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CONVEGNO PROVINCIALE

CONVEGNO PROVINCIALE. Sicurezza: quali equilibri tra Scuola ed Enti Locali? Asti, 16 aprile 2012 Alfonso Lupo membro Osservatorio Regionale Sicurezza. Sommario. Rapporti con gli Enti Locali Alcune criticità Atto d’indirizzo del Ministro sull’edilizia scolastica.

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  1. CONVEGNO PROVINCIALE Sicurezza: quali equilibri tra Scuola ed Enti Locali? Asti, 16 aprile 2012 Alfonso Lupo membro Osservatorio Regionale Sicurezza

  2. Sommario • Rapporti con gli Enti Locali • Alcune criticità • Atto d’indirizzo del Ministro sull’edilizia scolastica

  3. Rapporti con gli Enti Locali E’ necessario che i rapporti: • siano improntati all’instaurazione di una profonda, efficace ed efficiente collaborazione tra i rispettivi Datori di lavoro, entrambi pubblici (Scuola ed Ente Locale) coadiuvati dai propri rispettivi servizi di prevenzione e protezione; • vadano al di là della semplice segnalazione prevista dalla legge.

  4. Rapporti con gli Enti Locali E’ auspicabile che i piani d’intervento: • siano predisposti sulla base di soluzioni concordate in seguito a sopralluoghi congiunti e frutto delle varie professionalità necessariamente presenti all’interno dei rispettivi servizi di prevezione e protezione, passando attraverso il coinvolgimento dei rappresentanti dei lavoratori e possibilmente degli stessi lavoratori.

  5. Rapporti con gli Enti Locali Il D. M. 382/98 all’art. 5 co.3 così recita: “L'autorità scolastica competente per territorio promuove ogni opportuna iniziativa di raccordo e di coordinamento tra le istituzioni scolastiche ed educative e gli enti locali ai fini dell'attuazione delle norme del presente decreto”.

  6. Rapporti con gli Enti Locali La Circ. Minist. 119/99 sottolinea come ilrapportotra le istituzioniscolastiche e glientilocalivadasviluppato con: • miglioreintegrazione e ognispiritocollaborativo; • interazione continua e fisiologica; • massimaapertura e collaborazione; • fattivasinergiadiobiettivi e risorse

  7. Rapporti con gli Enti Locali Si suggerisce la stipuladi un accordo/dichiarazionecongiuntaScuola-EnteProprietario, nelqualevenganopuntualmentedefinitiiprogrammi, iruoli, le incombenzeposte a carico del DirigenteScolastico e dell’EnteProprietario

  8. Esempio 1 Il Documento di Valutazione dei Rischi Indicazioni fornite dal DM 382/98 e CM 119/99 Art. 3 co.2 del DM 382/98: “Nelle scuole statali il datore di lavoro, al fine di redigere il documento di cui al comma 1, può avvalersi della collaborazione degli esperti degli enti locali tenuti alla fornitura degli immobili, nonché degli enti istituzionalmente preposti alla tutela e alla sicurezza dei lavoratori”.

  9. Esempio 1 Il DocumentodiValutazionedeiRischi CM 119/99: B) Valutazione dei rischi: stesura del documento “…………..collaborazione, questa, ovviamente subordinata alla disponibilità dei citati Enti ed Associazioni, non costituendo per loro un obbligo di legge”.

  10. Esempio 2 Concessione in usodeilocaliscolastici E’ necessariostipularetrascuole, amministrazioneproprietarie e soggettiutilizzatoridelle apposite convenzionichedefiniscanoi tempi diutilizzodellestruttureedicompitiposti a caricodiciascunsoggetto. In particolareoccorregrantire, a tuttigliutentidellestrutture, condizionidisicurezza e, nelcontempo, definire le responsabilitàdeisoggettiinteressati.

  11. Alcune criticità A) Attribuzionedititolaritàdelle procedure dellepratichefinalizzateall’acquisizione del CPI degliedificiscolastici B)Verifichebiennalidegliimpiantidimessa a terra e diprotezionedellescaricheatmosferiche per gliedificiscolastici

  12. Alcune criticità A) Attribuzionedititolaritàdelle procedure dellepratichefinalizzateall’acquisizione del CPI degliedificiscolastici • Pareredell’avv. delloStato 55563 del 15/2/2012

  13. Alcune criticità “L’istanza per ilrilascio del CPI, sia pure sotto forma disegnalazionecertificatadiinizioattività (comb. Disp. Degliarticoli 19, co.1, l. n. 241/90 e s.m.i., e 4, co.1, DPR 151/2011) deveesserefattadaltitolaredell’attività (art. 3, co.1, DPR 151/2011; art. 16, co.1, D. Lgs. N. 139/2006)”.

  14. Alcune criticità “Al MIUR – e segnatamenteaiDirigentiScolastici- spetta la gestioneconcretadell’attivitàdiinsegnamento, con esclusionediogniincombenzainerente “la destinazionedideterminatilocali a sedediscuole” (CassazioneSez. Trib., 18/04/2000, n. 4944; Cassazione, Sez. I, 1/09/2004, n. 17617)”.

  15. Alcune criticità “Viceversa, sugliEntiLocaligraval’obbligodiprovvedereallamanutenzioneordinaria e straordinariadegliedificipubbliciadibiti a scuole, vale a dire ildoveredirenderel’immobileidoneoall’usoscolastico, iltuttoaisensidell’art. 3, co.1, legge 11 gennaio 1996, n. 23 (arg. Ex Cassazione, Sez. Trib., 18/04/2000, n. 4944; Cassazione, Sez. I, 1/09/2004, n. 17617)”

  16. Alcune criticità “In conclusione, a pareredellascrivente, siriconfermache, dalmomentocheil CPI attienealladestinazionedeilocalipubblicirispettoall’usoscolastico, l’istanzadirilasciodellostesso, oggi sotto forma di SCIA, é posta a caricodegliEntiLocali, iqualidovrebberoattivarsid’ufficio”.

  17. Alcune criticità “Per converso, I Dirigentiscolasticisonocomunquetitolatidi un genericodoveredisorveglianzasullasicurezzanell’ambientescolastico (tra le tantecfr. Cassazione, Sez. III, 28/08/1995, n. 9047) e dunquedevonosegnalareall’Ente Locale competentel’eventualemancanzadellacertificazioneantincendio (cfr. anchel’art. 5, DM 29 settembre 1998, n. 382)”.

  18. Alcune criticità ENTE LOCALE PROPRIETARIO: • Titolaredell’attività; • Responsabiledell’attività; • Titolare del procedimento per l’istanza del rilascio del CPI (oggi SCIA). DIRIGENTE SCOLASTICO: • Titolaredell’attivitàscolastica, cheattieneallagestionedellecondizionidiesercizio; • Gestoreconcretodell’attivitàd’insegnamento.

  19. Alcune criticità B)Verifichebiennalidegliimpiantidimessa a terra e diprotezionedellescaricheatmosferiche per gliedificiscolastici • Pareredell’OsservatorioRegionale per la SicurezzanelleScuole del 25 ottobre 2011. • Richiestadiparereinterpretativoall’Avv. Gener. delloStato e all’Avv. Distrettuale circa gliadempimentidettatidal DPR. 462/01 da parte del ComunediFossano

  20. Alcune criticità • Pareredell’OsservatorioRegionale per la SicurezzanelleScuole del 25 ottobre 2011. Premesse normative: Art. 4 , co.1 del DPR 462/01; Art. 18, co.3 del D.Lgs. 81/08 e s.m.i.; Art. 3 Legge 23 gennaio 1996; Il D.M. del 22 gennaio 2008, n. 37

  21. Alcune criticità “L’obbligodi cui al DPR 462/01 dieffettuare le verificheperiodichedeidispositividimessa a terra dell’impiantoelettrico e deidispositividiprotezionecontro le scaricheatmosferiche, installatipressogliedificiscolastici, é a caricodell’Ente Locale Proprietariodell’immobile e degliimpianti, tenuto a provvedereagliinterventinecessari per ilmantenimentodellasicurezzadeilocali e degliedifici e non già del DirigenteScolastico, per ilqualerimanel’obbligodisollecitarel’amministrazioneinadempiente, come previsto in particolaredal D. Lgs. 81/08 e s.m.i.”

  22. Alcune criticità Nella richiesta di parere da parte del Comune di Fossano vengono citati: • Art. 1 co.1 e co.4 del DPR 462/01; • Art. 2 ed art. 86 del D. Lgs. 81/08; • Legge 11 gennaio 1996 n. 23; • Circ. Regione Piemonte n. 4/SAN dell’8/04/2002; • Parere dell’ISPESL - circolare n. 2702 del 5/7/2007.

  23. Alcune criticità Conclusione del DirigenteTecnico LL.PP. – UrbanisticaedAmbiente del ComunediFossano: “Nelfrattempol’Amministrazionescrivente, purritenendoprevalenteil citato parerefornitodall’ISPESL e pertanto non dipropriacompetenza le predettemansioni, ha disposto a suocarico, in via provvisoria, l’oneredieffettuazionedelleverificheperiodichepressogliufficiscolastici in modo tale daevitareche la disputadiresponsabilitàpossagravaresullasicurezzadeifruitorideiserviziscolastici”.

  24. Atto d’indirizzo del Ministro Atto d’indirizzo del Ministro del 3/aprile/2012: Istruzione: g) Promuovere interventi nell’edilizia scolastica secondo niovi standard energetici ed interventi straordinari di messa in sicurezza degli edifici che mancano dei requisiti minimi. Promuovere la costruzione di nuovi edifici scolastici in un’ottica completamente rinnovata rendendo le scuole stesse, anche a livello strutturale, un vero laboratorio interattivo per la partecipazione alla società della comunicazione.

  25. Conclusione Arco non è altro che una fortezza causata da due debolezze. L’arco negli edifizi è composto di due parti di circulo, i quali quarti circoli ciascuno debolissimo per se desidera cadere, e opponendosi alla ruina dell’altro le duedebolezze si convertono in unica fortezza (Leonardo da Vinci) La Scuola e gli Enti Locali hanno necessità di trovare un equilibrio stabile che potranno realizzare tramite un’efficace ed efficiente collaborazione tale da garantire la Sicurezza per tutti i soggetti che operano all’interno delle strutture scolastiche.

  26. Grazie per l’attenzione!

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