompagnato da una Relazione Clinico-Assistenziale un cui vengono aggiornate le criticità sanitarie, socio-assistenziali e familiari (complessità del paziente)

  6. La previsione delle dimissioni dall’Ospedale Dopo 15 giorni di degenza in RRF il Medico del Reparto effettua l’EO clinico e funzionale. EO clinico: cicatrice da intervento chirurgico di artroprotesi, stato nutrizionale moderatamente scadente, risoluzione della disidratazione, miglioramento della ipostenia da ictus ischemico. Gli esami strumentali e di laboratorio depongono per controllo farmacologico di diabete e ipertensione. L’E.O. funzionale evidenzia incontinenza urinaria, continenza intestinale, necessità di aiuto in tutte le funzioni giornaliere, ripresa della deambulazione autonoma, ma con presenza costante di aiuto.

  7. Il Medico del Reparto di RRF ritiene che il paziente possa essere dimesso e possa intraprendere cicli di riabilitazione estensiva in regime territoriale. Comunica alla figlia la dimissibilità del padre e prospetta le modalità di assistenza territoriale: un ciclo di riabilitazione estensiva in RSA (1 mese) e successivi eventuali cicli di riabilitazione ambulatoriale-domiciliare. La figlia dice di non potersi occupare del padre per i conflitti relazionali e per la sua situazione familiare. Non può neppure pagare qualcuno che si prenda cura di lui. Il Medico comunica al CS di attivare il percorso delle DOP e prepara la Relazione Clinico-Assistenziale del paziente

  8. Le DOP e la continuità delle cure nei Servizi territoriali Il CS contatta il PUA/SAA del Distretto e richiede la attivazione della UVG. La visita della UVG viene programmata dopo 3 gg dalla comunicazione. All’accesso in Reparto la UVG prende visione del paziente e della Relazione Clinico-Assistenziale. Il posto in struttura RSA viene reperito dopo 5 gg dalla visita della UVG. Il paziente viene dimesso dal Reparto di RRF e preso in carico in RSA

  9. La previsione della lungoassistenza Al termine della riabilitazione in RSA l’ EO funzionale evidenzia incontinenza urinaria, continenza intestinale, parziale autonomia nelle funzioni giornaliere, autonomia quasi totale nella deambulazione, ma con necessità di supervisione per sicurezza. Conoscendo la situazione familiare del paziente il Responsabile della RSA contatta la AS del Comune di residenza del paziente che a seguito di un colloquio con la figlia ed il paziente ritiene opportuno un periodo di 3 mesi di ricovero in Residenza Protetta socio-assistenziale temporanea per il recupero ulteriore della autonomia. Successivamente può essere ipotizzata una ristrutturazione della abitazione (con fondi sociali dedicati dal Comune) o in alternativa l’inserimento in Residenza Protetta socio-assistenzialedefinitiva

  10. Approccio bio-psico-sociale al Paziente ricoverato in Ospedale Finalità • Definire il profilo sanitario, socio-assistenziale e ambientale del Paziente al ricovero (complessità del Paziente) • Evidenziare con anticipo dalla dimissione le criticità che richiedono azioni organizzative per la continuità delle cure • Attivare tempestivamente i servizi territoriali appropriati • Stendere una Relazione clinico-assistenziale completa alla dimissione per la comunicazione con i servizi territoriali

  11. 1° tappa Definire il profilo sanitario, socio-assistenziale ed ambientale al ricovero (complessità del paziente) Metodo • Raccolta e registrazione delle informazioni relative a: • Valutazione sanitaria: APR, APP, EO clinico, ISM e Comorbilità • Valutazione assistenziale: EO funzionale (Barthel), Nursing • Valutazione ambientale: nucleo familiare, abitazione, servizi Strumenti * Nota: è necessario predisporre nella Cartella Clinica una sezione (Scheda) per la registrazione dei dati della Valutazione multidimensionale

  12. Valutazione sanitaria al ricovero SCHEDA

  13. SCHEDA Valutazione ambientale al ricovero

  14. SCHEDA Valutazione assistenziale al ricovero Autonomia precedente il ricovero (riferita dai familiari) Attività di base………………… Movimento……………………..

  15. CASO CLINICO Valutazione sanitaria al ricovero

  16. Valutazione ambientale al ricovero CASO CLINICO

  17. CASO CLINICO Valutazione assistenziale al ricovero Autonomia precedente il ricovero (riferita dai familiari) Attività di base 60/60 Movimento 40/40

  18. 2° tappa Evidenziare con anticipo dalla dimissione le criticità che richiedono azioni organizzative per la continuità delle cure alla dimissione Metodo • Monitoraggio clinico-assistenziale durante la degenza • Valutazione sanitaria: aggiornamento dati clinici, ISM e comorbilità • Valutazione assistenziale: aggiornamento Barthel, Nursing • Valutazione ambientale: aggiornamento situazione familiare Strumenti

  19. Le criticità del paziente che emergono dall’aggiornamento della valutazione multidimensionale e che richiedono azioni organizzative per la continuità delle cure sono: 1. Criticità sanitarie: cura e riabilitazione di patologie con ISM 3 (malnutrizione, ipostenia da ictus); controllo di patologie con ISM 2 (diabete, ipertensione, frattura femore) I servizi territoriali devono garantire cura

  20. 2. Criticità assistenziali: nursing tutelare per non autonomia nelle attività giornaliere e nel movimento, nursing infermieristico per presenza di CV I servizi territoriali devono garantire cura + assistenza

  21. 3. Criticità ambientali: nucleo familiare (familiari non disponibili alla assistenza a domicilio), economiche (reddito basso, non possibilità di partecipazione alla spesa da parte della famiglia), di abitazione (abitazione inadeguata, che richiede modifiche strutturali per eventuale AD) Criticità familiari: la figlia è unico familiare tenuto agli alimenti; è ragazza madre di un bimbo di 9 anni; gode di sussidi sociali; relazioni con il padre quasi nulle; non è in grado di aiutare economicamente e fisicamente il padre Criticità di abitazione: casa di campagna, fredda, servizi igienici malfunzionanti, condizioni igieniche scarse I servizi territoriali devono garantire cura + assistenza per un periodo lungo

  22. 3° tappa Attivare tempestivamente i servizi territoriali appropriati Valutazione delle preferenze e/o delle condizioni sociali ed economiche del paziente e della famiglia 1. Fattibilità di Assistenza Domiciliare 2. Fattibilità di Assistenza residenziale: temporanea, definitiva Metodo Strumenti

  23. La Azione del percorso di DOP da attuare in Ospedale è: Segnalazione del paziente ai servizi territoriali preposti: PUA/SAA di Distretto • Il Distretto è responsabile delle Azioni successive: • Attivazione della UVG • Reperimento del posto in RSA • Presa in carico del paziente in RSA alla dimissione dall’Ospedale

  24. 4° tappa Stendere una relazione Clinico-Assistenziale completa alla dimissione per la comunicazione con i servizi territoriali Metodo • Monitoraggio clinico-assistenziale alla dimissione • Valutazione sanitaria: aggiornamento dati clinici, ISM e comorbilità • Valutazione assistenziale: aggiornamento Barthel, Nursing • Valutazione ambientale: aggiornamento situazione familiare Strumenti

  25. La Relazione Clinico-assistenziale del Paziente alla dimissione dal Reparto di RRF deve: • Essere stesa a partire dalla valutazione multidimensionale effettuata in prossimità della dimissione • Evidenziare i problemi sanitari, assistenziali e familiari • Indicare gli interventi di cura e assistenza (tutelare ed economica) necessari • Essere indirizzata agli operatori sanitari e sociali che interverranno nella assistenza La Relazione Clinico-assistenziale del Paziente può essere sintetizzata nel PAI

  26. Schema di Piano Assistenziale Individuale

  27. Schema di Piano Assistenziale Individuale

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